Quintieri, Non aderisco a Marcia dei Radicali. Contrario a passerella Regione Calabria


Regione CalabriaNon aderisco e non parteciperò alla IV Marcia per l’Amnistia, la Giustizia e la Libertà, organizzata dal Partito Radicale, che si terrà a Roma il prossimo 6 novembre 2016.
Com’è noto, tra gli altri, ha aderito e partecipa alla Marcia anche la Regione Calabria con una mozione proposta dal Partito Democratico e votata, all’unanimità, da tutti i Consiglieri Regionali.
Più volte, inutilmente, ho sollecitato il Presidente, la Giunta ed i Consiglieri Regionali, ad occuparsi anche del disastrato sistema penitenziario calabrese nell’ambito delle loro competenze.
Il Presidente Mario Oliverio aveva preso degli impegni ben precisi al riguardo, che sono chiaramente riportati nel suo programma elettorale di candidato Governatore. Non ne ha mantenuto nessuno !
Negli Istituti Penitenziari calabresi, ma non è soltanto questo il problema, i detenuti continuano a subire trattamenti inumani e degradanti e tanti di loro, per questi motivi e per la mancanza di sostegno ed assistenza, hanno tentato il suicidio, riuscendoci svariate volte anche grazie alla cronica carenza di personale del Corpo di Polizia Penitenziaria. Tanti altri hanno compiuto gravi atti autolesionistici, soprattutto gli stranieri, per veder riconosciuti i loro più elementari diritti fondamentali. Tanti altri ancora sono morti in carcere per l’inefficienza e l’inoperosità del Servizio Sanitario Penitenziario dipendente dalla Regione Calabria (e non dall’Amministrazione Penitenziaria come invece qualcuno crede). Non è stato istituito nemmeno l’Ufficio del Garante Regionale per i Diritti dei Detenuti ed una delle proposte di Legge d’iniziativa del Consigliere Regionale Nicola Irto è ferma da anni.

Sul punto, come concordato con il Consigliere Regionale Franco Sergio, Presidente della Commissione Affari Istituzionali e Relatore della predetta Proposta di Legge (che ho anche coinvolto facendo una visita ispettiva congiunta alla Casa Circondariale di Castrovillari “Rosetta Sisca”), avevo tramesso osservazioni e proposte al fin di migliorare il provvedimento. Ho perso il conto di quante volte sono stato preso in giro; tutti gli impegni assunti in questi mesi non sono stati rispettati e si continua a rinviare all’infinito, nonostante l’importanza e la prepotente urgenza di deliberare in merito atteso che si tratta di tutelare e garantire quei diritti minimi, naturali ed inalienabili, connessi alla sola qualità di essere umano di tutte le persone detenute o sottoposte ad altre misure restrittive della libertà personale.
Per non parlare della situazione degli internati cioè delle persone sottoposte a misura di sicurezza detentiva. Non c’è stato verso di far rispettare alla Regione Calabria le norme varate dal Parlamento per il superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari.
Nonostante una formale diffida al Presidente Oliverio da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri, su proposta dei Ministri della Giustizia e della Salute, nulla è stato effettuato ed infatti, dopo tante nostre sollecitazioni, il Governo Renzi è stato costretto a nominare un Commissario Straordinario per porre fine alla perdurante condotta omissiva della Regione Calabria, più volte duramente denunciata persino dai Magistrati di Sorveglianza competenti.
Niente è stato fatto dalla Regione anche per quanto riguarda l’apertura ed il funzionamento del Centro Diagnostico Terapeutico annesso alla Casa Circondariale di Catanzaro “Ugo Caridi”.
Quindi, l’adesione e la partecipazione alla Marcia della Regione Calabria, oltre ad esser una inutile e vergognosa “passerella” costituisce una offesa per tutti i detenuti, per le loro famiglie e per quelli che realmente si battono per la difesa dei loro diritti, reiteratamente violati col menefreghismo e la complicità degli organi della Regione.

Emilio Enzo Quintieri (Radicali Italiani)

Calabria, In cella centinaia di malati psichiatrici, aspettando le Rems


Carcere di RossanoMolti sono ospitati illegalmente negli Opg. Ha tentato di aggredire un agente dopo aver sfondato, con la sua branda, l’ingresso della cella. Il detenuto, rinchiuso nel carcere calabrese di Rossano, è stato immobilizzato da altri agenti intervenuti in soccorso del collega. Durante la colluttazione il detenuto, però, è riuscito a ferire in modo non grave due assistenti, uno a uno zigomo e l’altro ad una gamba. Sottoposto a visita psichiatrica dallo specialista convenzionato con l’istituto, il detenuto è risultato affetto da uno scompenso psichiatrico tale da richiedere il trattamento sanitario obbligatorio.
C’è un grave problema ancora non risolto nelle carceri italiane. Oltre ai detenuti rinchiusi illegalmente negli ex ospedali psichiatrici giudiziari, perché ancora non sono state ultimate le residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems), ci sono centinaia di detenuti con problemi psichiatrici sparsi nelle galere italiane.

Solamente nella regione Calabria risultano ristrette 600 persone con problemi psichiatrici, senza un trattamento adeguato alle loro condizioni fisiche e psichiche. E a farne le spese – oltre ai detenuti stessi che non vengono seguiti dai medici e operatori sanitari – sono i poliziotti penitenziari che fanno servizio nei reparti detentivi.
A denunciare questi fatti, lo scorso mese – su sollecitazione degli esponenti radicali calabresi Emilio Quintieri e Valentina Moretti – è stato il senatore Francesco Molinari (Gruppo Misto) e altri quattro parlamentari con una dettagliata interrogazione ai ministri della Giustizia, della Salute e per gli Affari regionali e le autonomie. Ma finora nessuna risposta nel merito. Eppure l’interrogazione parlamentare è andata molto nel dettaglio. Si denuncia la mancata apertura del centro diagnostico terapeutico presso la casa circondariale “Ugo Caridi” di Catanzaro.

Nella struttura si prevedeva la creazione, al quarto piano, di una sezione destinata alla tutela intramuraria della salute mentale per detenuti per otto posti e una sezione di osservazione psichiatrica per l’accertamento delle infermità psichiche per cinque posti dedicata a detenuti appartenenti al circuito dell’alta sicurezza. Ma il problema maggiore ? evidenziato sempre dall’interrogazione ? è che attraverso le recenti ispezioni di Molinari e da altre visite dei Radicali, è emerso che negli istituti penitenziari della Calabria sono ristretti almeno 513 detenuti con patologie psichiatriche.
L’emergenza psichiatrica nelle carceri potrebbe esplodere da un momento all’altro se non si intraprendono provvedimenti. Nelle carceri “normali” permangono molti detenuti con problemi psichici e non avranno mai nessuna struttura alternativa. Ma non solo.
La legge per la chiusura degli Opg contiene una norma che prevede che alcuni finiscano la pena detentiva in carcere. Quindi ne sono stati aggiunti altri a partire dell’entrata in vigore della legge approvata l’anno scorso. Tramite uno studio recente condotto dall’ agenzia regionale di Sanità della Toscana, si è scoperto un dato che desta preoccupazione: sui circa 16 mila reclusi delle carceri di Toscana Veneto, Lazio, Liguria, Umbria, ben oltre il 40% è risultato affetto da almeno una patologia psichiatrica. Questi detenuti costituiscono una miscela esplosiva in un contesto di detenzione degradante. Esiste un forte disagio perché si realizza una tortura ambientale; il carcere continua ad essere la frontiera ultima della disperazione e dei drammi umani.

Attualmente le carceri sono dei serbatoi dove la società senza eccessive remore continua a rinchiudere una marea di tossicodipendenti, di extracomunitari e di disturbati mentali. Prevalgono le persone appartenenti agli strati sociali più poveri, allevati sui marciapiedi e nei sobborghi delle città. In definitiva la carcerazione costituisce un’esperienza vitale altamente traumatizzante e può dar luogo a molteplici forme di patologia mentale prima ancora in fase di compenso. Favorisce, in sostanza, la messa in atto del meccanismo della psicosi a causa dello scompenso di un io, già prima fragile, che non riesce a mantenere più il suo precario equilibrio a causa dell’isolamento, a causa delle preoccupazioni legate all’inchiesta giudiziaria, a causa della paura. Ciò che la medicina penitenziarista riscontra con maggiore incidenza è Il disturbo post-traumatico da stress, l’attacco di panico, la sindrome da separazione con riferimento particolare ai detenuti extracomunitari, le reazioni depressive, le crisi ansiose, il disturbo bipolare, il disturbo ossessivo-compulsivo, le crisi isteriche, i disturbi di personalità (borderline e antisociale), il discontrollo degli impulsi e le reazioni auto ed eteroaggressive.

Con la chiusura dei manicomi, non sempre sono state create delle strutture alternative in grado di ospitare gli ammalati, sicché molti soggetti con disturbi psichiatrici sono rimasti senza alcun controllo o rete di protezione, con la conseguenza di finire con estrema facilità nelle maglie strette della giustizia. Talora, invece, è il carcere stesso con i suoi ritmi ossessivi e con le sue abitudini a creare vere e proprie turbe psicopatologiche che in cella acquisiscono una strutturazione solida e difficilmente curabile. Il suicidio in carcere è il gesto finale.
Il malato di mente in galera è detenuto due volte: dal carcere e dalla malattia. Nella struttura carceraria soffre le pene dell’inferno, mentre il detenuto normale dopo un certo periodo riesce in qualche modo ad adattarsi alla vita carceraria, quello malato di mente non ha questa capacità, perché la malattia di fatto rappresenta un grave ostacolo all’adattamento. Le guardie penitenziarie non hanno i titoli per poter vigilare e aiutare un detenuto psichiatrico. Ma soprattutto è difficile anche la convivenza con gli altri detenuti non affetti da quei disturbi. Gli Opg, forse, stanno chiudendo, ma ci sono tantissimi detenuti con disabilità mentale che permangono nelle carceri. Chi si occuperà di loro?

Damiano Aliprandi

Il Dubbio, 22 aprile 2016

Carceri: diminuisce il sovraffollamento, non spariscono i problemi


consiglio europa 2Il Consiglio d’Europa archivia le accuse di violazione dei diritti umani nei confronti dell’Italia dopo aver constatato la diminuzione record del numero dei detenuti. Per il neo Commissario alla chiusura degli Opg Franco Corleone “si è aperta una fase nuova”, tuttavia “i problemi dei detenuti non sono solo i metri quadri, ma i diritti. Avanti con la riforma penitenziaria”.

Buone notizie dall’Europa per le carceri italiane. Il Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa ha infatti lodato le misure adottate dall’Italia, i risultati ottenuti e gli impegni assunti dal governo nella lotta “contro il sovraffollamento carcerario in modo da ottenere una soluzione definitiva del problema”. L’esecutivo dell’organizzazione europea ha quindi deciso di chiudere il fascicolo aperto nei confronti del nostro paese dopo le condanne da parte della Corte europea dei diritti umani per lo spazio inadeguato in cui erano costretti una parte dei detenuti – meno di tre metri quadrati a testa. Il rapporto Space, in cui viene fotografata ogni anno la situazione del sistema penitenziario dei paesi membri del Consiglio d’Europa, ha confermato i traguardi raggiunti. Si è evidenziato infatti che tra il 2013 e il 2014 la popolazione carceraria italiana ha avuto un calo record del 17,8%, e che questa diminuzione è la più grande registrata nei 47 paesi monitorati. Questo non toglie che l’esecutivo dell’organizzazione ricordi al governo che c’è ancora della strada da fare (le celle strapiene rimangono un problema in circa 90 istituti su 185) e esprime la propria fiducia nel fatto che le autorità “continueranno gli sforzi per assicurare condizioni di detenzione in conformità con quanto stabilito dalla Convenzione europea dei diritti umani e dal Comitato per la prevenzione per la tortura”.

E se il ministro della Giustizia Andrea Orlando parla di “una buona notizia per il nostro Paese, che mi riempie di orgoglio e soddisfazione, ma non di appagamento” e rimarca che “c’è tanto lavoro ancora da fare per rendere la pena aderente al dettato costituzionale”, pur dicendosi “fiero di aver contribuito di evitare un’onta al nostro Paese”, Franco Corleone, Garante dei diritti dei detenuti della regione Toscana nonché neo Commissario del governo per la chiusura degli Opg, parla di “uscita da una situazione pesantissima, anche se la vera partita inizia ora”. “In Italia abbiamo avuto punte di 67-68mila detenuti”, dice ancora Corleone a Vita. “E se oggi siamo a 52-53mila sicuramente dobbiamo registrare un notevole miglioramento, dovuto a una serie di provvedimenti del governo. Penso in particolare al diffondersi delle misure alternative, alla messa alla prova, alle sentenze della Corte Costituzionale sulla Fini Giovanardi che hanno permesso di rilasciare almeno 5500 detenuti per violazione delle norme sulla detenzione di sostanze stupefacenti. Sono poi diminuiti gli arresti”, analizza Corleone, “praticamente dimezzati dal 2008 a oggi. Siamo entrati una fase nuova, non c’è dubbio, anche se questo non vuol dire che la qualità di vita dei detenuti sia automaticamente migliorata”.

La vera partita, secondo il Commissario, si giocherà infatti nella prossima discussione di una più ampia riforma carceraria, i cui lavori preparatori si stanno svolgendo in seno agli Stati Generali dell’Esecuzione Penale, un Comitato di esperti nominati dal Ministero della Giustizia, articolato in 18 tavoli tematici composti da operatori penitenziari, magistrati, avvocati, docenti, esperti, rappresentanti della cultura e dell’associazionismo civile – tra cui lo stesso Corleone. “Il problema non si riduce a una questione di metri quadri”, conclude, “ma occorre che vengano applicate le norme del regolamento penitenziario e che siano rivisitate le tante questioni aperte, dal diritto all’affettività, al lavoro, all’integrazione”.

Gabriella Meroni

Vita, 10 marzo 2016

Sanità Penitenziaria, il Sen. Molinari ed i Radicali accusano la Regione Calabria


Delegazione visitante il Carcere di CrotoneI detenuti e gli internati ristretti negli Istituti Penitenziari calabresi hanno diritto, al pari dei cittadini in stato di libertà, di avere garantito dalla Regione Calabria, il diritto alla tutela della propria salute fisica e psichica con la erogazione di prestazioni di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, efficaci ed appropriate. Lo sostiene l’Avvocato Francesco Molinari, Senatore della Repubblica (Gruppo Misto) e Presidente dell’Associazione Calabria Terra Libera che unitamente ad Emilio Quintieri e Valentina Moretti, esponenti dei Radicali Italiani, sta effettuando una serie di visite ispettive negli stabilimenti penitenziari calabresi per rendersi conto anche della grave compressione del diritto alla salute per i detenuti, causata dalle inadempienze della Regione Calabria. A tal proposito, proprio di recente, il Senatore Molinari, dopo una ispezione alla cittadella giudiziaria minorile di Catanzaro, aveva denunciato al Governo Renzi la mancata istituzione di Comunità Psichiatriche Minorili in Calabria.

Nei giorni scorsi, con una nuova Interrogazione a risposta scritta (Atto nr. 4-05333 del 23/02/2016) indirizzata ai Ministri della Giustizia Andrea Orlando, della Salute Beatrice Lorenzin e per gli Affari Regionali e le Autonomie Enrico Costa, firmata dai Senatori Francesco Molinari, Giuseppe Vacciano, Maria Mussini, Ivana Simeoni e Cristina De Pietro (Gruppo Misto) sono state sollevate ulteriori problematiche che, in parte, sono state già risolte come ad esempio la nomina del Commissario ad acta On. Franco Corleone per provvedere in via sostitutiva in luogo della Regione Calabria, alla realizzazione del programma approvato dal Ministro della Salute con Decreto del 09/10/2013 per l’immediata apertura delle Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza (Rems) di Girifalco in Provincia di Catanzaro e Santa Sofia d’Epiro in Provincia di Cosenza al fine di potervi ricoverare i pazienti aventi residenza in Calabria che, purtroppo e ancora oggi, si trovano illegittimamente internati presso gli ex Ospedali Psichiatrici Giudiziari nonché le persone sottoposte a misura di sicurezza provvisoria dall’Autorità Giudiziaria competente e quelle che, da tempo, si trovano ospitate presso le strutture sanitarie extraospedaliere di altre Regioni d’Italia. Allo stato, infatti, presso l’Opg di Barcellona Pozzo di Gotto sono ancora internati 14 calabresi (13 uomini e 1 donna) ed altri 7 pazienti calabresi sono ospitati nelle Rems delle Regioni Lazio, Campania, Basilicata e Sicilia. Per quelli “ospitati” presso la Rems di Pisticci in Provincia di Matera (4), la Regione Calabria dal 1 maggio 2015 sino ad oggi ha pagato alla Regione Basilicata circa 500 mila euro ed ogni giorno che passa sono 1.000 euro in più.

Carcere Siano - ingressoAltra problematica oggetto dell’atto di sindacato ispettivo parlamentare è quella relativa alla mancata apertura del Centro Diagnostico Terapeutico presso la Casa Circondariale “Ugo Caridi” di Catanzaro, che tra l’altro prevedeva che fosse ivi creata, al quarto piano, una Sezione destinata alla tutela intramuraria della salute mentale per detenuti per 8 posti ed una Sezione di Osservazione Psichiatrica per l’accertamento delle infermità psichiche per 5 posti dedicata a detenuti appartenenti al Circuito dell’Alta Sicurezza visto che quella dedicata ai detenuti del Circuito della Media Sicurezza è già attiva dal 2006 presso la Casa Circondariale “Giuseppe Panzera” di Reggio Calabria. L’Asp di Catanzaro avrebbe già posto in essere tutti gli adempimenti necessari per la ristrutturazione dei locali, l’implementazione tecnologica delle attrezzature ed il rinnovo degli arredi spendendo centinaia di migliaia di euro ricevuti da specifici fondi ministeriali. Ma, ad oggi, nonostante le sollecitazioni provenienti in particolar modo dal Movimento dei Radicali Italiani, nulla è cambiato : il Centro Diagnostico Terapeutico (Cdt) annesso al Carcere di Catanzaro continua ad esser chiuso e non funzionante, unitamente alle Sezioni anzidette che avrebbero dovuto essere istituite per contribuire alla riforma epocale del superamento degli Opg. e, secondo quanto risulta all’Avv. Molinari ed ai suoi colleghi Senatori, non può essere aperto a causa della mancanza delle figure professionali specifiche (Psichiatri, Psicologi, Neurologi, Tecnici della Riabilitazione Psichiatrica, Educatori professionali, etc.). che dovrebbero essere reclutate tramite procedura concorsuale pubblica. Tale questione, pur rappresentata dalla Regione Calabria, non avrebbe ricevuto alcuna risposta da parte del Ministero della Salute. Dalle recenti ispezioni effettuate da Molinari e da altre visite effettuate dai Radicali, autorizzati dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, è emerso che negli Istituti Penitenziari della Calabria vi sono ristretti 513 detenuti con patologie psichiatriche.

In conclusione, i Senatori Molinari, Vacciano, Mussini, Simeoni e De Pietro hanno chiesto al Governo Renzi di sapere se i Ministri siano a conoscenza dei fatti e se questi corrispondano al vero; se e quali provvedimenti intendano adottare, sollecitare e/o promuovere, affinché venga aperto al più presto il Centro Diagnostico Terapeutico presso la Casa Circondariale “Ugo Caridi” di Catanzaro, con la Sezione destinata alla tutela intramuraria della salute mentale e quella per l’osservazione psichiatrica per l’accertamento delle infermità psichiche dei detenuti, valutando, altresì, la richiesta di reclutamento di personale qualificato avanzata dalla Regione Calabria e concedendo la relativa autorizzazione per l’assunzione del personale; se l’istituenda Sezione destinata alla tutela intramuraria della salute mentale presso il Centro Diagnostico Terapeutico, sia sufficiente ad accogliere i numerosi detenuti affetti da problematiche di natura psichiatrica presenti in tutti gli Istituti Penitenziari della Regione Calabria e, in caso negativo, se non si ritenga opportuno istituire almeno nella Provincia di Cosenza (totalizzante 4 Istituti Penitenziari : 3 Case Circondariali ed 1 Casa di Reclusione), un analogo reparto a custodia attenuata prevalentemente sanitaria per ospitare detenuti affetti da infermità o minorazioni psichiche che, a causa delle loro condizioni, non possono essere sottoposti al regime degli istituti ordinari, ciò anche per armonizzare il principio di tutela della salute con quello della territorialità della pena così evitando l’allontanamento di tali soggetti dal nucleo familiare che, proprio nei momenti di maggior fragilità psicologica, potrebbe risultare ancor più destabilizzante e, contestualmente, per ridurre il costo e l’impiego di personale di Polizia Penitenziaria per le traduzioni che verrebbero evitate per i continui trasferimenti ristretti negli Istituti della Provincia di Cosenza presso la Casa Circondariale di Catanzaro nella quale, stando al programma della Regione Calabria, dovrebbe essere ubicata l’unica Sezione detentiva per detenuti con disturbi psichiatrici. All’Interrogazione Parlamentare è stato delegato a rispondere il Ministro della Giustizia Andrea Orlando.

Interrogazione a risposta scritta n. 4-05333 del 23/02/2016 (clicca per leggere)

Opg, il Consiglio dei Ministri ha nominato Commissario unico l’ex radicale Corleone


On. Franco CorleoneIl Consiglio dei Ministri riunitosi oggi 19 febbraio 2016, alle ore 9,15, a Palazzo Chigi, dietro apposita convocazione, sotto la presidenza del Ministro dell’Economia e delle Finanze Pietro Carlo Padoan e Segretario il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Claudio De Vincenti, su proposta dei Ministri della Salute Beatrice Lorenzin e della Giustizia Andrea Orlando, ha nominato l’On. Francesco Corleone, Commissario unico del Governo per le procedure necessarie al definitivo superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (Opg) con il completamento delle Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza (Rems) nelle Regioni Abruzzo, Calabria, Piemonte, Puglia, Toscana e Veneto, in esercizio del potere sostitutivo a norma dell’Art. 8 della Legge n. 131/2003.

“E’ l’ultimo passaggio per la soluzione storica di un problema che ha fatto dibattere animatamente in questi anni le istituzioni, le associazioni e le organizzazioni sindacali – spiega il Sottosegretario al Ministero della Salute Vito De Filippo – Siamo molto soddisfatti che le decisioni del Governo siano state quelle di commissariare le sei regioni che ancora non sono riuscite a chiudere il doloroso capitolo degli Opg”. “Non si tratta – specifica De Filippo – di una sanzione, ma di una fase di accompagnamento e affiancamento per quei territori che non sono ancora riusciti a superare il vecchio, desueto, incivile impianto degli ex manicomi criminali e che, con il lavoro del commissario, porteranno sicuramente a compimento”. Infine, quanto al nome prescelto, conclude, “l’esperienza di Franco Corleone è garanzia che il lavoro sarà confronto fruttuoso e definitivo”.

Corleone ha definito la nomina “un incarico di grande responsabilità, in cui intendo gettarmi a capofitto, con l’intenzione di fare il prima possibile”. Secondo il nuovo commissario “bisogna fare i salti mortali perché le persone ancora internate negli Opg sono in una situazione di illegalità, tanto che molti hanno fatto ricorso al Tribunale di Sorveglianza ottenendo ragione”. Corleone, Garante dei Diritti dei Detenuti della Regione Toscana, già Deputato e Senatore per il Partito Radicale e i Verdi e Sottosegretario al Ministero della Giustizia con la delega al Carcere ed alla Giustizia Minorile nonché Deputato al Parlamento Europeo, avrà a disposizione sei mesi. “Si tratta – commenta – di un tempo un ragionevolmente breve, ma d’altronde il mio compito deve essere quello di recuperare il ritardo accumulato, visto che è passato quasi un anno dal termine ultimo per la chiusura degli Opg”.

Siamo soddisfatti per la nomina dell’Onorevole Corleone a Commissario unico del Governo per il superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, afferma Emilio Enzo Quintieri, esponente calabrese dei Radicali Italiani. In questi giorni con il Senatore della Repubblica Francesco Molinari (Gruppo Misto), Presidente dell’Associazione Calabria Terra Libera, abbiamo preparato una Interrogazione a risposta scritta indirizzata al Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi ed ai Ministri della Giustizia e della Salute Andrea Orlando e Beatrice Lorenzin per sollecitare – tra le altre cose – la nomina immediata del Commissario per la Regione Calabria che, fortunatamente, è sopraggiunta unitamente a quella delle altre Regioni d’Italia rimaste inadempienti. L’atto di sindacato ispettivo a prima firma dell’On. Molinari, sottoscritto anche da altri Senatori, verrà ufficialmente annunziato durante la prossima seduta di Palazzo Madama.

Casa Circondariale Catanzaro SianoLa Regione Calabria – prosegue il radicale Quintieri – non è soltanto inadempiente per quanto concerne la mancata attivazione delle Rems e la presa in carico degli internati calabresi ristretti ancora negli Opg o in altre strutture extraospedaliere del Paese ma anche per tanto altro. Nelle scorse settimane, abbiamo già denunciato al Governo con una Interrogazione del Sen. Molinari, la mancata istituzione di Comunità Psichiatriche per i Minori sottoposti a provvedimenti penali da parte dell’Autorità Giudiziaria competente nonostante gli accordi presi dalla Regione Calabria con il Centro per la Giustizia Minorile della Calabria e della Basilicata di Catanzaro.

Inoltre, ancora oggi, non è stato aperto il Centro Diagnostico Terapeutico (Cdt) presso la Casa Circondariale “Ugo Caridi” di Catanzaro con le relative Sezioni di Osservazione Psichiatrica e di tutela della salute mentale per i detenuti affetti da patologie psichiatriche che, per le loro condizioni, non possono essere ristretti negli Istituti Penitenziari ordinari. Con l’Interrogazione a prima firma del Senatore Molinari, verranno denunciate – conclude Emilio Enzo Quintieri – tutta una serie di inadempienze da parte della Regione Calabria e proposte anche alcune soluzioni pratiche come quella di istituire, almeno nella Provincia di Cosenza, territorio che ospita ben 4 Istituti Penitenziari, una Reparto a custodia attenuata prevalentemente sanitaria proprio per ospitare i numerosi detenuti affetti da infermità o minorazioni psichiche.

Campania, Radicali e Giovani Giuristi Vesuviani in visita alle Carceri ed Opg della Regione


Carcere Secondigliano NapoliNei prossimi giorni una delegazione dei Radicali Italiani e dei Giovani Giuristi Vesuviani si recherà in visita ispettiva in diverse Carceri ed Opg della Regione Campania al fin di rendersi conto delle condizioni di vita dei detenuti e degli internati, sulla conformità del trattamento ad umanità e sul rispetto della dignità della persona da parte dell’Amministrazione Penitenziaria.

Le visite – organizzate da Emilio Enzo Quintieri, esponente radicale calabrese, già membro del Comitato Nazionale di Radicali Italiani unitamente a Salvatore Del Giudice, Avvocato e Presidente dell’Associazione Giovani Giuristi Vesuviani – su richiesta dell’Onorevole Rita Bernardini, già Deputato ed ex Segretario Nazionale dei Radicali, sono state autorizzate dal Dirigente Generale Massimo De Pascalis, Vice Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia.

Sette saranno le strutture detentive che verranno ispezionate dalla delegazione visitante : la Casa Circondariale di Napoli Poggioreale “Giuseppe Salvia”e la Casa Circondariale di Napoli Secondigliano (lunedì 8), l’Ospedale Psichiatrico Giudiziario “Filippo Saporito” di Aversa e la Casa Circondariale “Francesco Uccella” di Santa Maria Capua Vetere (martedì 9), la Casa Circondariale di Avellino “Bellizzi Irpino” e la Casa Circondariale di Benevento “Capodimonte” (mercoledì 10) nonché la Casa Circondariale Femminile di Pozzuoli (giovedì 11).

A Poggioreale, al momento, a fronte di una capienza regolamentare di 1.640 posti, sono ristretti 1.928 persone, 289 delle quali straniere (288 in esubero); a Secondigliano, invece, a fronte di una capienza di 897 posti, sono detenuti 1.303 persone, 49 delle quali straniere (406 in esubero).

OPG AversaNell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario (Opg) di Aversa, il più antico manicomio criminale d’Italia (1876), che avrebbe dovuto essere chiuso da tempo nel rispetto della Legge n. 81/2014 e sostituito da Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza (Rems), sono ospitati ancora 44 internati, 5 dei quali stranieri, per una capienza regolamentare di 206 posti letto. Prossimamente dovrebbe essere riconvertito in un Istituto Penitenziario a custodia attenuata per accogliere 200 detenuti a basso indice di pericolosità. Nel Carcere di Santa Maria Capua Vetere, invece, a fronte di una capienza di 833 posti, ci sono 926 detenuti, 179 dei quali stranieri e 66 donne (93 in esubero).

L’Istituto Penitenziario di Avellino Bellizzi Irpino, avente una capienza di 500 posti, ospita 507 detenuti, 57 dei quali sono stranieri e 27 donne (7 in esubero). In questo stabilimento penitenziario, tra l’altro, ci sono 3 detenute madri con figli al seguito (1 italiana e 2 straniere).

Nella Casa Circondariale di Benevento Capodimonte, sono ristrette 386 persone, 40 straniere, 22 delle quali donne, per una capienza di 254 posti detentivi (132 in esubero). Infine, nel Carcere Femminile di Pozzuoli, a fronte di una capienza di 105 posti, sono ristrette 159 detenute, 47 delle quali di nazionalità straniera (54 in esubero).

La delegazione che visiterà le predette strutture penitenziarie oltre a Quintieri e Del Giudice, sarà composta dagli Avvocati Alessandro Maresca, Michele Coppola, Domenico La Gatta, Arcangelo Giacinto, Gaetano Salvadore, Luigi Silvestro, Nicole Scognamiglio, Rosanna Russo e Claudia Romano.

Veneto: manca la Rems, 14 detenuti psichiatrici restano nell’ex Opg di Reggio Emilia


OPG Reggio Emilia - DAPSu reclamo dei detenuti veneti, infatti, il magistrato ha deciso che non potendo essere trasferiti alle Rems dovesse essere comunque tolta la vigilanza delle guardie carcerarie. Ma per il Garante delle persone private della libertà personale dell’Emilia-Romagna “si tratta di un carcere e servono misure di sicurezza che non possono essere affidate al personale sanitario, già peraltro insufficiente”.

I ritardi delle Regioni nell’applicazione della normativa sulla chiusura degli ex Opg e l’attivazione delle Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza (Rems) rischiano di creare gravi problemi in Emilia Romagna. Infatti, mentre questa Regione ha ottemperato agli obblighi di legge trasferendo, entro il 31 marzo 2015, nelle due Rems già istituite (una a Casale di Mezzani, nel parmense, e l’altra a Bologna) tutti gli internati residenti nel territorio emiliano-romagnolo che non potevano essere dimessi dall’ex Opg di Reggio Emilia, lo stesso non è potuto accadere con i 20 internati ospitati dall’Opg di Reggio Emilia ma provenienti da altre Regioni (14 dal Veneto, 5 dalla Lombardia e 1 dalla Toscana). Nelle due Rems emiliane, infatti, non c’è più posto, e in Veneto le Rems non esistono ancora.

Di fatto, quindi, l’Opg di Reggio, che doveva chiudere i battenti lo scorso 31 marzo, non è stato ancora chiuso. Ma rischia di restare senza servizio di sorveglianza della Polizia Penitenziaria. Il magistrato di Reggio Emilia, accogliendo il reclamo degli internati veneti, ha infatti disposto l’allontanamento del personale di Polizia Penitenziaria dall’Opg di Reggio in esecuzione della nuova normativa che prevede che la gestione delle misure di sicurezza psichiatriche detentive debba essere “a carattere esclusivamente sanitario”.

Una decisione che ha allarmato il Garante delle persone private della libertà personale dell’Emilia-Romagna, Desi Bruno, secondo la quale “non è pensabile che negli attuali spazi possa declinarsi una gestione esclusivamente sanitaria degli internati perché la struttura non è autonoma dal resto dell’istituto in cui l’amministrazione penitenziaria sovrintende a tutta una serie di attività, dai colloqui alla cucina, dal controllo esterno agli ingressi, che non possono essere svolte dal personale sanitario che, peraltro, è del tutto insufficiente in termini numerici”. Il tutto mentre nella struttura risultano essere presenti anche 19 condannati con infermità psichica sopravvenuta durante l’esecuzione della pena e 27 minorati psichici.

A fornire al nostro giornale i dettagli della vicenda è proprio il Garante Desi Bruno, che lo scorso 26 novembre ha visitato gli spazi detentivi del settore dell’istituto psichiatrico giudiziario di Reggio Emilia raccogliendo l’allarme del personale. L’attuale situazione, spiega infatti il Garante, “rischia di mettere a dura prova l’attuale organizzazione del lavoro negli spazi detentivi dell’ospedale psichiatrico giudiziario. Stiamo parlando di un carcere, non possiamo pensare che a gestirlo sia solo il personale sanitario”. Per Bruno, la decisione del magistrato mira, di fatto, a trasformare l’Opg in una Rems. “Ma la Rems è una struttura sanitaria che risponde a particolari requisiti e standard. Non basta togliere la Polizia Penitenziaria a un Opg per realizzare una Rems”.

Se le Rems non sono pronte, trovare una soluzione non sarà però semplice. Come detto, la normativa vigente prevede infatti che dal 31 marzo 2015 l’internamento debba essere eseguito esclusivamente nelle strutture sanitarie denominate Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza, le Rems. Per il magistrato di sorveglianza di Reggio Emilia, dunque, nell’Opg di Reggio “l’attuale internamento sta avvenendo in violazione di legge, con un pregiudizio grave e attuale dei diritti degli internati che hanno il pieno diritto all’esecuzione delle misure di sicurezza operata esclusivamente mediante il ricovero nelle Rems”. Tuttavia, non spetta all’Emilia Romagna garantire questo diritto agli internati provenienti da altre Regioni. L’Accordo Stato-Regioni-Provincie Autonome del 26/2/2015 attuativo della legge di soppressione degli Ospedali psichiatrici prevede infatti che “le Regioni e le Provincie Autonomie devono garantire l’accoglienza nella proprie Rems di persone sottoposte a misura di sicurezza detentiva residenti nel proprio ambito territoriale”. Di conseguenza, non può essere contestato al Dipartimento l’utilizzo del criterio primario della “regionalizzazione” nella scelta degli internati da traferire né può essere accusato di pregiudizi nei confronti degli internati rimasti di Reggio Emilia.

Il magistrato di sorveglianza ha dunque ordinato al presidente della Giunta regionale veneta di “porre rimedio al pregiudizio degli internati adottando i necessari provvedimenti nel termine di 15 giorni”, ma nel frattempo ha ordinato anche all’amministrazione penitenziaria “di esonerare il personale della Polizia penitenziaria dal servizio nel settore dell’ospedale psichiatrico giudiziario”, sempre nel termine di 15 giorni. Il problema è che, in sede di udienza, la Regione Veneto ha fatto sapere che, pur essendo in fase di attuazione una Rems a Nogara che potrà ospitare 40 pazienti, questa non potrà essere pronta però prima dell’ottobre del 2016. E così, nell’attesa dell’attivazione della Rems veneta, l’Opg di Reggio rischia di dover trattenere gli internati di altre Regioni restando, tuttavia, sfornita di personale di Polizia Penitenziaria.

Nelle prossime settimane saranno decisi anche altri reclami giurisdizionali presentati contro l’illegittimo internamento dagli altri internati residenti in Regione che non hanno ancora attuato le Rems. Intanto Bruno sollecita la magistratura ha riconsiderare il provvedimento, magari prorogandone i tempi, “che comunque devono essere stretti. La Regione Veneto – spiega il Garante – ha comunicato che è in fase di attuazione una Rems a Nogara che potrà ospitare 40 pazienti, pronta però non prima dell’ottobre del 2016. Parliamo di un anno, un periodo troppo lungo, che va assolutamente ridotto. Aspettiamo di vedere come risponderà alla diffida che gli è stata recapitata”. Dal Garante, infine, un appello al Governo affinché venga imposta una scadenza in tempi brevi per la realizzazione delle Rems, anche attraverso il commissariamento delle Regioni. “È stato ventilato tante volte, forse è arrivato il momento che venga messo in atto”.

ilfarmacistaonline.it, 4 dicembre 2015

Opg e Rems, Le Camere Penali “Il Governo commissari le Regioni inadempienti”


Avv. Beniamino Migliucci, Presidente UCPIL’Unione delle Camere Penali Italiane e il suo Osservatorio Carcere, avevano denunciato che, dopo oltre sei mesi dalla formale chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, la mancanza di REMS poteva travolgere i principi di diritto e di civiltà a base della riforma. Avevano, altresì, evidenziato che la Legge era, pertanto, tradita ed occorreva intervenire subito. Alcune Regioni erano  inadempienti nonostante i rinvii che vi erano stati in passato per l’entrata in vigore della Legge ed il Governo doveva fare la sua parte, con le risorse necessarie e facendo scattare subito il commissariamento.

Apprendiamo, pertanto, con soddisfazione che il Governo ha diffidato le Regioni inadempienti: Abruzzo, Calabria, Campania, Lazio, Piemonte, Puglia, Toscana e Veneto. Ma la situazione resta allarmante ed è necessaria l’immediata nomina del Commissario nelle Regioni inadempienti, affinché trovi piena attuazione la Legge 81/2014. Vanno rafforzati immediatamente i Dipartimenti di Salute Mentale sul territorio, affinché la misura di sicurezza provvisoria nelle REMS, sia davvero residuale e rappresenti l’eccezione.

Ad oggi, gli OPG sono ancora aperti e operativi, vi risultano  internate 234 persone. L’unico chiuso è quello di Castiglione delle Stiviere, trasformato in REMS, dove – dopo il cambio di etichetta – sono internate 231 persone, a fronte di una prevista capienza di 160.

La Giunta dell’Unione delle Camere Penali Italiane

L’Osservatorio Carcere UCPI

Roma, 17 novembre 2015

Nota dell’UCPI e dell’Osservatorio Carcere UCPI

 

Il Governo diffida la Regione Calabria per i ritardi sulle Rems. Quintieri (Radicali) sollecita la nomina del Commissario


Aula Consiliare della Regione CalabriaSono soddisfatto che il Governo abbia finalmente diffidato la Regione Calabria per la mancata attuazione degli obblighi previsti dalla Legge n. 81 del 2014 in merito alla definitiva chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (Opg). Purtroppo credo che, come al solito, la diffida resti “lettera morta” e che quindi occorra subito nominare un Commissario. Lo afferma il radicale calabrese Emilio Quintieri, già membro del Comitato Nazionale dei Radicali Italiani.

Nei giorni scorsi, infatti, dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri è stata inviata anche al Presidente della Regione Calabria On. Mario Oliverio, una lettera con la quale è stato diffidato ad ottemperare, entro e non oltre 45 giorni, agli obblighi di legge e, più precisamente, ad attivare le Residenze per le Misure di Sicurezza (Rems) e prendersi in carico gli internati psichiatrici residenti sul proprio territorio. La proposta di diffidare la Regione Calabria, unitamente al Veneto, al Piemonte, alla Toscana, all’Abruzzo, al Lazio, alla Campania ed alla Puglia, era stata sollecitata con una nota congiunta dai Ministri della Salute e della Giustizia On. Beatrice Lorenzin e On. Andrea Orlando. Già lo scorso aprile – continua il radicale Quintieri – avevo denunciato sulla stampa locale e nazionale, l’inadempienza continua della Regione Calabria chiedendo alla medesima di attivarsi per l’apertura immediata delle strutture residenziali di Santa Sofia d’Epiro e Girifalco al fin di evitare ulteriori disagi ai cittadini calabresi pazienti/internati ed ai loro congiunti e per evitare la pessima figuraccia del commissariamento da parte del Governo affinchè provvedesse – in via sostitutiva – a dare attuazione a quanto stabilito dal Parlamento. Ad oggi, nonostante siano trascorsi circa 7 mesi, non è stato fatto nulla. Anzi, il Commissario del Governo per la Sanità Ing. Massimo Scura, con Decreto n. 27 del 28/04/2015 ha approvato un Protocollo d’Intesa tra la Regione Basilicata e la Regione Calabria per l’accoglienza dei pazienti residenti in Calabria presso la Residenza per la Esecuzione della Misura di Sicurezza (Rems) di Tinchi, una ex Casa Mandamentale (mai utilizzata) sita nel Comune di Pisticci in Provincia di Matera, completamente ristrutturata in soli 101 giorni.

Era stato il Presidente Oliverio con una lettera inviata il 03/03/2015 a chiedere (anche) alla Regione Basilicata di ospitare una quota dei 30 pazienti calabresi internati non dimissibili dall’Opg di Barcellona Pozzo di Gotto e dei residui pazienti dimissibili sino all’effettivo trasferimento in struttura territoriale della Regione Calabria. Il Governatore della Basilicata On. Marcello Pittella e poi la Giunta Regionale, con Deliberazione n. 391 del 27/03/2015, esprimeva la propria disponibilità ad ospitare presso la propria Rems di Pisticci solo n. 5 pazienti con le modalità temporali ed economiche stabilite nel “Protocollo d’Intesa” entrato in vigore il 01/05/2015 e valevole fino al 31/12/2015 e rinnovabile automaticamente salvo disdetta formale di una delle parti.

Rems di PisticciLa Regione Calabria si è impegnata a riconoscere alla Regione Basilicata un rimborso spese su base giornaliera pro-capite che sarà pari alla tariffa massima complessiva pro-capite sostenuta attualmente dalla Regione Basilicata per singoli casi complessi, e comunque non inferiore a 250 euro giornaliere pro-capite, che saranno pagati dalla Regione Calabria direttamente alla Regione Basilicata in base alle giornate di presenza registrate. Restano a carico della Regione Calabria gli eventuali costi straordinari non riferibili alle prestazioni ordinariamente erogate nella Rems ospitante. La Regione Calabria – prosegue l’esponente radicale – riconoscerà in ogni caso un rimborso spese minimo su base annua, indipendentemente dalle presenze registrate, corrispondente al 50% del rimborso spese complessivo per la saturazione dei posti (equivalente a 228.125,00 Euro). E per il periodo dall’1/5/2015 al 31/12/2015 la suddetta somma è stata ridefinita in dodicesimi in 152.083,00 Euro. Attualmente, sulla base delle informazioni fornite dall’Ufficio VI – Misure di Sicurezza del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria risultano n. 4 pazienti calabresi nella Rems di Pisticci (Mt) in Basilicata nonché n. 1 paziente calabrese nella Rems di Roccaromana (Ce) in Campania, n. 2 pazienti calabresi nella Rems di Naso (Me) in Sicilia e n. 1 paziente calabrese nella Rems di Capoterra (Ca) in Sardegna. Non c’è più altro tempo da perdere, conclude il radicale Emilio Quintieri, occorre che il Governo nomini immediatamente il Commissario nelle Regioni inadempienti affinchè venga rispettato quanto stabilito dalle Camere.

Toscana: per il Tribunale di Sorveglianza l’Opg di Montelupo è “fuorilegge”, serve Rems


OPG Montelupo FiorentinoAccolto il ricorso firmato da 47 internati ospitati dalla struttura che doveva chiudere lo scorso 1 aprile e trasferire i detenuti. Ma la Regione è in ritardo. Da qui l’ordine dei giudici: “Entro tre mesi il presidente della giunta ponga rimedio al pregiudizio e adotti i necessari provvedimenti”.

L’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Montelupo è “fuorilegge”. Lo ha stabilito il Tribunale di sorveglianza accogliendo un ricorso firmato da 47 detenuti internati nella struttura che, per legge, avrebbe dovuto chiudere lo scorso 1 aprile. Gli internati avrebbero dovuto essere trasferiti già da tempo nelle Rems, ma la Regione è in ritardo. Pur avendo individuato la sede della Rems nell’ex manicomio di Volterra, di fatto non è pronta per il trasferimento dei pazienti. Da qui l’ordine dei giudici: “Entro tre mesi il presidente della giunta ponga rimedio al pregiudizio e adotti i necessari provvedimenti”.

“La Regione Toscana viola la legge sulla pelle dei malati psichiatrici, che continuano a restare nell’Opg di Montelupo nonostante la sua chiusura fosse prevista per lo scorso 1 aprile. Sette mesi di ritardo ingiustificato che adesso è stato condannato anche dal Tribunale di Sorveglianza e per cui la Regione meriterebbe il commissariamento sul tema Opg, così come previsto dal piano nazionale di superamento di queste strutture”. Così la parlamentari di Sel Marisa Nicchi e Alessia Petraglia commentano la notizia della condanna.

“È da anni – aggiungono Nicchi e Petraglia – che il Governo chiede alla Regioni di chiudere gli Opg. Eppure, nonostante tutto questo tempo, la Toscana non si è ancora attrezzata per un serio superamento di queste strutture ormai anacronistiche. Adesso, senza perdere ulteriore tempo prezioso, vanno aperte immediatamente le Rems e qui vanno trasferiti i pazienti psichiatrici, che stanno subendo i ritardi della politica continuando a vivere in condizioni legalmente inadeguate”. “Il ritardo – concludono – è reso ancor più grave dal fatto che difficilmente si potrà immaginare di superare gli Opg con un tocco di bacchetta magica. Occorre avviare un lavoro lungo di coinvolgimento delle realtà del territorio, creando percorsi e strutture incentrate sulla cura e sul reinserimento dei detenuti”.

quotidianosanita.it, 7 novembre 2015