Castrovillari, 1 milione di euro per la Casa Circondariale. I Radicali attendono ufficialità


delegazione-radicale-visitante-la-cc-di-castrovillariProbabilmente, dopo 17 anni, verranno adeguati i Reparti detentivi della Casa Circondariale di Castrovillari agli obblighi del “nuovo” Regolamento di Esecuzione Penitenziaria del 2000. Attendiamo solo la conferma ufficiale dal Dipartimento. Lo annuncia con soddisfazione Emilio Enzo Quintieri, esponente dei Radicali Italiani e capo della delegazione visitante autorizzata dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia che, lo scorso 22 settembre, ha ispezionato l’Istituto di contrada Petrosa.

La Delegazione Radicale, stante l’assenza del Direttore Maria Luisa Mendicino, è stata ricevuta dal Commissario Leonardo Gagliardi, Comandante di Reparto della Polizia Penitenziaria e dalla Funzionaria Giuridico Pedagogica Maria Pia Barbaro, Responsabile dell’Area Trattamentale, era composta anche da Valentina Moretti, Manuel Pisani, dalla criminologa Maria Ferraro e da Shyama Bokkory, Presidente dell’Associazione Alone Cosenza Onlus. Dopo un breve colloquio con gli Educatori che hanno informato la Delegazione illustrando, nel dettaglio, tutte le attività svolte nell’Istituto, sono stati visitati i locali per le attività trattamentali (aule scolastiche, biblioteca, cappella, cucina, sale colloquio, etc.) nonché tutti gli spazi detentivi maschili e femminili.

Al momento della visita i detenuti presenti erano 124 a fronte di una capienza di 122 posti (80 italiani, 44 stranieri, 18 donne). C’era anche un detenuto sottoposto, all’interno della sua camera detentiva, al regime della sorveglianza particolare previsto dall’Art. 14 bis dell’Ordinamento Penitenziario che impone varie limitazioni e restrizioni alcune delle quali (come quella relativa al divieto di possedere la televisione o il fornello) sono ritenute illegittime dalla Delegazione poiché non strettamente necessarie per il mantenimento dell’ordine e della sicurezza interna. Inoltre, tra la popolazione detenuta, vi sono da segnalare : 20 tossicodipendenti, seguiti dal Sert dell’Asp di Castrovillari, 20 detenuti con patologie psichiatriche ed 1 con disabilità motoria. Vi sono anche 21 lavoranti alle dipendenze dell’Amministrazione Penitenziaria (manutenzione fabbricati, porta vitto, spesino, scopino, etc.), 2 lavoranti assunti dall’Asp di Castrovillari per la pulizia dei vari Reparti dell’Area Sanitaria (1 nell’Area Sanitaria e negli Ambulatori del Padiglione maschile ed una nel Padiglione femminile), 2 semiliberi che lavorano alle dipendenze di datori di lavoro esterni ed altri 10 lavoranti in Art. 21 (3 dei quali all’interno degli spazi detentivi e 7 all’esterno dell’intercinta).

CC CastrovillariL’attività di vigilanza sull’Istituto che è dedicato alla Vigilatrice penitenziaria calabrese Rosetta Sisca, morta coraggiosamente nel 1989 nella Casa Circondariale “Le Vallette” di Torino nel disperato tentativo di mettere in salvo alcune detenute da un vasto incendio sviluppatosi nella Sezione Femminile, è assicurata dal Magistrato di Sorveglianza di Cosenza Silvana Ferriero.

Nonostante vi siano numerosi detenuti stranieri (44), molti dei quali provenienti dalla Romania, dal Senegal, dal Marocco, dall’Egitto e dall’Albania, nell’Istituto non vi è un Mediatore Culturale. Ma anche tale problematica dovrebbe essere risolta a breve.

Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia, come sostenuto dall’esponente radicale Quintieri, avrebbe assegnato alla Direzione Generale del Personale e delle Risorse del Dap 1 milione di euro per l’adeguamento dei Reparti detentivi della Casa Circondariale di Castrovillari ai dettami del Decreto del Presidente della Repubblica n. 230/2000. Con questo finanziamento, proveniente dai Fondi per l’Edilizia Penitenziaria, Programma Annuale 2017, Capitolo di Bilancio 7300, 5 Piano Gestionale, verranno ristrutturate le Sezioni e, più precisamente, le 119 camere detentive sistemandovi all’interno la doccia che, attualmente, si trova in locali comuni fatiscenti ed indecorosi, più volte denunciati dai Radicali nell’ambito delle visite ispettive effettuate negli ultimi tempi.

Nei prossimi giorni, come preventivato, saranno effettuate ulteriori ispezioni nella Casa Circondariale di Locri e nella Casa di Reclusione “Luigi Daga” di Laureana di Borrello, entrambe in Provincia di Reggio Calabria.

Cosenza, Radicali con Mancini e Guccione faranno visita alla Casa Circondariale


Casa Circondariale 2Domani pomeriggio, dalle ore 16 in poi, una delegazione autorizzata dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia, farà una visita ispettiva alla Casa Circondariale “Sergio Cosmai” di Cosenza. La delegazione, guidata da Emilio Quintieri, già membro del Comitato Nazionale di Radicali Italiani, vedrà la partecipazione di Valentina Moretti, esponente dei Radicali Italiani e candidata al Consiglio Comunale di Cosenza nella Lista “Per Cosenza. Oltre i Colori”, di Shyama Bokkory, Presidente dell’Associazione Alone Cosenza Onlus e Mediatrice Culturale in alcuni Penitenziari calabresi e di Giacomo Mancini, già Deputato ed Assessore Regionale, candidato al Consiglio Comunale di Cosenza nella Lista “Per Cosenza. Oltre i Colori” sostenuta, tra gli altri, anche dai Radicali. Inoltre, salvo imprevisti dell’ultimo minuto, sarà presente anche Carlo Guccione, Consigliere Regionale del Partito Democratico e candidato Sindaco della Città di Cosenza per il centrosinistra.

Attualmente, secondo le informazioni diramate dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia, nello stabilimento penitenziario cittadino diretto da Filiberto Benevento, a fronte di una capienza di 218 posti, sono ristrette 231 persone, 27 delle quali straniere (13 in esubero).

Non e’ la prima volta che ci rechiamo al Carcere di Cosenza, afferma Valentina Moretti, candidata radicale a Palazzo dei Bruzi. In questi pochi mesi del 2016, abbiamo effettuato già quattro visite ispettive e contribuito con le nostre attività alla risoluzione di numerosi problemi e proponendo alcune iniziative culturali, ricreative e sportive in collaborazione con la società esterna per il miglioramento delle condizioni di detenzione. Tante altre, già proposte alla Direzione Penitenziaria, sono in corso di valutazione ed a breve saranno attivate. Questa volta però torniamo al Carcere non solo per continuare nell’attività di monitoraggio ma anche per invitare i cittadini detenuti ad esercitare il diritto di voto in occasione delle prossime consultazioni elettorali per l’elezione diretta del Sindaco e del Consiglio Comunale di Cosenza. Infatti, prosegue la Moretti, laureanda in giurisprudenza all’Università della Calabria, anche l’esercizio del diritto di voto, garantito dalla Costituzione anche ai detenuti (possono votare tutti quelli residenti a Cosenza, che sono in custodia cautelare nonché i condannati definitivi per reati non ostativi e quelli per i quali non è stata applicata l’interdizione temporanea o perpetua dai pubblici uffici), rappresenta un elemento importante ai fini del trattamento e contribuisce a dare piena, concreta ed effettiva attuazione al principio della finalità rieducativa della pena sancito dall’Art. 27 della Costituzione.

Ai fini dell’ammissione al voto nel luogo di detenzione, gli interessati, tramite la Direzione del Carcere, non oltre il terzo giorno antecedente la data della votazione, e quindi non oltre il 2 giugno 2016, sono tenuti a far pervenire al Commissario Prefettizio del Comune di Cosenza, una dichiarazione che attesti la volontà di manifestare il voto all’interno della Casa Circondariale. La dichiarazione, munita dell’attestazione del Direttore del Carcere, asserente la detenzione dell’elettore, sarà immediatamente trasmessa al Comune di Cosenza per quanto di competenza. Coloro che siano sprovvisti della tessera elettorale, devono chiedere nella dichiarazione, il rilascio e la trasmissione di un attestato sostitutivo della stessa. Per facilitare il tutto, vista la procedura farraginosa, i Radicali hanno preparato un modello per la dichiarazione che sarà consegnato ai detenuti in occasione della visita ispettiva.

Dichiarazione per esercizio diritto di voto dei detenuti – Comune di Cosenza (clicca per scaricare)

Ispezione dei Radicali e della Camera Penale alla Casa Circondariale di Paola


Delegazione CC PaolaQuesto pomeriggio, come annunciato, una Delegazione dei Radicali Italiani e della Camera Penale di Paola aderente all’Unione delle Camere Penali Italiane, composta dai radicali Emilio Enzo Quintieri e Valentina Moretti e dagli Avvocati Carmine Curatolo e Salvatore Carnevale del Foro di Paola, ha effettuato una visita ispettiva presso la Casa Circondariale di Paola in Provincia di Cosenza, giusta autorizzazione rilasciata dal Vice Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia Massimo De Pascalis su richiesta del Senatore della Repubblica Francesco Molinari.

La delegazione visitante è stata ricevuta dagli Ispettori Ercole Vanzillotta e Attilio Lo Bianco, sottufficiali del Reparto di Polizia Penitenziaria comandato dal Commissario Maria Molinaro, che l’hanno accompagnata durante la visita in tutti i padiglioni detentivi dell’Istituto in cui, a fronte di una capienza regolamentare di 182 posti, vi erano ristretti 171 detenuti, 42 dei quali stranieri aventi le seguenti posizioni giuridiche : 117 condannati, 11 imputati, 18 appellanti e 26 ricorrenti. Tutti uomini ed appartenenti al Circuito Penitenziario della Media Sicurezza. A 15 condannati il Magistrato di Sorveglianza di Cosenza Paola Lucente ha concesso un permesso premio previsto dall’Art. 30 ter dell’Ordinamento Penitenziario per trascorrere le festività pasquali all’esterno del Carcere unitamente ad i propri familiari.

E’ stato riscontrato che, ancora oggi, nonostante da circa un anno siano stati effettuati i lavori prescritti dall’Autorità Giudiziaria, non è stata dissequestrata la lavanderia e non se ne comprendono i motivi. Su tale circostanza, nei prossimi giorni, il Senatore Molinari, rivolgerà una precisa Interrogazione al Ministro della Giustizia On. Andrea Orlando per conoscere quali siano le ragioni che impongano il mantenimento del vincolo giudiziario sulla lavanderia dell’Istituto e, se non si ritenga doveroso, procedere con sollecitudine al dissequestro ed alla restituzione della stessa all’Amministrazione Penitenziaria.

Nell’ambito della visita ispettiva Radicali e Penalisti hanno, altresì, accertato che sono in corso i lavori di rifacimento dei cortili esterni adibiti al “passeggio” dei detenuti che erano abbastanza malridotti, anche a causa della vicinanza con il mare e che il Reparto di Isolamento allo stato è chiuso e non funzionante poiché sono iniziati i lavori di ristrutturazione dello stesso al fin di adeguarlo ai dettami del “nuovo” Regolamento di Esecuzione Penitenziaria (D.P.R. nr. 230/2000) che prevede la sistemazione della doccia direttamente all’interno della camera di pernottamento e non in locali comuni. Fino alla riapertura del Reparto, l’isolamento dei detenuti per motivi giudiziari, disciplinari e sanitari avverrà nelle camere site all’interno dell’aletta esistente nella Prima Sezione a piano terra che sono state separate dal resto delle altre. Una delle “criticità” constatate dalla delegazione riguarda le cattive condizioni delle scale di accesso ai piani detentivi riservate al personale di Polizia Penitenziaria ed agli stessi detenuti. Pertanto è necessario che, in breve tempo, si provveda alla sostituzione di tutti i rivestimenti delle rampe e dei pianerottoli delle scale al fin di tutelare l’incolumità dei soggetti che le utilizzano.

Tanti detenuti hanno lamentato, quasi esclusivamente, l’inefficienza del Servizio Sanitario Penitenziario di competenza della Regione Calabria il quale non riesce a garantire prestazioni efficaci ed appropriate agli stessi. In particolare è stato accertato il caso di un detenuto di Diamante che, al fin di vedersi riconosciuti i propri diritti, ha dovuto rivolgersi al Magistrato di Sorveglianza di Cosenza il quale, secondo quanto riferito dal personale di Polizia Penitenziaria, avrebbe recentemente dato precise disposizioni in merito ai Sanitari che operano nell’Istituto. Questa situazione verrà comunque rappresentata nell’Interrogazione che verrà effettuata al Ministro della Giustizia Orlando. Nell’atto ispettivo verrà sollecitata anche l’attenuazione del regime custodiale tramite l’apertura delle celle affinchè tutti i detenuti trascorrano un numero sufficiente di ore al giorno fuori dalla cella anche perché è noto che una maggiore quantità di tempo trascorsa fuori dalle celle ha comprovati effetti positivi per la prevenzione della recidività e per la risocializzazione.

I Radicali Italiani e la Camera Penale di Paola, all’esito della visita, hanno rinnovato un giudizio positivo sullo stabilimento penitenziario gestito dal Direttore Caterina Arrotta. Nel pomeriggio di domani, gli esponenti radicali Quintieri e Moretti, faranno visita alla Casa Circondariale “Sergio Cosmai” di Cosenza.

Delegazione Radicale visita il Carcere di Bari dopo il suicidio di un detenuto


1casa-circondariale-bariIl 29 febbraio 2016, una delegazione di Radicali dell’Associazione Radicale di Foggia “Mariateresa Di Lascia” e Radicali Bari, guidata dai due Segretari, rispettivamente, Norberto Guerriero e Michele Macelletti, si è recata nella Casa circondariale di Bari, per una visita resasi necessaria in seguito all’ultimo suicidio avvenuto nel carcere il 16 Febbraio scorso.
I Radicali, accolti con grande disponibilità dalla Direttrice Dott.ssa Lidia De Leonardis, e dalla Comandante del reparto di polizia penitenziaria, hanno avuto modo di visitare la struttura in particolare la sezione femminile e la seconda sezione maschile, unica ad essere stata oggetto di un intervento di ristrutturazione. Dalla visita effettuata emergono almeno tre rilevanti criticità delle quali i Radicali investiranno le autorità competenti e preposte. In primo luogo, la Casa circondariale di Bari è un edificio vetusto, costruito quasi un secolo fa, ormai assolutamente obsoleto e strutturalmente inadeguato ad assolvere la sua funzione di accoglienza, rieducazione e reinserimento sociale della popolazione carceraria.

Nelle sezioni maschili, le celle sono generalmente piccolissime con letti a castello che occupano da soli la gran parte dello spazio a disposizione e meglio non va nella sezione seconda unica ad essere stata ristrutturata. Attualmente la casa circondariale di Bari, a fronte di un capienza regolamentare di 301 posti, ospita 348 detenuti, dei quali ben 267 in attesa di giudizio. L’amministrazione carceraria riesce a rispettare l’insufficiente parametro dei 3 metri quadri per detenuto, imposti dopo la sentenza Torreggiani del 2013, solamente facendo ricorso a continui trasferimenti di detenuti presso altre strutture detentive. Le sezioni sono generalmente prive di aree idonee per lo svolgimento delle attività rieducative e per la socializzazione, le poche presenti sono state faticosamente ricavate in una struttura, che costruita secondo filosofie detentive ormai vetuste, non consente di averne in numero e dimensioni sufficienti. Mancano aree verdi e le zone destinate all’ “ora d’aria” sono insufficienti.
Un discorso a parte merita la sezione femminile, che non essendo stata oggetto di lavori di ristrutturazione, si presenta ancora oggi, come un incubo penitenziario, celle con water a vista e niente acqua calda, pavimenti sconnessi e muri scrostati. Una condizione di precarietà che non può certo essere modificata con i semplici e colorati disegni che le detenute hanno realizzato sulla pareti. La notizia buona però è quella, comunicata dalla Direttrice, dell’arrivo di un finanziamento per i lavori di ristrutturazione della sezione femminile. Ovvio che gli stessi difficilmente potranno incidere così profondamente da rendere davvero funzionale una struttura così obsoleta.

La Casa circondariale di Bari, andrebbe dismessa, sia per la vetustà dell’edificio, sia per la sua collocazione all’interno della città consolidata, incapace per limiti insuperabili a poter garantire ai detenuti gli spazi aperti regolamentari che la legge prevede.
Alle criticità strutturali si aggiunge l’emergenza dei detenuti con patologie psichiatriche. Oltre 80 detenuti presentano patologie accertate rispetto alle quali il personale medico è insufficiente non essendo presente nel carcere barese un’equipe completa d’intervento. Ciò si è tradotto in oltre 320 atti di autolesionismo negli ultimi 24 mesi sintomo di una situazione insostenibile.
Il tutto è reso ancor più grave dai colpevoli inadempimenti della Regione Puglia nell’attuazione della normativa nazionale per il superamento degli Opg. Delle 3 Rems che dovevano essere realizzate in Puglia solo quella di Spinazzola è stata inaugurata, ma i 20 posti letto previsti sono assolutamente insufficienti. I Radicali auspicano che il Dott. Corleone, appena nominato commissario ad acta dal Governo nazionale, possa prontamente intervenire dinanzi a tali assenza del nostro governo regionale.
A questo stato di cose si aggiungono le carenze del personale della polizia penitenziaria e degli educatori. Secondo la pianta organica ministeriale gli agenti dovrebbero essere 340, attualmente sono soltanto 317, dei quali 78 destinati al nucleo traduzioni, numeri destinati a calare nei prossimi mesi oltre la soglia critica delle 300 unità. Non va meglio per gli educatori, ne sono presenti solo 6, oltre un terzo in meno rispetto al numero previsto dal ministero. Si chiedono i Radicali come sia possibile assicurare la funzione di rieducazione e reinserimento sociale che la costituzione affida alla sanzione penale della reclusione.

Un capitolo a parte riguarda la presenza all’interno del carcere di Bari del SAI, struttura assistenza integrata, , una delle solo 8 presenti in tutta Italia, un vero e proprio mini-ospedale con la presenza di figure professionali, medico e farmacista interne alla pianta organica, affiancate da altri medici specialisti in regime di consulenza e personale infermieristico
Una struttura alla quale spesso però si chiede di fare veri e propri miracoli, anche da parte di magistrati, che nel tempo si sono fatti latori di richieste impossibili da soddisfare, come il sottoporre il detenuto oncologico alla chemioterapia in carcere.
I Radicai sono purtroppo consapevoli di quanto il carcere italiano sia non solo criminogeno, ma spesso diventi anche assassino, lungo è l’elenco delle morti per suicidio e ancor più lunga la serie dei tentativi di suicidio per fortuna falliti. Le carceri Italiane, ma oramai lo ripetiamo da tempo e purtroppo sempre più come “voce sola nel deserto” assolvono molte funzioni, meno quella che assegna loro la Carta costituzionale, cioè il recupero del detenuto ed il suo reinserimento nella società.

Sanità Penitenziaria, il Sen. Molinari ed i Radicali accusano la Regione Calabria


Delegazione visitante il Carcere di CrotoneI detenuti e gli internati ristretti negli Istituti Penitenziari calabresi hanno diritto, al pari dei cittadini in stato di libertà, di avere garantito dalla Regione Calabria, il diritto alla tutela della propria salute fisica e psichica con la erogazione di prestazioni di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, efficaci ed appropriate. Lo sostiene l’Avvocato Francesco Molinari, Senatore della Repubblica (Gruppo Misto) e Presidente dell’Associazione Calabria Terra Libera che unitamente ad Emilio Quintieri e Valentina Moretti, esponenti dei Radicali Italiani, sta effettuando una serie di visite ispettive negli stabilimenti penitenziari calabresi per rendersi conto anche della grave compressione del diritto alla salute per i detenuti, causata dalle inadempienze della Regione Calabria. A tal proposito, proprio di recente, il Senatore Molinari, dopo una ispezione alla cittadella giudiziaria minorile di Catanzaro, aveva denunciato al Governo Renzi la mancata istituzione di Comunità Psichiatriche Minorili in Calabria.

Nei giorni scorsi, con una nuova Interrogazione a risposta scritta (Atto nr. 4-05333 del 23/02/2016) indirizzata ai Ministri della Giustizia Andrea Orlando, della Salute Beatrice Lorenzin e per gli Affari Regionali e le Autonomie Enrico Costa, firmata dai Senatori Francesco Molinari, Giuseppe Vacciano, Maria Mussini, Ivana Simeoni e Cristina De Pietro (Gruppo Misto) sono state sollevate ulteriori problematiche che, in parte, sono state già risolte come ad esempio la nomina del Commissario ad acta On. Franco Corleone per provvedere in via sostitutiva in luogo della Regione Calabria, alla realizzazione del programma approvato dal Ministro della Salute con Decreto del 09/10/2013 per l’immediata apertura delle Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza (Rems) di Girifalco in Provincia di Catanzaro e Santa Sofia d’Epiro in Provincia di Cosenza al fine di potervi ricoverare i pazienti aventi residenza in Calabria che, purtroppo e ancora oggi, si trovano illegittimamente internati presso gli ex Ospedali Psichiatrici Giudiziari nonché le persone sottoposte a misura di sicurezza provvisoria dall’Autorità Giudiziaria competente e quelle che, da tempo, si trovano ospitate presso le strutture sanitarie extraospedaliere di altre Regioni d’Italia. Allo stato, infatti, presso l’Opg di Barcellona Pozzo di Gotto sono ancora internati 14 calabresi (13 uomini e 1 donna) ed altri 7 pazienti calabresi sono ospitati nelle Rems delle Regioni Lazio, Campania, Basilicata e Sicilia. Per quelli “ospitati” presso la Rems di Pisticci in Provincia di Matera (4), la Regione Calabria dal 1 maggio 2015 sino ad oggi ha pagato alla Regione Basilicata circa 500 mila euro ed ogni giorno che passa sono 1.000 euro in più.

Carcere Siano - ingressoAltra problematica oggetto dell’atto di sindacato ispettivo parlamentare è quella relativa alla mancata apertura del Centro Diagnostico Terapeutico presso la Casa Circondariale “Ugo Caridi” di Catanzaro, che tra l’altro prevedeva che fosse ivi creata, al quarto piano, una Sezione destinata alla tutela intramuraria della salute mentale per detenuti per 8 posti ed una Sezione di Osservazione Psichiatrica per l’accertamento delle infermità psichiche per 5 posti dedicata a detenuti appartenenti al Circuito dell’Alta Sicurezza visto che quella dedicata ai detenuti del Circuito della Media Sicurezza è già attiva dal 2006 presso la Casa Circondariale “Giuseppe Panzera” di Reggio Calabria. L’Asp di Catanzaro avrebbe già posto in essere tutti gli adempimenti necessari per la ristrutturazione dei locali, l’implementazione tecnologica delle attrezzature ed il rinnovo degli arredi spendendo centinaia di migliaia di euro ricevuti da specifici fondi ministeriali. Ma, ad oggi, nonostante le sollecitazioni provenienti in particolar modo dal Movimento dei Radicali Italiani, nulla è cambiato : il Centro Diagnostico Terapeutico (Cdt) annesso al Carcere di Catanzaro continua ad esser chiuso e non funzionante, unitamente alle Sezioni anzidette che avrebbero dovuto essere istituite per contribuire alla riforma epocale del superamento degli Opg. e, secondo quanto risulta all’Avv. Molinari ed ai suoi colleghi Senatori, non può essere aperto a causa della mancanza delle figure professionali specifiche (Psichiatri, Psicologi, Neurologi, Tecnici della Riabilitazione Psichiatrica, Educatori professionali, etc.). che dovrebbero essere reclutate tramite procedura concorsuale pubblica. Tale questione, pur rappresentata dalla Regione Calabria, non avrebbe ricevuto alcuna risposta da parte del Ministero della Salute. Dalle recenti ispezioni effettuate da Molinari e da altre visite effettuate dai Radicali, autorizzati dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, è emerso che negli Istituti Penitenziari della Calabria vi sono ristretti 513 detenuti con patologie psichiatriche.

In conclusione, i Senatori Molinari, Vacciano, Mussini, Simeoni e De Pietro hanno chiesto al Governo Renzi di sapere se i Ministri siano a conoscenza dei fatti e se questi corrispondano al vero; se e quali provvedimenti intendano adottare, sollecitare e/o promuovere, affinché venga aperto al più presto il Centro Diagnostico Terapeutico presso la Casa Circondariale “Ugo Caridi” di Catanzaro, con la Sezione destinata alla tutela intramuraria della salute mentale e quella per l’osservazione psichiatrica per l’accertamento delle infermità psichiche dei detenuti, valutando, altresì, la richiesta di reclutamento di personale qualificato avanzata dalla Regione Calabria e concedendo la relativa autorizzazione per l’assunzione del personale; se l’istituenda Sezione destinata alla tutela intramuraria della salute mentale presso il Centro Diagnostico Terapeutico, sia sufficiente ad accogliere i numerosi detenuti affetti da problematiche di natura psichiatrica presenti in tutti gli Istituti Penitenziari della Regione Calabria e, in caso negativo, se non si ritenga opportuno istituire almeno nella Provincia di Cosenza (totalizzante 4 Istituti Penitenziari : 3 Case Circondariali ed 1 Casa di Reclusione), un analogo reparto a custodia attenuata prevalentemente sanitaria per ospitare detenuti affetti da infermità o minorazioni psichiche che, a causa delle loro condizioni, non possono essere sottoposti al regime degli istituti ordinari, ciò anche per armonizzare il principio di tutela della salute con quello della territorialità della pena così evitando l’allontanamento di tali soggetti dal nucleo familiare che, proprio nei momenti di maggior fragilità psicologica, potrebbe risultare ancor più destabilizzante e, contestualmente, per ridurre il costo e l’impiego di personale di Polizia Penitenziaria per le traduzioni che verrebbero evitate per i continui trasferimenti ristretti negli Istituti della Provincia di Cosenza presso la Casa Circondariale di Catanzaro nella quale, stando al programma della Regione Calabria, dovrebbe essere ubicata l’unica Sezione detentiva per detenuti con disturbi psichiatrici. All’Interrogazione Parlamentare è stato delegato a rispondere il Ministro della Giustizia Andrea Orlando.

Interrogazione a risposta scritta n. 4-05333 del 23/02/2016 (clicca per leggere)

Campania, Radicali e Giovani Giuristi Vesuviani in visita alle Carceri ed Opg della Regione


Carcere Secondigliano NapoliNei prossimi giorni una delegazione dei Radicali Italiani e dei Giovani Giuristi Vesuviani si recherà in visita ispettiva in diverse Carceri ed Opg della Regione Campania al fin di rendersi conto delle condizioni di vita dei detenuti e degli internati, sulla conformità del trattamento ad umanità e sul rispetto della dignità della persona da parte dell’Amministrazione Penitenziaria.

Le visite – organizzate da Emilio Enzo Quintieri, esponente radicale calabrese, già membro del Comitato Nazionale di Radicali Italiani unitamente a Salvatore Del Giudice, Avvocato e Presidente dell’Associazione Giovani Giuristi Vesuviani – su richiesta dell’Onorevole Rita Bernardini, già Deputato ed ex Segretario Nazionale dei Radicali, sono state autorizzate dal Dirigente Generale Massimo De Pascalis, Vice Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia.

Sette saranno le strutture detentive che verranno ispezionate dalla delegazione visitante : la Casa Circondariale di Napoli Poggioreale “Giuseppe Salvia”e la Casa Circondariale di Napoli Secondigliano (lunedì 8), l’Ospedale Psichiatrico Giudiziario “Filippo Saporito” di Aversa e la Casa Circondariale “Francesco Uccella” di Santa Maria Capua Vetere (martedì 9), la Casa Circondariale di Avellino “Bellizzi Irpino” e la Casa Circondariale di Benevento “Capodimonte” (mercoledì 10) nonché la Casa Circondariale Femminile di Pozzuoli (giovedì 11).

A Poggioreale, al momento, a fronte di una capienza regolamentare di 1.640 posti, sono ristretti 1.928 persone, 289 delle quali straniere (288 in esubero); a Secondigliano, invece, a fronte di una capienza di 897 posti, sono detenuti 1.303 persone, 49 delle quali straniere (406 in esubero).

OPG AversaNell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario (Opg) di Aversa, il più antico manicomio criminale d’Italia (1876), che avrebbe dovuto essere chiuso da tempo nel rispetto della Legge n. 81/2014 e sostituito da Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza (Rems), sono ospitati ancora 44 internati, 5 dei quali stranieri, per una capienza regolamentare di 206 posti letto. Prossimamente dovrebbe essere riconvertito in un Istituto Penitenziario a custodia attenuata per accogliere 200 detenuti a basso indice di pericolosità. Nel Carcere di Santa Maria Capua Vetere, invece, a fronte di una capienza di 833 posti, ci sono 926 detenuti, 179 dei quali stranieri e 66 donne (93 in esubero).

L’Istituto Penitenziario di Avellino Bellizzi Irpino, avente una capienza di 500 posti, ospita 507 detenuti, 57 dei quali sono stranieri e 27 donne (7 in esubero). In questo stabilimento penitenziario, tra l’altro, ci sono 3 detenute madri con figli al seguito (1 italiana e 2 straniere).

Nella Casa Circondariale di Benevento Capodimonte, sono ristrette 386 persone, 40 straniere, 22 delle quali donne, per una capienza di 254 posti detentivi (132 in esubero). Infine, nel Carcere Femminile di Pozzuoli, a fronte di una capienza di 105 posti, sono ristrette 159 detenute, 47 delle quali di nazionalità straniera (54 in esubero).

La delegazione che visiterà le predette strutture penitenziarie oltre a Quintieri e Del Giudice, sarà composta dagli Avvocati Alessandro Maresca, Michele Coppola, Domenico La Gatta, Arcangelo Giacinto, Gaetano Salvadore, Luigi Silvestro, Nicole Scognamiglio, Rosanna Russo e Claudia Romano.

Catanzaro, niente Comunità Psichiatriche per Minori. Molinari interroga il Governo


Delegazione al Tribunale dei Minori di CatanzaroNei giorni scorsi il Senatore della Repubblica Francesco Molinari (Gruppo Misto), Presidente dell’Associazione Calabria Terra Libera, ha presentato una circostanziata interrogazione al Governo Renzi a cui è stato delegato a rispondere il Ministro della Giustizia On. Andrea Orlando sulle problematiche emerse all’esito della visita ispettiva effettuata lo scorso 7 gennaio unitamente ad Emilio Quintieri e Valentina Moretti, esponenti dei Radicali Italiani ed a Shyama Bokkory, Presidente dell’Associazione Alone Cosenza Onlus ed Assistente Volontario Penitenziario.

In particolare, il Senatore Molinari, nell’Interrogazione a risposta scritta n. 4-05197 rivolta ai Ministri della Giustizia, della Salute, del Lavoro e delle Politiche Sociali, dopo aver raccontato la situazione riscontrata nelle strutture giudiziarie minorili di Catanzaro, ha sollevato alcune questioni importanti chiedendo di avere delucidazioni dal Governo. L’atto di Sindacato Ispettivo è stato sottoscritto anche dai colleghi Senatori Giuseppe Vacciano, Alessandra Bencini, Ivana Simeoni, Cristina De Pietro, Maria Mussini, Maurizio Romani, Laura Bignami e Fabrizio Bocchino.

Per quanto riguarda l’Istituto Penale per Minori “Silvio Paternostro” di Catanzaro, è stato evidenziata la mancata risposta all’istanza di trasferimento definitivo o di proroga del distacco della Educatrice Arianna Mazza, Funzionario della professionalità giuridico pedagogica in forza alla Casa Circondariale “Ugo Caridi” di Siano. A tal proposito è stato chiesto ai Ministri di conoscere quale sia lo stato del relativo procedimento amministrativo e nell’eventualità che questo si sia concluso in maniera negativa quali siano le ragioni che non hanno consentito l’accoglimento dell’istanza. Infine, sempre relativamente al carcere minorile, è stata sollecitata la concessione della possibilità data ai detenuti ristretti negli Istituti Penitenziari per adulti, di far utilizzare il computer ed internet ai detenuti per motivi di formazione e/o di studio nonché l’uso di skype per facilitare i rapporti degli stessi con i propri familiari.

Istituto Penale per Minori di CatanzaroUna delle criticità venute fuori dall’ispezione e denunciata dal Senatore Molinari è costituita dall’assenza in tutta la Regione Calabria di Comunità Psichiatriche Minorili, cioè di strutture residenziali terapeutico – riabilitative ed educative per minori, con gravi disturbi del comportamento correlati a patologie psichiatriche dell’età evolutiva o con problemi di dipendenze patologiche, necessarie per garantire al minore/adolescente accolto, un trattamento terapeutico riabilitativo personalizzato e definito all’interno di un progetto individuale.

La Regione Calabria, qualche tempo fa, prese accordi ben precisi con il Centro per la Giustizia Minorile della Calabria e della Basilicata di Catanzaro per istituire una delle predette Comunità ma, poi, come spesso accade, tali accordi non sono stati rispettati, violando la normativa vigente, che impone alle Regioni di attivarsi per garantire, nel rispetto delle esigenze di sicurezza, la tutela della salute dei detenuti, anche di quelli minorenni. Sarebbe indispensabile ed urgente – scrivono i Senatori della Repubblica – che venga istituita in Calabria una Comunità Psichiatrica Minorile visto che, attualmente, ogni ragazzo deve essere mandato fuori Regione con un costo di circa 200 euro al giorno per l’Azienda Sanitaria Provinciale competente per il luogo di residenza del soggetto. In merito il Governo dovrà chiarire se e quali iniziative ed eventualmente entro quali tempi, intenda intraprendere per favorire l’istituzione delle Comunità Psichiatriche Minorili in Calabria al fin di tutelare la salute dei minori sottoposti a provvedimenti penali, visto anche il ruolo giocato dal Governo sul commissariamento del comparto sanitario della Regione Calabria.

Interrogazione a risposta scritta n. 4-05197 del Sen. Molinari ed altri (clicca per leggere)

Pisa, l’ex Ministro Carrozza (Pd) visita il Carcere Don Bosco : “è una struttura inadeguata”


On. Maria Chiara Carrozza PDVisita in carcere a Pisa, nei giorni scorsi per la deputata del Pd ed ex Ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, che ha pubblicato poi le sue riflessioni in un lungo post sul sito internet del Pd pisano. “Ho visitato – scrive Carrozza – la sezione femminile, maschile, penale e giudiziaria e ho potuto incontrare gli insegnanti volontari che insegnano ai detenuti”. Molti invece i problemi dell’edificio visto che, ha sottolineato la parlamentare, il Don Bosco “è una struttura inadeguata”.

“I locali – spiega Carrozza – avrebbero bisogno di una profonda ristrutturazione. L’impegno della direzione e del personale è tangibile, così come alcuni lavori eseguiti di recente, ma è chiaro che rimane una struttura inadeguata. A questo impegno andrebbero unite donazioni di privati che, tra l’altro, non mancherebbero neanche, ma queste operazioni sono amministrativamente e burocraticamente difficili e complesse.

È un settore nel quale intervenire perché la semplificazione sarebbe molto importante e sarebbe importante anche l’Agenda digitale, basti pensare che tutte le autorizzazioni passano per moduli cartacei”. Infine, gli spazi di svago: “Dalla ristrutturazione del campo di calcetto, alla donazione di attrezzature per la palestra, che potrebbe permettere ai detenuti di svolgere attività motorie e sportive, fino alla donazione di libri recenti e romanzi. Non mancano bei progetti, che sono fermi in attesa di finanziamento, come quello che sostiene il teatro in carcere. Qui c’è lavoro per tutti: per la politica locale e per il Governo, per chi vuole fare il volontario e per chi vuole fare donazioni. Pisa non si deve dimenticare di questo mondo”.

IL RACCONTO DELLA VISITA AL CARCERE DI PISA DELL’ON. CARROZZA

“Oggi ho visitato il carcere di Don Bosco a Pisa, ho incontrato il Direttore, il Comandante della Polizia Carceraria, e la Responsabile degli Educatori del Carcere. Con loro ho visitato il carcere femminile, maschile, penale e giudiziario. Ho potuto incontrare gli insegnanti volontari che insegnano ai detenuti, ho visto lezioni di geometria analitica, un laboratorio di pittura, lezioni di lingua e grammatica italiana ai cittadini non italiani (la maggioranza in carcere), una serra per giardinaggio, e ho incontrato i medici e terapisti del centro clinico e riabilitativo che operano nella struttura.
Avevo già visitato il carcere di Volterra da Ministro, in occasione della consegna dei diplomi, che ho effettuato personalmente nel 2013. Ogni volta si tratta di un’esperienza importante per noi parlamentari, perché ci permette di incontrare una realtà bisognosa di attenzione da parte del governo nazionale e locale.
La prima cosa che colpisce sono i locali, che avrebbero bisogno di una profonda ristrutturazione, nonostante l’impegno della direzione e del personale e lavori anche recenti, è chiaro che la struttura non è adeguata. Alcune celle hanno i servizi direttamente nello stesso locale dove si dorme.
La seconda cosa che colpisce, è che ci sarebbero anche privati intenzionati a fare donazioni per ristrutturazioni, ma questa cosa è amministrativamente e burocraticamente difficile e complessa. Ecco un settore dove dovremmo intervenire. Perché la semplificazione sarebbe importante anche in questo settore, e sarebbe importante anche l’Agenda Digitale… se penso che tutte le autorizzazioni passano per moduli cartacei, e diventano burocrazia… Sono rimasta impressionata dal lavoro degli insegnanti volontari, e delle scuole, in particolare a Pisa sono l’Istituto alberghiero e il Buonarroti che hanno rapporti con questo mondo. C’è molto da fare per le carceri: dalla ristrutturazione del campo di calcetto, alla donazione di attrezzature per la palestra, che potrebbe permettere ai detenuti di svolgere attività motorie e sportive, fino alla donazione di libri recenti e romanzi (non avanzi di scantinato, ma libri buoni e gradevoli da leggere). Ci sono dei bei progetti, che sono fermi in attesa di finanziamento, come quello che sostiene il teatro in carcere.
Infine vorrei dire che sono rimasta impressionata, perché c’è lavoro per tutti: per la politica e per il governo, per chi vuole fare il volontario e per chi vuole fare donazioni. Pisa non si deve dimenticare di questo mondo.
Perdonatemi questa descrizione forse un po’ ingenua,alcuni potranno dirmi che avrei dovuto sapere tutto già da tempo, ma questo non era il mio settore e mi sono avvicinata per mio interesse e curiosità, e soprattutto perché ho saputo delle gravi carenze di personale di polizia carceraria di cui ci sarebbe oggettivamente bisogno. Vorrei dare il mio supporto per portare l’attenzione su questo tema. Solo una percentuale bassa dei detenuti è di origine italiana, la maggioranza è straniera, e il carcere è un luogo di integrazione dove devono convivere etnie, religioni e popolazioni molto diverse da loro.
Infine vorrei ringraziare il Direttore e tutto il personale che mi ha accompagnato, ho ricevuto accoglienza e disponibilità.”

16 Novembre 2015

On. Maria Chiara CARROZZA, Deputato Partito Democratico

Milano, Visita dell’On. Stefano Dambruoso (Sc) alla Casa di Reclusione di Bollate


Casa di Reclusione di Milano BollateIl Questore della Camera dei Deputati, Stefano Dambruoso si è recato stamane in visita all’istituto di pena di Bollate di Milano, in occasione dell’apertura al pubblico del ristorante proprio all’interno dell’istituto penitenziario ed a venti metri dall’ingresso dell’Expo. Si tratta della prima iniziativa del genere in Italia, il ristorante interno al carcere aperto al pubblico con i detenuti al lavoro, a seguito di un periodo di formazione in un corso professionale. Presente anche il sottosegretario all’istruzione Toccafondi.

“Da magistrato – ha detto Dambruoso durante l’incontro – ho contribuito a far arrestare mafiosi e terroristi ma ho sempre creduto che l’art. 27 della Costituzione che prevede il recupero e la fase emendativa del detenuto in espiazione debba essere valorizzato”. Il magistrato prestato alla politica, ha ribadito l’importanza delle iniziative volte non solo al recupero ma anche capaci di rendere dignitosa la vita all’interno delle carceri, tant’è che si è reso promotore personalmente finanziando un corso di arte-terapia all’interno dello stesso carcere di Bollate consentendo a oltre 20 detenuti di apprendere l’arte del disegno e la conseguente acquisizione di creatività. Dambruoso in tale contesto ha spiegato che garantire ai detenuti un impegno quotidiano e di recupero possa servire: “Evitare che i detenuti non facciano nulla in carcere diminuirà la possibilità che appena in libertà tornino a commettere crimini”.

Carcere Bollate - Pol Pen con DambruosoPer quanto riguarda invece la questione del sovraffollamento, Dambruoso ha focalizzato due questioni: “Come membro in Commissione Giustizia di Scelta Civica mi sono attivato per la costruzione di nuovi istituti di pena perché da magistrato e parlamentare sono convinto che sia prioritaria la certezza della pena e della sua esecuzione”. “Pena certa da scontare in luoghi dignitosi: solo così il nostro Paese non sarà più condannato al pagamento di salatissime penali per sovraffollamento carcerario in luoghi indecorosi come è accaduto in tempi recenti. Nessun buonismo – ha concluso Dambruoso – quindi: pena certa e carceri sicure dove svolgere attività di recupero per evitare la recidività criminale”.

Dire, 27 ottobre 2015

Carceri, ancora suicidi. Ragazza di 27 anni si toglie la vita dopo la revoca dei domiciliari


Carcere di PisaUna giovane donna italiana di 27 anni si è impiccata la vigilia di Ferragosto nella sua cella nella Sezione Femminile della Casa Circondariale “Don Bosco” di Pisa. La giovane, originaria di Massa Marittima, secondo quanto appreso, si trovava reclusa dal 31 luglio, dopo la revoca degli arresti domiciliari, per maltrattamenti familiari dopo una precedente detenzione domiciliare per stalking nei confronti della madre e della nonna.

Sull’episodio ha aperto un’indagine la Polizia Penitenziaria, dopo che i rilievi della scientifica sono stati effettuati dai carabinieri. La 27enne, secondo quanto si è appreso, era detenuta con “regime aperto”, ovvero con 8 ore quotidiane di socialità. Divideva la cella insieme ad altre donne: avrebbe evidentemente approfittato di un momento in cui si è trovata da sola per togliersi la vita, utilizzando un lenzuolo per impiccarsi. Stando a quanto riferito dalla direzione della casa circondariale, la ventisettenne in queste due settimane di detenzione a Pisa non aveva mai avuto particolari problemi né con gli agenti né con le altre recluse. Viveva comunque un momento di disagio, un passaggio difficile, era stata anche in cura ai servizi sociali.

Secondo l’Osservatorio sul carcere dell’associazione Ristretti Orizzonti quello di oggi, di una giovane di 27 anni a Pisa, è il ventinovesimo suicidio in cella dall’inizio dell’anno. Il ventottesimo suicidio era avvenuto, poche ore prima, ad Alba dove alle grate della sua cella si era impiccato un uomo, romeno di 30 anni. Una ricerca di Ristretti Orizzonti rileva che circa un terzo dei suicidi tra i detenuti riguarda persone di età compresa tra i 20 e i 30 anni e, più di un quarto, un’età compresa tra i 30 e i 40. In queste due fasce d’età il totale dei detenuti sono, rispettivamente, il 36% e il 27%.

Il primo Sindacato della Polizia Penitenziaria, Sappe, sottolinea come permangano le criticità e le problematiche nelle carceri toscane: “I detenuti complessivamente presenti nelle carceri regionali della Toscana erano, il 30 luglio scorso, 3.223 Circa 150 in meno di quelli che c’erano un anno fa quando, nello stesso giorno del 2014, erano 3.371. A non calare, però, sono gli eventi e gli episodi critici nelle celle”, sottolinea Donato Capece, segretario generale del Sappe.

“Per il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria le condizioni di vita dei detenuti, in linea con le prescrizioni dettate dalla sentenza Torreggiani, sono migliorate in Italia. Non si dice, però, che le tensioni del sistema penitenziario italiano continuano a scaricarsi sulle donne e gli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria, quotidianamente impegnati a contrastare le tensioni e le violenze che avvengono nelle nostre carceri vedono spesso i nostri Agenti, Sovrintendenti, Ispettori picchiati e feriti dalle violenze ingiustificate di una consistente fetta di detenuti che evidentemente si sentono intoccabili”, aggiunge il leader nazionale del Sappe.

“I dati sono gravi e sconcertanti e sono utili a comprenderli organicamente la situazione delle prigioni del nostro Paese: ometterli è operazione mistificatoria”, prosegue Capece con il Segretario regionale Sappe della Toscana Pasquale Salemme.

“Dal 1 gennaio al 30 giugno 2015 nelle 18 carceri toscane si sono infatti contati il suicidio di 2 detenuti in cella, 3 tentativi sventati in tempo dagli uomini della Polizia Penitenziaria e ben 501 atti di autolesionismo (il numero più alto in tutta Italia!) posti in essere da detenuti. Ancora più gravi i numeri delle violenze contro i nostri poliziotti penitenziari: parliamo di 213 colluttazioni e 39 ferimenti. Ogni giorno, insomma, le turbolenti carceri toscane ed italiane vedono le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria fronteggiare pericoli e tensioni e per i poliziotti penitenziari in servizio le condizioni di lavoro restano pericolose e stressanti”.

“Ma il Dap queste cose non le dice”, denunciano infine Capece e Salemme: “l’unica preoccupazione, per i solerti dirigenti ministeriali, è evidentemente quella di migliorare la vita in cella ai detenuti. I poliziotti possono continuare a prendere sberle e pugni, a salvare la vita ai detenuti che tentato il suicidio nel silenzio e nell’indifferenza dell’Amministrazione penitenziaria”.

“La situazione delle carceri sta migliorando grazie all’impegno ed al lavoro del governo. Una giovane donna che compie l’estremo gesto del togliersi la vita merita massima attenzione. L’impegno del governo nel monitorare e offrire supporto alle strutture detentive è costante. Cercheremo di fare ancora di più affinché le carceri assolvano al difficile ma essenziale compito della rieducazione di chi delinque prevista dalla Costituzione”.

Così in una nota il sottosegretario alla Giustizia Cosimo Maria Ferri dopo aver visitato oggi la Casa Circondariale “Don Bosco” di Pisa dove ieri, nella sezione femminile, si è tolta la vita una detenuta di 27 anni. “Occorre potenziare – afferma ancora Ferri – le strutture sanitarie all’interno degli istituti, in tal senso stiamo attivando protocolli d’intesa con le aziende Usl per trovare rimedi più efficaci e maggior attenzione nei confronti delle persone detenute”.