Opg, il Consiglio dei Ministri ha nominato Commissario unico l’ex radicale Corleone


On. Franco CorleoneIl Consiglio dei Ministri riunitosi oggi 19 febbraio 2016, alle ore 9,15, a Palazzo Chigi, dietro apposita convocazione, sotto la presidenza del Ministro dell’Economia e delle Finanze Pietro Carlo Padoan e Segretario il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Claudio De Vincenti, su proposta dei Ministri della Salute Beatrice Lorenzin e della Giustizia Andrea Orlando, ha nominato l’On. Francesco Corleone, Commissario unico del Governo per le procedure necessarie al definitivo superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (Opg) con il completamento delle Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza (Rems) nelle Regioni Abruzzo, Calabria, Piemonte, Puglia, Toscana e Veneto, in esercizio del potere sostitutivo a norma dell’Art. 8 della Legge n. 131/2003.

“E’ l’ultimo passaggio per la soluzione storica di un problema che ha fatto dibattere animatamente in questi anni le istituzioni, le associazioni e le organizzazioni sindacali – spiega il Sottosegretario al Ministero della Salute Vito De Filippo – Siamo molto soddisfatti che le decisioni del Governo siano state quelle di commissariare le sei regioni che ancora non sono riuscite a chiudere il doloroso capitolo degli Opg”. “Non si tratta – specifica De Filippo – di una sanzione, ma di una fase di accompagnamento e affiancamento per quei territori che non sono ancora riusciti a superare il vecchio, desueto, incivile impianto degli ex manicomi criminali e che, con il lavoro del commissario, porteranno sicuramente a compimento”. Infine, quanto al nome prescelto, conclude, “l’esperienza di Franco Corleone è garanzia che il lavoro sarà confronto fruttuoso e definitivo”.

Corleone ha definito la nomina “un incarico di grande responsabilità, in cui intendo gettarmi a capofitto, con l’intenzione di fare il prima possibile”. Secondo il nuovo commissario “bisogna fare i salti mortali perché le persone ancora internate negli Opg sono in una situazione di illegalità, tanto che molti hanno fatto ricorso al Tribunale di Sorveglianza ottenendo ragione”. Corleone, Garante dei Diritti dei Detenuti della Regione Toscana, già Deputato e Senatore per il Partito Radicale e i Verdi e Sottosegretario al Ministero della Giustizia con la delega al Carcere ed alla Giustizia Minorile nonché Deputato al Parlamento Europeo, avrà a disposizione sei mesi. “Si tratta – commenta – di un tempo un ragionevolmente breve, ma d’altronde il mio compito deve essere quello di recuperare il ritardo accumulato, visto che è passato quasi un anno dal termine ultimo per la chiusura degli Opg”.

Siamo soddisfatti per la nomina dell’Onorevole Corleone a Commissario unico del Governo per il superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, afferma Emilio Enzo Quintieri, esponente calabrese dei Radicali Italiani. In questi giorni con il Senatore della Repubblica Francesco Molinari (Gruppo Misto), Presidente dell’Associazione Calabria Terra Libera, abbiamo preparato una Interrogazione a risposta scritta indirizzata al Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi ed ai Ministri della Giustizia e della Salute Andrea Orlando e Beatrice Lorenzin per sollecitare – tra le altre cose – la nomina immediata del Commissario per la Regione Calabria che, fortunatamente, è sopraggiunta unitamente a quella delle altre Regioni d’Italia rimaste inadempienti. L’atto di sindacato ispettivo a prima firma dell’On. Molinari, sottoscritto anche da altri Senatori, verrà ufficialmente annunziato durante la prossima seduta di Palazzo Madama.

Casa Circondariale Catanzaro SianoLa Regione Calabria – prosegue il radicale Quintieri – non è soltanto inadempiente per quanto concerne la mancata attivazione delle Rems e la presa in carico degli internati calabresi ristretti ancora negli Opg o in altre strutture extraospedaliere del Paese ma anche per tanto altro. Nelle scorse settimane, abbiamo già denunciato al Governo con una Interrogazione del Sen. Molinari, la mancata istituzione di Comunità Psichiatriche per i Minori sottoposti a provvedimenti penali da parte dell’Autorità Giudiziaria competente nonostante gli accordi presi dalla Regione Calabria con il Centro per la Giustizia Minorile della Calabria e della Basilicata di Catanzaro.

Inoltre, ancora oggi, non è stato aperto il Centro Diagnostico Terapeutico (Cdt) presso la Casa Circondariale “Ugo Caridi” di Catanzaro con le relative Sezioni di Osservazione Psichiatrica e di tutela della salute mentale per i detenuti affetti da patologie psichiatriche che, per le loro condizioni, non possono essere ristretti negli Istituti Penitenziari ordinari. Con l’Interrogazione a prima firma del Senatore Molinari, verranno denunciate – conclude Emilio Enzo Quintieri – tutta una serie di inadempienze da parte della Regione Calabria e proposte anche alcune soluzioni pratiche come quella di istituire, almeno nella Provincia di Cosenza, territorio che ospita ben 4 Istituti Penitenziari, una Reparto a custodia attenuata prevalentemente sanitaria proprio per ospitare i numerosi detenuti affetti da infermità o minorazioni psichiche.

Palma (Dap), gli Opg saranno chiusi il 31 marzo, non ci saranno altri rinvii


opg“Ci sono già stati un paio di rinvii per la chiusura degli Opg ed è chiaro che stavolta non ce ne saranno altri. Ogni Regione dovrà prendere in carico gli internati in varie forme. Le Regioni che non faranno questo percorso verranno commissariate”.

Lo ha detto vice capo del Dipartimento amministrazione penitenziaria (Dap) Mauro Palma, intervenendo oggi a margine di un convegno in Consiglio regionale sulla chiusura degli Opg. Per ovviare al commissariamento, ha spiegato, “c’è la possibilità di prevedere una struttura temporanea in attesa che le strutture definitive siano completate. Le Regioni vengono commissariate se questo percorso non viene attuato”.

Corleone: il 31 marzo data storica, come legge Basaglia

Una fotografia degli internati dell’ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo Fiorentino che il 31 marzo chiuderà definitivamente è stata presentata questa mattina nel corso del seminario “Opg addio per sempre” che si è tenuto in Consiglio regionale ed è stato organizzato dal Garante per i diritti dei detenuti della Toscana, Franco Corleone, in collaborazione con la Fondazione Giovanni Michelucci e l’Associazione di volontariato penitenziario Onlus di Firenze. “Dare un volto per raccontare una storia – ha detto Corleone.

Questo seminario è un’occasione di confronto per parlare dell’Opg, del superamento della logica manicomiale, del destino di villa Ambrogiana e delle prospettive di vita degli internati che avranno bisogno di soluzioni terapeutiche. Un compito non facile – ha aggiunto il Garante – anche dal punto di vista culturale, dobbiamo rompere la paura e superare il quesito “dove li mettiamo?”. Non si parla di bestie feroci, ma di esseri umani e per ciò bisogna trovare una soluzione intelligente”.

Il presidente della Toscana Enrico Rossi ha inviato un messaggio nel quale ribadisce “l’impegno della Regione a potenziare i servizi territoriali, aggiornare gli operatori, adeguare la dotazione del personale sanitario e i percorsi di dimissione dei pazienti residenti in Toscana e ad adeguare le strutture che accoglieranno i pazienti oggi internati”.

Il consigliere regionale dell’Ufficio di presidenza Gian Luca Lazzeri ha portato, invece, i saluti del presidente del Consiglio regionale, Alberto Monaci. “Il 31 marzo – ha detto Lazzeri – è una data che tanto abbiamo atteso. Basta con i rinvii, anche se non siamo proprio pronti. Spetta a noi il compito di individuare le strutture che accoglieranno gli internati”.

La ricerca ha analizzato i fascicoli delle presenze in istituto all’8 novembre 2014 e i nuovi ingressi fino al 31 dicembre 2014 con lo scopo di mettere in evidenza, oltre alle caratteristiche generali della popolazione detenuta, gli elementi della presa in carico da parte dei servizi sociali, i meccanismi di proroga delle misure di sicurezza, la durata della permanenza in Opg alla luce dei nuovi limiti di legge.

La parte più consistente dei 124 internati (50 pari al 40 per cento) risulta sottoposta alla misura di sicurezza dell’Opg a seguito di sentenza di proscioglimento per infermità totale di mente. Un dato interessante riguarda gli internati in proroga: trenta persone (il 24 per cento) hanno avuto proroghe delle misure di sicurezza. In tutti i casi è stata dichiarata ancora presente la pericolosità sociale e spesso è stato rilevato un aggravamento del quadro clinico.

“Un dato – ha commentato Franco Corleone – preoccupante soprattutto per la motivazione principale della proroga: l’assenza di un progetto di dimissione seguito dal fallimento della licenza finale di esperimento”. “Questo – ha aggiunto il garante – deve farci riflettere. In entrambi i casi nel processo di cura e reinserimento dell’internato sono stati chiamati ad intervenire i servizi territoriali e le rems (residenze di esecuzione delle misure di sicurezza detentive) che con la chiusura degli Opg saranno protagoniste della riabilitazione e presa in carico degli internati”.

Corleone ha avanzato ipotesi su criticità e carenze come le problematiche nella formazione degli operatori oppure come la difficoltà di trasmissione di conoscenza alla società civile che – ha detto – “ha subito un’overdose di spirito di chiusura mentale, adesso difficile da superare”. Riguardo alla fascia di età: il 25 per cento della popolazione internata ha dai 35 ai 39 anni, il 16 per cento dai 50 ai 59 anni e il 15 per cento dai 45 ai 49 ed è composta per il 77 per cento da italiani e per il rimanente 23 per cento da stranieri (con prevalenza marocchini e albanesi).

Sono 52 gli internati provenienti dal bacino di utenza dell’Opg, dei quali 16 assegnati all’Asl di Firenze, 7 all’Asl di Pisa, 5 a quella di Prato e 5 a Lucca, 4 a Livorno, 3 all’Asl di Massa e 3 a quella di Viareggio, 2 per Asl a Siena, Pistoia, Arezzo e Grosseto, 1 ad Empoli. I reati commessi dagli internati residenti in Toscana sono per l’84 per cento reati contro la persona, di cui il 44 per cento omicidi e il 10 per cento contro il patrimonio.

La maggior parte degli ospiti di Montelupo viene da istituti penitenziari (56 per cento), il 13 per cento dalla libertà e il 20 per cento accede per aggravamento della misura di sicurezza non detentiva della libertà vigilata. Un dato significativo riguarda il 31 per cento degli internati che è ancora in attesa di giudizio ed è presente in Opg in modo provvisorio. La direttrice della struttura di Montelupo Antonella Tuoni ha sottolineato l’importanza di mantenere ciò che di positivo rimane dall’esperienza dell’Opg, “il confronto multi-professionale con la lettura del dato giudiziale, dei dati socio familiari e di quello psichiatrico”.

Nel suo intervento Mauro Palma, vice capo del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, ha ribadito “gli Opg saranno sostituiti dai servizi territoriali che prenderanno in carico gli internati e avranno l’obbligo di garantire loro il diritto alla salute”. Palma ha ricordato che l’Italia è il paese europeo che spende più risorse per ogni detenuto, ma le “spende male”.

Rossi: servizi territoriali potenziati per accogliere i pazienti

Il presidente della Regione Toscana conferma l’impegno della giunta per arrivare alla chiusura dell’ospedale di Montelupo entro il 31 marzo.

Opg, il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi conferma “l’impegno della Regione a potenziare i servizi territoriali, aggiornare gli operatori, adeguare la dotazione del personale sanitario e i percorsi di dimissione dei pazienti residenti in Toscana e ad adeguare le strutture che accoglieranno i pazienti oggi internati”. È il messaggio del governatore nel convegno di questa mattina in Consiglio regionale sugli ospedali psichiatrici giudiziari.

Il garante regionale dei detenuti Franco Corleone ha detto: “Questo seminario è un’occasione di confronto per parlare dell’Opg, del superamento della logica manicomiale, del destino di villa Ambrogiana e delle prospettive di vita degli internati che avranno bisogno di soluzioni terapeutiche. Un compito non facile anche dal punto di vista culturale, dobbiamo rompere la paura e superare il quesito ‘dove li mettiamo?’ Non si parla di bestie feroci, ma di esseri umani e per ciò bisogna trovare una soluzione intelligente”.

Gazzarri: no a soluzioni semplicistiche

“A pochi giorni dalla chiusura dell’Opg trovo estremamente preoccupante che ancora non sia chiara la futura collocazione del detenuti. È inammissibile che il problema possa ritenersi risolto con lo spostamento di 12 di loro dalla struttura di Montelupo Fiorentino a quella di Volterra e per i restanti 18 non aver previsto ad oggi alcuna destinazione certa. Serve una soluzione univoca che non passi dalla soluzione semplicistica di dislocarli dove capita”.

Lo afferma il capogruppo di Popolo Toscano in Consiglio regionale Marta Gazzarri, sulla chiusura dell’Opg di Montelupo. “Dobbiamo poter creare un’unica residenza sanitaria nella nostra regione – aggiunge Gazzarri in una nota – sulla quale investire. Solo così verranno razionalizzati i costi valorizzando un’unica struttura di eccellenza per la Toscana”. Per Gazzarri occorre “guardare ad una soluzione che punti ad assicurare un percorso di qualità per quei pazienti che devono intraprendere un lungo cammino di reinserimento nella comunità. Questa deve essere la priorità”.

Nascosti: improbabile chiusura Montelupo il 31 marzo

Sulla chiusura dell’Opg di Montelupo fiorentino “mi pare difficile che le parole del presidente Rossi si traducano in realtà, proprio perché la Regione dall’ultimo proroga ad oggi, non ha compiuto alcun passo verso la soluzione dell’annosa questione della struttura dell’Ospedale psichiatrico giudiziario”. Lo afferma il consigliere regionale Fi Nicola Nascosti.

“Circa la paventata chiusura entro la fine del corrente mese – aggiunge in una nota – non sembra che sia stato raggiunto neppure un accordo operativo definitivo. In particolare, resta oscuro il come si intende procedere, considerato che i progetti d’inserimento dei pazienti di cui tanto si è parlato, non si sono in alcun caso concretizzati”.

Per nascosti “i soggetti ristretti presso l’Opg sono da considerarsi in prima istanza dei malati, anche gravi o comunque portatori di sospetti disturbi psichici. Il principio generale imposto dalla legge tuttora vigente è quello che devono essere trattati e custoditi all’interno di strutture sanitarie e non carcerarie, sia pure con le cautele relative a quello zoccolo duro di patologie che necessitano di particolari vigilanze e attenzione”.

“Nella situazione attuale – conclude – non esistono sul territorio toscano strutture in grado di poter ospitare questi pazienti cosi come prevede la legge. Ne consegue l’inderogabile necessità di procedere ad una ulteriore proroga auspicando che nelle more si arrivi finalmente ad una soluzione dignitosa per questi cittadini”.

Lazzeri: Villa Ambrogiana sia istituto attenuato

“La sorte del dopo Opg di Montelupo viaggia ancora su un doppio binario: mentre la data di chiusura è ormai fissata per il 31 marzo ancora non si sa quale sarà la sistemazione per buona parte dei 48 pazienti toscani e delle oltre 80 guardie penitenziarie, che insieme ad altri 9 fra amministrativi e assistenti pedagogici, si trova nei reparti della struttura”.

Lo afferma il consigliere regionale di Più Toscana Gian Luca Lazzeri a margine del convegno “Opg addio, per sempre”. “Sulla futura destinazione dell’immobile – aggiunge in una nota – la mia posizione non cambia: nella villa dell’Ambrogiana la Regione avrebbe potuto dirigere la partita per realizzare un carcere attenuato per i detenuti in attesa di giudizio che solo a Firenze superano quota 300: in pratica un terzo degli internati nel carcere di Sollicciano che ospita 1200 persone a fronte di una capienza di 1.000”.

Aversa, Muore un detenuto all’Ospedale Psichiatrico Giudiziario. Indaga la Magistratura


opgE’ stata aperta un’inchiesta sul decesso di un detenuto all’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Aversa. A fare gli accertamenti sarà la Procura della Repubblica di Napoli Nord. La vittima è un marittimo di Vico Equense, il 50 enne Antonio Staiano, affetto da turbe psichiche, trovato senza vita lo scorso 6 gennaio. L’uomo era in carcere da dieci anni. Nel 2001, colto da un raptus, uccise i genitori a Vico Equense. Il fatto avvenne in una villetta bifamiliare in Via San Martino. Lui abitava al piano superiore della villetta, i genitori a quello inferiore dove risiedevano con un’altra figlia. A sangue freddo e senza nessun motivo apparente, sferrò coltellate prima alla mamma e poi al padre uccidendoli entrambi. Si salvò la sorella che fu colpita solo di striscio riuscendo poi a scappare. L’uomo, all’epoca dei fatti 37 anni, subito dopo il gesto si costituì ai Carabinieri di Vico Equense raccontando l’accaduto.

A trovare il corpo senza vita sono stati i poliziotti penitenziari poco dopo le cinque del pomeriggio del giorno dell’Epifania. Stavano effettuando controlli di routine e hanno notato l’uomo immobile. Si sono quindi insospettiti e hanno chiamato il medico legale, che non ha potuto far altro che constatare il decesso del cinquantenne. Gli Ospedali psichiatrici giudiziari sarebbero dovuti essere chiusi in Italia, ma finora non è ancora successo grazie a diverse proroghe. Le Regioni, infatti, non hanno creato le strutture alternative. Nella relazione del ministro della Salute Beatrice Lorenzin e del collega della Giustizia Andrea Orlando si sostiene che “allo stato, appare irrealistico che possa addivenirsi alla chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari entro la data dal 31 marzo 2015. La ragione di fondo di tale previsione risiede nell’acclarata impossibilità che le Regioni possano, entro il termine previsto dalla decreto legge n. 52 del 31 marzo 2014, portare a compimento l’opera di riconversione delle strutture, con la realizzazione delle Rems, Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza”. Le Rems dovrebbero garantire ai malati psichiatrici una degenza nel pieno rispetto della loro dignità, secondo quanto stabilito sia dal decreto legge di proroga che dalla risoluzione approvata dalla Commissione Igiene e Sanità. Il governo Monti aveva messo a disposizione 180 milioni di euro per la realizzazione di nuove strutture, ma di quei soldi non si ha più traccia.

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08 Gennaio 2015