Tolmezzo, detenuto calabrese muore in cella. Inchiesta della Procura


Detenuto muore nel carcere di massima sicurezza di Tolmezzo, in provincia di Udine. Si stratta di Giuseppe Lo Piano, nato a Fuscaldo (Cs) il 19 dicembre 1967. L’uomo condannato all’ergastolo, considerato dai giudici appartenente al clan Serpa ma con posizione giuridica di imputato (appellante e ricorrente), è stato rinvenuto privo di vita nella mattinata di ieri dal suo compagno di cella che ha dato subito l’allarme. I sanitari intervenuti non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso.

Giuseppe Lo Piano, era stato condannato, in primo e in secondo grado, all’ergastolo nel processo “Tela del ragno” in merito a numerosi omicidi avvenuti negli ultimi 20 anni lungo il Tirreno cosentino. Un’operazione condotta contro i presunti capi e gregari del clan Perna-Cicero di Cosenza, Gentile-Africano-Besaldo di Amantea, Scofano-Martello-Rosa-Serpa di Paola, e Carbone di San Lucido.

A novembre si sarebbe dovuta tenere l’udienza per l’accusa di omicidio innanzi alla Corte di Cassazione, mentre per quanto riguarda la sentenza di condanna per associazione mafiosa la Suprema Corte, accogliendo il ricorso degli avvocati dell’imputato Sabrina Mannarino e Giuseppe Bruno aveva deciso per l’annullamento con rinvio alla Corte d’Appello per un nuovo giudizio.

Lo Piano, da qualche tempo, accusava un malessere che lo stesso aveva comunicato sia ai suoi famigliari che ai suoi legali difensori. Un malessere che lo aveva portato a ricorrere alle cure ospedaliere sia di Udine che di Tolmezzo. L’ultimo ricovero presso il nosocomio di Udine risale a circa una quindicina di giorni fa e dal quale era stato dimesso dopo qualche giorno. L’uomo pare soffrisse di una patologia cardiaca pregressa, ma i medici sia dell’ospedale che del carcere, avevano ritenuto che le sua malattia fosse compatibile con il regime carcerario. Nei giorni successivi al rientro in carcere, dopo l’ultimo ricovero, le sue condizioni di salute non erano affatto migliorate. Lo stesso Lo Piano, infatti, aveva allertato sia la famiglia che i suoi avvocati, i quali si erano subito attivati. Ma non hanno fatto in tempo. Ieri mattina, come un fulmine a ciel sereno, è arrivata la notizia dell’improvviso decesso.

Gli avvocati Mannarino e Bruno, nella stessa mattinata di ieri hanno fatto pervenire alla Procura di Udine una denuncia con la quale è stato richiesto il sequestro delle cartelle cliniche del detenuto. La morte di Giuseppe Lo Piano è stata segnalata dall’attivista radicale Emilio Quintieri all’Autorità Garante Nazionale dei Diritti delle persone detenute o private della libertà personale presso il Ministero della Giustizia. “Quel che è davvero intollerabile è che detto detenuto, nonostante da tempo versava in gravissime condizioni di salute, sia stato tenuto in carcere fino alla sua morte – dichiara l’attivista radicale in favore dei diritti dei detenuti Emilio Quintieri – La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Udine, avente giurisdizione sull’istituto penitenziario, ha già aperto un fascicolo e disposto, oltre al sequestro della salma, anche gli opportuni accertamenti medico legali”.

Maria Fiorella Squillaro

Il Quotidiano del Sud, 05/09/2020

Udine, Stupro in carcere confermato dal Direttore al Garante Nazionale dei Detenuti


A seguito della mia segnalazione, il Garante Nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, sta acquisendo informazioni in merito ad un episodio di presunta violenza avvenuto nella Casa circondariale di Udine ai danni di un giovane 18enne affetto da problemi psichici. Tale fatto, in base a quanto riportato dal Direttore Reggente dell’Istituto Tiziana Paolini, nel corso di un colloquio con il Garante, sarebbe stato denunciato recentemente dall’interessato pur essendo avvenuto negli ultimi mesi del 2019.

In attesa dei riscontri e della documentazione richiesta, il Garante Nazionale ha espresso seria preoccupazione, ha invitato la Direzione della Casa Circondariale di Udine a dare chiari segnali di non tolleranza di tali comportamenti oltre che la doverosa informazione alla Procura della Repubblica e a garantire ogni tutela alla persona coinvolta.

Ringrazio il Collegio del Garante Nazionale per essersi immediatamente attivato per far luce su questo grave evento critico avvenuto nel Carcere di Udine che, come sempre, è stato tenuto nascosto all’esterno dall’Amministrazione Penitenziaria.

Emilio Enzo Quintieri

già Consigliere Nazionale Radicali Italiani

Radicali, Università e Scuole nella Casa di Reclusione di Rossano per visita e spettacolo teatrale “Io sono nessuno”


Domani mattina, 19 dicembre, presso la Casa di Reclusione di Rossano si terrà una visita all’Istituto da parte di una numerosa delegazione di Studenti del Dipartimento di Lingue e Scienze dell’Educazione dell’Università della Calabria, Corso di Laurea Magistrale in Intelligence ed Analisi del Rischio, accompagnati da Emilio Enzo Quintieri e Valentina Anna Moretti, esponenti dei Radicali Italiani e dal Prof. Mario Caterini, Associato di Diritto Penale dell’Università della Calabria. La delegazione visitante è stata autorizzata a far ingresso e visita nell’Istituto Penitenziario di Rossano dal Vice Capo Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Lina Di Domenico.

Al termine della visita, la delegazione visitante, su invito del Dirigente Penitenziario Maria Luisa Mendicino, parteciperà alla rappresentazione teatrale conclusiva del progetto Pon “Il Teatro dietro le Sbarre” denominata “Io sono nessuno”, rivisitazione dell’Odissea di Omero, uno dei grandi classici della letteratura greca che racconta l’inganno dell’eroe Ulisse d’Itaca al ciclope Polifemo, il mostruoso gigante con un occhio solo in mezzo alla fronte, figlio di Poseidone, dio del mare e della ninfa marina Toosa.

Il progetto Pon Indire 2014/2020 del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, realizzato con i Fondi Strutturali Europei dall’Istituto di Istruzione Superiore “Ettore Majorana” di Corigliano Rossano presieduto dal Dirigente Scolastico Prof.ssa Pina De Martino in collaborazione con l’Amministrazione Penitenziaria e seguito dai docenti tutor Prof.ssa Maria Valente, Prof. Vincenzo Martini e Prof. Giuseppe Benvenuto, insegnanti presso la Casa di Reclusione di Rossano, ha visto la  partecipazione di 58 detenuti del Circuito dell’Alta Sicurezza, 20 dei quali nel ruolo di attori e tutti gli altri impiegati in altre attività (luci, suono, mix, video, etc.). Per la realizzazione del progetto ci si è avvalsi di tre esperti: Dario De Luca per il modulo scenografia; Daniele Moraca per il modulo suono e Nicola Nastasi per il modulo luci.

Alla rappresentazione teatrale, autorizzati dal Magistrato di Sorveglianza di Cosenza Antonietta Dodaro, tra gli altri, parteciperanno anche gli Avvocati Francesco Madeo e Rosellina Madeo, Consiglieri del Comune di Corigliano Rossano, già proponenti la istituzione del locale Garante dei Diritti delle persone detenute o private della libertà personale, nonché altri docenti e personale amministrativo, tecnico e ausiliario dell’Istituto “Majorana” di Corigliano Rossano con gli alunni del Tecnico Industriale, Tecnico Agrario, Professionale Alberghiero e Serale Ragioneria.

Tutte le attività (dalla visita alla partecipazione alla rappresentazione teatrale) che prevedono il coinvolgimento della comunità esterna nella Casa di Reclusione di Rossano, di fondamentale importanza perché, tra le altre cose, impediscono l’isolamento e l’autoreferenzialità del sistema penitenziario ed abbattono pregiudizi e creano sinergie, sono svolte grazie alla proficua collaborazione dell’Amministrazione Penitenziaria ed in particolare modo del personale dell’Area Sicurezza e dell’Area Trattamentale guidati, rispettivamente, dal Comandante di Reparto di Polizia Penitenziaria Commissario Coordinatore Elisabetta Ciambriello e dal Funzionario Giuridico Pedagogico Simona Piazzetta.

Emilio Enzo Quintieri

già Consigliere Nazionale Radicali Italiani

Domani nel Carcere di Cosenza “Giulieo e Rometta”, commedia teatrale in dialetto calabrese realizzata dai detenuti


Domani pomeriggio sarò nella Casa Circondariale di Cosenza “Sergio Cosmai”, invitato dall’Amministrazione Penitenziaria ed autorizzato dalla Magistratura di Sorveglianza, per partecipare alla commedia teatrale “Giuleo e Rometta” della regista Aurelia Carbone, rivisitazione in dialetto calabrese della più celebre “Romeo e Giulietta” scritta dal famoso William Shakespeare.

La commedia teatrale, organizzata dalla Direzione dell’Istituto diretto dal Dirigente Penitenziario Maria Luisa Mendicino in collaborazione con l’Associazione Liberamente presieduta da Francesco Cosentini, già prevista nel progetto pedagogico dell’Istituto per il 2018, vedrà la partecipazione di 15 detenuti del Circuito della Media Sicurezza, che sono stati seguiti da alcuni volontari dell’Associazione con funzione di tutor.

Mi preme precisare che, questa, non è l’unica iniziativa trattamentale che viene positivamente realizzata e lo dico perché qualcuno, ripetutamente, anche di recente, ha lamentato che nell’Istituto Penitenziario di Cosenza non vi siano attività trattamentali o, che le stesse, siano “carenti” o “ridotte”. Sono numerose le attività che vengono effettuate tra mille difficoltà, in primo luogo per la carenza delle risorse economiche, umane e strumentali a disposizione dell’Amministrazione Penitenziaria.

Proprio nei giorni scorsi, nell’ambito della VI edizione della Rassegna Nazionale Teatro in Carcere “Destini Incrociati”, svoltasi quest’anno per la prima volta nella Regione Piemonte, presso il Teatro Civico “Magda Olivero” di Saluzzo, è stato messo in scena “Redemption Day” da otto attori detenuti della Casa Circondariale di Cosenza, guidati dall’attore e regista Adolfo Adamo. “Redemption Day”, liberamente ispirato al “Moby Dick” di Herman Melville, è finito alla ribalta nazionale dopo essere stato messo in scena il 19 luglio scorso a Cosenza presso il Teatro “Alfonso Rendano”, nell’ambito del Festival delle Invasioni, organizzato in collaborazione col Comune di Cosenza.

L’iniziativa “Destini Incrociati”, promossa dal Coordinamento Nazionale Teatro in Carcere e dalla Compagnia Voci Erranti, con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, del Ministero della Giustizia – Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità, la partecipazione della Fondazione Piemonte dal Vivo e il sostegno della Compagnia di San Paolo, è stata realizzata a Saluzzo non per una casualità ma per un motivo ben preciso. Nella locale Casa di Reclusione “Rodolfo Morandi” da anni è attiva la Compagnia Voci Erranti, un gruppo di eccellenza diretto da Grazia Isoardi, già insignito lo scorso anno al Teatro “Argentina” di Roma, uno dei principali teatri della Capitale d’Italia, del Premio della Critica Anct/Teatri delle Diversità 2018.

Giovedì 19 dicembre, invece, sarò nella Casa di Reclusione di Rossano, non solo per una visita all’Istituto insieme ad una delegazione del Dipartimento di Lingue e Scienze dell’Educazione dell’Università della Calabria (Corso di Laurea Magistrale in Intelligence ed Analisi del Rischio) accompagnata dal Docente di Diritto Penale Prof. Avv. Mario Caterini, ma anche per partecipare ad una importante rappresentazione teatrale realizzata dai detenuti del Circuito di Alta Sicurezza a cui prenderanno parte, oltre alla delegazione visitante, tra gli altri, anche una delegazione del Consiglio Comunale della Città di Corigliano Rossano e, precisamente, i Consiglieri Avv. Francesco Madeo e Avv. Rosellina Madeo che, su mia sollecitazione, hanno già proposto l’istituzione del Garante dei Diritti delle persone detenute o private della libertà personale. Ma di questa ulteriore iniziativa ne parlerò meglio nei prossimi giorni.

Emilio Enzo Quintieri

già Consigliere Nazionale Radicali Italiani

Corigliano Rossano, organizzato torneo di calcio a 7 tra detenuti con l’Associazione Italiana Arbitri di Rossano


Nella Casa di Reclusione di Rossano, sita nella Città di Corigliano Rossano, grazie ad un Protocollo di Intesa stipulato tra la Direzione dell’Istituto rappresentata dal Dirigente Penitenziario Dott.ssa Maria Luisa Mendicino e l’Associazione Italiana Arbitri, Sezione di Rossano, rappresentata dal Presidente Dott. Francesco Filomia, sarà realizzato un importante progetto, promosso dall’Amministrazione Penitenziaria, denominato “Un calcio … all’indifferenza”, basato sulla integrazione sportiva, e che darà vita ad un torneo di calcio a 7 tra i detenuti, formato da 6 squadre, tutte appartenenti, per ovvie ragioni, allo stesso circuito detentivo.

Oltre all’organizzazione del torneo di calcio, il progetto, prevede anche delle giornate formative sul Regolamento del Gioco Calcio, finalizzato alla diffusione della cultura del rispetto delle regole dei soggetti che si trovano in espiazione di pena. In tale ambito di attività sono previste una serie di iniziative che coinvolgono i detenuti in un percorso di sensibilizzazione alla cultura del rispetto delle regole, individuando un valido strumento per acquisire consapevolezza del dovere sociale e trasmettere alla comunità un messaggio di legalità e rispetto di norme e regole, imprescindibile e necessario per il percorso di reintegrazione sociale cui la pena deve tendere, in ossequio al dettato costituzionale.

La Sezione di Rossano dell’Associazione Italiana Arbitri, dimostratasi sensibile alla tematica, collaborerà con l’Amministrazione Penitenziaria per l’attuazione del progetto, sia assicurando, a titolo gratuito, la presenza dei propri Arbitri per dirigere tutte le partite di calcio del torneo di calcio a 7 che si disputeranno nel Campo Sportivo della Casa di Reclusione di Rossano, sia coordinando le giornate formative relative al Regolamento del Gioco Calcio.

Sono soddisfatto per questa ennesima iniziativa realizzata nella Casa di Reclusione di Rossano, dichiara Emilio Enzo Quintieri, già Consigliere Nazionale dei Radicali Italiani. Da diversi anni sto sollecitando l’Amministrazione Penitenziaria per il rifacimento del Campo Sportivo dell’Istituto ma, nonostante le rassicurazioni pervenute, non è stato fatto alcunché. Solo recentemente, a seguito della mia insistenza, per quanto mi è stato comunicato, la Direzione dell’Istituto, ha trasmesso alla Cassa delle Ammende del Ministero della Giustizia, per il tramite degli Uffici Superiori, un progetto per il rifacimento del terreno di gioco. Speriamo che tale progetto venga al più presto approvato e si proceda al miglioramento del campo sportivo come già fatto presso gli altri Istituti di Paola, Castrovillari e Cosenza.

Poliziotto Penitenziario salva la vita alla figlia di una detenuta ristretta nell’Icam di Milano


Neonata ristretta con la mamma detenuta nell’Istituto a Custodia Attenuata per Detenute Madri di Milano rischia di morire, salvata grazie all’intervento di un Assistente Capo della Polizia Penitenziaria.

“Sotto le nostre divise, c’è sempre il cuore di un essere umano. Prima di essere agenti di Polizia Penitenziaria siamo uomini” ha detto l’Assistente Capo Rinaldo Ruggiano in servizio presso l’Icam di Milano, struttura penitenziaria dipendente dalla Casa Circondariale di Milano San Vittore.

Se non fosse stato per l’Assistente Capo Ruggiano la bambina sarebbe morta. Non appena ha sentito le urla della madre disperata perché la piccola aveva la febbre alta e non respirava più, si è recato alla sua cella e vedendola cianotica, l’ha presa in braccio, l’ha portata fuori dall’Istituto e si è precipitato di corsa, a piedi, presso il più vicino Pronto Soccorso dell’Ospedale “Macedonia Melloni”.

Fortunatamente il Poliziotto Penitenziario è arrivato giusto in tempo perchè i sanitari strappassero la bambina alla morte. Presa in consegna, è stata subito posta in iperventilazione e non riporterà alcuna conseguenza.

Complimenti all’Assistente Capo di Polizia Penitenziaria Rinaldo Ruggiano per il suo immediato, straordinario e coraggioso intervento. Mi auguro che l’Amministrazione Penitenziaria provveda subito a premiarlo con la ricompensa dell’encomio solenne.

Emilio Enzo Quintieri

già Consigliere Nazionale Radicali Italiani

Anche Cosenza con “Redemption Day” alla Rassegna Nazionale del Teatro in Carcere “Destini Incrociati”


Anche il Carcere di Cosenza alla Rassegna Nazionale di Teatro in Carcere “Destini Incrociati”, giunta alla VI Edizione, che si terrà nella Città di Saluzzo (CN) dal 12 al 14 dicembre 2019.

Giovedì 12 dicembre alle ore 21,15 al Teatro Civico “Magda Olivero” di Saluzzo andrà in scena “Redemption Day”, lo spettacolo teatrale con gli attori detenuti della Casa Circondariale di Cosenza “Sergio Cosmai” guidati dall’attore e regista Adolfo Adamo.

Gli attori che si trovano ancora detenuti o sottoposti ad altre misure restrittive della libertà personale, sono stati autorizzati dall’Autorità Giudiziaria competente (Magistrato di Sorveglianza e Giudice della Prevenzione) e saranno accompagnati dall’Associazione Liberamente, dal Dirigente Penitenziario Maria Luisa Mendicino e dai Funzionari Giuridico Pedagogici del Carcere di Cosenza.

4 attori, sono ancora ristretti in carcere, 1 altro si trova affidato in una comunità, 1 altro in detenzione domiciliare, 1 altro libero ma sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza ed 1 altro ancora libero, il quale si recherà autonomamente a Saluzzo dalla Città di Londra ove risiede.

La Rassegna “Destini Incrociati” è promossa dal “Coordinamento Nazionale Teatro in Carcere” che raggruppa 33 Compagnie Teatrali provenienti da 16 Regioni d’Italia e dalla Compagnia “Voci Erranti” di Savigliano. Quest’anno, tra i selezionati, vi sono le Carceri di Cosenza, Livorno, Pesaro e, ovviamente, Saluzzo. Inoltre, saranno proiettati, gli spettacoli realizzati da altri 15 Istituti Penitenziari del Paese.

Purtroppo, anche questa importante iniziativa, è stata completamente snobbata da tutte le Istituzioni Pubbliche (dal Comune di Cosenza alla Regione Calabria) e realizzata solo grazie alla collaborazione tra l’Amministrazione Penitenziaria, la Magistratura di Sorveglianza, l’attore e regista Adolfo Adamo e le altre Associazioni di Volontariato che operano nel settore penitenziario.

Mi auguro che sia l’ultima volta che si debba lavorare in queste condizioni e che tutte le Istituzioni calabresi ed in particolare modo la Regione Calabria, supportino queste iniziative, anche economicamente visto che ci sono appositi fondi per il teatro, perché oltre alla loro valenza rieducativa ed inclusiva, sono rilevanti anche in termini di sicurezza poiché è noto che per chi fa teatro in carcere, la recidiva si riduce sensibilmente dal 65 al 6%.

Congratulazioni a tutti per gli straordinari risultati sino ad ora ottenuti, nonostante le difficoltà di cui ho parlato, e buon prosieguo !

Emilio Enzo Quintieri

già Consigliere Nazionale di Radicali Italiani

Paola, Quintieri (Radicali): Non risponde al vero la notizia che in carcere ci siano detenuti isolati


In riferimento alle notizie diffuse nella giornata di ieri dal difensore di un detenuto ristretto nella Casa Circondariale di Paola circa il suo isolamento totale, diurno e notturno, da oltre 40 giorni, mo corre l’obbligo di precisare che le stesse sono prive di fondamento.

Infatti, effettuati gli accertamenti del caso, non risulta che vi sia alcun detenuto isolato nella Casa Circondariale di Paola, anche perché sia la Sezione di Isolamento che il “Repartino” alla Prima Sezione sono chiuse (quest’ultimo è inagibile in quanto le quattro camere detentive sono state distrutte da alcuni detenuti).

In realtà il detenuto P.G., al momento del suo ingresso in Istituto nell’Istituto di Paola, ha chiesto espressamente al personale di Polizia Penitenziaria di essere allocato in una camera individuale, temendo per la propria incolumità, poiché sottoposto ad indagini per reati di riprovazione sociale (maltrattamenti in famiglia).

Inoltre, il P.G., ha chiesto al personale di Polizia Penitenziaria di poter rimanere a Paola, almeno fino al 10 dicembre, giorno in cui si discuterà la sua posizione innanzi al Tribunale del Riesame di Catanzaro, anche per potergli consentire di svolgere i colloqui con alcuni familiari.

Il P.G. sin dal suo ingresso in Istituto non è mai stato in isolamento, ma si trova allocato nella Quarta Sezione insieme agli altri detenuti, in una camera individuale, su sua esplicita richiesta, peraltro ribadita anche questa mattina al personale di Polizia Penitenziaria. Qualora il detenuto voglia essere allocato in vita comune, l’Amministrazione Penitenziaria si attiverà subito per la immediata traduzione in altro Istituto Penitenziario attrezzato di Sezione Protetta (Castrovillari o Vibo Valentia).

Tra l’altro, nelle scorse settimane, in occasione della visita che ho effettuato al Carcere di Paola insieme alla collega giurista Valentina Anna Moretti, non ho accertato la presenza di alcun detenuto sottoposto ad isolamento.

Al momento della visita (30/10/2019) nell’Istituto Penitenziario di Paola, a fronte di una capienza regolamentare di 182 posti, sono ristretti 210 detenuti, 78 dei quali stranieri (prevalentemente albanesi, marocchini, nigeriani, rumeni ed ucraini), con le seguenti posizioni giuridiche: 14 giudicabili, 19 appellanti, 15 ricorrenti, 162 definitivi di cui 5 ergastolani.

Emilio Enzo Quintieri
già Consigliere Nazionale Radicali Italiani

Corigliano Rossano, i Radicali ringraziano i Consiglieri per la proposta di istituzione del Garante dei Diritti dei Detenuti


Sono grato ai Consiglieri Comunali Francesco Madeo, Rosellina Madeo, Gino Promenzio e Aldo Zagarese, per essere stati sensibili ed aver ufficialmente presentato la proposta di istituzione del Garante dei Diritti delle persone detenute o private della libertà personale della Città di Corigliano Rossano, nel cui territorio ha sede uno degli Istituti Penitenziari più importanti della Regione Calabria. Nel contempo auspico che il Sindaco Flavio Stasi e l’Assessore Roberta Novellis, a cui mi sono rivolto più volte in questi mesi, sostengano la proposta in modo tale che si giunga, nel più breve tempo possibile, alla istituzione dell’Autorità Garante. Lo dichiara Emilio Enzo Quintieri, già Consigliere Nazionale di Radicali Italiani, esperto di diritto penitenziario e promotore della Legge Regionale che nel 2018 ha istituito anche in Calabria il Garante Regionale dei Diritti delle persone detenute o private della libertà personale. Nella giornata di ieri, infatti, i Consiglieri Comunali, hanno depositato la proposta ufficiale al Presidente della Commissione Affari Generali Domenico Rotondo, al Presidente del Consiglio Marinella Grillo ed al Sindaco Flavio Stasi.

Attualmente, nella Casa di Reclusione di Rossano, a fronte di una capienza di 263 posti, sono presenti 293 detenuti (indice di affollamento del 111%), 53 dei quali stranieri (prevalentemente albanesi, marocchini, rumeni, tunisini ed ucraini), con le seguenti posizioni giuridiche: 6 giudicabili, 4 appellanti, 15 ricorrenti e 268 definitivi di cui 38 ergastolani. La maggior parte dei detenuti (204 su 293) appartiene al Circuito dell’Alta Sicurezza (tra questi anche 18 detenuti imputati o condannati per terrorismo internazionale di matrice islamica) mentre 89 sono quelli che appartengono al Circuito della Media Sicurezza. All’interno dell’Istituto, diretto dal Direttore Reggente Maria Luisa Mendicino, lavorano 65 detenuti alle dipendenze dell’Amministrazione Penitenziaria mentre altri 5 lavorano alle dipendenze di datori di lavoro esterni (4 con la Ditta Pirri di Bisignano che gestisce il laboratorio di ceramica ed 1 con la Ditta Santoro di Corigliano Rossano che gestisce il laboratorio di falegnameria industriale). Altri detenuti (3) sono stati recentemente assunti ed impegnati nella riattivazione delle Serre presenti nell’Istituto. Quanto ai lavori di pubblica utilità, al momento, vi è solo un detenuto che lavora gratuitamente presso il Canile Municipale ed a breve anche tale attività sarà potenziata. Infatti è in corso una interlocuzione con il Comune, per impegnare altri 6 detenuti sul territorio, 4 da utilizzare per la manutenzione del verde pubblico ed altri 2 nella gestione del Canile Municipale.

E’ stato attivato il Polo Universitario Penitenziario che conta già numerosi iscritti all’Università della Calabria e, per quanto riguarda l’istruzione superiore, sono attivi tre primi periodi didattici, un secondo periodo didattico ed un terzo periodo didattico di cui un primo periodo didattico per l’indirizzo professionale alberghiero (di nuova istituzione) e due primi, un secondo ed un terzo periodo didattico per l’indirizzo tecnico di meccanica e meccatronica. Nell’ultima visita, prosegue l’ex Consigliere Nazionale dei Radicali Italiani, ho accertato che sono state effettivamente soppresse la I, II, III e IV classe dell’Itis per la Media Sicurezza nonostante contavano 55 iscritti e, per tale ragione, ho sollecitato le Autorità competenti ad attivare almeno un secondo periodo per tale indirizzo scolastico.

Ma non è tutto rose e fiori perché vi sono anche delle gravi criticità nell’Istituto. Infatti rispetto ad una pianta organica di 153 unità di Polizia Penitenziaria, il Comandante del Reparto Commissario Coordinatore Elisabetta Ciambriello, può contare solo su 126 unità tra uomini e donne. Tale carenza, oltre a tutti i disagi per il personale costretto ad estenuanti turni lavorativi, si ripercuote negativamente anche sui detenuti perché molte attività senza la vigilanza del personale non si possono svolgere. Ulteriori carenze vi sono nell’organico degli amministrativi e degli educatori. Anche sotto il profilo sanitario la situazione non è delle migliori, soprattutto per la presenza sempre più numerosa di soggetti con problematiche psichiatriche, alcuni dei quali anche con gravi patologie, difficilmente gestibili nella sede penitenziaria di Corigliano Rossano, sia perché non è attrezzata dal punto di vista strutturale e sia perché gli specialisti psichiatri sono insufficienti.

Per queste ed altre ragioni, conclude l’esponente radicale, l’istituzione del Garante dei Diritti delle persone detenute o private della libertà personale nella Città di Corigliano Rossano è assolutamente importante e necessario.

Napoli, detenuto non tradotto dal padre morente, nonostante il permesso del Giudice di Sorveglianza


Continua senza sosta l’intollerabile violazione dei diritti umani fondamentali nei confronti delle persone detenute negli Istituti Penitenziari della Repubblica. Nei giorni scorsi, l’ennesimo caso ha riguardato un giovane detenuto campano C.B., di 35 anni, ristretto nella Casa Circondariale di Cosenza. Lo denunciano Samuele Ciambriello, Garante Regionale dei Diritti dei Detenuti della Campania ed Emilio Enzo Quintieri, già Consigliere Nazionale di Radicali Italiani.

All’uomo, avuta notizia che il padre versava in imminente pericolo di vita a causa di un incidente, il Magistrato di Sorveglianza di Cosenza Silvana Ferriero, nell’esercizio della sua funzione, ha concesso un permesso di necessità ex Art. 30 comma 1 della Legge Penitenziaria, per recarsi dal proprio genitore, scortato dal personale del Corpo di Polizia Penitenziaria, raccomandando l’urgenza della esecuzione del provvedimento.

Ciambriello e Quintieri raccontano i fatti: non appenal’ok del Giudice è arrivato alla Casa Circondariale di Cosenza, il personale del Nucleo Traduzioni della Polizia Penitenziaria ha provveduto a dare esecuzione immediata al provvedimento, traducendo in data 23 ottobre 2019 il detenuto presso la Casa Circondariale di Napoli Secondigliano, dopo aver ricevuto disposizioni in tal senso dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia.

Inspiegabilmente, su ordine del D.A.P., il detenuto veniva fermato a Secondigliano e non condotto immediatamente al capezzale del padre morente. Giunto nell’Istituto di Napoli Secondigliano, C.B., avrebbe dovuto essere tradotto presso l’abitazione del papà ma la traduzione non è stata effettuata né lo stesso giorno né nei giorni successivi nonostante le numerose sollecitazioni effettuate sia dai familiari che dai difensori.

Qualche giorno dopo, mentre stava ancora sperando di essere accompagnato a casa, il suo difensore, evidentemente credendo che fosse già a conoscenza della triste notizia, si è recato in carcere a fargli le condoglianze ma nessuno, sino a quel momento, gli aveva comunicato alcunché.

Soltanto dopo il decesso, lunedì 28 ottobre 2019, C.B. ha avuto la possibilità di recarsi al funerale del padre. Stando a quanto riferito al detenuto, ai suoi familiari e ai difensori, l’Amministrazione Penitenziaria, nei diversi giorni trascorsi presso la Casa Circondariale di Napoli Secondigliano, non avrebbe potuto effettuare la traduzione adducendo, come per altri casi analoghi (permessi di necessità, visite mediche specialistiche, interventi chirurgici), la mancanza di personale e di mezzi.

Le Regole Penitenziarie Europee emanate dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa stabiliscono che “Le condizioni detentive che violano i diritti umani del detenuto non possono essere giustificate dalla mancanza di risorse”. “La violazione per difetto di risorse economiche, di personale o di mezzi dei diritti fondamentali dei detenuti e degli internati non può essere addotta quale valida giustificazione alla elusione degli stessi.

Le giustificazioni fornite non possono essere tollerate, non è possibile che nel 2019 l’Amministrazione Penitenziaria non riesca a dare immediata esecuzione ai provvedimenti della Magistratura di Sorveglianza per mancanza di fondi” dichiarano il Garante Regionale Ciambriello ed il radicale Quintieri.

Emilio Enzo Quintieri