Carcere di Rossano, la denuncia del radicale Emilio Quintieri: degrado senza precedenti


Emilio Quintieri - Luigi MazzottaUna normale visita ispettiva in una delle strutture penitenziarie calabresi ha portato alla scoperta di una condizione di degrado senza precedenti. E’ la denuncia del radicale Emilio Quintieri che assieme all’onorevole Enza Bruno Bossio, Deputato del Partito Democratico e membro della Commissione Bicamerale Antimafia, ha visitato a sorpresa la Casa di Reclusione di Rossano (Cosenza) per accertare le condizioni di uno dei detenuti come richiesto dai familiari. Dopo numerose remore da parte del personale in servizio e il tentativo di impedire l’ispezione, la situazione riscontrata all’interno del reparto di isolamento del carcere si è rivelata drammatica.

Calabria24News ha intervistato Quintieri che ci ha raccontato l’accaduto: “Da un po’ di mesi a questa parte, assieme all’onorevole Bruno Bossio stiamo effettuando negli istituti penitenziari della Calabria delle visite ispettive a sorpresa. Quindi senza dare preannuncio, dal momento che i membri del parlamento e chi li accompagna hanno facoltà di effettuare ispezioni in qualsiasi momento senza avere bisogno di autorizzazione. Proprio avvalendosi delle sue prerogative di parlamentare, con la deputata del Pd, ci siamo presentati nella strutta di Rossano in provincia di Cosenza, per accertare le condizioni di detenzione di alcuni detenuti che ci avevano segnalato di essere sottoposti a trattamenti illegali; in particolare ci era nota la condizione di un ergastolano trasferito dalla sera alla mattina dalla casa circondariale di Catanzaro a quella di Rossano”.

Come avete saputo di questa situazione ? Tramite i familiari del detenuto al quale per fortuna è stato consentito di effettuare una telefonata. Questo è stato il suo unico contatto con l’esterno, essendogli stata bloccata illegalmente la corrispondenza, mentre  sappiamo che la legge stabilisce che in particolare la corrispondenza indirizzata ai membri del parlamento o a organismi nazionali e internazionali che si occupano di diritti umani non possa essere sottoposta a censura.

Cosa è successo quando siete arrivati a Rossano? La polizia penitenziaria, non appena ci siamo presentati, ha iniziato a fare storie, a temporeggiare… Un tira e molla che non ha fatto altro che insospettirci. Hanno tentato in tutti i modi di dissuadere l’onorevole Bruno Bossio dall’effettuare l’ispezione, sostenendo che non fossero in servizio né il comandante di reparto, né il direttore dell’Istituto.

Cercavano di perdere tempo, insomma… Esatto. Ovviamente, abbiamo replicato che essendo una ispezione urgente, la nostra intenzione era esclusivamente quella di accertare la veridicità di quanto ci era stato segnalato.

Siete riusciti a entrare comunque nella struttura? Ci è riuscita solo la collega e dopo notevoli insistenze. Ma io e l’altro suo collaboratore siamo dovuti rimanere fuori, nonostante la legge consenta ai parlamentari di essere accompagnati. Si è trattato dunque di una gravissima limitazione delle attività ispettive.

Nelle altre strutture ispezionate avete incontrato situazioni simili? No, nel modo più assoluto. E’ la prima volta che accade una cosa del genere. Visito le carceri da molto tempo, ho accompagnato diversi deputati e senatori di varie forze politiche e non è mai accaduta una cosa del genere. Anche il segretario nazionale di Radicali Italiani, Rita Bernardini, mi ha confermato che mai le era successo qualcosa di simile.

Una volta dentro la struttura, invece? In un primo momento hanno cercato di impedire alla deputata di vedere direttamente le celle e il reparto di isolamento per evitare che si rendesse conto di persona del trattamento che veniva riservato ai detenuti. Solo dopo esplicita richiesta è riuscita a entrare, ma i poliziotti hanno chiuso tutte le porte blindate delle celle, adducendo vari motivi. Incontrato però l’ergastolano che volevamo visitare, e raccolta la sua testimonianza, sono stati gli altri detenuti costretti in regime di isolamento a farsi sentire, mettendosi a urlare e a battere contro le celle, chiedendo il suo intervento.

Un vero e proprio grido di aiuto. Esatto. E gli agenti hanno cercato anche in questo caso di impedire l’ispezione, contravvenendo all’obbligo che hanno nei confronti dei Parlamentari. La collega Bruno Bossio ha potuto, tuttavia, constatare dagli spioncini le condizioni in cui versavano questi detenuti in celle sporche, prive di arredo, caldissime. I detenuti giacevano in terra e senza vestiti.

Le ragioni di questo degrado? Gli agenti hanno chiarito che i detenuti erano tenuti in questo modo (senza arredi e senza effetti personali) perché avevano tentato il suicidio e c’era il rischio che tentassero nuovamente di attentare alla propria vita. Mentre è comprovato che sottoporre le persone all’isolamento sia deleterio sia per il fisico che per la psiche.

Questa è la condizione peggiore che avete riscontrato nelle vostre visite ispettive? Guardi, una delle strutture peggiori che abbiamo visitato è quella di Catanzaro, per le carenze strutturali, con condizioni igieniche deprecabili e assolutamente fatiscente. Anche nella struttura di Catanzaro, però , pur avendo accertato situazioni drammatiche ,non si è raggiunta la condizione riscontrata qui a Rossano che non ha precedenti.

Quali sono ora le vostre prossime mosse? E’ stata già aggiornata Rita Bernardini, Sandro Favi , responsabile nazionale carceri del Partito Democratico e la segreteria del Ministro della Giustizia andrea Orlando. Successivamente verrà presentata una interrogazione a risposta scritta al Governo e stiamo predisponendo denuncia formale a procura della Repubblica di Castrovillari competente per il territorio di Rossano.

Monica Gasbarri

Calabria24News – 11 Agosto 2014

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