Rossano : nel Carcere sono accaduti fatti gravi, ma non infanghino il nome della Città


CARCERE ROSSANOGli ultimi avvenimenti che hanno interessato la Casa circondariale di Rossano, lanciano un grido d’allarme sulle condizioni in cui, oggi, vive il mondo delle carceri in Italia. Vivibilità ridotta per i detenuti ma anche condizioni di lavoro disumane a cui sono costretti gli agenti della penitenziaria.

Quanto accaduto e rilevato, a seguito della visita del deputato Enza Bruno Bossio e dalla successiva ispezione chiesta dal Ministro della Giustizia Andrea Orlando, non può lasciarci indifferenti. Anzi. È un fatto grave che infanga l’onorabilità della nostra Città e dell’intero territorio che, da sempre, sono ambasciatori dei valori dell’ospitalità e dell’accoglienza.

È, questo, quanto ribadito dal Presidente del Consiglio comunale Vincenzo Scarcello, intervenendo in merito all’incresciosa vicenda che ha fatto emergere le condizioni critiche, a limite della civiltà, in cui versano le carceri rossanesi.

Il problema del sovraffollamento delle case di reclusione che, inevitabilmente – dichiara Scarcello – porta a conseguenze così drammatiche, purtroppo fa emergere lo stato critico in cui versa il mondo delle carceri in Italia. Infatti, se da un lato è allarmante la denuncia pubblica del deputato Enza Bruno Bossio che, nel corso di una sua visita privata, ha rilevato le condizioni disumane in cui sono stati trovati alcuni detenuti della struttura rossanese, dall’altro è altrettanto grave quanto continuano a far emergere, e non da oggi, i sindacati di polizia penitenziaria riguardo alla carenza di personale e alla mancanza delle forniture necessarie alla sussistenza stessa della casa circondariale di Rossano.

E dispiace come – precisa il Presidente del Consiglio comunale – negli ultimi tempi la nostra Città, che da sempre si fregia con vanto della sua grande capacità di accoglienza e ospitalità, sia stata messa al centro di un tourbillon di polemiche che esulano totalmente dalle caratteristiche genetiche dei suoi cittadini. Pertanto – aggiunge Scarcello – mi corre l’obbligo di invitare quanti, in questi giorni, stanno continuando la loro sacrosanta battaglia di civiltà nel rivendicare i diritti, sia dei detenuti che del personale penitenziario, a rimarcare, più di quanto è stato già fatto, che gli avvenimenti registrati all’interno del penitenziario cittadino, esulano dall’humus sociale della Città di Rossano.

Nel contempo, conoscendo e apprezzando l’opera di integrazione e recupero messa in atto all’interno della struttura carceraria locale, sono certo che tali fatti rimarranno isolati e ricordati solo come uno spiacevole episodio. Faccio appello, invece – conclude il Presidente dell’Assise civica – al Ministro Orlando affinché guardi con rinnovata e maggiore attenzioni alle dinamiche di questo territorio impegnato nella rivendicazione del fondamentale diritto alla giustizia, considerato in ogni sua declinazione.

Quanto accaduto nel carcere di Rossano è la cartina tornasole del dato, oggettivo e inconfutabile, che l’Area urbana Corigliano-Rossano e, più in generale, la Sibaritide hanno bisogno di ridare funzionalità a tutti quei presidi che garantiscono il sistema giudiziario, a partire dalla immediata riapertura del Tribunale di Rossano per finire ad una maggiore considerazione delle esigenze del carcere di contrada Ciminata, tra i più grandi e importanti dell’intero Meridione.

Gianluca Teobaldo

http://www.infooggi.it, 20 agosto 2014

Giustizia: Riforma, si parte subito dal civile e dalla responsabilità dei Magistrati


giustizia-500x375Giro di consultazioni del ministro. Oggi vertice di maggioranza. Si parte dalla giustizia civile “che civile non è”, come dice Matteo Renzi su Twitter. Il premier prepara il terreno in vista del Consiglio dei ministri del 29 agosto che però, secondo il cronoprogramma, avrebbe dovuto sbloccare l’intera riforma annunciata per titoli il 30 giugno.

Perché in quel pacchetto, articolato in 12 punti, c’era un po’ di tutto, oltre al processo civile: intercettazioni, elezione del Csm, azione disciplinare, riduzione delle sedi delle Corti d’Appello, tempi di prescrizione, reati contro la criminalità economica compresi il falso in bilancio e l’auto-riciclaggio. Ma questi ultimi sono temi caldi ancora in discussione al tavolo delle trattative aperto fin da luglio dal ministro Andrea Orlando.

Renzi, dunque, aggiusta il tiro e dice esplicitamente che il primo passo della riforma sarà fatto sul terreno della giustizia civile. E così, stamattina, il vertice di maggioranza convocato al ministero avrà un ordine del giorno sui cosiddetti temi “non divisivi”.

Quelli per cui è scontato il via libera in Parlamento anche da parte di FI che pure non fa parte della maggioranza: accelerazione del processo civile, dimezzamento dell’arretrato civile, magistratura onoraria, Tribunale della famiglia e delle Imprese. E, forse, ci sono pure i margini per chiudere il testo sulla responsabilità civile dei magistrati.

“Già se si potesse portare questo primo pacchetto di testi sul civile nel Cdm di fine agosto sarebbe un grande risultato, una vera rivoluzione anche perché sono i temi che maggiormente incidono sui dati economici e in particolare su quelli relativi agli investimenti”, commenta Donatella Ferranti (Pd) che presiede la commissione Giustizia della Camera.

Il primo pacchetto, quindi, diventerebbe ancora più sostanzioso se il ministro Orlando riuscirà a chiudere entro fine mese anche il testo sulla responsabilità civile dei magistrati. L’accordo è a portata di mano, tutti condividono la responsabilità indiretta ma Enrico Buemi (Socialisti) stamattina ripeterà al Guardasigilli che la garanzia offerta dalla metà dello stipendio del magistrato (ritenuto responsabile per avere amministrato male la giustizia) è ancora troppo bassa.

Nella delegazione del Pd (oggi ci saranno in via Arenula Walter Verini e Giuseppe Lumia) questa tesi non convince, come ci sono mille perplessità e sospetti in casa dem sul pressing esercitato da Ncd: “L’abuso interpretativo da parte del magistrato deve essere considerato una violazione di legge”, sostiene il senatore Nico D’Ascola che nel vertice di maggioranza troverà ascolto da parte del viceministro della Giustizia Enrico Costa (Ncd).

Domani il ministro incontrerà invece le minoranze: M5S, Sel e FI. Per il partito di Berlusconi, “la riforma della giustizia è necessaria e urgente” tanto che “l’attesa è forte”. In particolare FI punta sui nodi del penale (intercettazione e prescrizione) sperando che “sia cambiato qualcosa rispetto a quanto prospettato alle delegazioni” azzurre nel primo giro di tavolo.

Dino Martirano

Corriere della Sera, 20 agosto 2014

Di Lello (Psi): Meno detenuti per droga ? I manettari se ne facciano una ragione


On. Marco Di Lello“È strano come in Italia nulla vada mai bene: prima c’erano troppi carcerati, ora, per qualcuno, troppo pochi”. Lo dichiara l’Onorevole Marco Di Lello, Presidente dei Deputati del Partito Socialista Italiano (PSI) e membro della Commissione Giustizia di Palazzo Montecitorio, nel replicare agli esponenti della Lega Nord che hanno rimarcato gli effetti della legge svuota-carceri e delle norme sulla depenalizzazione del possesso di stupefacenti.

“Lo svuota-carceri approvato cinque mesi fa, prevede di evitare l’arresto nei casi di piccolo spaccio per andare incontro alla necessità affrontare la questione del sovraffollamento, nella convinzione che oltre 20mila detenuti erano e sarebbero un numero indegno di un paese civile. Dopo questo primo provvedimento di depenalizzazione di reati minori. Ora è urgente intervenire in materia di custodia cautelare. Il Parlamento continuerà in questa direzione nei prossimi mesi. I manettari – conclude l’On. Di Lello – se ne facciano una ragione”.

Laise (Sel Cosenza) : Siano ristabilite condizioni più umane per i detenuti a Rossano


carcere chiave cellaSpesso si fa ricorso alla frase in cui si afferma che le prigioni sono lo specchio della civiltà di un Paese. Leggendo la gravissima denuncia fatta dall’Onorevole Enza Bruno Bossio in merito alle condizioni dei detenuti del carcere di Rossano, sembrerebbe opportuno poter giudicare molto basso il livello di civiltà del nostro Paese. La deputata pone l’accento su condizioni e comportamenti, messi in essere dalle istituzioni, che non possono essere accettate.

Detenuti che vivono in condizioni inumane, percossi e senza adeguata assistenza umana, rappresentano gravissime violazioni dei diritti umani che non ha conseguenze limitate ai soli detenuti.
Già nel 1904, il deputato socialista Filippo Turati affermava che “le carceri italiane, nel loro complesso, sono la maggior vergogna del nostro Paese. Esse rappresentano l’esplicazione della vendetta sociale nella forma più atroce che si abbia mai avuta”. Sicuramente certezza della pena e punizione della colpa, devono rappresentare punti fondamentali del nostro sistema giudiziario e penale, però è altrettanto vero che spesso tali concetti, detenzione in seguito ad una condanna, sono riservati a chi commette reati di pericolosità sociale abbastanza relativa. Le nostre carceri si riempiono di piccoli spacciatori, ladruncoli e criminali di piccolo cabotaggio, che nei sistemi penali stranieri spesso vengono indirizzati a pene alternative, mentre ben altro trattamento viene riservato ai “colletti bianchi”.  Si sta cercando, per sanare il problema del sovraffollamento delle prigioni, di ragionare sull’abolizione della “Bossi-Fini” e della “Giovannardi-Fini” che hanno avuto come unico risultato quello di sbattere in carcere migranti e piccoli spacciatori ma non hanno inciso ne nel fermare i flussi migratori clandestini ne di ridurre lo spaccio di droga.
Il mio potrà sembrare un discorso da “garantista” ma, in realtà, si tratta di una considerazione che parte da dati statistici chiari: è il carcere, che oramai ha perso il suo compito principale di istituto di rieducazione, ha trasformare piccoli delinquenti, spesso facilmente recuperabili, in criminali abituali. Rinunciare a considerare il carcere come mezzo di recupero per questi uomini significa rinunciare ad affrontare seriamente il problema della criminalità organizzata e della facilità con cui recluta manodopera.
Altra questione che merita, poi, attenzione e chiarimenti da parte delle autorità penitenziarie, sono le presunte parole dette dal vice commissario Ciambrello, che chiedeva conto alla Bruno Bossio su come si fosse permessa di visitare il carcere senza permesso. Il vice commissario dimentica che i Parlamentari della Repubblica possono visitare, senza preavviso, gli istituti penitenziari della nostra Repubblica. E, ricordando i troppi casi non ancora chiariti, quello di Stefano Cucchi il più famoso/famigerato, bisognerebbe riflettere sul fatto che nel solo 2014 i morti nelle carceri italiane sono ben 91 (25 suicidi) e, dal 2000 sono ben 2329 (826 suicidi).
Mi auguro che al più presto si chiariscano tutte le vicende poco chiare del carcere rossanese, che si puniscano i comportamenti violenti e prevaricatori e che si ristabiliscano condizioni di vita umane per i detenuti perchè, nei Paesi nei quali gli uomini non si sentono sicuri in carcere, non si sentono sicuri nemmeno in libertà.

Alberto Laise – Segreteria Provinciale SEL

18 Agosto 2014