Un anno fa aveva ammazzato a Sutri (Viterbo) la sua compagna per gelosia con sette coltellate alla gola e tentò il suicidio, quattrordici anni prima la moglie a Roma a colpi di piccone. Aslan Agoi, 54 anni, albanese, si è tolto la vita nella Casa Circondariale di Marassi a Genova, impiccandosi con la cordicella della tuta legata alla finestra. Per impiccarsi ha atteso che i suoi compagni uscissero per recarsi all’aria. Inutili sono stati i soccorsi prestati dal personale di Polizia Penitenziaria e dai Sanitari del 118.
Era un detenuto in attesa di giudizio. L’11 novembre scorso a Sutri, aveva ucciso la sua compagna mentre i figli di lei erano a scuola e aveva tentato di suicidarsi bevendo candeggina. L’uomo, quattordici anni fa, aveva ucciso la moglie. Era accaduto a Cave, in provincia di Roma: la donna fu ammazzata a picconate, colpita più volte alla testa. Per quell’omicidio, particolarmente cruento, fu condannato a 14 anni. Ma grazie agli sconti di pena, Agoi era tornato libero dopo 9 anni. Trasferitosi poi a Sutri, aveva conosciuto questa connazionale, molto più giovane di lui. Era sempre chiuso in casa, molti dei vicini non sapevano che faccia avesse.
«Non siamo riusciti a evitare questa morte – interviene Fabio Pagani, segretario regionale del sindacato Uilpa Penitenziari –, ma questo fatto rilancia l’emergenza che il carcere di Marassi sta affrontando. Questo carcere un girone infernale, la struttura è sovraffollata, ci sono 730 detenuti contro i 435 che può contenere». Nelle celle in Italia quest’anno ci sono stati 36 suicidi, 545 tentati, 198 detenuti salvati in extremis dal personale di polizia. Gli atti di autolesionismo sono stati 3768 e gli episodi di aggressioni al personale hanno toccato quota 760. «Siamo sotto organico e i colleghi che sono finiti all’ospedale sono stati 216».