Modena, Radicali attaccano il Consiglio Superiore della Magistratura. Legnini assicura la risoluzione del problema


Rita BernardiniUn attacco durissimo, con cui Rita Bernardini quasi sperava di essere citata in giudizio dal Csm. E invece la nota della segretaria di Radicali italiani ha finito per aprire un caso che il vicepresidente del Consiglio Giovanni Legnini si è impegnato a risolvere.

Tutto nasce per l’incredibile vicenda del Tribunale di Sorveglianza di Modena dove, come denunciava un comunicato diffuso da Bernardini ieri mattina, “quest’anno il Csm si è prodotto in un altro capolavoro: ha nominato un magistrato donna che si è messa subito in maternità e prenderà servizio a metà del 2016”.

Già l’anno scorso, attacca la leader radicale, “avevo denunciato il fatto che al Tribunale di Sorveglianza di Modena avessero nominato in un posto vacante da tempo un tale che se ne era andato subito dopo in ferie e, dopo le ferie, in pensione”. E questo, ricorda ancora Bernardini, “ha come conseguenza l’inosservanza per anni dei diritti dei detenuti che non ottengono risposte alle loro legittime istanze”.

Si tratta, a giudizio della segretaria di Radicali italiani, di disattenzioni così gravi da fa ritenere che “al Consiglio Superiore della Magistratura si comportino come “delinquenti abituali”: attendo denuncia da parte dei vertici del Csm perché vorrei dimostrare in una sede propria – un’aula di Tribunale – che questi comportamenti “buffoneschi” hanno come esito la violazione di diritti umani fondamentali”. Invece della denuncia arriva nel pomeriggio una telefonata, certo preoccupata, del vicepresidente Legnini. Che chiede più approfondite spiegazioni a Bernardini del perché di una presa di posizione così dura. E le assicura che, anziché alla lite personale, si dedicherà a risolvere l’emergenza nell’ufficio modenese e a cambiare una situazione effettivamente fuori controllo.

Errico Novi

Il Garantista, 6 agosto 2015

Modena: il Magistrato di Sorveglianza è incinta, detenuti senza Giudice fino a giugno 2016


togheDa un anno e mezzo l’ufficio del giudice che regola permessi, licenze e liberazioni resta “vacante”: il Csm nomina un magistrato, ma resterà in maternità fino all’estate 2016. Intanto continua la rotazione di giudici impegnati in altre attività.

La Camera penale di Modena: situazione che sta creando disagi gravissimi in carcere a Sant’Anna. Pd, Sel e Per Me Modena organizzano visita. Resta gravissima la situazione dell’Ufficio per il Magistrato di sorveglianza di Modena. A un anno e mezzo dal vuoto della poltrona – coperto in rotazione da giudici che svolgono questo impegno dopo l’attività ordinaria – ora arriva una notizia paradossale: il magistrato appena nominato dal Csm, una donna, è già entrata in congedo maternità. Prenderà servizio solo dal giugno 2016. Quindi per un altro anno l’Ufficio, anche se non vacante, resterà vuoto.

Questa situazione ha gravi conseguenze sui detenuti e coloro che devono per i motivi più vari rivolgersi a quell’unico giudice per ottenere un documento che permetta di svolgere una vita regolare: permessi, provvedimenti provvisori, liberazioni anticipate e programmi di trattamento dipendono tutti da quella firma. Ma dal maggio 2014, quando è andato via l’ultimo giudice designato, Roberto Mazza, l’ufficio è rimasto vuoto.

Dopo il giudice Mazza è stato nominato il giudice Sebastiano Bongiorno che, dopo una fugace comparsa nell’ufficio di via San Pietro, è andato in ferie e subito dopo in pensione. Il seguito è stato in susseguirsi di magistrati che a rotazione hanno cercato di supplire alla grave carenza di una nomina ufficiale. Li coordina l’Ufficio di Sorveglianza di Bologna, ma anche questo ufficio soffre di carenze di magistrati. Per cui è capitato che un giudice modenese per molti mesi ha dovuto seguire tutte le pratiche accumulate della Sorveglianza a Modena e Reggio dopo la giornata ordinaria nell’aula del tribunale. Questa situazione di confusione e lacune ha ripercussioni gravi sui detenuti in carcere: a Sant’Anna siamo al minimo storico con 310 detenuti ma di questi ben 200 (due su tre) sono stranieri. A questi si aggiungono anche persone che hanno disturbi mentali, come il 57enne gravissimo in ospedale dopo aver tentato il suicidio. Fatti denunciati dal sindacato Sappe.

E che ora stigmatizza anche l’avvocato Enrico Fontana per la Camera penale di Modena: “Non possiamo non denunciare con estrema durezza quanto accaduto quando il “detenuto n. 1” (i detenuti sono numeri ascritti a fredde statistiche) ha tentato il suicidio versando in fin di vita. Recluso in espiazione pena a Sant’Anna, il “detenuto n. 1″ era attinto da evidenti problemi di salute mentale. Immediatamente dopo l’ingresso in carcere ha richiesto di poter usufruire della detenzione domiciliare per pene brevi, l’iter decisionale del quale dovrebbe essere di poche settimane. A quell’istanza, la risposta non è mai giunta in tempo per l’assenza per il secondo anno consecutivo di un magistrato di sorveglianza titolare. Di qui la disperazione”.

“Dopo i preoccupanti episodi degli ultimi giorni, opportuno comprendere quale sia la situazione del carcere modenese, anche attraverso una visita all’interno della struttura2, ha detto la vicecapogruppo Pd a Modena, Grazia Baracchi, prima firmataria dell’ordine del giorno sul carcere Sant’Anna depositato dal Gruppo Pd insieme ai consiglieri di Sel e Per Me Modena.

Carlo Gregori

Gazzetta di Modena, 6 agosto 2015