Dal 29 ottobre al 1 novembre a Chianciano Terme si terrà il XIV Congresso dei Radicali Italiani


On. Bernardini RadicaliLo statuto di Radicali Italiani prevede che ogni anno il congresso del Movimento si tenga “a data fissa nella decade che include il 1 novembre” (art. 3, comma 1). Lo stesso statuto conferisce al segretario la prerogativa/compito di convocarlo (art. 7, comma 2).

Nel convocare la nostra assise da giovedì 29 ottobre a domenica 1 novembre, sento il dovere di dire a ciascuno di voi ciò che ritengo fondamentale per fare dell’appuntamento un fatto politico all’altezza della storia radicale che – avendo come naturale riferimento il Partito Radicale Nonviolento Transnazionale Transpartito che insieme ad altri soggetti costituiamo – compie, in questi giorni, sessant’anni.

Io propongo che l’obiettivo del XIV Congresso sia quello di sostenere all’Onu – con un nostro diretto, forte impegno e adeguate lotte – la battaglia già incardinata per la transizione verso lo Stato di Diritto attraverso l’affermazione del diritto umano alla conoscenza, contro la ragion di Stato. Ed è all’Italia (che vogliamo divenga finalmente consapevole di sé, dei suoi limiti e delle ferite da decenni inferte alla democrazia e ai diritti umani) che noi intendiamo affidare la leadership della campagna alle Nazioni Unite, cosicché la sua candidatura – già avanzata – a membro del Consiglio di Sicurezza non sia la scontata occupazione di un posto di potere, ma abbia il respiro di una strategia politica per il futuro.

Indichiamo a noi stessi questa prospettiva mentre siamo al minimo della nostra rappresentanza istituzionale e allo stremo delle nostre possibilità economiche. Ciò che non mi ha fatto scoraggiare fino a mollare è stato vivere giorno dopo giorno con Marco Pannella, il quale continua a testimoniare con la sua forza morale ed intellettuale ciò di cui è intimamente convinto e che ci ha portato in passato ad ottenere, proprio all’Onu, la moratoria delle esecuzioni capitali e l’istituzione del Tribunale Penale Internazionale. Non è un caso che proprio in queste ore ci giunga un prestigioso riconoscimento da parte del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, che ha eletto Elisabetta Zamparutti quale membro italiano del Cpt (Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura). È il tributo ad una storia, quella radicale, la nostra, la tua.
Sia chiaro: l’obiettivo che propongo al dibattito congressuale di Radicali Italiani è al cento per cento anche italiano. È il governo italiano che vogliamo e dobbiamo convincere perché faccia propria la campagna per la transizione verso lo Stato di Diritto attraverso l’affermazione del diritto umano alla conoscenza, contro la ragion di Stato. Dobbiamo ottenere questo risultato, non solo grazie alle interlocuzioni che Pannella ha avuto ed ha con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, i quali hanno voluto far sentire la loro voce – non di circostanza – alla conferenza del 27 luglio al Senato organizzata da Matteo Angioli sull’”Universalità dei Diritti Umani per la transizione verso lo Stato di Diritto e l’affermazione del Diritto alla Conoscenza”. Dobbiamo sempre più ora, attraverso le nostre articolazioni territoriali e tematiche e lottando contro la disinformazione del sistema, far sì che la battaglia divenga obiettivo conosciuto, capito e condiviso dai cittadini. Propongo che ogni radicale, ogni associazione (costituita e da costituire) si faccia, attraverso la sua concreta e diversificata presenza nel paese, testimone e soggetto di questo grande impegno capace di “concepire il nuovo possibile”.

L’obiettivo è al cento per cento italiano anche – infine – per la requisitoria severa e circostanziata che vogliamo continuare a portare avanti contro uno Stato che ha violato e viola sistematicamente i diritti umani nei settori vitali della giustizia con la sua ignobile appendice carceraria, dell’economia, dell’ambiente, delle libertà civili e politiche. Lo abbiamo sempre fatto nei sessant’anni di vita del Partito Radicale. E in questi ultimi anni, via via che l’arroganza del regime diveniva sempre più indecente negando fino a renderla nulla la possibilità dei cittadini del nostro paese di poterci ascoltare attraverso i mass media, abbiamo praticato la via delle giurisdizioni nazionali, europee e internazionali per affermare diritto e diritti. Ce lo ha riconosciuto Giuseppe De Rita quando il 2 agosto scorso sul “Corriere della Sera” ha scritto che abbiamo aperto una strada oggi percorsa anche da altri.

Solo se lo Stato italiano e i suoi massimi rappresentanti e istituzioni prenderanno coscienza di ciò che è accaduto e sta accadendo al nostro Paese sarà possibile quella transizione verso lo Stato di Diritto democratico federalista e laico che alcuni esponenti del mondo arabo hanno suggerito per loro stessi e per noi quando li abbiamo coinvolti nella campagna per il riconoscimento del diritto umano alla conoscenza in sede Onu.

Ecco, care compagne e cari compagni, è questo l’obiettivo assolutamente necessario per noi e per tutta la galassia radicale che ritengo debba essere il tema di confronto e incontro del nostro XIV Congresso.

Vi prego di essere presenti fin dall’apertura dei lavori alle ore 16:00 di giovedì 29 ottobre, lavori che, come da tradizione, si apriranno con la relazione mia e del Tesoriere Valerio Federico. La nostra assemblea proseguirà per le intere giornate di venerdì 30 e sabato 31 ottobre per concludersi domenica 1° novembre con l’approvazione dei documenti e l’elezione dei nuovi organi statutari.

Un abbraccio forte pieno di gratitudine per aver sostenuto il Movimento nell’anno politico che volge al termine.

Rita Bernardini, Segretario Nazionale di Radicali Italiani

Tribunale Sorveglianza di Roma “no a revoca del regime di 41 bis per Provenzano”


Aula Udienza Tribunale“Il Collegio ritiene che le restrizioni trattamentali in esame siano pienamente giustificate e funzionali rispetto alla finalità di salvaguardia dell’ordine e delle sicurezza pubblica, sussistendo il pericolo di continuità di relazioni criminali tra Bernardo Provenzano e la potente organizzazione di appartenenza, che annovera latitanti di massimo spicco (quale Matteo Messina Denaro); con la conseguenza che il regime speciale di cui all’articolo 41 bis deve essere confermato”.

Lo sostiene il Tribunale di sorveglianza di Roma rigettando il reclamo proposto dai difensori di Bernardo Provenzano contro la proroga del regime di carcere duro. Il capomafia corleonese è attualmente detenuto presso il carcere milanese di Opera, nel reparto di medicina protetta dell’ospedale San Paolo e in regime di 41 bis. I giudici del Tribunale di sorveglianza prendono atto, dalla relazione del 25 novembre scorso dei sanitari del San Paolo, che “il detenuto trascorre le giornate allettato alternando periodi di sonno e vigilanza… l’atteggiamento del paziente, le condizioni neurologiche primarie e la storia clinica lasciano supporre un grave decadimento cognitivo”.

Tuttavia, secondo i giudici che hanno rigettato il reclamo, “tali condizioni non consentono di ritenere venuto meno il pericolo che il detenuto, capo indiscusso da tempo remoto dell’associazione Cosa Nostra – possa mantenere contatti con l’organizzazione criminale”. I giudici del Tribunale di sorveglianza sostengono che “invero, la valutazione dei sanitari, formulata comunque in termini supposizione circa il grave deterioramento cognitivo… indica non già la totale incapacità di attenzione e orientamento spazio temporale, bensì il degrado, tra l’altro neanche quantificato, delle funzioni attentive e cognitive, tale da non escludersi del tutto e in termini di assoluta certezza che il medesimo non possa impartire direttive di rilevanza criminale o strategiche per le attività dell’organizzazione attraverso i familiari o persone di fiducia”.

I magistrati ritengono, respingendo il reclamo, che si sia in presenza di un quadro sanitario non ostativo alla sempre possibile veicolazione all’esterno di messaggi, indicazioni, direttive criminali, che “essendo provenienti dal capo supremo di Cosa Nostra, soggetto depositario di innumerevoli segreti e conoscenze… È di tutta evidenza – scrivono nell’ordinanza di rigetto – che, anche una esternazione apparentemente frammentaria e semplice, assumerebbe una valenza estremamente significativa e pericolosa se fatta pervenire con qualunque mezzo all’interno dell’organizzazione criminale, solo sulla base della mera provenienza da Bernardo Provenzano”.

Bernardini (Radicali): conferma del 41-bis a Provenzano decisione sconcertante

“Appaiono sconcertanti le motivazioni con le quali il Tribunale di Sorveglianza di Roma ha confermato il 41-bis a Bernardo Provenzano. La proroga del “carcere duro” ad un ultraottantenne incapace di intendere e di volere, alimentato artificialmente e allettato, offende l’intelligenza ed è la dimostrazione del basso livello di democraticità del nostro Stato che usa metodi peggiori di quelli delle cosche per contrastare la criminalità organizzata di stampo mafioso”.

Lo dichiara in una nota Rita Bernardini, segretaria nazionale di Radicali italiani. “In un attimo di lucidità Bernardo Provenzano potrebbe ancora impartire direttive criminali”, così i giudici motivano il loro provvedimento, palesemente dimostrando l’inefficienza di uno Stato che – denunciano i Radicali – senza la gabbia di vetro del 41-bis, non è in grado di stoppare il passaggio di un pizzino che peraltro Provenzano non è nemmeno in grado di scrivere”. “Ciò che rattrista di più è che, nonostante tutti questi magistrati ‘lottatori’, la criminalità mafiosa prospera e si diffonde in ogni angolo nel Paese – conclude Rita Bernardini – a scapito dello Stato democratico sempre più anoressico, ormai agonizzante”.

Legale: conferma 41-bis Provenzano è insulto a logica

“Di fronte ad una decisione come questa mi viene da chiedere: a chi giova una motivazione cosi’? Si puo’ dire che, se questi sono i provvedimenti, allora dovremmo stare molto attenti a tutti i rinnovi di 41 bis?”. Non usa mezzi termini l’avvocato Rosalba Di Gregorio, legale di Bernardo Provenzano, per commentare la decisione del Tribunale di sorveglianza di Roma di rigettare la richiesta di revoca del regime di carcere duro a cui è sottoposto l’anziano e malato boss corleonese. “Avevamo chiesto -aggiunge il legale- una perizia che non è stata realizzata. Avevamo inoltre chiesto di acquisire i colloqui videoregistrati, avvenuti con i parenti, al fine di verificare l’effettivo stato di Provenzano. Ricorreremo in Cassazione. Per gli insulti alla logica -conclude il legale- non occorre parlare, basta leggere il provvedimento”.

Giustizia Penale e Detenzione : la trasmissione di Radio Carcere del 17 Giugno 2014


Radio CarcereAlfano: quando un ministro sentenzia su un omicidio che è ancora nella fase delle indagini (quello di Yara Gambirasio). Il Presidente Renzi annuncia una prossima riforma della giustizia. Il decreto che dovrebbe essere varato dal Governo e che prevederebbe la riduzione della pena per chi sta in carcere e anche un risarcimento per chi da poco è stato scarcerato. L’errore sulla Gazetta ufficiale relativo alla pubblicazione della legge sugli stupefacenti.

Conduce : Riccardo Arena, Direttore Radio Carcere

In Studio : Rita Bernardini, Segretario Nazionale Radicali Italiani

http://www.radioradicale.it/scheda/414085/radio-carcere-informazione-su-giustizia-penale-e-detenzione