Pordenone: giovane morto in Carcere, Pd e Forza Italia portano il caso in Parlamento


Carcere di PordenoneIl deputato Andrea Martella (Pd) presenterà un’interrogazione. Il pm Matteo Campagnaro andrà oggi in sopralluogo nel carcere di Pordenone. Il caso di Stefano Borriello finisce in Parlamento. Una settimana fa il 29enne accusato di rapina è morto nel carcere del Castello di Pordenone. Non si danno pace i familiari e gli amici, che vogliono vederci chiaro e capire se la morte di Stefano avrebbe potuto essere evitata.

E le stesse domande che si fanno i genitori, verranno fatte anche in parlamento. Nel dettaglio sono stati alcuni deputati a muoversi, anche sulla scorta di un’inchiesta sulle condizioni delle carceri italiane pubblicata dal Manifesto. La documentazione relativa al decesso di Stefano Borriello è finita sul tavolo dei parlamentari Andrea Martella, di Portogruaro e vicepresidente del gruppo del Partito Democratico alla Camera, e dei due vicepresidenti della Camera, il democratico Roberto Giachetti, e Simone Baldelli di Forza Italia, da tempo sensibile alla questione delle carceri italiane. Martella, con la collaborazione dei due colleghi deputati, sta preparando un’interrogazione parlamentare con cui chiedere approfondimenti sulla morte di Borriello.

Intanto don Andrea Ruzzene, sacerdote della Beata Maria Vergine Regina di Portogruaro, ha deciso di abbassare i riflettori sulla vicenda, dopo le perplessità espresse nei giorni scorsi. “Non parlo più, me lo ha imposto la famiglia del ragazzo e io rispetto questa loro decisione. Non voglio parlare”, ha chiarito il parroco.

“Ma io non ho mai parlato di caso Cucchi, riferendomi a Stefano”. Don Ruzzene aveva agitato qualche ombra sull’operato delle guardie carcerarie e sulla prontezza di riflessi di chi avrebbe dovuto intervenire. Conosceva Stefano Borriello, e sostiene che nonostante questo gli sia stato impedito di incontrarlo. “Stava male da giorni, l’hanno portato in ospedale quando ormai stava morendo. Se l’avessero fatto qualche giorno prima, magari”, è stato lo sfogo del sacerdote nei giorni scorsi. Dubbi, quelli espressi dal parroco, che ora richiedono delle risposte.

Oggi il pm Matteo Campagnaro eseguirà un sopralluogo nel carcere di Pordenone, per raccogliere ulteriori elementi che possano contribuire a fare luce sulle ombre gettate sulla morte del giovane. Intanto si allungano i tempo per l’ultimo saluto al 29enne. Il nulla osta alla celebrazione delle esequie non è ancora stato concesso, e quasi certamente si andrà dopo ferragosto. Il funerale comunque dovrebbe essere celebrato nella di San Nicolò.

Rosario Padovano

La Nuova Venezia, 16 agosto 2015

Viaggio nel mondo del Carcere, “la più grande vergogna italiana”


Isernia 1Il libro “Viaggio nel mondo del carcere”, di Davide La Cara e Antonino Castorina, del movimento Giovani Democratici, raccoglie contributi di chi da anni si batte per i diritti dei detenuti e racconta le storie drammatiche dei reclusi vittime del sovraffollamento e delle condizioni di vita degradanti.

Le carceri italiane, nel loro complesso, “sono la maggior vergogna del nostro Paese” e rappresentano “l’esplicazione della vendetta sociale nella forma più atroce che si abbia mai avuta”, come sosteneva Filippo Turati. È la realtà che emerge dal libro “Viaggio nelle carceri”, di Davide La Cara e Antonino Castorina, del movimento Giovani Democratici. “Dentro il pacchetto della giustizia Orlando, riteniamo importante focalizzare l’agenda sul tema delle carceri.

Abbiamo chiesto al direttore del quotidiano “Il Garantista”, Piero Sansonetti, di promuovere questa discussione, anche sul suo giornale”, commenta Castorina. E l’appello è stato accolto entusiasticamente dal direttore, che dichiara: ” Se non si parla di riforma delle carceri, è inutile parlare di riforma della giustizia. Nel nostro paese, non è mai stato risolto nulla. Solo negli anni 70, se ne è parlato, perché cominciarono ad esserci delle rivolte. Che aspettiamo? Che i detenuti si ribellino ancora?”.

Il saggio è ricco di contributi da parte di chi, nel corso degli anni, si è battuto per la causa delle carceri e si è interrogato sul senso della loro esistenza, come Rita Bernardini, segretaria dei Radicali Italiani, Roberto Giacchetti, vicepresidente della Camera dei Deputati, l’onorevole Laura Coccia, l’onorevole Enza Bruno Bossio e molti altri. Tante le storie raccolte nel libro, edito da Editori Riuniti Internazionali (Eir), che tracciano il panorama delle carceri italiane – da Rebibbia a Regina Coeli a Roma, da Poggioreale a Napoli a San Pietro a Reggio Calabria, dall’Opg di Barcellona Pozzo di Gotto a il Coroneo di Trieste – disumano e avvilente, dalla cui visita, è nato il progetto del testo, per denunciarne le carenze strutturali.

“Negli istituti ho incontrato molta gente, migliaia di occhi, ma prima di tutto persone con le loro storie, i loro drammi, le loro speranze (…) – racconta l’onorevole Coccia nel libro. Visitando una sezione sovraffollata, mentre avevo una sensazione opprimente al limite della claustrofobia, ho sentito un urlo “benvenuti allo zoo!”: mi si è gelato il sangue”.

Davide La Cara ha visitato il carcere di Rebibbia e, nel libro, si sofferma sulle condizioni di vita dei detenuti: “(…) Nella cella accanto dormono in undici, su una superficie che potrebbe contenerne massimo quattro, hanno risolto installando vecchi letti a castello in legno a tre piani. Vicino c’è una porta che conduce a una sorta di cucina: un mobiletto col cucinino a gas che sta scaldando l’acqua per la pasta, accanto a questa, il lavandino e il water”. Sono queste le condizioni disumane che hanno portato a varie sanzioni da parte della Corte europea all’Italia, non ultima la sentenza Torreggiani, “che ha giudicato le condizioni dei detenuti una violazione degli standard minimi di vivibilità che determina una situazione di vita degradante”.

Una delle interviste di La Cara, quella a Nobila, madre di Federico Perna – morto a Poggioreale lo scorso anno a causa di un ictus, ma sulle cui cause certe di morte, c’è ancora da fare chiarezza – pone in luce l’aspetto di totale arbitrarietà, che pure vige nelle carceri. “Federico mi aveva raccontato di aver subito abusi sessuali, da parte delle stesse guardie carcerarie a cui avrebbe dovuto denunciare il fatto (…).

Non ho mai capito perché abbia girato 9 carceri in 3 anni. Un ragazzo malato di epatite C e di cirrosi epatica, per quale motivo viene sbattuto da carcere a carcere, per andarsi a prendere altri virus? (…) Federico è morto per le percosse, è stato ammazzato; aveva escoriazioni in tutto il corpo, anche nelle orecchie, e bruciature di sigarette”.

E nel testo, in chiusura, compare anche una intervista a Raffaele Sollecito, condannato a 25 anni in primo grado per l’omicidio di Meredith Kercher, a cui è stata annullata, dalla Cassazione e dalla Corte d’assise d’appello di Firenze, l’assoluzione. Dopo ben 7 anni, il suo processo non è ancora terminato, diventando così un caso mediatico: “Chi è abituato a entrare e uscire di prigione, sente una appartenenza a quella struttura. Ci trovano delle regole, delle figure di riferimento, un’educazione che non hanno mai ricevuto. È un mondo a parte (…) Penso che in carcere pesi molto la questione istruzione. Più del 90% di quelli che ho conosciuto durante la mia pena sono quasi analfabeti. Non hanno alcun tipo di educazione”.

Il testo ha visto anche la collaborazione del mondo delle associazioni e del volontariato. La Cara ha infatti intervistato per la stesura del libro, Paolo Strano, dell’associazione Semi (di) Libertà, che si occupa del reinserimento nel mondo del lavoro dei detenuti degli istituti penitenziari romani, tramite l’attività dei birrai.

“Il progetto nasce a Regina Coeli da una mia esperienza nel carcere. In quanto fisioterapista, sono stato mandato lì a svolgere il mio lavoro poiché i detenuti non posso essere trasferiti da noi(..) Dopo la mia esperienza lavorativa, ho deciso di fare qualcosa (…) fino a due anni fa non sapevo nulla di birra artigianale, ho iniziato ad approfondire e studiare l’argomento. Grazie al Miur, è iniziata la formazione dei detenuti all’Istituto Sereni, che ospita un birrificio. Il tirocinio pratico si svolge invece presso Eataly, dove produciamo birra assieme ad alcuni birrai di Roma”.

Castorina, co-autore del libro, ha svolto la sua ricerca a Reggio Calabria, dove forte, è stato il problema del sovraffollamento:” Il problema del sovraffollamento a Reggio Calabria è stato in parte arginato dalla recente inaugurazione della struttura di Arghillà, ma purtroppo non è stato ancora risolto- commenta la direttrice del carcere, che sostiene pratiche per riabilitare i detenuti- “Può sembrare banale, ma il lavoro nelle carceri è uno strumento obbligatorio per legge (art 20-21-48 dell’ordinamento penitenziario del 1975), è qualcosa che rende il condannato un po’ più libero”.

La collaborazione di Roberto Giacchetti al libro ha fatto emergere una verità importante e inquietante:” Nel carcere non si possono comprare i voti; è per questo che la politica non fa niente per cambiare la situazione”. Ma è importante, secondo il vicepresidente della Camera, assicurare un “dopo il carcere” ai detenuti, reinserendoli in società, previa, preparazione di quest’ultima, alla loro accoglienza.

Maria Panariello

Redattore Sociale, 2 agosto 2014

Presentazione del libro di Davide La Cara e Antonino Castorina (Edizioni EIR). Il saggio è arricchito dai contributi di Rita Bernardini (Segretaria di Radicali Italiani) e Roberto Giachetti (Vicepresidente della Camera dei Deputati) e contiene un’intervista esclusiva a Raffaele Sollecito.

Radio Radicale – Camera dei Deputati 31 Luglio 2014

http://www.radioradicale.it/scheda/417792

 

Il Pm che sbaglia non pagherà, il testo della Camera sarà rivoluzionato in Senato


giustizia2Riforma della giustizia espressa al tavolo 6, al 5 aspettano la pubblica amministrazione. Venghino siori, venghino, al circo delle meraviglie del Renzi Matteo, uno che le spara grosse ma grosse, e tutti ci credono, sulla sua volontà riformatrice lib-lab, perché uno straccio di opposizione vera non c’è.

L’opposizione vera è di quelle sempre sul pezzo, di quelle che non dici sì, per esempio, sull’abolizione del reato di clandestinità, non tratti sulla peggior riforma possibile del Senato, figurarsi se ti mostri paralizzata dalle faide interne.

Non c’è, inutile fingere il contrario, e anche sulla pseudo riforma della giustizia il Renzi farà impunemente come con le tasse: chiacchiere. Sentite questa dichiarazione ovunque ripresa acriticamente.

“Potete stare certi”, afferma uno stretto collaboratore del premier, “che nella riforma della giustizia che sta preparando il Guardasigilli Orlando ci saranno norme che faranno venire il mal di pancia ai magistrati. Non per cattiveria, ma perché se è giusto che un sindaco o un parlamentare che sbaglia paghi, è altrettanto giusto che un giudice che mette in galera impropriamente un innocente o abusa dei suoi poteri, ne paghi le conseguenze”.

L’idea – continua il pistolotto – è quella di rimettere mano, come del resto chiede l’Unione europea, alla responsabilità civile dei magistrati. Oh, meno male, ma la responsabilità civile per dolo o colpa grave l’hanno già votata alla Camera, no? Qui la confusione regna suprema. L’emendamento della Lega è passato contro il governo, con i voti del centrodestra, con l’astensione dei 5 stelle e con il contributo di circa trentacinque franchi tiratori del Pd e di uno palese e determinato, Giachetti. Insieme al governo ha votato invece il Ncd di Alfano, quello che a chiacchiere si definiva la sentinella del centrodestra, i diversamente berlusconiani nel nome dell’antico garantismo.

Eh no, tuona la solitamente desaparecida responsabile della Giustizia del Pd, Alessia Morani, in Senato verrà cancellato il colpo di mano della destra approvato alla Camera grazie ai franchi tiratori. Ma allora il Senato serve al governo, sia pura giorni alterni! E perché quella norma non va bene? Risposta dello stretto collaboratore del premier: “Non sta in piedi, con quella norma nessun giudice andrebbe più a sentenza per timore delle conseguenze”; invece Orlando presenterà un testo in cui verrà fatta valere questa responsabilità, ma con un “filtro” della Corte d’appello per evitare ricorsi arbitrari contro i giudici.

E con una “corsia preferenziale ” quando si ravveda l’esistenza di un dolo grave. “Il tutto senza alcuna volontà punitiva”, garantiscono nell’entourage del Guardasigilli. Voi che cosa avete capito? Che il Renzi farà approvare una responsabilità fasulla di un giudice che qualsiasi altro giudice potrà invalidare, e potete giurarci che lo farà sempre e comunque; ma anche che il Renzi per essere o fingere di essere “il partito degli onesti che alza l’asticella dell’etica e della moralità” è pronto a restare sia pur non ufficialmente il partito alle Procure.

Non lo sapessero i lettori, pare che ci siano contatti in corso tra il ministro della Giustizia Andrea Orlando e i parlamentari di Beppe Grillo, sul tavolo proprio l’anticorruzione, l’inasprimento del falso in bilancio e l’allungamento dei tempi per la prescrizione. Roba forte. Il ministro Orlando varerà almeno una riforma del Consiglio superiore della magistratura?

“Su questo credo sia necessaria una riflessione – risponde – dobbiamo fare in modo che nella scelta dei magistrati del Csm vengano valorizzate di più le capacità, le professionalità e le personalità, piuttosto che l’appartenenza a una o all’altra corrente. E questo lavoro va fatto confrontandosi con le stesse organizzazioni delle toghe”. Deve insomma trattare con l’Anm, associazione nazionale dei magistrati, che tradotto in lingua comprensibile significa che non se ne farà nulla, altro che rottamare. Il luogo comune, ahinoi ricorrente, vuole che una legge sulla responsabilità civile dei giudici che hanno agito per dolo e colpa grave la vogliano i corrotti. La vollero 20 milioni e 770.334 italiani (oltre l’80 per cento dei votanti) che nel novembre 1987 si espressero a favore di una sanzione per chi ha abusato del proprio potere essendo il custode dello Stato di diritto. La pensano ancora così i frastornati cittadini del 2014?

Non lo so, ma Renzi doveva credere che la pensino ancora così se nell’ottobre 2013 per farsi bello e nuovo alla Leopolda diceva “La storia di Silvio ci dice che dobbiamo fare la riforma della giustizia: la storia di Silvio Scaglia. Scaglia affittò un volo privato per andare dai magistrati, e si fece arrestare. Da quel momento, 3 mesi di carcere e 9 mesi ai domiciliari. Dopo 12mesi fu liberato. Poi giudicato innocente. Ma vi sembra normale che noi in questi vent’anni abbiamo parlato di giustizia dedicata ad uno solo, e che un cittadino innocente venga messo in galera?”. Che bugiardo.

di Maria Giovanna Maglie

Libero, 17 giugno 2014

L’Emendamento sulla Responsabilità Civile dei Giudici. Le Interviste di Radio Radicale


L'arresto di Enzo Tortora sul manifesto del referendum sulla responsabilità civile dei giudici

L’emendamento sulla responsabilità civile dei giudici. Le interviste di Radio Radicale.

Un emendamento alla legge comunitaria sulla responsabilità civile di giudici presentato dal deputato della Lega Gianluca Pini è passato alla Camera a scrutinio segreto per 7 voti nonostante il parere negativo del Governo. Fu un referendum radicale che raccolse l’80,2% di sì a introdurre nel nostro ordinamento la responsabilità civile dei giudici, ma il responso popolare fu poi tradito dal Parlamento.

Ecco il testo dell’emendamento: «chi ha subìto un danno ingiusto per effetto di un comportamento, di un atto o di un provvedimento giudiziario posto in essere dal magistrato in violazione manifesta del diritto o con dolo o colpa grave nell’esercizio delle sue funzioni ovvero per diniego di giustizia può agire contro lo Stato e contro il soggetto riconosciuto colpevole per ottenere il risarcimento dei danni patrimoniali e anche di quelli non patrimoniali che derivino da privazione della libertà personale».

http://www.radioradicale.it/lemendamento-sulla-responsabilita-civile-dei-giudici-le-interviste-di-radio-radicale

Camera, ok a responsabilità civile dei Magistrati, Governo battuto per 7 voti


MontecitorioArriva la responsabilità civile dei magistrati. L’Aula della Camera dei Deputati approva a voto segreto, con 187 sì e 180 no, l’emendamento in tal senso della Lega alla legge Comunitaria.

La Lega aveva chiesto il voto segreto sul suo emendamento, riferito all’articolo 26 della Comunitaria. I deputati del Movimento Cinque Stelle e di Sinistra Ecologia e Libertà si sono astenuti. Governo e commissione avevano espresso parere contrario.

In base al testo approvato, proposto dal leghista Gianluca Pini, «chi ha subito un danno ingiusto per effetto di un comportamento, di un atto o di un provvedimento giudiziario posto in essere dal magistrato in violazione manifesta del diritto o con dolo o colpa grave nell’esercizio delle sue funzioni ovvero per diniego di giustizia può agire contro lo Stato e contro il soggetto riconosciuto colpevole per ottenere il risarcimento dei danni patrimoniali e anche di quelli non patrimoniali che dertivino da privazione della libertà personale». Ettore Rosato del Pd, alla richiesta di convocazione del comitato dei Nove da parte di Fi, ha detto che «questo testo deve ancora passare al Senato, dove verrà modificato».

I commenti. Il governo è stato battuto per 7 voti nello scrutinio segreto: 187 a 180. «Ci sarà il Senato per modificare il testo», ha detto in aula Ettore Rosato del Pd. Ma Forza Italia difende il colpo a sorpresa. «Il voto segreto è protetto dalla Costituzione. È stata una votazione legittima», ribatte Francesco Paolo Sisto di Fi. Esultano i 5 Stelle: «La nostra decisione di astenerci ha tirato fuori tutta l’ipocrisia del Pd», dice il grillino Andrea Colletti in aula alla Camera. L’emendamento della Lega, passato nonostante il parere contrario di maggioranza e governo, prevede sanzioni più dure per i magistrati che commettono errori.

Prestigiacomo. «Con grande soddisfazione salutiamo il via libera alla Camera alla responsabilità civile dei magistrati grazie all’approvazione a scrutinio segreto dell’emendamento della Lega a cui Governo e relatore avevano dato parere contrario». Lo afferma Stefania Prestigiacomo. «Si ottengono nello stesso tempo due risultati positivi – prosegue – da una parte finalmente si introduce, seppur manchi ancora il passaggio al Senato, una norma sacrosanta che l’Ue sollecita da mesi all’Italia e che abbatte un privilegio incomprensibile prevedendo la possibilità per chi ha subito un danno ingiusto di agire contro lo Stato e contro il soggetto riconosciuto colpevole per ottenere il risarcimento; dall’altra si aggiunge un altro importantissimo tassello nella ricostruzione dell’alleanza tra Fi e la Lega. Ora, auspichiamo che il provvedimento sia licenziato al più presto dal Senato».

«È importantissimo il voto di oggi sulla responsabilità civile magistrati. L’Assemblea, a scrutinio segreto, espressione di libertà e protetto dalla Costituzione, ha ribaltato totalmente la volontà della maggioranza e del governo. Adesso prendano atto che la genuflessione e l’ipocrisia verso la corporazione dei magistrati non è nelle corde del Parlamento e dei cittadini italiani. Questa proposta è stata rivendicata da Fi, M5S e dalla Lega che l’hanno presentata». È quanto afferma Jole Santelli, deputata di Forza Italia.

“Grande soddisfazione per l’emendamento del leghista Pini passato per soli 7 voti oggi a Montecitorio. Dopo 27 anni viene così riscattato il voto popolare del 1987 quando con il “referendum Tortora” promosso dai radicali l’80,2% degli elettori pronunciò il suo sì alla responsabilità civile dei magistrati. Quel voto, purtroppo, fu tradito dal Parlamento che, con la Legge Vassalli, negò quanto deciso dal popolo italiano: è bene ricordarlo ora perché il passaggio al Senato contiene mille insidie.   Già paventiamo le contromosse del Partito dei Magistrati sempre in agguato quando si tratta di rispettare la volontà dei cittadini e di mantenere privilegi e rendite di posizione sconosciute negli altri paesi democratici.    Ringrazio di cuore il vicepresidente della Camera Roberto Giachetti che, con la sua leale dichiarazione di voto a favore, ha fatto sicuramente la differenza. Non a caso, ma per scelta ponderata e consapevole, Giachetti è iscritto a pacchetto ai soggetti dell’area radicale in primis il Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito.” afferma Rita Bernardini, Segretario Nazionale dei Radicali Italiani.

Anm: norma incostituzionale Presenta “evidenti profili di illegittimità costituzionale” la norma sulla responsabilità civile diretta dei giudici introdotta dalla Camera. Ed è “grave e contraddittorio che si indebolisca l’azione giudiziaria proprio mentre la magistratura è chiamata a un forte impegno contro la corruzione”. Lo sottolinea l‘Associazione Nazionale Magistrati.