Operazione della Polizia Penitenziaria: sequestrati 4 microcellulari all’interno del Carcere di Cosenza


Questa mattina una delegazione dei Radicali Italiani, autorizzata dal Vice Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia Lina Di Domenico, ha effettuato una visita alla Casa Circondariale di Cosenza. La delegazione visitante, guidata da Emilio Enzo Quintieri, ex Consigliere Nazionale di Radicali Italiani e candidato Garante Regionale dei Diritti dei Detenuti della Calabria, è stata ricevuta dal Direttore dell’Istituto Maria Luisa Mendicino, dal Funzionario Responsabile dell’Area Giuridico Pedagogica Brunella Scarcello, dal Comandante di Reparto della Polizia Penitenziaria Ispettore Superiore Francesco Bufano e dal Coordinatore del Nucleo Traduzioni e Piantonamenti Ispettore Superiore Pasquale Picarelli. Quintieri era accompagnato dall’esponente radicale Valentina Anna Moretti e da alcuni Studenti di Giurisprudenza dell’Università della Calabria.

Nell’Istituto Penitenziario di Cosenza, a fronte di una capienza regolamentare di 218 posti, sono ristrette 247 persone detenute, 55 delle quali straniere, con le seguenti posizioni giuridiche : 49 giudicabili, 20 appellanti, 17 ricorrenti, 161 definitivi di cui 5 ergastolani (3 Media Sicurezza e 2 Alta Sicurezza); 151 appartengono al Circuito della Media Sicurezza e 93 a quello dell’Alta Sicurezza ed altri 3 sono sottoposti al regime della semilibertà.

Poiché durante la mattinata era in atto una importante operazione di Polizia Giudiziaria condotta dal personale di Polizia Penitenziaria, la visita non ha interessato tutti gli ambienti e gli spazi della Casa Circondariale. Infatti, gli uomini coordinati dall’Ispettore Superiore Bufano, a seguito di una attività investigativa, hanno sequestrato quattro micro cellulari, perfettamente funzionanti, nella disponibilità di alcuni detenuti del Circuito di Media Sicurezza. Gli Agenti Penitenziari, nel giro di poco tempo, sono riusciti ad intercettare gli apparecchi telefonici introdotti abusivamente nell’Istituto: uno era nascosto nella cavità anale di un detenuto, un’altro nelle parti intime, uno all’interno di una cartellina e l’altro all’interno di una presa della corrente. Tali telefonini, essendo molto piccoli e composti prevalentemente da materiale plastico, sono difficilmente rilevabili dai metal detector. Gli apparecchi rinvenuti sono stati sottoposti a sequestro e verranno messi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria competente per ulteriori indagini.

Complimenti al personale del Corpo di Polizia Penitenziaria, dice Quintieri, per l’operazione di Polizia Giudiziaria compiuta all’interno dell’Istituto di Cosenza, che ha permesso di rinvenire e sequestrare ben quattro telefonini, utilizzati dai detenuti per comunicare fraudolentemente con l’esterno. Nonostante la cronica carenza di organico e tra mille difficoltà la Polizia Penitenziaria di Cosenza continua ad assicurare un encomiabile servizio per il mantenimento della sicurezza interna ed esterna, contrastando ogni forma di illegalità, conclude l’ex Consigliere Nazionale dei Radicali Italiani.

Al termine della visita la Delegazione Radicale ha partecipato alla conferenza stampa – tenutasi presso i locali della Direzione dell’Istituto – per la sottoscrizione di un Protocollo di Intesa con l’Associazione Lotta contro i Tumori, che sarà attivo nelle Carceri di Cosenza e di Rossano.

Scacco Matto, Quintieri (Radicali) : “Rinuncio anche ai testimoni, basta altri rinvii del processo”


Emilio Quintieri - RadicaliSi terrà il prossimo 15 luglio 2015 alle ore 12 presso il Tribunale di Paola, Sezione Penale in composizione Collegiale (Del Giudice, Presidente, Elia e Mesiti a latere), l’ultima udienza relativa all’Operazione Antidroga “Scacco Matto” che vede imputati i cetraresi Emilio Enzo Quintieri e Davide Pinto, 29 e 33 anni, per traffico illecito in concorso di sostanze stupefacenti (cocaina e marijuana) nel Tirreno Cosentino e nelle Città di Rende e Cosenza. Insieme a Quintieri – che al momento dell’arresto era candidato alla Camera dei Deputati, nella circoscrizione calabrese, per la Lista Radicale “Amnistia Giustizia e Libertà” – ed a Pinto, il 13 febbraio 2013, alle prime ore del mattino, su disposizione della Procura della Repubblica di Paola vennero arrestate dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Paola coadiuvati dai Militari del Comando Provinciale di Cosenza e dalle Unità Cinofile del Gruppo Operativo Calabria di Vibo Valentia, altre 4 persone  di Cetraro (Carmine e Giuseppe Antonuccio, Luca Occhiuzzi e Ido Carmine Petruzzi) che hanno già definito le loro posizioni, in primo e secondo grado, avendo scelto di procedere con il rito abbreviato. A firmare i 6 provvedimenti restrittivi, fu il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Paola Carmine De Rose.

Quintieri, difeso dagli Avvocati Sabrina Mannarino e Marta Gammella del Foro di Paola, già durante l’interrogatorio di garanzia, contrariamente a tutti gli altri indagati, non si avvalse della facoltà di non rispondere difendendosi dalle contestazioni che gli vennero rivolte nell’ordinanza custodiale. Ma fu del tutto inutile perché il Gip non gli credette confermandogli la misura cautelare di massimo rigore che, tra l’altro, venne poi ratificata dal Tribunale del Riesame di Catanzaro. Dopo quasi un anno di custodia inframuraria, prima a Paola e poi a Cosenza, l’attivista radicale, venne scarcerato e posto agli arresti domiciliari nel Comune di Fagnano Castello nonostante l’opposizione della Procura della Repubblica. Successivamente, la misura cautelare, per la sua considerevole durata e per la rigorosa osservanza delle prescrizioni e degli obblighi imposti dall’Autorità Giudiziaria, venne inizialmente sostituita con quella più lieve dell’obbligo di presentazione trisettimanale alla Polizia Giudiziaria e poi revocata completamente all’esito dell’abrogazione della Legge Fini Giovanardi sugli Stupefacenti disposta dalla Corte Costituzionale della quale anche Quintieri aveva sollevato eccezione di costituzionalità. Pinto, invece, è difeso dagli Avvocati Giuseppe Bruno del Foro di Paola e Rossana Cribari del Foro di Cosenza, è sin dal primo momento è stato sottoposto agli arresti domiciliari poi, in maniera gradata, sostituiti con altre misure meno afflittive. Durante l’udienza del 13 maggio scorso, dopo l’esame degli Ufficiali di Polizia Giudiziaria e dei tossicodipendenti indicati dal Pubblico Ministero, avrebbero dovuto essere sentiti i tre testimoni della difesa di Quintieri ma, purtroppo, nessuno di questi aveva ritirato le citazioni all’Ufficio Postale per cui ci sarebbe stato un ulteriore rinvio dell’udienza di alcuni mesi per disporre l’accompagnamento coatto degli stessi a mezzo della Forza Pubblica. L’Avv. Mannarino, in accordo con il suo assistito, ha proposto al Collegio giudicante di rinunciare a far sentire i propri testi qualora il processo venisse definito prima della pausa estiva e che venisse acquisita al fascicolo processuale la deposizione resa ai Carabinieri, durante le indagini, da uno dei testimoni che smentiva la detenzione e cessione di sostanza stupefacente da parte di Quintieri. Il Presidente Del Giudice, sentito il parere favorevole del Pubblico Ministero Teresa Grieco, ha disposto l’acquisizione del verbale richiesto dalla difesa ed ha revocato l’ammissione delle ulteriori testimonianze, fissando l’udienza conclusiva del processo per il prossimo 15 luglio alle ore 12.

Sono fermamente convinto che, nonostante l’accanimento sbirresco e giudiziario senza tregua nei miei confronti, sarò assolto con formula piena, non per non aver commesso i fatti contestati ma proprio per la insussistenza degli stessi. Per questo motivo, dice l’imputato Emilio Quintieri, non ho voluto fare il rito abbreviato, nonostante rischiassi una pena molto alta, perché ero sicuro che l’istruttoria dibattimentale avrebbe chiarito come stavano realmente le cose e che quelle imputazioni non avrebbero trovato riscontro nelle risultanze processuali.