Carceri, Visita Ispettiva a Terni del Sen. Compagna e Mazzotta dei Radicali


Carcere di TerniSoddisfazione del parlamentare di Ncd: “La gestione della struttura la allontana dall’area del malessere. Necessario differenziare tra custodia cautelare e detenuti con sentenze”. Una visita da parte di un parlamentare presso una casa circondariale è un diritto, ma anche un dovere: per queste ragioni, nella mattinata di lunedì 27 aprile il senatore di Nuovo Centro Destra Luigi Compagna, insieme a Luigi Mazzotta, presidente dell’associazione Per La Grande Napoli (Radicali italiani), hanno effettuato una visita ispettiva presso le carceri di Vocabolo Sabbione.

Detenuti da diverse realtà Terni è vicina a Roma e il carcere umbro è “interessante e articolato per la composizione dei suoi ospiti”.

Così ha esordito il senatore Compagna parlando dei risultati, molto positivi, della visita effettuata. “La provenienza dei detenuti -ha spiegato il parlamentare- non è quella del malessere sociale e della delinquenza umbri, ma questi arrivano da altre realtà, anche lontane: in particolare, sono stato colpito dal fatto che Nicola Cosentino fosse stato trasferito a Terni e ho reputato giusto effettuare un incontro con la direttrice della struttura, Chiara Pellegrini, e il comandante della Polizia penitenziaria, Fabio Gallo”.

Condizioni soddisfacenti Come ha spiegato Compagna, le condizioni della struttura sono molto soddisfacenti, perché “si allontanano dall’area del malessere”. Fra i detenuti, nonostante la presenza di un 10% di stranieri, non si creano condizioni di insofferenza razziale. La logistica è buona, così come lo sono le condizioni in cui gli stessi detenuti vivono in cella: tra di essi, molti alloggiano da soli, mentre altri arrivano a un massimo di tre individui. Lo stesso è stato rilevato per la situazione sanitaria interna al carcere, che grazie “all’impegno e alla solerzia degli operatori funziona in modo pronto ed efficiente”.

“Forno solidale” e personale Due sono state le sottolineature del senatore Campagna: in primis, un appello alla Regione per l’investimento di maggiori risorse per portare a termine il progetto della panetteria solidale, facendo così “veri passi in avanti in tema di diritto al lavoro”, quindi un auspicio, quello di poter vedere in futuro aumentate le unità di personale, al fine di garantire un funzionamento ancor più organizzato del carcere, specialmente con una migliore distribuzione fra gli addetti alle custodie cautelari e a chi è detenuto dopo l’emanazione di una sentenza.

Noemi Matteucci

http://www.umbria24.it, 28 aprile 2015

Intervista di Radio Radicale al Sen. Compagna ed al Radicale Mazzotta

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Napoli: i Radicali protestano per un detenuto ammalato che, da 6 mesi, aspetta in cella di essere operato


CC SecondiglianoVive sulla sedia a rotelle e ha bisogno di un urgente intervento chirurgico per una infezione alla vescica da otto mesi, ma Fabio Ferrara è ancora incredibilmente detenuto nel carcere di Secondigliano, e se non fosse per i Radicali italiani, la vicenda sarebbe passata sotto silenzio. E così, dopo il presidio del 3 ottobre, gli attivisti del movimento hanno indetto ieri mia nuova protesta per chiederne l’immediata scarcerazione.

Luigi Mazzotta, membro della segreteria Radicali italiani che insieme all’associazione radicale “Per la grande Napoli” da giorni svolge sit-in e manifestazioni di protesta sulla falsariga di quelle vittoriose che hanno permesso a Luigi Moscato, detenuto malato di cancro, di avere i domiciliari per accedere a cure adeguate, spiega che “quella che conduciamo è una lotta nonviolenta per chiedere provvedimenti di amnistia, indulto e riforme alternative alla detenzione in carcere”. “Segnaliamo il caso di Fabio Ferrara – continua Mazzotta – perché vive prigioniero su una sedia a rotelle nel penitenziario di Secondigliano e da oltre otto mesi attende il permesso dal magistrato di sorveglianza per essere sottoposto ad un delicato ed urgente intervento chirurgico alia vescica”.

Fabio Ferrara vive sulla sedia a rotelle da diversi anni, da quando, sorpreso a rapinare una donna puntò l’arma contro un poliziotto che lo colpì con una pallottola. Da allora, dal quel 27 gennaio del 2012, Ferrara perse l’uso delle gambe a seguito di un intervento d’urgenza al Cardarelli che non riuscì a salvare i suoi arti. Rimasto sei giorni in coma, Ferrara si risvegliò e venne poi tradotto in una stanza dell’infermeria del carcere.

Ma in quella stanza, adatta a ospitare una sola persona, i detenuti sono due; l’altro lo aiuta a svolgere le azioni più elementari come lavarsi e muoversi. E tuttavia, salire e scendere le scale non è certo una passeggiata, il detenuto non è autonomo e per uscire di cella deve essere portato a braccia anche per i colloqui o per andare in bagno.

Lo aiutano altri detenuti, racconta la moglie Anna Belladonna, se non fosse così, “non potrebbe fare nulla, resterebbe imprigionato in uno spazio che è di tre metri quadri scarso”. Si tratta insomma di “una condizione disumana”, come bene la definisce Luigi Mazzotta.

“Sono state presentate due istanze per il differimento della pena – racconta il membro dei Radicali. Il magistrato di sorveglianza, però, ha rigettato l’istanza in quanto non sussisterebbe “un serio pericolo per la vita o la probabilità di altre rilevanti conseguenze dannose”. Tradotto, l’effetto è simile a quello del paradosso del Comma 22. Il detenuto, insomma, può essere curato in carcere. Ma il carcere non è in grado di curarlo.

Antonino Ulizzi

Il Garantista, 7 ottobre 2014

Napoli: ispezione dei politici a Poggioreale, il Carcere ha mille detenuti in meno


manifestazione Carcere PoggiorealeRiaperto il laboratorio di falegnameria e inaugurato uno di pasticceria. Una nuova visita ispettiva si è svolta ieri mattina al carcere di Poggioreale. “Io e il consigliere regionale Corrado Gabriele siamo entrati al carcere di Poggioreale per conoscere il nuovo direttore, Antonio Fullone – spiega Luigi Mazzetta, dei Radicali Per La Grande Napoli.

Io lo definirei una persona meravigliosa. Finalmente il carcere ha un direttore che si occupa davvero di rieducazione e correzione”. La visita ispettiva ha rilevato che, grazie al ridimensionamento delle presenze a Poggioreale, nell’ultimo anno sono circa mille i detenuti che sono stati trasferiti o rilasciati, non c’è più il sovraffollamento disumano che caro è costato, in termini umani ed economici.

“All’interno – prosegue Mazzotta – il carcere di Poggioreale si è trasformato. E stato riaperto il reparto di falegnameria ed è stato inaugurato un reparto di pasticceria, dove i detenuti possono impiegare il loro tempo imparando un mestiere. Anche la sala colloqui è migliorata rispetto a un anno fa, hanno aperto nuove sale e ristrutturato le vecchie.

È tutto pulito e ordinato e c’è la possibilità di incontrare i familiari all’interno di un giardino dove ci sono i giochi per i bambini che vanno a trovare i padri in carcere”. Entusiasta per questo giardino, Luigi Mazzotta ha anche avanzato una proposta al direttore Fullone, dare ai detenuti la possibilità di passare un’intera giornata con i familiari durante i giorni di festa.

“Il nuovo direttore -commenta Mazzotta – è un tecnico preparato che si sta davvero impegnando per applicare l’articolo 27 della Costituzione che riguarda la riabilitazione”. Anche l’interno del padiglione Avellino sembra mostrare segni di cambiamento. Qui ormai ci sono al massimo quattro persone per cella. Il problema più grosso è rappresentato dal padiglione San Paolo, dove ci sono ammalati in attesa di interventi chirurgici da lungo tempo.

“Abbiamo raccolto denunce di ammalati che devono essere operati, ma Fasi non agevola le cure – spiega Mazzotta. Ci sono persone in sedie a rotelle e in condizione di salute non compatibili con la detenzione. Nella visita al padiglione Avellino abbiamo incontrato un detenuto che in quattro mesi ha perso 30 chili. I problemi della vita in carcere ancora ci sono e influiscono sui detenuti fisicamente e psicologicamente”. Il giudizio post visita è comunque positivo.

“Con Corrado Gabriele – conclude Mazzotta – abbiamo notato che qualcosa è cambiato. Sono stati intrapresi progetti a medio e lungo termine, certo è sempre una struttura problematica ma il direttore è una persona competente e capace”. Anche Pietro Ioia, presidente dell’associazione Ex Don, saluta positivamente le visite ispettive.

“Siamo felici del fatto che le visite ispettive proseguano perché ancora non è ben chiaro se la situazione interna di Poggioreale è realmente cambiata o i detenuti subiscono ancora violenze. Alle mie orecchie arrivano voci contrastanti, molti dicono che è finito tutto, altri dicono che le percosse continuano ma nessuno le denuncia. Invito i detenuti a denunciare eventuali problemi all’interno della struttura, tramite i familiari”.

Claudia Sparavigna

Roma, 7 ottobre 2014

Napoli, Ispezione di Radicali e Socialisti al Carcere di Poggioreale. Chiesta alla Regione la riapertura della Sala Operatoria


Luigi Mazzotta, Radicali NapoliCome preannunciato, nella mattinata di ieri, i Radicali unitamente ai Socialisti Italiani hanno tenuto presso la Casa Circondariale di Napoli Poggioreale una Visita ispettiva per accertare quali fossero le condizioni di detenzione, a distanza dell’ultima ispezione effettuata qualche tempo fa. Nel penitenziario cittadino, recentemente affidato al Direttore Antonio Fullone, proveniente dalla Casa Circondariale “Borgo San Nicola” di Lecce, sono entrati l’Onorevole Corrado Gabriele, Consigliere della Regione Campania, del Partito Socialista Italiano (Psi) e Luigi Mazzotta, Dirigente Nazionale dei Radicali Italiani e militante dell’Associazione Radicale per la Grande Napoli. Fuori le mura, nel frattempo, era stato organizzato un sit-in da parte dei Radicali a cui si sono aggiunti numerosi parenti e familiari dei detenuti ristretti a Poggioreale. Tra di loro, anche Nina Scafuro, la madre di Federico Perna, deceduto proprio a Poggioreale nei mesi scorsi in circostanze ancora poco chiare e sulle quale vi è in corso una inchiesta giudiziaria presso il Tribunale di Napoli.

La delegazione, accompagnata personalmente dal Direttore Fullone, ha visitato il Padiglione “San Paolo” che è il Centro Diagnostico Terapeutico cioè il “Reparto Ospedaliero” nonché il Padiglione Avellino. Nel corso della visita è stato fatto un sopralluogo anche alle Sale Colloquio che, proprio di recente, sono state completamente ristrutturate ed aumentate alleviando i problemi per i detenuti ed i loro familiari, prima costretti ad estenuanti file di attesa davanti all’Istituto Penitenziario. Sia l’Onorevole Gabriele che il Radicale Mazzotta hanno voluto esprimere la propria soddisfazione per l’accoglienza riservatagli dal nuovo Direttore e per l’impegno che in questo breve periodo ha profuso e che continuerà a praticare nel futuro per il miglioramento della struttura carceraria, ritenuta a ragione, una delle peggiori di tutta l’Unione Europea.

Manifestazione PoggiorealeC’è da segnalare che è stato, almeno per il momento, risolto il problema del sovraffollamento. Infatti in celle in cui prima vi erano rinchiuse dalle 8 alle 12 persone, ora ve ne sono molto di meno (4) e pare che sia rispettato il limite dei 3 metri quadri a detenuto imposto dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo. Nonostante ciò, specialmente per quanto concerne il “San Paolo”, l’assistenza sanitaria fornita ai detenuti è insufficiente ed inadeguata. Bisognerebbe, infatti, riaprire immediatamente la Sala Operatoria del Carcere per evitare esosi costi per le traduzioni ed i piantonamenti in Ospedale. Per tale motivo, i Radicali ed i Socialisti, chiedono alla Regione Campania di provvedere con urgenza ad attivarsi per ripristinare questo importante servizio all’interno dell’Istituto. Secondo quanto riferisce il Consigliere socialista, il Direttore Fullone avrebbe l’intenzione di aumentare il numero delle ore d’aria ai detenuti in quei Padiglioni in cui ve ne sia la concreta possibilità. Anche questa iniziativa è stata salutata con piacere dalla delegazione poiché, consentirà ai detenuti, di non trascorrere più 20 ore al giorno su 24 chiusi in cella. “Questo va bene – dice l’On. Gabriele – ma serve ancora tantissimo e non bisogna spegnere i riflettori su questo Penitenziario che contiene 1834 detenuti, dei quali oltre 1.000 in custodia cautelare nonché tanti ammalati che, diversamente, dovrebbero stare in Ospedale.” Relativamente alle persone detenute ammalate, il radicale Mazzotta, ha preso i loro nominativi e l’Associazione Radicale per la Grande Napoli, seguirà tutte le loro problematiche con attenzione come sempre fatto negli ultimi tempi.

Quanto ai maltrattamenti da parte del personale di Polizia Penitenziaria, fino a poco tempo fa denunciati dai detenuti, non sono state fatte alcune lamentele anche perché la situazione è cambiata (è stato trasferito il vecchio Direttore e mandato in pensione il Comandante della Polizia Penitenziaria) anche grazie allo sfollamento effettuato che, consente, una migliore convivenza tra il personale che opera all’interno dell’Istituto e chi vi è costretto a viverci.

Il Servizio di Radio Radicale sulla Ispezione al Carcere di Poggioreale

Campania: Radicali e Socialisti ispezioneranno il Carcere di Napoli Poggioreale


Luigi Mazzotta e Corrado GabrieleNei prossimi giorni saranno effettuate due visite ispettive in altrettanti penitenziari della Campania. La mattina del 6 ottobre il consigliere regionale Corrado Gabriele e il radicale Luigi Mazzotta, condurranno un’ispezione a Poggioreale. Focus delle visite sarà il monitoraggio e la denuncia di nuovi casi di malati gravi non curati in carcere.

Per il tandem Gabriele-Mazzotta si tratta di un ritorno nella struttura, dopo l’ispezione condotta assieme il 21 maggio 2013 nei padiglioni Salerno e San Paolo. Continua dunque in Campania il dialogo fra due forze politiche (radicali e socialisti) che sul tema della giustizia e dei diritti civili ha già prodotto iniziative analoghe a Salerno (coi consiglieri Gennaro Mucciolo e Gennaro Oliviero assieme al radicale Donato Salzano) sfociate anche in testi normativi presentati unitariamente, come in occasione della proposta di legge per la cannabis terapeutica nella nostra regione.

Prevista, ma non ancora calendarizzata, un’altra visita ispettiva che sarà condotta nel carcere salernitano di Bellizzi. In questo caso, assieme ai radicali dell’associazione Per la grande Napoli (promotori di entrambe le iniziative) per condurre la visita è annunciata la presenza di un altro politico da tempo impegnato in questo ambito come il senatore del Nuovo Centro Destra, Luigi Compagna.

Quest’ultimo, raggiunto oggi al telefono dal Velino: “Mi recherò in visita al carcere di Bellizzi quanto prima – ha dichiarato – il tempo di completare alcune cose dato che sto partendo per Ginevra. Non posso ancora dire nulla su questo carcere, visto che non lo conosco ma conto di andarci entro un mesetto. Posso però dire che la situazione sanitaria nelle carceri campane è disastrosa un po’ in tutti gli istituti”.

Il Velino, 1 ottobre 2014

Napoli: “la fine di un incubo”, detenuto con tumore ai polmoni potrà essere curato a casa


Carcere Poggioreale NapoliLuigi Moscato era detenuto in attesa di giudizio nel carcere di Poggioreale. Ma è gravemente ammalato: dopo denunce e interviste arrivano i domiciliari.

“Mio marito ha il tumore e sa come lo curano? Con la Tachipirina. Non gli danno nemmeno un cerotto per i dolori”. Luigi Moscato ha 55 anni ed era rinchiuso nel carcere di Poggioreale, a Napoli, in attesa di essere giudicato per un reato che, giura la moglie Lucia, “non ha commesso”: è accusato di essere coinvolto in un giro di ricettazione.

Moscato ha un tumore ai polmoni, con metastasi ormai ovunque. Ma da ieri sera è a casa: gli sono stati concessi gli arresti domiciliari. Tra i giorni di dolore e questa piccola, grande vittoria c’è un bel chiasso. Montato con la denuncia del presidente dell’associazione degli ex detenuti napoletani, Pietro Ioia, che ha convocato una conferenza stampa davanti al carcere partenopeo con l’associazione radicale Per La Grande Napoli rappresentata da Luigi Mazzotta.

Fanpage.it ha raccolto la testimonianza disperata della moglie di Luigi Moscato: “Me lo faranno morire in carcere – diceva ai nostri microfoni – Pensi che sono riuscita vederlo solo dopo due settimane che era lì”. Si è subito attivata la catena di solidarietà. Dopo la denuncia, al caso del povero Luigi si sono interessati l’esponente di Forza Italia Salvatore Ronghi e la Garante dei Detenuti della Campania, Adriana Tocco, che avrebbe dovuto fare visita al detenuto oggi. Ma ieri sera il signor Moscato era a casa. “È stata la fine di un incubo – dice il fratello di Luigi Moscato, Francesco – Siamo ancora in lacrime. Ora potrà curarsi a casa, facendo la chemio in ospedale”.

“Vorrei ringraziare tutti coloro che si sono attivati per questo caso – conclude il presidente dell’associazione ex detenuti – Luigi Mazzotta e Rosa Criscuolo dell’associazione Radicali Per La Grande Napoli, l’attivista Carmela Esposito, l’esponente di Forza Italia Salvatore Ronghi, la Garante dei Detenuti Adriana Tocco. E voglio ringraziare gli stessi familiari, perché hanno avuto il coraggio di metterci la faccia e sollevare il problema anche da un punto di vista mediatico. Come si è visto, è stato importante ai fini del risultato”. Nel carcere di Poggioreale sono oltre 300 gli ammalati reclusi, e la difficoltà di accesso alle cure è un problema drammaticamente diffuso in tutte le carceri italiane: per questo, tantissime persone si trovano ristrette in condizioni disperate, nella negazione dei diritti più elementari.

http://www.fanpage.it, 24 settembre 2014

Per Fabio Ferrara (i tanti Fabio Ferrara) nessuna slide, presidente Renzi, ministro Orlando ?


Centro Penitenziario SecondiglianoCi sono storie emblematiche, che fanno pensare e dicono più di cento discorsi, di mille twitter, di “farò” e “prometto di fare” in uno, dieci, cento, mille giorni. Storie come quella di un detenuto nel carcere di Napoli Secondigliano. Questo detenuto è doppiamente prigioniero: in cella, e su una sedia a rotelle. Ha uno spazio vitale ridotto, per muoversi si affida ad altri detenuti, a causa delle numerose barriere architettoniche che ci sono in carcere; in ogni carcere. Da sei mesi questo detenuto chiede di essere operato, è in sciopero della fame da dieci giorni.

 

Questo detenuto che rivendica in questo modo nonviolento un suo sacrosanto diritto, quello della salute, che lo stato ha il dovere di tutelare proprio perché lo ha privato della libertà, si chiama Fabio Ferrara.

Ferrara è sulla sedia a rotelle da diversi anni; è rimasto ferito gravemente al momento dell’arresto per concorso in tentata rapina; sei giorni di coma, poi si è risvegliato, ma da quel momento è rimasto immobilizzato. Si trova in una stanza dell’infermeria del carcere. Una stanza adatta per una sola persona, sono in due: lui in carrozzina e l’altro detenuto che lo aiuta a lavarsi, a muoversi, le funzioni più elementari. E’ difficilissima ogni azione quotidiana, anche essere lavato è un’impresa: bisogna salire e scendere le scale, non è in grado di uscire dalla cella autonomamente: deve essere trasportato in braccio poiché ci sono molte scale: anche per accedere ai colloqui o andare in bagno. Lo aiutano altri detenuti, racconta la moglie Anna Belladonna, se non fosse così, “non potrebbe fare nulla, resterebbe imprigionato in uno spazio che è di tre metri quadri scarso.

“Una condizione disumana”, la definisce Luigi Mazzotta, dell’associazione Radicali Per La Grande Napoli, che ha visitato il carcere di Secondigliano insieme al senatore Luigi Compagna. “Ferrara deve essere operato alla vescica, e attende questo ricovero da oltre sei mesi”. Sono state presentate due istanze per il differimento della pena. Il magistrato di sorveglianza, però, ha rigettato l’istanza in quanto non sussisterebbe “un serio pericolo per la vita o la probabilità di altre rilevanti conseguenze dannose”. Il detenuto, insomma, può essere curato in carcere.

Intanto, il ricovero non arriva, la fisioterapia di cui avrebbe bisogno neanche. Nessuna slide, su vicende come questo né da parte di Renzi, né da parte del ministro Orlando. Buona giornata; e buona fortuna.

Valter Vecellio

Notizie Radicali 03 Settembre 2014

 

Napoli, Detenuto sulla sedia a rotelle attende da 6 mesi di essere operato


Carcere Secondigliano NapoliDetenuto nel carcere di Secondigliano (Napoli) è sulla sedia a rotelle, ha uno spazio vitale ridotto e per muoversi si affida ad altri detenuti, a causa delle numerose barriere architettoniche. Da 6 mesi chiede di essere operato, è in sciopero della fame da 10 giorni.

Fabio Ferrara è in sciopero della fame da oltre dieci giorni.

Reclama il suo diritto a essere curato e operato. È sulla sedia a rotelle da diversi anni: è rimasto ferito gravemente al momento dell’arresto per concorso in tentata rapina, e dopo sei giorni di coma si è risvegliato, ma è rimasto immobilizzato. Al momento è detenuto nel carcere di Secondigliano, in infermeria: nella sua stanza, adatta a una sola persona, ci sono lui in carrozzina e un altro detenuto, che gli fa da piantone, lo aiuta a lavarsi, a muoversi.

Ma non è il piantone, nonostante Fabio, 35 anni, abbia il pannolone e non sia autonomo: “È una condizione disumana – denuncia Luigi Mazzotta, dell’associazione Radicali Per La Grande Napoli – che gli ha riservato lo Stato italiano, condizioni disumane per le quali l’Europa ci ha condannato e che continuano. Questo detenuto deve essere operato alla vescica, ma si trova in una cella piccolissima dove a malapena entra la carrozzella e attende questo ricovero da oltre sei mesi”. L’esponente dell’associazione radicale “Per La Grande Napoli” ha visitato il carcere di Secondigliano qualche giorno fa, insieme al senatore Ncd Luigi Compagna.

Per Fabio Ferrara è difficilissima ogni azione quotidiana, anche essere lavato è un’impresa, poiché bisogna salire e scendere le scale, e perché non è in grado di uscire dalla cella autonomamente: deve essere continuamente trasportato in braccio poiché ci sono molte scale: anche per accedere ai colloqui e andare in bagno. Lo aiutano altri detenuti, racconta la moglie Anna Belladonna ai microfoni di Fanpage.it: se non fosse così, “non potrebbe fare nulla, ma resterebbe imprigionato in uno spazio che è quanto la metà di un tavolo da pranzo”. A stento 3 metri quadri.

Sono state presentate due istanze per il differimento della pena: “Il motivo è che vorremmo che fosse operato presto e potesse fare un po’ di fisioterapia, visto che a nostro avviso lì non viene curato né assistito”. Il magistrato di sorveglianza, però, ha rigettato l’istanza in quanto non sussisterebbe “un serio pericolo per la vita o la probabilità di altre rilevanti conseguenze dannose”, ma si riserva di verificare la necessità di altre terapie adeguate.

Il detenuto, insomma, può essere curato in carcere. Intanto, però, il ricovero non arriva, la fisioterapia di cui avrebbe bisogno neanche: “Mio marito piange sempre, ormai ai colloqui non parliamo più – si sfoga la moglie – Non si contano più le infezioni e le sofferenze che sta patendo. Dice che questo trattamento è disumano, vuole essere operato, solo questo, ed è per questo che è in sciopero della fame da oltre dieci giorni. Hanno rigettato le nostre istanze, allora provvedano alla salute di mio marito, ma non a chiacchiere. Nei fatti”.

Video Intervista di Gaia Bozza alla moglie del detenuto Fabio Ferrara

Gaia Bozza

http://www.fanpage.it, 30 agosto 2014

Visita Ispettiva al Carcere di Secondigliano. L’Intervista del Radicale Luigi Mazzotta a Liberi.Tv


Luigi Mazzotta, Dirigente RadicaleVisita Ispettiva Carcere di Secondigliano. L’Intervista del Radicale Luigi Mazzotta a Liberi.Tv

Conversazione con Luigi Mazzotta dell’Associazione Radicale “Per la Grande Napoli” , conduce Gianni Colacione.

Temi trattati: visita ispettiva condotta insieme al Senatore Luigi Compagna (Ncd) agli ammalati nel carcere di Secondigliano, il caso di Sebastiano Pelle e Fabio Ferrara.
Le ultime dal carcere Poggioreale, l’urgenza dell’amnistia e lo “svuotanulla”.

Voci Radicali 21 agosto 2014

Quintieri (Radicali) : “Pelle rischia di morire. Venga subito trasferito in Ospedale”


Centro Penitenziario SecondiglianoSebastiano Pelle è gravemente ammalato ed ha bisogno, con la massima urgenza, di essere trasferito dal Carcere presso una struttura sanitaria specializzata per essere sottoposto ad un intervento chirurgico poiché, in difetto, vi è il concreto rischio che possa morire da un momento all’altro. Lo afferma Emilio Quintieri, esponente dei Radicali Italiani, all’esito della visita ispettiva effettuata domenica mattina nella Casa Circondariale di Napoli Secondigliano, dal Senatore della Repubblica Luigi Compagna (Ncd) accompagnato dal Dirigente Nazionale dei Radicali Luigi Mazzotta.

Nell’ambito dell’ispezione, la delegazione visitante, su sollecitazione di Quintieri, ha incontrato il detenuto calabrese Sebastiano Pelle, all’interno della sua cella, nel Reparto Infermeria del sovraffollato Penitenziario napoletano (capienza regolamentare 898 posti dei quali 12 non disponibili, detenuti presenti 1.278, detenuti in esubero 380).

Il Pelle, sentito dal Senatore Compagna e dal Radicale Mazzotta, ha riferito che ha necessità di essere operato con urgenza poiché rischia di morire da un momento all’altro lamentando, altresì, il suo mancato trasferimento presso una struttura sanitaria esterna che attende da diversi mesi. Il detenuto ha tenuto a precisare che la necessità dell’intervento chirurgico (ha bisogno della sostituzione della valvola aortica) è stata riconosciuta sia dal Servizio Sanitario Penitenziario di Rebibbia e di Secondigliano che da quello dell’Azienda Ospedaliera “Vincenzo Monaldi” di Napoli. 

Sebastiano PelleIl Senatore Compagna ha promesso al detenuto Pelle, difeso dall’Avvocato Angela Giampaolo, di impegnarsi per far sì che venga al più presto trasferito presso l’Ospedale Monaldi di Napoli, specializzato nella cura delle patologie pneumo-cardiovascolari o in altra struttura sanitaria esterna pubblica della Campania ove le sue gravi problematiche di salute potranno essere adeguatamente trattate.

Ci risulta – prosegue il radicale Quintieri – che siano state effettuate delle perizie medico legali che abbiano riconosciuto l’incompatibilità del Pelle con lo stato di detenzione inframuraria. Se ciò corrisponde al vero per quale motivo ancora si trova ristretto in carcere ? E comunque, per quale ragione, nonostante la gravità della situazione, attende da diversi mesi di essere trasferito in un luogo esterno di cura non essendo praticabile all’interno dell’Istituto Penitenziario l’intervento chirurgico di cui abbisogna ?

Chiediamo all’Autorità Giudiziaria competente, conclude l’esponente dei Radicali Italiani Emilio Quintieri, di disporre immediatamente il ricovero del detenuto in un luogo esterno di cura anche solo per il tempo strettamente necessario per praticare l’intervento chirurgico prima che alla lunga lista di “morti di carcere” (91 decessi nel 2014, 25 dei quali per suicidio) si aggiunga anche quello di Sebastiano Pelle.