Catanzaro: visita ispettiva a sorpresa nella Casa Circondariale di Siano


Sen. Francesco FerranteLunedì pomeriggio alle ore 15,00 davanti al cancello della Casa Circondariale di Catanzaro Siano si sono presentati, a sorpresa, Francesco Ferrante, Senatore della Repubblica ed Emilio Quintieri, Ecologista Radicale, candidato alla Camera dei Deputati con la Lista “Amnistia, Giustizia e Libertà” per la Circoscrizione Elettorale della Calabria, per effettuare una Visita Ispettiva all’interno dell’Istituto Penitenziario più grande e anche sovraffollato della Regione.

La Visita è stata molto lunga (durata quasi quattro ore) poiché era necessario capire quali fossero realmente le condizioni di detenzione e quelle di lavoro del personale di Polizia Penitenziaria, specie dopo le numerose segnalazioni e lamentele provenienti dalla popolazione reclusa che, lo scorso mese di dicembre, erano arrivate all’attenzione del Governo Italiano (Ministri della Giustizia e della Salute) tramite un atto di Sindacato Ispettivo presentato – su sollecitazione del cetrarese Emilio Quintieri – dai Senatori Marco Perduca e Donatella Poretti (Radicali), Roberto Di Giovan Paolo, Francesco Ferrante e Roberto Della Seta (Partito Democratico) e Salvo Fleres (Grande Sud).

La delegazione è stata accompagnata per tutta la durata dell’Ispezione dal Commissario Aldo Scalzo, Comandante del Reparto di Polizia Penitenziaria insieme ad altri Agenti stante l’assenza della Direttrice Angela Paravati. Sono stati visitati gli Uffici e tutti i Reparti Detentivi dell’Alta Sicurezza (A.S.1, A.S.2 e A.S.3) e della Media Sicurezza, il Centro Diagnostico Terapeutico e l’Area Sanitaria riscontrando una serie di problematiche e di criticità. La nostra visita – hanno detto Quintieri e Ferrante – ha confermato la grave situazione in cui versa quella Prigione. Abbiamo accertato la fatiscenza della struttura, l’infiltrazione dell’acqua dagli infissi e dai tetti nelle celle, alcune andrebbero immediatamente chiuse per motivi igienico-sanitari.

A Siano, a fronte di una capienza regolamentare di 354 posti, sono rinchiusi in condizioni illegali ben 570 persone (55 gli stranieri), 319 delle quali appartenenti al Circuito Differenziato dell’Alta Sicurezza e 251 appartenenti alla Media Sicurezza. Abbiamo avuto modo di rilevare – proseguono Quintieri e Ferrante– come i dati statistici diramati dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia riguardo alla capienza regolamentare non siano corretti. Infatti, recentemente, erano usciti fuori dal nulla altri 263 posti che, aggiunti ai 354 esistenti, avrebbero permesso all’Istituto di “ospitare” ben 617 detenuti e di non classificarlo come “sovraffollato”. In realtà, quei 263 posti, riguardano un padiglione dell’Istituto, realizzato di recente, ma ancora chiuso e non utilizzato. I detenuti in quella Prigione vivono in condizioni disumane perché restare chiusi in cella 20 ore al giorno su 24 ed in pochi metri quadrati costituisce una tortura, un trattamento illegale per il quale da anni lo Stato viene ripetutamente condannato dalla Corte Europea dei Diritti Umani di Strasburgo. Tutto ciò, naturalmente, non dipende né dalla Direzione dell’Istituto né tantomeno dalla Polizia Penitenziaria ma, esclusivamente, dal Governo Italiano che con i finanziamenti che manda non si riesce nemmeno a comprare le lampadine.

Nel corso della visita abbiamo ascoltato diversi detenuti e raccolto le loro segnalazioni. Quel che è importante evidenziare è che nessuno dei detenuti ci ha segnalato gravi forme di abuso da parte del personale della Polizia Penitenziaria. Il Corpo della Polizia Penitenziaria, tra l’altro, è molto deficitario in termini di organico e ciò si ripercuote negativamente sulla vita dei detenuti e degli stessi Agenti costretti a lavorare in condizioni assolutamente degradanti. Molti detenuti hanno lamentato la mancata attività ispettiva in Carcere da parte del competente Magistrato di Sorveglianza ed il continuo rigetto di qualsiasi genere di richiesta rivoltagli. Seguiremo con attenzione le problematiche che ci sono state segnalate e che abbiamo avuto modo di rilevare di persona. Diversi detenuti ci hanno chiesto di essere aiutati a presentare ricorso innanzi alla Corte Europea dei Diritti Umani di Strasburgo per il trattamento inumano e degradante a cui sono sottoposti.

http://www.francescoferrante.it – 23 Gennaio 2013

Carceri, nuovo appello dei Detenuti di Catanzaro al radicale Quintieri


Cella Carcere SianoImpegno civile. E’ quello che l’ecologista radicale Emilio Quintieri mette, ormai da anni, al servizio di chi non ha voce. La sua attenzione è rivolta ai detenuti, reclusi nella carcere italiane, costretti a vivere in condizioni, a volte disumane, che hanno poco a che fare con un paese dove vige la democrazia e il rispetto della dignità delle persone. Chi ha sbagliato non merita di essere emarginato, anzi, crediamo che lo Stato gli debba garantire strumenti di rieducazione sociale, al fine di permettere ad ogni singolo detenuto che ha scontato il suo debito con la giustizia ed aver fatto pace con la legge di trovare una collocazione nella società civile e non di essere “marchiato” indelebilmente con l’etichetta di colpevole a vita. Continuano le denunce da parte dei detenuti ristretti presso la Casa Circondariale di Catanzaro Siano per le condizioni illegali in cui sono costretti a sopravvivere dallo Stato.
Questa volta, a scrivere all’Ecologista Radicale Emilio Quintieri, è il detenuto Natale Ursino di Locri, da 10 mesi rinchiuso in custodia cautelare presso il Carcere di Catanzaro. Quel che scrive Ursino conferma esattamente – sostiene Quintieri – quanto raccontano gli altri detenuti e che, tra l’altro, abbiamo reso noto al Governo tramite una Interrogazione Parlamentare a risposta scritta indirizzata ai Ministri della Giustizia e della Salute Paola Severino e Renato Balduzzi. L’atto di Sindacato Ispettivo nr. 4-08865, sotto integralmente riportato, è stato presentato a Palazzo Madama durante la 853^ seduta e firmato e sottoscritta dai Senatori della Repubblica Marco Perduca e Donatella Poretti (Radicali), Salvo Fleres (Grande Sud), Roberto Di Giovan Paolo, Francesco Ferrante e Roberto Della Seta (Partito Democratico) che, tra l’altro, sono stati invitati ad effettuare una Visita Ispettiva presso l’Istituto Penitenziario di Catanzaro.

Sono state ampiamente descritte tutte quelle situazioni illegali che riguardano gli Istituti di Pena della Calabria con particolare riferimento alla Casa Circondariale di Siano ove, a fronte di una capienza regolamentare di 354 posti, sono rinchiuse 600 persone, la metà delle quali appartenente al circuito dell’Alta Sicurezza.

Abbiamo denunciato al Governo oltre al problema del sovraffollamento anche tutta una serie di circostanze che rendono l’esecuzione della pena completamente illegale in primo luogo perché non rispetta quei diritti umani fondamentali tutelati dalle norme di rango costituzionale e da quelle europee ed internazionali vigenti in materia. Vivono in tre in delle camere detentive, volgarmente note come “celle” originariamente destinate ad ospitare un solo detenuto, chiusi per 21 ore al giorno in pochi metri quadrati, con la sola possibilità di stare sdraiati nei loro letti a castello, perché tutti quanti in piedi contemporaneamente non avrebbero la possibilità di muoversi a causa della presenza del tavolino, degli sgabelli e degli armadietti. E tale stato di cose nuoce anche dal punto di vista dell’ordine e della sicurezza poiché agli Agenti della Polizia Penitenziaria addetti alla sorveglianza nei Reparti viene materialmente difficile procedere agli opportuni e necessari controlli.  Nemmeno gli animali allo Zoo, per dirla come il detenuto Natale Ursino – prosegue il cetrarese Emilio Quintieri – sono tenuti in queste condizioni.

E’ indubbio che per queste persone la reclusione si traduca in una vera e propria tortura, proibita dalla Costituzione, dalla Convenzione Europea dei Diritti Umani e da altri Trattati Internazionali che lo Stato Italiano a firmato e ratificato ma che, regolarmente, continua a violare. Per questi motivi l’Italia è stata – dal 1959 ad oggi – chiamata in giudizio innumerevoli volte dinanzi alla Corte Europea di Strasburgo e ripetutamente condannata (oltre 2.000 sentenze di condanna) per violazione della Convenzione Europea per la Salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà Fondamentali ed in particolare modo proprio per violazione dell’Art. 3 che stabilisce “Nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti. Peggio dell’Italia c’è solo la Turchia ed a seguire la Russia e Polonia. E non è certo degno di uno Stato che si definisce civile e democratico posizionarsi al secondo posto nella classifica dei 47 Stati membri dell’Unione Europea per violazione dei diritti umani fondamentali : tanto basta per avere certezza della conclamata, abituale e flagrante criminalità dello Stato. “L’attività sportiva è quasi inesistente, abbiamo accesso una sola volta alla settimana per 2 ore al Campo Sportivo. La sporcizia non ha eguali. C’è una colonia di topi, a migliaia, una vera invasione, con il serio rischio di esser morsi e subire la gravissima infezione di cui sono portatori i ratti – dice il detenuto locrese Natale Ursino nella sua lettera – Le docce oltre ad essere insufficienti e scarsamente igieniche, spesso siamo costretti a farle con l’acqua fredda e per lavarci dobbiamo privarci dell’ora d’aria all’aperto perché gli orari coincidono con l’ora d’aria.”

Come si può tollerare una simile condizione ? Abbiamo un regime carcerario che non comprime solo la libertà personale – protesta l’esponente dei Verdi Europei aderente ai Radicali Italiani – ma li obbliga a vivere in condizioni irrispettose della dignità umana ed a subire disagi, difficoltà e sofferenze non prevista da alcuna norma giuridica o sentenza. Eppure la Corte Europea dei Diritti Umani è stata molto chiara: l’Art. 3 della Convenzione impone allo Stato di garantire la detenzione in condizioni compatibili con il rispetto della dignità umana.

Qui Cosenza, 31 Dicembre 2012

“Nel carcere di Catanzaro doccia gelata e niente riscaldamenti”


Casa Circondariale Catanzaro Siano«La Casa Circondariale di Catanzaro Siano è una prigione illegale come tante altre sul territorio nazionale dove i detenuti sono costretti a vivere in condizioni disumane, crudeli e degradanti tanto da indurre al suicidio». Lo scrive l’Ecologista Radicale Emilio Quintieri in un appello.

Ecco il testo integrale.

Non è solo più un fatto di civiltà, non più soltanto una questione umanitaria, ma un problema di vera e propria illegalità. La Casa Circondariale di Catanzaro Siano è una prigione illegale come tante altre sul territorio nazionale dove i detenuti sono costretti a vivere in condizioni disumane, crudeli e degradanti tanto da indurre al suicidio quelle persone che, sfortunatamente, ci sono finite dentro. L’ultimo a togliersi la vita è stato il povero Gourram Hicham, classe 1980, arrestato dai Carabinieri di Rocca di Neto (Crotone) lo scorso mese di marzo con l’accusa di tentato omicidio (pare avesse accoltellato un suo connazionale) e ancora in attesa di giudizio. Si è impiccato nella sua cella dove, a quanto sembra, fosse allocato da solo.

Eppure è strano perché quel carcere è gravemente sovraffollato; infatti, a fronte di una capienza regolamentare di 354 posti, vi sono rinchiuse circa 600 persone, 330 dei quali appartenenti al Circuito dell’Alta Sicurezza perché imputati o condannati per gravi fatti di terrorismo e criminalità organizzata. I detenuti sono costretti a vivere per 20 ore al giorno chiusi in delle piccolissime celle destinate normalmente per un detenuto ed invece occupate da tre persone con letti a castello, tavoli, sgabelli e armadietti che non permettono loro nemmeno di muoversi e alla Polizia Penitenziaria in servizio nei reparti di poter effettuare nemmeno adeguati controlli.

Proprio nei giorni scorsi avevo ricevuto una lettera da parte di un giovane detenuto ristretto a Catanzaro Siano con la quale mi chiedeva aiuto descrivendomi tutte le problematiche esistenti in quel Carcere ivi compresi gli abusi e i pestaggi che qualche agente della Polizia Penitenziaria si permetterebbe il lusso di compiere ai loro danni. Mi narrava il fatto che, nonostante le condizioni meteo-climatiche non sarebbero stati accesi ancora i riscaldamenti e molti di loro, specie i più sfortunati, costretti a patire anche il freddo. Ma non solo. Infatti, e non è solo un detenuto a lamentarsi di questo, sarebbe mal funzionante la caldaia con la conseguenza che dovrebbero rinunciare persino a fare la doccia per la mancanza dell’acqua calda oppure a farla gelata. Infine, l’orario della doccia coincide con il tempo destinato all’ora d’aria perciò i detenuti che scelgono di lavarsi (seppur con l’acqua fredda !) sottraggono del tempo a una delle poche attività di socializzazione alle quali gli è consentito accedere.

Sempre secondo quanto mi è stato riferito, non gli verrebbe consentito – specie a chi proviene dalle altre Regioni e non riceve le visite dei familiari – di poter usufruire di servizi come la lavanderia costringendoli a indossare indumenti sporchi per molti giorni. Addirittura che fuoriuscirebbero i liquami fognari nei cortili destinati ai “passeggi” soprattutto in quelli destinati ai detenuti ad Alta Sicurezza rendendo impraticabili gli stessi e che, fatto gravissimo, sarebbero presenti numerosi topi e blatte in tutti i reparti detentivi tant’è vero che la popolazione detenuta nel tentativo, spesso vano, di impedirne la penetrazione nelle celle, ha allestito delle rudimentali barriere alle finestre che si notano anche dall’esterno. È del tutto evidente che la presenza di tali animali costituisce un certificato rischio che possano diffondersi malattie infettive tra cui la letale leptospirosi, volgarmente nota come “febbre dei porcai”.

Ulteriori rimostranze dei detenuti che mi sono state fatte riguardano l’insufficienza dell’assistenza medico–sanitaria e psicologica prestata nei loro confronti, assurde limitazioni da parte della Direzione, la mancata concessione di permessi di qualunque genere e tipo da parte del Magistrato di Sorveglianza, l’eccessiva umidità dei reparti e delle camere detentive a causa della perenne infiltrazione di acqua piovana e il rigetto ripetuto di richieste di trasferimento in Istituti più vicini alle famiglie o dove sia possibile svolgere particolari corsi di studio. Come si può ben capire i reclusi a Siano (ma non solo) sono tenuti dallo Stato in delle vere e proprie condizioni di tortura, severamente proibite oltre che dall’Ordinamento Costituzionale anche dal diritto convenzionale internazionale.

E il nostro paese lo sa bene perché dal 1959 ad oggi è stato condannato circa 2.200 volte dalla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo e, all’interno degli Stati membri dell’Unione europea, detiene il primato per le condanne relative alle condizioni dei detenuti mentre è secondo rispetto a tutti gli Stati membri del Consiglio d’Europa, precedendo persino la Russia. Per tutti questi motivi, ho sollecitato la presentazione di una dettagliata Interrogazione Parlamentare ai Ministri della Giustizia e della Salute Paola Severino e Renato Balduzzi che, nei prossimi giorni, verrà depositata al Senato della Repubblica e una Visita Ispettiva da parte dei membri del Parlamento.

L’atto di sindacato ispettivo sarà presentato come primo firmatario dal Senatore Radicale Marco Perduca, Segretario della Commissione giustizia e membro della Commissione straordinaria per la promozione e tutela dei diritti umani del Senato e cofirmato dai Senatori Donatella Poretti (Radicali), Salvo Fleres (Grande Sud), Roberto Di Giovan Paolo e Francesco Ferrante (Partito democratico). Non escludo – conclude l’Ecologista Radicale Emilio Quintieri – di coinvolgere anche il gruppo parlamentare dei Verdi in seno al Parlamento europeo per una interrogazione in merito alla Commissione europea come già accaduto in altre circostanze perché la legge in questo carcere come in tanti altri della Calabria e dell’Italia è violata e non si può continuare a far finta di non vedere che sia così e, soprattutto, non si può continuare a custodire così delle persone, la cui maggioranza è in custodia cautelare e quindi presunta innocente fino a sentenza definitiva.

Emilio Quintieri

Ecologista Radicale

Linkiesta, 13 Dicembre 2012

http://www.linkiesta.it/carcere-catanzaro-quintieri