La pena dell’ergastolo è contro la Costituzione. Lectio Magistralis del Prof. Moccia nel Carcere di Rossano


Giovedì scorso, dalle ore 10,30 in poi, presso la Casa di Reclusione di Rossano guidata dal Direttore in missione Dott.ssa Maria Luisa Mendicino, si è tenuta la Lectio Magistralis del Prof. Sergio Moccia, Emerito di Diritto Penale dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, su “La pena come integrazione sociale: quale senso ha l’ergastolo ?”.

I lavori, moderati dal Prof. Mario Caterini, Associato di Diritto Penale dell’Università della Calabria, sono stati preceduti da una visita all’Istituto Penitenziario, insieme alla delegazione dei Radicali Italiani composta da Emilio Enzo Quintieri, Valentina Anna Moretti e Danilo Crusco, autorizzati dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia. La numerosa delegazione è stata accompagnata dal Vice Ispettore Damiano Cadicamo in forza al Reparto di Polizia Penitenziaria di Rossano, diretto dal Commissario Capo Dott.ssa Elisabetta Ciambriello.

Oltre al Prof. Moccia ed alla Dott.ssa Mendicino, sono intervenuti tanti altri relatori, tra cui la Prof.ssa Franca Garreffa, Aggregato di Sociologia Giuridica dell’Università della Calabria, la Prof.ssa Rossella Marzullo, Aggregato di Pedagogia Speciale dell’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria, il Prof. Sabato Romano, Aggregato di Diritto Penale dell’Università della Calabria ed il Prof. Giuseppe Spadafora, Ordinario di Pedagogia Speciale dell’Università della Calabria. Non ha partecipato il Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria della Calabria Dott. Massimo Parisi poichè, nei giorni precedenti, è stato nominato Direttore Generale del Personale e delle Risorse dell’Amministrazione Penitenziaria. In sua vece è intervenuta la Dott.ssa Giuseppina Irrera, Direttore dell’Ufficio Detenuti e Trattamento del Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria della Calabria.

All’iniziativa, tra gli altri, erano presenti non solo gli Studenti di Giurisprudenza dell’Università della Calabria, tutti i rappresentanti delle Forze di Polizia presenti sul territorio (Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di Finanza), ma anche gli stessi detenuti, diversi dei quali condannati definitivamente alla pena dell’ergastolo e ristretti proprio nell’Istituto Penitenziario di Rossano. In rappresentanza dei detenuti sono intervenuti Francesco Argentieri e Marcello Ramirez.

Alla fine dell’evento, organizzato grazie alla collaborazione dei Funzionari Giuridico Pedagogici della Casa di Reclusione Simona Piazzetta, Simona Carone e Simona Gitto, l’Istituto Professionale Alberghiero “Ettore Majorana” di Rossano, ha offerto a tutti i convenuti, un ottimo e ricco aperitivo. Era presente ai lavori anche il Dirigente Scolastico Prof.ssa Pina De Martino.

Spesso si sente dire : in Italia non c’è certezza della pena o, peggio ancora, l’ergastolo non esiste, non lo sconta nessuno perché dopo pochi anni sono tutti fuori. Naturalmente chi scrive e dice queste cose è un grandissimo ignorante !

Per alcune categorie di persone e, segnatamente, per gli ergastolani, soprattutto quelli ostativi, la pena è assolutamente certa e si conclude esclusivamente con la loro morte.

Oggi in Italia vi sono 1.748 condannati definitivi alla pena dell‘ergastolo, 109 dei quali sono stranieri. Sulla loro posizione giuridica è scritto : “FINE PENA:MAI” oppure un fine pena impossibile, tradotto nel linguaggio informatico penitenziario, con : “99/99/9999”.

Tra i 1.748 ergastolani, 1.200 sono ostativi, poiché condannati per uno dei delitti ricompresi nell’Art. 4 bis dell’Ordinamento Penitenziario. Questi detenuti, molti dei quali reclusi da 30, 40 e 50 anni, non usciranno mai, nemmeno per un ora, se non collaboreranno utilmente con la Giustizia o se la loro dichiarazione non verrà dichiarata inesigibile. A loro è precluso ope legis qualunque beneficio premiale o misura alternativa alla detenzione inframuraria ivi compresa la liberazione condizionale.

Una volta, prima del 1991/1992, tutti gli ergastolani, dopo 26 anni di pena espiata, se ravveduti, potevano ottenere la liberazione condizionale; venivano sottoposti alla misura di sicurezza della libertà vigilata per 5 anni decorsi positivamente i quali la pena veniva dichiarata estinta, ottenendo nuovamente la libertà.

Poco prima dell’approvazione dell’Art. 4 bis dell’Ordinamento Penitenziario, i condannati all’ergastolo erano solo 341 (1991). Da quel momento, iniziarono ad aumentare sempre di più : 360 (1992), 380 (1993), 396 (1994), 501 (1997), 683 (1999), poi 868 (2001), 990 (2002), 1068 (2003), 1161 (2004), 1224 (2005), 1237 (2006), 1357 (2007), 1408 (2008), 1461 (2009), 1512 (2010) e poi ancora 1584 (2014), 1633 (2015), 1687 (2016), 1735 (2017) fino ad arrivare a 1748 (2018).

Se il fine della pena è la fine della pena, può essere considerata legittima una pena senza fine !?

Emilio Enzo Quintieri

già Consigliere Nazionale Radicali Italiani

Sulle ali della libertà, premio nazionale al detenuto di Rossano Francesco Argentieri


La speranza è qualcosa con le ali che dimora nell’anima e canta la melodia senza parole, e non si ferma mai. (Emily Dickinson) Anche di speranza hanno parlato i detenuti della Casa di Reclusione di Rossano, nell’intervallo dello spettacolo da loro diretto e interpretato e al quale ho assistito lo scorso 30 aprile.

“Compagni di sventura” è una commedia scritta da uno di loro che, in chiave grottesca, racconta la vita in carcere, i colloqui con i familiari e con gli avvocati, lo scorrere dei giorni – apparentemente tutti uguali, ma solo per chi non ha ancora capito il valore della rieducazione e l’efficacia dei progetti di reinserimento.

La Nuova Compagnia Teatrale “Eccociquà”, tutta formata da detenuti, ha messo in scena le emozioni, il divertimento, le riflessioni e le varie sfaccettature dell’animo umano, in un continuo scambio fra attori e pubblico.

Alla fine dello spettacolo, come ciliegina sulla torta, la consegna del premio nazionale “Sulle ali della libertà” al detenuto Francesco Argentieri, che si è aggiudicato il prestigioso riconoscimento con la tesi di laurea «La sfera pubblica: il carcere come progetto sociale». Il premio (promosso e ideato dall’Associazione Isola Solidale – in collaborazione con l’Agenzia Comunicatio), è molto bello e significativo: 1000 euro da spendere per l’acquisto di libri.

La cultura è speranza, il teatro è speranza e lo sono anche il volontariato e la condivisione di esperienze come queste. Un ottimo punto di partenza, secondo me, per arrivare  o, almeno, dirigerci verso quel cambiamento che tutti diciamo di desiderare.

Letizia Guagliardi

http://www.ionionotizie.it – 08 maggio 2019

Il Premio Nazionale “Sulle ali della libertà” vinto dal detenuto Argentieri. Martedì cerimonia al Carcere di Rossano


Il Premio Nazionale “Sulle ali della libertà”, giunto alla sua seconda edizione, promosso e ideato dall’Associazione Isola Solidale (in collaborazione con l’Agenzia Comunicatio), che a Roma, da oltre 50 anni, accoglie le persone detenute che hanno commesso reati per i quali sono state condannate, che si trovano agli arresti domiciliari, in permesso premio o che, giunte a fine pena, si ritrovano prive di riferimenti familiari e in stato di difficoltà economica, ha come obiettivo quello di promuovere la cultura negli Istituti Penitenziari. Il Premio consiste in un buono di 1.000 euro da spendere per l’acquisto di libri.

L’anno scorso, il premio nazionale, era stato vinto da Alessandro L., 46 anni, detenuto da 23 anni nella Casa Circondariale di Roma Rebibbia, che ha ottenuto – primo in Italia – il dottorato di ricerca in Sociologia e Scienze applicate, presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, con lo studio dal titolo: “Rieducazione, formazione e reinserimento sociale dei detenuti. Uno studio comparativo ed etnografico dei detenuti rientranti nella categoria “Alta Sicurezza” in Italia: percorsi di vita, aspettative, e reti sociali di riferimento”. Alessandro che è in carcere ininterrottamente dal 1995, aveva conseguito la Laurea con lode in Sociologia nel 2013 ed a breve, conseguirà anche una seconda Laurea in Scienze del Servizio Sociale.

Quest’anno, invece, il premio se lo è aggiudicato Francesco Argentieri, di Mesagne (Brindisi), 45 anni, da tempo ristretto nel Reparto di Alta Sicurezza (As3) della Casa di Reclusione di Rossano (Cosenza). Argentieri, il 18 maggio 2017, si è laureato in Servizio Sociale e Sociologia presso l’Aula Caldora dell’Università della Calabria con una tesi dal titolo: “La sfera pubblica: il carcere come progetto sociale”. La Commissione, presieduta dal Prof. Ercole Giap Parini e composta dai Prof. Pierluigi Adamo, Antonino Campennì, Franca Garreffa, Donatella Loprieno, Giorgio Marcello, Annalisa Palermiti, Antonio Samà e Giovanna Vingelli, dopo aver ascoltato l’illustrazione della tesi, gli assegnò il voto più alto (106/110) su tutti i numerosi studenti che sostennero l’esame di laurea.

La cerimonia di premiazione si terrà martedì 30 aprile presso il Teatro della Casa di Reclusione di Rossano, attualmente diretta dal Dirigente Penitenziario Maria Luisa Mendicino e, tra gli altri, vedrà la partecipazione di Alessandro Pinna, Presidente dell’Associazione “L’isola solidale”, promotrice del concorso, congiuntamente ad alcuni membri della stessa nonché dei Professori Ercole Giap Parini e Olimpia Affuso del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università della Calabria.

Nella circostanza, inoltre, si terrà lo spettacolo teatrale “Lo cunto dei ristretti”, inserito nel cartellone della Sesta Giornata Nazionale del Teatro in Carcere, patrocinata anche dal Ministero della Giustizia, che coinvolgerà i detenuti del Circuito di Alta Sicurezza (As3) impegnati in qualità di attori, di tecnici di scenografia e costumi nonché di tecnici audio e luci. La rappresentazione costituisce il fecondo epilogo del progetto “Lo cunto dei ristretti” che si inserisce nel percorso costruito dal Centro Studi Scuola Pubblica (Cesp) e dalla rete delle scuole ristrette, volto a potenziare il ruolo della scuola e della cultura quali elementi portanti dell’esecuzione penale. Difatti, il teatro in carcere costituisce una pratica formativa non tradizionale, utile a ri-scoprire le proprie capacità e inclinazioni atteso che nel laboratorio teatrale è possibile sperimentare ruoli e dinamiche differenti da quelli che caratterizzano la detenzione, privilegiando meccanismi relazionali improntati alla collaborazione, allo scambio e alla condivisione.

Il lavoro svolto, pur partendo dal progetto originale, “Il Pentamerone” (cinque giornate) di Giambattista Basile, ha subito, in corso d’opera, una trasformazione frutto della creatività dei partecipanti i quali hanno contribuito alla stesura del copione con apporti di scrittura drammaturgica legata alla loro condizione quotidiana e con l’utilizzo del proprio dialetto di origine. “Lo cunto de li cunti” è una raccolta di 50 fiabe in lingua napoletana edite tra il 1634 e il 1636. Si è sostituito il dialetto napoletano del 600 con i dialetti di appartenenza, come strumento di espressione autentica. La conduzione del laboratorio artistico-espressivo è stata affidata ad Antonello Antonante, Direttore artistico del Teatro dell’Acquario di Cosenza. Fanno parte dell’Equipe Dora Ricca, scenografa e regista e la Prof.ssa Antonietta Cosenza, Docente del Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti (CPIA) di Cosenza “Valeria Solesin” e referente del progetto.

Soddisfazione per la vittoria del premio nazionale “Sulle ali della libertà” da parte del detenuto Francesco Argentieri, è stata espressa da Emilio Enzo Quintieri, già Consigliere Nazionale dei Radicali Italiani e candidato Garante Regionale dei Diritti dei Detenuti della Calabria che, nei giorni scorsi, unitamente a Valentina Moretti e Danilo Crusco, ha visitato la Casa di Reclusione di Rossano, previamente autorizzato dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia. Anche Quintieri, Moretti e Crusco, parteciperanno allo spettacolo teatrale ed alla cerimonia di premiazione che si terrà nel Carcere di Rossano.

Cosenza, Altri due detenuti laureati all’Unical del Carcere di Rossano. Soddisfatti i Radicali


Questa mattina Giovanni Musone, classe 1964, ergastolano ostativo, di Marcianise (Caserta) e Francesco Pasquale Argentieri, classe 1974, di Mesagne (Brindisi), entrambi detenuti in espiazione di pena nella Casa di Reclusione di Rossano nel Circuito Penitenziario dell’Alta Sicurezza (As3), si sono laureati in Scienze del Servizio Sociale e Sociologia presso l’Aula Caldora dell’Università della Calabria. La Commissione, presieduta dal Prof. Ercole Giap Parini e composta dai Professori Pierluigi Adamo, Antonino Campennì, Franca Garreffa, Donatella Loprieno, Giorgio Marcello, Annalisa Palermiti, Antonio Samà e Giovanna Vingelli, dopo aver ascoltato gli interessati che hanno brevemente illustrato le loro tesi, ha assegnato loro il voto più alto (106/110) tra tutti i numerosi studenti che hanno sostenuto l’esame di laurea.

Gli studenti-detenuti, su disposizione del Magistrato di Sorveglianza di Cosenza Silvana Ferriero, per motivi di sicurezza, sono stati accompagnati dal personale del Reparto di Polizia Penitenziaria di Rossano guidato dall’Ispettore Superiore Domenico Vennari.

Musone, il cui Docente tutor era la Prof. Franca Garreffa, ha presentato una tesi in “Sprigionare la genitorialità. Come valorizzare il ruolo educativo del padre detenuto.” mentre Argentieri, il cui Docente Tutor era il Prof. Ercole Giap Parini, quella del “La sfera pubblica: il Carcere come progetto sociale”.

Alla cerimonia di laurea, oltre agli Agenti di Polizia Penitenziaria, ai Funzionari Giuridico Pedagogici, al Cappellano della Casa di Reclusione di Rossano ed ai familiari degli interessati, erano presenti anche Emilio Enzo Quintieri e Valentina Anna Moretti, esponenti dei Radicali Italiani, che hanno regalato ai due neodottori le tradizionali corone di alloro. Era assente, per altri impegni istituzionali, il Direttore dell’Istituto Penitenziario rossanese Giuseppe Carrà.

Siamo particolarmente soddisfatti per questo grande risultato, ha detto l’esponente dei Radicali Italiani Quintieri. Martedì prossimo, con una delegazione di studenti del Corso di Diritto Penale dell’Università della Calabria guidati dal Prof. Mario Caterini, faremo visita proprio alla Casa di Reclusione di Rossano, ove attualmente vi sono 11 detenuti iscritti all’Università. Altri 2 detenuti, Francesco Carannante e Gennaro Barnoffi, si sono laureati l’anno scorso presentando il primo un elaborato su “Reclusi insieme. La condizione dei familiari dei detenuti: tra etichettamento e inclusione” ed il secondo su “Una squadra una città: breve storia della Società Sportiva Calcio Napoli”. Ci auguriamo, conclude Quintieri, che presto ci siano altri iscritti all’Università della Calabria e che l’Ateneo deliberi l’esenzione delle tasse o la sensibile riduzione delle stesse per i detenuti come avviene in tante altre Università d’Italia.

         FRANCESCO ARGENTIERI

            GIOVANNI MUSONE