Catanzaro, detenuto psichiatrico tenta il suicidio. Ricoverato in rianimazione


Di nuovo il carcere diventa teatro di una tragedia. Di nuovo il sistema insiste nel voler tenere in gabbia una persona gravemente affette da disturbi psichiatrici, bisognose di cura ed assistenza.

La trama è questa: prima il carcere di Paola, poi il “Panzera” di Reggio Calabria, dopo l’istituto penitenziario del capoluogo e infine l’ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro. Si evolve così la tragica storia di un detenuto di origine cosentina che nei giorni scorsi ha tentato il suicidio nel carcere di Catanzaro. Ed oltre al danno la beffa: a quanto pare, sembrerebbe che alla moglie sia stata negata la possibilità di avere un colloquio con suo marito.

A farlo sapere è Emilio Quintieri (Radicali Italiani), che proprio tempo fa ha chiesto all’Amministrazione penitenziaria un’adeguata sorveglianza custodiale e un sostegno morale e psicologico per il detenuto.

Ma accade quello che si voleva evitare: l’uomo, 49 anni e condannato per estorsione, cerca di mettere fine alla propria vita. Immediato il trasporto d’urgenza al nosocomio catanzarese, dove ora è ricoverato in rianimazione.

Non è finita, perché tra i protagonisti della vicenda c’è anche la moglie del detenuto. E’ lei che, appena saputo di quanto successo, si precipita nell’ospedale catanzarese. La Polizia Penitenziaria, però, le avrebbe negato di poterlo vedere ed avere dai medici notizie sulle condizioni di salute dell’uomo ricoverato, nonostante fosse stato autorizzata.

Quintieri ha inviato una informativa al Garante Nazionale dei Diritti dei Detenuti, Mauro Palma, sollecitando una visita ispettiva con la massima urgenza.

Edoardo Corasaniti

La Nuova Calabria – 4 novembre 2019

Quintieri candidato alla Camera dei Deputati per +Europa con Emma Bonino nel Collegio Cosenza – Crotone


Per affrontare le grandi questioni del nostro tempo occorrono risposte più ampie che può dare solo un’Italia più europea in un’Europa unita e democratica. Un’Europa per il benessere e contro la povertà, per le libertà fondamentali e contro ogni forma di discriminazione, per l’accoglienza e l’integrazione con regole certe e contro l’indifferenza, per la sicurezza e contro il terrorismo. Un’Europa votata all’innovazione tecnologica e alla ricerca scientifica, alla valorizzazione del patrimonio storico e ambientale, alla tutela della concorrenza in un mercato aperto e alla creazione di opportunità e lavoro.

Vogliamo farlo a partire dall’Italia, abbattendo i muri reali e immaginari eretti dai nazionalismi, dall’odio e dal populismo e dobbiamo farlo perché la Storia ha dimostrato dove questi portano: indietro, mai avanti. È tempo di dire che per guardare al futuro dell’Italia non serve meno Europa, anzi.

Per avere – anche in Italia – più crescita, più diritti, più democrazia, più libertà, più opportunità, più sicurezza, più rispetto dell’ambiente, serve più Europa.

Per queste ragioni Radicali italiani, Forza Europa e Centro Democratico alle prossime elezioni hanno deciso di promuovere +EUROPA con Emma Bonino.

Nella Circoscrizione Elettorale della Calabria, per la Camera dei Deputati, nel Collegio Plurinominale denominato “Calabria 1” che comprende i Collegi Uninominali “Calabria 1” (Castrovillari), “Calabria 2” (Corigliano Calabro), “Calabria 3” (Cosenza) e “Calabria 5” (Crotone), la lista + Europa con Emma Bonino ha candidato Emilio Enzo Quintieri, dopo la capolista Caterina Forelli.

Quintieri, 31 anni, cetrarese abitante a Cosenza, laureando in Giurisprudenza, è membro del Comitato Nazionale di Radicali Italiani e capo della delegazione visitante gli Istituti Penitenziari, autorizzato dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia.

C’è tanto lavoro da fare per rendere il nostro Paese più libero e democratico. Questi sono gli otto “più” per i quali tutti noi di +Europa ci impegniamo a lottare con fiducia, determinazione e concretezza. Per voi e per il futuro dell’Italia.

Programma + Europa con Emma Bonino (clicca per leggere)

COLLEGIO PLURINOMINALE CALABRIA 1

Collegio Uninominale Calabria 1 (Castrovillari) ne fanno parte gli elettori di: Acquaformosa, Acquappesa, Aieta, Altomonte, Amantea,  Belmonte Calabro, Belvedere Maritittimo, Bisignano, Bonifati, Buonvicino, Castrovillari, Cerzeto, Cervicati, Cetraro, Civita, Cleto, Diamante, Fagnano Castello, Falconara Albanese, Firmo, Fiumefreddo Bruzio, Frascineto, Fuscaldo, Grisolia, Guardia Piemontese, Laino Borgo, Laino Castello, Lattarico, Longobardi, Lungro, Malvito, Maierà, Mongrassano, Morano Calabro, Mormanno, Mottafollone, Orsomarso, Paola, Papasidero, Praia a Mare, Roggiano Gravina, Rota Greca, San Basile, San Benedetto Ullano, San Donato di Ninea, San Lucido, San Marco Argentano, San Martino di Finita, San Nicola Arcella, San Pietro in Amantea, San Sosti, Sangineto, Santa Caterina Albanese, Santa Domenica Talao, Santa Maria del Cedro, Sant’Agata di Esaro, Saracena, Scalea, Serra d’Aiello, Tarsia, Torano Castello, Tortora, Verbicaro.

Collegio Uninominale Calabria 2 (Corigliano) ne fanno parte gli elettori di: Acri, Albidona, Alessandria del Carretto, Amendolara, Bocchigliero, Calopezzati, Caloveto, Campana, Canna, Cariati, Cassano allo Ionio, Castroregio, Cerchiara di Calabria, Corigliano Calabro, Cropalati, Crosia, Francavilla Marittima, Mandatoriccio, Longobucco, Montegiordano, Nocara, Oriolo, Paludi, Pietrapaola, Plataci, Rocca UImperiale, Roseto Capo Spulico, Rossano, San Cosmo Albanese, San Demetrio Corone, San Giorgio Albanese, San Giovanni in Fiore, San Lorenzo Bellizzi, San Lorenzo del Vallo, Santa Sofia d’Epiro, Scala Coeli, Spezzano Albanese, Terranova da Sibari, Terravecchia, Trebisacce, Vaccarizzo Albanese, Villapiana.

Collegio Uninominale Calabria 3 (Cosenza) ne fanno parte gli elettori di: Aiello Calabro, Altilia, Aprigliano, Belsito, Bianchi, Carolei, Carpanzano, Casali del Manco, Castiglione Cosentino, Castrolibero, Celico, Cellara, Cerisano, Colosimi, Cosenza, Dipignano, Domanico, Figline Vegliaturo, Grimaldi, Lago, Lappano, Luzzi, Malito, Mangone, Marano Marchesato, Marano Principato, Marzi, Mendicino, Montalto Uffugo, Panettieri, Parenti, Paterno Calabro, Pedivigliano, Piane Crati, Pietrafitta, Rende, Rogliano, Rose, Rovito, San Fili, San Pietro in Guarano, San Vincenzo La Costa, Santo Stefano di Rogliano, Scigliano, Spezzano della Sila, Zumpano.

Collegio Uninominale Calabria 5 (Crotone) ne fanno parte gli elettori di: Albi, Andali, Belcastro, Belvedere di Spinello, Botricello, Caccuri, Carfizzi, Carlopoli, Casabona, Castelsilano, Cerenzia, Cerva, Cicala, Cirò, Cirò Marina, Cotronei, Cropani, Crotone, Crucoli, Cutro, Fossato, Serralta, Isola di Capo Rizzuto, Magisano, Marcedusa, Melissa, Pentone, Pallagorio, Petilia Policastro, Petronà, Rocca di Neto, Roccabernarda, San Mauro Marchesato, San Nicola dell’Alto, San Pietro Apostolo, Santa Severina, Savelli, Scandale, Sellia, Sellia Marina, Serrastretta, Sersale, Settingiano, Sorbo San Basile, Strongoli, Taverna, Tiriolo, Umbriatico, Verzino, Zagarise.

Le Elezioni Politiche per il rinnovo della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica si terranno Domenica 4 marzo 2018 dalle ore 07,00 alle ore 20,00. La scheda elettorale che verrà consegnata al cittadino sarà la medesima per la Camera e per il Senato. L’elettore dispone di un’unica scheda, sulla quale potrà esprimere un unico voto. La scheda recherà il nome del candidato nel Collegio Uninominale e, per il Collegio Proporzionale, il contrassegno di ciascuna lista o coalizione di liste ad esso collegate. I contrassegni delle liste hanno riportati a fianco i nominativi dei candidati nel Collegio Plurinominale. Il voto può essere espresso tracciando un segno sul rettangolo contenente il contrassegno della lista e i nominativi dei candidati nel Collegio Plurinominale. Il voto così espresso sarà valido ai fini dell’elezione del candidato nel Collegio Uninominale ed a favore della lista nel Collegio Plurinominale. Basta, dunque, tracciare un segno sul simbolo di + Europa con Emma Bonino, lista apparentata col Partito Democratico.

Cosenza, il Senatore Molinari “striglia” il Governo sull’Uepe. Soddisfatti i Radicali


Delegazione Radicale visitante il Carcere di CrotoneE’ da qualche tempo che ho preso l’abitudine di visitare gli istituti di pena. Penso che dovrebbe essere in cima ai pensieri di ogni società civile il recupero di chi ha sbagliato attentando alle regole della pacifica convivenza della comunità. Un pensiero che dovrebbe suonare doveroso per chi deve rappresentare le istituzioni. In questa abitudine devo ringraziare i “Radicali Italiani” e, nella fattispecie, Emilio Enzo Quintieri (vittima di un incubo giudiziario di tipo kafkiano, recentemente conclusosi nel migliore dei modi), con il quale sto effettuando alcune visite ispettive. Prossimamente, accompagnato da Quintieri ed altri miei collaboratori, mi recherò in visita presso l’Ufficio per l’Esecuzione Penale Esterna (Uepe), ufficio periferico del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità, situato nella Casa Circondariale “Sergio Cosmai”, a Cosenza, con giurisdizione su tutta la provincia. Lo rende noto l’Avvocato Francesco Molinari, Senatore della Repubblica (Gruppo Misto) e membro della Commissione Bicamerale Antimafia.

L’Uepe, versa da tempo in gravissime condizioni operative in virtù della carenza di personale (su 22 Assistenti Sociali previsti dalla pianta organica ve ne sono in servizio soltanto 3) e del costante aumento del carico di lavoro, derivante anche dall’introduzione dell’istituto della sospensione del procedimento con messa alla prova, una carenza ormai cronicizzatasi. Non è stato neanche possibile stabilizzare – in posizione di distacco da oltre un anno presso l’Uepe – il Funzionario che si occupa di coordinare le attività di segreteria nonostante costei abbia avanzato, con parere favorevole del Direttore dell’Ufficio, istanza alla competente Direzione Generale del Personale e della Formazione del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, e nonostante l’imminente quiescenza (avvenuta lo scorso agosto) del Responsabile dell’Area di Segreteria.

Ma poi, presso gli Uepe, possono prestare la loro collaborazione – come previsto dall’Ordinamento Penitenziario – le Organizzazioni di Volontariato, con i rispettivi Assistenti Volontari, anche per lo svolgimento di attività trattamentali e risocializzanti individuate nelle intese sottoscritte dall’Ufficio con gli Enti Pubblici e Privati e, in particolare, per l’affidamento in prova, per il regime di semilibertà e per l’assistenza ai dimessi dagli Istituti Penitenziari ed alle loro famiglie. Allo stato – prosegue il Senatore Molinari – presso l’Uepe di Cosenza non risulta presente alcun Assistente Volontario mentre sarebbe necessario il contributo apportato dagli stessi nella collaborazione nell’esecuzione delle misure alternative, in particolare per assicurare con maggiore continuità un’azione di prossimità ai bisogni ed alle esigenze dei condannati e del loro ambiente di vita. Un’opportunità della quale, alla luce delle esperienze realizzate con risultati lusinghieri in altre realtà locali del Paese, potrebbero usufruire gli stranieri, al fine di assicurare loro la fruizione di diritti fondamentali ed uguale possibilità di accesso alle informazioni ed alle opportunità trattamentali, generalmente compresse a causa delle difficoltà linguistiche e culturali nonché della lontananza dalla famiglia di origine. La presenza dei volontari potrebbe inoltre costituire un valido supporto anche nelle attività di segretariato e nel servizio di accoglienza del pubblico.

Senato della RepubblicaEcco perché, ieri mentre il Ministro della Giustizia On. Andrea Orlando presentava la sua relazione sull’Amministrazione della Giustizia in Senato, ho ritenuto opportuno presentare una Interrogazione (Interrogazione a risposta scritta n. 4-05116), sottoscritta anche dai colleghi Senatori Giuseppe Vacciano e Maria Mussini (Misto), Maurizio Romani e Alessandra Bencini (Italia dei Valori), per conoscere se e quali iniziative ed in quali tempi intenda adoperarsi per risolvere l’adeguamento numerico e professionale della pianta organica dell’Uepe di Cosenza, anche e soprattutto in funzione degli obiettivi sanciti dall’art. 27, comma 3, della Costituzione in tema di rieducazione e reinserimento nella società delle persone detenute, al fine di rendere più efficace l’attività istituzionale cui è preposto, contribuendo – altresì – alla crescita del livello di sicurezza sociale, in modo tale da valorizzare anche le recenti scelte legislative intraprese dal Governo e dal Parlamento in materia penitenziaria (diventate pressanti in seguito alle sollecitazioni provenienti dall’Europa). Così come ho chiesto di sapere quale sia lo stato della collaborazione dell’Uepe di Cosenza con le Organizzazioni di volontariato ovvero con i singoli volontari, chiedendo di conoscere se siano state presentate delle istanze di collaborazione e quali mezzi intenda usare per promuovere l’Ufficio di cui trattasi ad incentivare l’attività del volontariato penitenziario.

Il Ministro Orlando, racconta Molinari che è anche il Presidente di Calabria Terra Libera, durante la sua relazione in Senato, tra le altre cose, ci ha detto chiaramente che “E vero che l’Italia rimane uno dei Paesi a più alto tasso di recidiva in Europa, il che significa che in troppi casi non è conseguita la finalità rieducativa della pena” ma, se tutti gli Uffici per l’Esecuzione Penale Esterna e, più in generale, gli Uffici ed il personale penitenziario che si occupa delle misure alternative al carcere, sono nelle condizioni di quello di Cosenza, non ci potrà mai essere un drastico abbattimento del tasso di recidiva.

E’ necessario compiere un maggiore sforzo per promuovere ed incentivare l’attività di recupero e rieducazione di chi sbaglia – conclude il Senatore Francesco Molinari – anche attraverso l’attività volontaria di chiunque dimostri interesse e sensibilità per la condizione umana di chi è sottoposto a misure privative e limitative della libertà personale.

Soddisfazione per la presentazione dell’atto di Sindacato Ispettivo al Governo Renzi sulla problematica dell’Uepe di Cosenza e del volontariato penitenziario è stata espressa da Emilio Quintieri e Valentina Moretti, esponenti dei Radicali Italiani.

Interrogazione a risposta scritta n. 4-05116 del Sen. Francesco Molinari (clicca per leggere)

Cosenza, Poco personale, Uepe al collasso. Ci sono 4 Assistenti Sociali sui 22 previsti dalla pianta organica


Santi Consolo Capo DAPL’Ufficio per l’Esecuzione Penale Esterna (Uepe) di Cosenza è al collasso. Non c’è personale ed a farne le spese sono soprattutto i detenuti per i quali diventa sempre più difficile ottenere i benefici e le altre misure alternative alla detenzione previste dall’Ordinamento Penitenziario che, al momento, per tanti cittadini restano solo sulla carta. Lo dichiara Emilio Quintieri, esponente dei Radicali Italiani, che da anni segue tenacemente i problemi di tutta la comunità penitenziaria calabrese anche collaborando con diversi Deputati e Senatori in attività di sindacato ispettivo all’interno delle strutture penitenziarie.

L’Uepe di Cosenza, Ufficio periferico del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (Dap) del Ministero della Giustizia, diretto da Emilio Molinari, soffre di una gravissima carenza di personale di servizio sociale pari all’80% della scopertura. Infatti, al momento – prosegue Quintieri – vi sono in servizio solo 4 Assistenti Sociali su una pianta organica che ne prevede ben 22. E, tra qualche giorno, la situazione continuerà ad aggravarsi poiché uno di questi Funzionari che, tra l’altro, attualmente, ricopre l’incarico di Responsabile dell’Area di Segreteria, andrà in pensione per sopraggiunti limiti d’età. Inoltre, all’Ufficio di Cosenza, non è mai stato assegnato il funzionario dell’organizzazione e delle relazioni, pur essendo previsto nella pianta organica ed il Direttore Molinari, da alcuni anni, è costretto a svolgere servizio in missione anche presso l’Ufficio Territoriale di Catanzaro.

Da circa un anno, continua l’esponente del Partito Radicale, una dipendente del Ministero della Giustizia, in servizio presso la Casa Circondariale “Ugo Caridi” di Catanzaro ma distaccata all’Uepe di Cosenza, avendo i requisiti culturali e professionali richiesti, ha chiesto alla competente Direzione Generale del Personale e della Formazione del Dap, il passaggio dal profilo di funzionario informatico a quello di funzionario dell’organizzazione e delle relazioni. L’istanza è stata trasmessa, con parere favorevole del Direttore dell’Ufficio, al Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria di Catanzaro per quanto di competenza. La nomina della suddetta dipendente, che negli anni passati ha già svolto le funzioni di Coordinatrice dell’Area di Segreteria, risolverebbe ed in maniera definitiva, la problematica evitando di attribuire tale incarico ad altro funzionario di servizio sociale che verrebbe inevitabilmente sottratto dal proprio compito istituzionale che è quello di seguire i condannati ristretti negli Istituti Penitenziaria o sottoposti ad altre misure restrittive della libertà. Come al solito, prosegue il radicale Quintieri, nessuno, né il Provveditorato Regionale né il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria si è degnato di rispondere all’istanza e comunque di assumere le dovute determinazioni per risolvere la situazione venutasi a creare. 

Non è possibile che un Ufficio importante come quello dell’Uepe di Cosenza che ha competenza su 4 Istituti Penitenziari, 3 Case Circondariali (Cosenza, Paola e Castrovillari) ed 1 Casa di Reclusione (Rossano) e su tanti altri cittadini sottoposti a misure alternative alla detenzione intramoenia, possa svolgere le numerose funzioni assegnategli dall’Ordinamento Penitenziario : tra le tante, quelle di svolgere, su richiesta della Magistratura, le inchieste utili a fornire i dati occorrenti per l’applicazione, la modificazione, la proroga e la revoca delle misure di sicurezza; di svolgere le indagini socio-familiari per l’applicazione delle misure alternative alla detenzione ai condannati; di proporre all’Autorità Giudiziaria il programma di trattamento da applicare agli imputati ed ai condannati che chiedono di essere messi alla prova, affidati al servizio sociale e/o sottoposti alla detenzione domiciliare; di controllare l’esecuzione dei programmi, da parte degli ammessi alle misure alternative, e di riferirne all’Autorità Giudiziaria, proponendo eventuali interventi di modificazione o di revoca; di prestare consulenza, su richiesta delle Direzioni degli Istituti Penitenziari, per favorire il buon esito del trattamento penitenziario e tantissime altre funzioni nei confronti dei detenuti ristretti in carcere e dei loro familiari.

Il Governo ed il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria pare che abbiano completamente dimenticato la Calabria, aggiunge ancora l’esponente radicale Emilio Quintieri. Nella nostra Regione, ormai da 5 anni, dopo il suicidio di Paolo Quattrone, manca un Provveditore Regionale in pianta stabile. C’è il Dirigente Generale Salvatore Acerra, in missione, poiché è Provveditore Regionale in Basilicata con sede a Potenza. Ci auguriamo che l’Amministrazione Penitenziaria guidata dal Capo Dipartimento Santi Consolo, in tempi brevi, provveda a dotare l’Uepe di Cosenza dei mezzi e delle risorse umane necessari, assicurando la copertura dei posti di servizio previsti dalla pianta organica, attualmente vacanti, al fin di rendere più efficace l’attività istituzionale cui è preposto, contribuendo, altresì, alla crescita del livello di sicurezza sociale e, contestualmente, che proceda alla nomina del Provveditore Regionale della Calabria, revocando l’incarico di missione attribuito al Provveditore della Basilicata.

 

Pd e Radicali ispezionano il Carcere di Cosenza. Il Governo accoglie le richieste dell’On. Bruno Bossio


Casa Circondariale di CosenzaQuesta mattina, nella Casa Circondariale “Sergio Cosmai” di Cosenza, l’Onorevole Enza Bruno Bossio, Deputato del Partito Democratico e membro del Partito Radicale, ha svolto una visita ispettiva a seguito della grave emergenza idrica registratasi nell’Istituto Penitenziario che aveva determinato una forte manifestazione di protesta da parte di tutti i detenuti ivi ristretti.

L’On. Bruno Bossio, come nelle precedenti ispezioni, è stata accompagnata da Emilio Quintieri e Gaspare Galli, rispettivamente esponenti dei Radicali Italiani e dei Giovani Democratici.

La delegazione visitante è stata accolta dal Direttore dell’Istituto Filiberto Benevento e dagli Agenti del Corpo di Polizia Penitenziaria diretti dal Vice Commissario Davide Pietro Romano.

L’emergenza idrica è stata causata dal furto, ad opera di ignoti, dei tubi di rame di cui è composta la conduttura comunale e dalla rottura di una pompa di sollevamento provocando danni ingenti anche all’impianto idraulico dell’Istituto Penitenziario.

Per fronteggiare l’emergenza, il Prefetto di Cosenza, su richiesta del Direttore, ha ordinato ai Vigili del Fuoco, di fornire l’acqua al Carcere tramite le loro autobotti per uso igienico – sanitario in quanto le cisterne di cui era dotato l’Istituto, aventi una capacità complessiva di 50 mila litri, si erano completamente svuotate. Successivamente, grazie al tempestivo intervento dei Tecnici del Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria e del Comune di Cosenza, sono stati effettuati i necessari lavori di riparazione ed è stata ripristinata l’erogazione dell’acqua potabile.

Nella Casa Circondariale di Cosenza, a fronte di una capienza regolamentare di 220 posti, sono rinchiusi 221 detenuti, 26 dei quali stranieri. Tra questi, 112 sono i condannati definitivi e 109 quelli in attesa di giudizio. Grazie all’intervento precedente dell’On. Bruno Bossio, il Governo, tra le altre cose, ha incrementato i fondi delle mercedi da 140.000 a 232.000 euro (92.000 euro), consentendo di far lavorare all’interno del carcere 55 detenuti mentre prima soltanto 39 riuscivano a lavorare alle dirette dipendenze dell’Amministrazione Penitenziaria. Ed oggi, grazie all’incremento di fondi, i detenuti dopo i 6 mesi di lavoro, potranno ottenere anche l’indennità di disoccupazione che prima gli era preclusa.

Dal 2010 ad oggi, sono 124 i detenuti scarcerati per effetto delle Leggi “Svuota Carceri” da Cosenza (469 in tutta la Calabria), 20 quelli dimessi e sottoposti ai domiciliari con il braccialetto elettronico (8 As e 12 Ms). Solo 1 detenuto, dopo l’intervento della Corte Costituzionale che ha abrogato la Legge Fini Giovanardi sugli Stupefacenti, ha avuto la pena rideterminata ed è stato scarcerato. Nessuno ha ottenuto la riduzione pena o il risarcimento danni dal Magistrato di Sorveglianza per la detenzione in condizioni inumane e degradanti. Nel Carcere di Cosenza, non ci sono stati suicidi negli ultimi anni (l’ultimo è avvenuto nel 2006) e sono pochissimi i tentati suicidi (1 nel 2014, 2 nel 2015). Pochissimi anche gli atti di autolesionismo (1 nel 2014, 7 nel 2015), nessun decesso di detenuti o di Poliziotti Penitenziari e tantomeno alcuna aggressione nei confronti di questi ultimi da parte dei primi.

Sono in corso di ultimazione i lavori di rifacimento completo delle celle del Reparto di Isolamento con l’adeguamento delle stesse al Regolamento di Esecuzione del 2000 che prevede i servizi igienici e la doccia in un vano annesso alla cella. Nel reparto isolamento di Cosenza, invece, il lavabo ed il bagno erano ancora a vista, senza alcuna protezione direttamente all’interno della stanza, accanto al letto, mentre le docce erano in un locale comune nel corridoio. Prossimamente, sarà aperta e resa funzionante anche la Palestra, chiusa da molto tempo e, qualora sarà finanziato il progetto presentato dalla Direzione dell’Istituto, al posto dell’attuale campo sportivo, saranno realizzati due campi di calcio a cinque, aumentando le possibilità di utilizzo per i detenuti. 

Scheda Visita Ispettiva CC Cosenza (clicca per leggere)

Intervista di Radio Radicale ad Emilio Quintieri sulla visita al Carcere di Cosenza (clicca per ascoltare)

Intervista di Radio Radicale all’On. Bruno Bossio (Pd) sulla visita al Carcere di Cosenza (clicca per ascoltare)

Scacco Matto, Quintieri (Radicali) : “Rinuncio anche ai testimoni, basta altri rinvii del processo”


Emilio Quintieri - RadicaliSi terrà il prossimo 15 luglio 2015 alle ore 12 presso il Tribunale di Paola, Sezione Penale in composizione Collegiale (Del Giudice, Presidente, Elia e Mesiti a latere), l’ultima udienza relativa all’Operazione Antidroga “Scacco Matto” che vede imputati i cetraresi Emilio Enzo Quintieri e Davide Pinto, 29 e 33 anni, per traffico illecito in concorso di sostanze stupefacenti (cocaina e marijuana) nel Tirreno Cosentino e nelle Città di Rende e Cosenza. Insieme a Quintieri – che al momento dell’arresto era candidato alla Camera dei Deputati, nella circoscrizione calabrese, per la Lista Radicale “Amnistia Giustizia e Libertà” – ed a Pinto, il 13 febbraio 2013, alle prime ore del mattino, su disposizione della Procura della Repubblica di Paola vennero arrestate dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Paola coadiuvati dai Militari del Comando Provinciale di Cosenza e dalle Unità Cinofile del Gruppo Operativo Calabria di Vibo Valentia, altre 4 persone  di Cetraro (Carmine e Giuseppe Antonuccio, Luca Occhiuzzi e Ido Carmine Petruzzi) che hanno già definito le loro posizioni, in primo e secondo grado, avendo scelto di procedere con il rito abbreviato. A firmare i 6 provvedimenti restrittivi, fu il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Paola Carmine De Rose.

Quintieri, difeso dagli Avvocati Sabrina Mannarino e Marta Gammella del Foro di Paola, già durante l’interrogatorio di garanzia, contrariamente a tutti gli altri indagati, non si avvalse della facoltà di non rispondere difendendosi dalle contestazioni che gli vennero rivolte nell’ordinanza custodiale. Ma fu del tutto inutile perché il Gip non gli credette confermandogli la misura cautelare di massimo rigore che, tra l’altro, venne poi ratificata dal Tribunale del Riesame di Catanzaro. Dopo quasi un anno di custodia inframuraria, prima a Paola e poi a Cosenza, l’attivista radicale, venne scarcerato e posto agli arresti domiciliari nel Comune di Fagnano Castello nonostante l’opposizione della Procura della Repubblica. Successivamente, la misura cautelare, per la sua considerevole durata e per la rigorosa osservanza delle prescrizioni e degli obblighi imposti dall’Autorità Giudiziaria, venne inizialmente sostituita con quella più lieve dell’obbligo di presentazione trisettimanale alla Polizia Giudiziaria e poi revocata completamente all’esito dell’abrogazione della Legge Fini Giovanardi sugli Stupefacenti disposta dalla Corte Costituzionale della quale anche Quintieri aveva sollevato eccezione di costituzionalità. Pinto, invece, è difeso dagli Avvocati Giuseppe Bruno del Foro di Paola e Rossana Cribari del Foro di Cosenza, è sin dal primo momento è stato sottoposto agli arresti domiciliari poi, in maniera gradata, sostituiti con altre misure meno afflittive. Durante l’udienza del 13 maggio scorso, dopo l’esame degli Ufficiali di Polizia Giudiziaria e dei tossicodipendenti indicati dal Pubblico Ministero, avrebbero dovuto essere sentiti i tre testimoni della difesa di Quintieri ma, purtroppo, nessuno di questi aveva ritirato le citazioni all’Ufficio Postale per cui ci sarebbe stato un ulteriore rinvio dell’udienza di alcuni mesi per disporre l’accompagnamento coatto degli stessi a mezzo della Forza Pubblica. L’Avv. Mannarino, in accordo con il suo assistito, ha proposto al Collegio giudicante di rinunciare a far sentire i propri testi qualora il processo venisse definito prima della pausa estiva e che venisse acquisita al fascicolo processuale la deposizione resa ai Carabinieri, durante le indagini, da uno dei testimoni che smentiva la detenzione e cessione di sostanza stupefacente da parte di Quintieri. Il Presidente Del Giudice, sentito il parere favorevole del Pubblico Ministero Teresa Grieco, ha disposto l’acquisizione del verbale richiesto dalla difesa ed ha revocato l’ammissione delle ulteriori testimonianze, fissando l’udienza conclusiva del processo per il prossimo 15 luglio alle ore 12.

Sono fermamente convinto che, nonostante l’accanimento sbirresco e giudiziario senza tregua nei miei confronti, sarò assolto con formula piena, non per non aver commesso i fatti contestati ma proprio per la insussistenza degli stessi. Per questo motivo, dice l’imputato Emilio Quintieri, non ho voluto fare il rito abbreviato, nonostante rischiassi una pena molto alta, perché ero sicuro che l’istruttoria dibattimentale avrebbe chiarito come stavano realmente le cose e che quelle imputazioni non avrebbero trovato riscontro nelle risultanze processuali.

 

Ispezione al Carcere di Paola di Pd, Alternativa Libera, Radicali e Camera Penale


Molinari, Bruno Bossio e QuintieriContinua senza sosta l’attività di Sindacato Ispettivo negli stabilimenti penitenziari calabresi svolta dall’Onorevole Enza Bruno Bossio, Deputato del Partito Democratico, sostenuta energicamente dai rappresentanti territoriali dei Radicali Italiani. Questa mattina, la Parlamentare, si è recata alla Casa Circondariale di Paola (Cosenza) unitamente al collega Francesco Molinari, Senatore del Movimento Alternativa Libera, accompagnata dal radicale Emilio Quintieri, da Gabriele Petrone, Dirigente Pd e dall’Avvocato Sabrina Mannarino, Tesoriere della Camera Penale di Paola, aderente all’Unione delle Camere Penali Italiane per una visita ispettiva senza preavviso.

La visita, che ha avuto una durata di circa 2 ore, si è svolta senza alcun problema e la delegazione, stante l’assenza del Direttore Caterina Arrotta e del Comandante di Reparto della Polizia Penitenziaria Commissario Maria Molinaro, è stata accompagnata dal Comandante facente funzioni Ispettore Ercole Vanzillotta, dal Coordinatore della Sorveglianza Generale Ispettore Attilio Lo Bianco ed altri Agenti del Corpo di Polizia Penitenziaria.

Nell’ambito dell’ispezione è stata riscontrata la seguente situazione : la Casa Circondariale di Paola a fronte di una capienza regolamentare di 182 posti, ospita 194 detenuti (12 in esubero), tutti appartenenti al Circuito Penitenziario della Media Sicurezza. Tra questi, 147 sono condannati definitivi e 47 i giudicabili (15 in attesa di primo giudizio, 14 appellanti e 18 ricorrenti) e 34 gli stranieri. Rispetto agli anni precedenti, quindi, le presenze sono notevolmente ridotte atteso che i detenuti che vi erano ristretti erano oltre 300. In questi giorni di Pasqua, a circa 15 detenuti, è stato concesso un permesso premio dal Magistrato di Sorveglianza di Cosenza Paola Lucente di trascorrere le feste fuori dal carcere con i propri familiari. E questa è un’altra positiva esperienza tratta mentale che in altri posti, purtroppo, non avviene.

Bruno Bossio e Molinari ingresso carcere PaolaDurante l’ispezione sono stati visitati attentamente i Reparti detentivi a regime ordinario (il 2° ed il 5°), il Reparto a Custodia Attenuata ed il Reparto Isolamento, tutti i locali dell’Area Trattamentale (Palestra, Teatro, Cappella, Scuole, Laboratori Multimediali, etc.). Sono state visitate anche le Sale adibite ai Colloqui con i Familiari, le Sale Colloquio Avvocati e la Ludoteca, recentemente ristrutturate dal Governo e rese a norma del nuovo Regolamento di Esecuzione Penitenziaria. Tutte le celle del carcere tirrenico sono dotate di doccia al loro interno, già da alcuni anni, contrariamente a quanto avviene in tanti altri Istituti Penitenziari della Calabria e dell’Italia. Vi sono numerose opportunità di formazione e di socializzazione anche se, quanto al lavoro, sono pochissimi i detenuti che riescono a lavorare alle dipendenze dell’Amministrazione Penitenziaria.

Al riguardo, da anni, è stata stipulata una convenzione con il Comune di Paola per l’impiego di detenuti in lavori di pubblica utilità ma, al momento, nessun recluso è stato ammesso a svolgere tale attività esterna in favore della collettività ed a titolo del tutto gratuito. Dal punto di vista strutturale, l’unica criticità riscontrata, è la chiusura della lavanderia poiché sottoposta a sequestro giudiziario da parte della locale Autorità Giudiziaria ma, a quanto pare, tale problematica è in via di risoluzione poiché sono stati effettuati i lavori prescritti ed a breve, quindi, dovrebbe essere riaperta. Nel frattempo, per il lavaggio del materiale di casermaggio (lenzuola, coperte, etc.), l’Istituto è costretto ad avvalersi dell’aiuto della vicina consorella Casa Circondariale di Cosenza. In definitiva, la delegazione, in modo unanime, ha riconosciuto e valutato positivamente gli sforzi compiuti dal Governo e dall’Amministrazione Penitenziaria per risolvere il problema del sovraffollamento e per migliorare le condizioni generali di detenzione all’interno dell’Istituto, sforzi posti in essere per ottemperare, tra l’altro, alla Sentenza pilota“ Torreggiani” della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo e dalle prescrizioni del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa.

Intervista ad Emilio Quintieri (Radicali)

Intervista al Sen. Francesco Molinari (Alternativa Libera)

 

 

Cosenza, Festa della Donna, i Giovani del Pd regalano i Braccialetti “Made in Carcere”


braccialetti_madeincarcereContinuano le iniziative politico – culturali portate avanti dal Circolo dei Giovani Democratici “Federico Aldrovandi” di Cosenza, coordinato dal giovane Gaspare Galli. Oggi, in occasione della Festa della Donna, i Giovani del Pd, hanno inteso regalare alle loro iscritte e simpatizzanti non le classiche composizioni floreali di mimose ma i braccialetti sartoriali “Made in Carcere” realizzati dalle donne detenute, ristrette nei vari Istituti Penitenziari d’Italia, sostenendo il nuovo progetto solidale della Cooperativa no-profit “Officina Creativa” fondata nel 2007 da Luciana Delle Donne, una delle tre realtà italiane che si sono presentate come partner potenziali della rete internazionale di imprenditori del sociale “Ashoka”, presentata nei giorni scorsi in Italia.

Una encomiabile iniziativa a supporto di tante donne che vogliono lasciarsi alle spalle un passato difficile. “E’ un progetto molto ambizioso perché il nostro desiderio è quello di far lavorare in Italia quante più carceri femminili possibili – spiega Luciana Delle Donne all’Adnkronos – E’ stata una bellissima esperienza perché si vede proprio quanto l’essere umano ha bisogno di lavorare e di ricostruire la propria dignità. Per me è una palestra di vita continua”.

E c’è una ragione precisa anche dietro alla scelta proprio del braccialetto, un oggetto pensato in questo caso per essere indossato sempre, ma che ha un valore in più, dal momento che può essere utilizzato in tanti modi (un po’ a simboleggiare le tante strade che ognuno di noi può trovarsi percorrere nel corso della sua vita) e che è realizzato con materiali di recupero (perché le cose belle nascono anche, e soprattutto, dalle seconde occasioni): “Oggi tutti al polso vogliono avere qualcosa di colorato. Possedere un braccialetto “Made in Carcere” significa scegliere di sostenere un approccio etico, sociale e ambientale importante. La qualità e l’eticità dei braccialetti e, più in generale, di tutti i prodotti realizzati all’interno delle sezioni femminili di alcuni istituti penitenziari è certificato dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP) del Ministero della Giustizia attraverso il marchio “Sigillo”.

Tutto il ricavato della vendita dei 380 mila braccialetti, che sono in vendita anche nei Supermercati Conad di tutta Italia, in questo caso, andrà interamente alle donne detenute e all’Associazione ‘D.i.re’, Donne in rete contro la violenza a cui aderiscono 70 centri antiviolenza che operano tramite l’accoglienza telefonica, colloqui personali, con l’ospitalità in case rifugio etc. Ma non finisce qui. Luciana Delle Donne infatti anticipa che in programma c’è la realizzazione da parte delle detenute anche di 12mila tovagliette che verranno distribuite sempre dalla stessa catena di supermercati.

Tra le convinte sostenitrici dell’iniziativa a Cosenza, anche l’Onorevole Enza Bruno Bossio, Deputato del Partito Democratico e membro della Commissione Bicamerale Antimafia che, da tempo, come Dirigente Politico e come Parlamentare, si occupa anche delle problematiche afferenti il “Pianeta Carcere” con visite ispettive negli Istituti, Interrogazioni al Governo e proposte di legge alla Camera dei Deputati.

Bruno Bossio (Pd) al Capo del Dap Consolo: al Carcere di Rossano ho trovato condizioni da terzo mondo !


On_Vincenza_Bruno_BossioMercoledì 11 Febbraio alle ore 14,00 nella Commissione Bicamerale Antimafia presieduta dall’Onorevole Rosy Bindi, si è svolta l’audizione del nuovo Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP), Dott. Santi Consolo. Durante i lavori sono intervenuti alcuni Parlamentari e, tra questi, l’Onorevole Enza Bruno Bossio-oltre a formulargli gli auguri di buon lavoro per il non facile ruolo assunto, ho inteso porre alcune questioni relative alla situazione delle carceri in Calabria, presso le quali, nei mesi scorsi, ho effettuato diverse visite ispettive. Queste ispezioni – aggiunge – mi hanno fornito uno spaccato di una situazione generale, che riguarda tutti gli istituti di pena del nostro Paese, dove appare difficile, se non impossibile, coniugare la necessità di punire i colpevoli con quella della garanzia dei diritti di cui un detenuto è comunque portatore. In particolare, ho posto all’attenzione del dott. Consolo la situazione del reparto di isolamento del carcere di Rossano dove, durante una mia visita a sorpresa, ho trovato condizioni di vita da terzo mondo. Nonostante le positive ed immediate iniziative del Dap per fronteggiare le emergenze da me segnalate, anche dopo la mia visita hanno continuato a verificarsi una serie di anomalie nei confronti di alcuni detenuti, prontamente segnalate agli uffici competenti. In particolare ho ricordato il caso di un detenuto che è stato trasferito dalla sera alla mattina da Catanzaro a Rossano e da Rossano a Spoleto. Questo detenuto ha fatto più volte lo sciopero della fame per denunciare alcune scorrettezze che avrebbe subito e la negazione di alcuni suoi diritti garantiti dal regolamento carcerario, scorrettezze che sembrano paradossalmente aumentate da quando io mi sto occupando del suo caso. Circostanza ancor più grave è che, nonostante si tratti di un detenuto condannato all’ergastolo ostativo, gli vengano negati quei diritti minimi che comunque la sentenza ed il regolamento carcerario garantirebbero. Inoltre, appena pochi giorni fa, nel carcere di Reggio Calabria è morto un detenuto che, dalle notizie in mio possesso, aveva chiesto in più di un’occasione di essere sottoposto a visita medica”. “Ho citato questi esempi – conclude l’Onorevole Enza Bruno Bossio – perché li considero emblematici della situazione generale delle nostre carceri nelle quali, al di là delle leggi e delle dichiarazioni di principi, si opera spesso al limite del diritto”.

“La moltiplicazione dei pani e dei pesci non è azione che appartiene agli umani, così come la moltiplicazione dei posti nelle infami carceri italiane non è nelle mani del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria anche quando fosse animato dalle migliori delle intenzioni che, per noi radicali, consistono nel far rientrare nella legalità costituzionale il trattamento fuorilegge subito dai detenuti negli istituti penitenziari italiani”. Così Rita Bernardini, Segretaria Nazionale dei Radicali Italiani.

“Sorprendono pertanto le dichiarazioni del Capo del Dap Santi Consolo che ha annunciato che nei 202 istituti penitenziari non c’è più un detenuto che vive in spazi inferiori ai 3 metri quadrati, che i posti regolamentari sono ora in totale 50.538 e che – sempre secondo il capo del Dap – questo risultato è stato ottenuto grazie alla manutenzione straordinaria, salvo poi ammettere che 4.636 posti sono inagibili”.

Bruno-Bossio-e-Guccione-visita-carcere-Rossano“L’aumento dei posti regolamentari strabilia ancora di più se si tiene conto che il Dap afferma – vedere per credere, le tabelle messe a disposizione sul sito del ministero della Giustizia – che ‘i posti sono calcolati sulla base del criterio di 9 mq per singolo detenuto + 5 mq per gli altri'”.

“Non so se il Capo del Dap – prosegue la Bernardini – abbia fatto i conti tenendo sottocchio le planimetrie degli istituti penitenziari, quello che è certo è che a tutt’oggi in Italia ci sono almeno 70 istituti (vedi tabella) che con i dati del Dap (non con i nostri) hanno un sovraffollamento che va dal 130 al 210 per cento”.

“Poiché sono usa a fare fiducia alle persone che assumono nuovi incarichi (come nel caso del Dott. Santi Consolo) quel che posso fare è proporre al nuovo Capo del Dap di consentirmi di accompagnarlo per una serie di visite in alcuni dei 70 istituti per verificare insieme quale sia il trattamento riservato ai detenuti in Italia”.

 

Rossano, l’On. Bruno Bossio (Pd) interroga il Ministro della Giustizia Andrea Orlando


On. Enza Bruno BossioNei giorni scorsi, il Carcere di Rossano (Cosenza), è nuovamente ritornato in Parlamento. Come al solito, ad occuparsi delle reiterate violazioni dell’Ordinamento Penitenziario commesse dallo Stato in danno dei cittadini privati della libertà personale, è l’Onorevole Enza Bruno Bossio, Deputato del Partito Democratico e membro della Commissione Bicamerale Antimafia che, da circa un anno, unitamente ai Radicali, sta effettuando numerose ispezioni nelle Carceri della Calabria. Questa volta, gli atti di Sindacato Ispettivo, non riguardano però pestaggi o maltrattamenti come nelle precedenti occasioni ma, viceversa, il mancato rispetto – da parte del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria – del principio della territorialità della pena e cioè della possibilità per i detenuti condannati di espiare la propria pena o, per gli imputati di trascorrere la misura cautelare inframuraria, in Istituti Penitenziari prossimi alla residenza delle famiglie. Ma non è tutto perché l’attenzione della Parlamentare Democratica è stata rivolta anche all’operato della Magistratura di Sorveglianza di Cosenza, del Direttore dell’Istituto Penitenziario di Rossano e del Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria della Calabria. Al Guardasigilli Andrea Orlando, il Deputato Bruno Bossio, con due distinte Interrogazioni (le nr. 5/04399 e 5/04400 del 08/01/2015), la cui risposta sarà fornita nella Commissione Giustizia di Montecitorio presieduta dall’On. Donatella Ferranti, ha chiesto di conoscere esaustive informazioni in merito ai fatti riscontrati durante l’ultima visita ispettiva svolta nel giorno di Natale al Carcere di Rossano insieme ad Emilio Quintieri dei Radicali e Gaspare Galli e Francesco Adamo dei Giovani Democratici di Cosenza. In parte, sia le lamentele afferenti il mancato rispetto del principio della territorialità della pena che le problematiche con la Magistratura di Sorveglianza, erano state già oggetto di altra Interrogazione Parlamentare al Governo Renzi (la nr. 5/03559 del 16/09/2014), allo stato rimasta inevasa e per la quale l’On. Bruno Bossio ha sollecitato risposta essendo ampiamente decorsi i termini previsti dal Regolamento della Camera dei Deputati.

La popolazione ristretta nel Penitenziario rossanese ha denunciato alla delegazione in visita la scarsa presenza del Magistrato di Sorveglianza nell’Istituto e, nello specifico, la mancata attività ispettiva da parte dello stesso all’interno dei locali di detenzione; altre lamentele hanno riguardato l’impossibilità di avere colloqui con il Direttore dell’Istituto e con il Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria come prevede la normativa vigente in materia. Per questi motivi è stato chiesto di conoscere se e quali informazioni disponga il Ministro della Giustizia, se non ritenga opportuno disporre degli accertamenti e se e quali iniziative di competenza intenda assumere anche con riferimento alla possibilità di incrementare l’organico dell’Ufficio di Sorveglianza di Cosenza (composto soltanto da 2 magistrati) avente giurisdizione su ben 4 Istituti Penitenziari (Rossano, Cosenza, Paola e Castrovillari).

Per quanto riguarda, invece, la territorialità della pena, il Deputato ha chiesto al Ministro della Giustizia di conoscere se e quali informazioni disponga in merito e quale sia il suo orientamento al riguardo, quante siano le istanze di trasferimento – definitivo o temporaneo – formulate nell’anno appena trascorso ed indirizzate ai competenti Uffici del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria o, in alternativa, con reclamo giurisdizionale, all’Ufficio di Sorveglianza di Cosenza, quante tra queste siano state accolte e quante ne siano state rigettate nonché quante siano, allo stato, quelle rimaste inevase e quali siano i motivi di tale ritardo; quante siano le istanze di trasferimento pendenti innanzi detti Uffici ed entro quali tempi si prevede che le stesse possano essere definite. In conclusione, l’On. Enza Bruno Bossio, ha chiesto “cosa si intenda fare per garantire ai detenuti che l’espiazione della pena o, l’esecuzione della custodia per gli imputati, avvenga in Istituti prossimi alla residenza delle famiglie e, qualora esistano valide ragioni che non consentano di poter rispettare il principio di territorialità dell’esecuzione penale, se non si ritenga doveroso consentire agli stessi di ottenere dei trasferimenti temporanei – a giudizio dell’interrogante non inferiori ai 6 mesi – per poter fruire dei colloqui riconosciutigli dalla Legge Penitenziaria al fine di mantenere e migliorare i contatti ed i legami con i propri familiari e le altre persone autorizzate e, comunque, aventi diritto.”

Interrogazione n. 5_04399 (clicca per leggere l’atto)

Interrogazione n. 5_04400 (clicca per leggere l’atto)