La speranza è qualcosa con le ali che dimora nell’anima e canta la melodia senza parole, e non si ferma mai. (Emily Dickinson) Anche di speranza hanno parlato i detenuti della Casa di Reclusione di Rossano, nell’intervallo dello spettacolo da loro diretto e interpretato e al quale ho assistito lo scorso 30 aprile.
“Compagni di sventura” è una commedia scritta da uno di loro che, in chiave grottesca, racconta la vita in carcere, i colloqui con i familiari e con gli avvocati, lo scorrere dei giorni – apparentemente tutti uguali, ma solo per chi non ha ancora capito il valore della rieducazione e l’efficacia dei progetti di reinserimento.
La Nuova Compagnia Teatrale “Eccociquà”, tutta formata da detenuti, ha messo in scena le emozioni, il divertimento, le riflessioni e le varie sfaccettature dell’animo umano, in un continuo scambio fra attori e pubblico.
Alla fine dello spettacolo, come ciliegina sulla torta, la consegna del premio nazionale “Sulle ali della libertà” al detenuto Francesco Argentieri, che si è aggiudicato il prestigioso riconoscimento con la tesi di laurea «La sfera pubblica: il carcere come progetto sociale». Il premio (promosso e ideato dall’Associazione Isola Solidale – in collaborazione con l’Agenzia Comunicatio), è molto bello e significativo: 1000 euro da spendere per l’acquisto di libri.
La cultura è speranza, il teatro è speranza e lo sono anche il volontariato e la condivisione di esperienze come queste. Un ottimo punto di partenza, secondo me, per arrivare o, almeno, dirigerci verso quel cambiamento che tutti diciamo di desiderare.
Letizia Guagliardi
http://www.ionionotizie.it – 08 maggio 2019