Sono stato io a denunciare alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma i Ministri dell’Interno e della Giustizia Matteo Salvini ed Alfonso Bonafede, i Sottosegretari alla Giustizia Jacopo Morrone e Vittorio Ferraresi ed il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Francesco Basentini, per quanto accaduto all’arrivo del detenuto Cesare Battisti all’Aeroporto Militare di Roma Ciampino e poi durante la traduzione dello stesso. Lo sostiene Emilio Enzo Quintieri, già Consigliere Nazionale dei Radicali Italiani e candidato Garante Regionale dei Diritti dei Detenuti della Regione Calabria.
L’esposto, presentato il 17 gennaio scorso, nell’immediatezza dei fatti, e pervenuto alla Procura della Repubblica di Roma, il successivo 23 gennaio, ipotizzava i reati di abuso d’ufficio (per i Ministri dell’Interno e della Giustizia ed i Sottosegretari alla Giustizia) ed omissione d’atti d’ufficio (per il Capo dell’Amministrazione Penitenziaria) previsti e puniti dagli Articoli 323 e 328 del Codice Penale, in relazione a quanto stabilito dall’Art. 42 bis c. 1 e 4 dell’Ordinamento Penitenziario, dall’Art. 114 c. 6 bis del Codice di Procedura Penale, dall’Art. 45 c. 1 delle Regole Minime per il trattamento dei detenuti approvate dalle Nazioni Unite, dall’Art. 32 c. 1 delle Regole Penitenziarie Europee approvate dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa e dell’Art. 73 c. 1 delle Regole sullo standard minimo per il trattamento penitenziario dei detenuti approvate dalle Nazioni Unite.
In occasione dell’arrivo dalla Bolivia dell’ex terrorista Cesare Battisti all’Aeroporto di Ciampino e poi durante la sua traduzione, il predetto è stato continuamente ripreso dai Ministri dell’Interno e della Giustizia e dai Sottosegretari alla Giustizia e le relative immagini-video sono state diffuse, condivise e pubblicate sui social network nonché sulle pagine ufficiali del Ministero della Giustizia e del Corpo di Polizia Penitenziaria, sottoponendolo al pubblico ludibrio, creandogli inutili disagi e sofferenze e violando la sua dignità umana – prosegue il radicale Quintieri.
L’Amministrazione Penitenziaria e, nella specie, il Capo del Dipartimento Francesco Basentini, primo responsabile del Gruppo Operativo Mobile della Polizia Penitenziaria, che è stato sempre presente sul posto, avrebbe dovuto adottare tutte le opportune cautele per la protezione del detenuto Battisti durante l’attività di traduzione, in ottemperanza agli obblighi imposti dalla Legge. Tali “cautele”, anche in considerazione della particolare posizione giuridica e penitenziaria nonché della caratura criminale del traducente, alla luce di quanto accaduto, non sono state disposte né risulta che sia stato impedito ai membri del Governo o ad altri soggetti di riprendere la persona traducente per evitare di essere esposte come un “trofeo di caccia” ed essere oggetto di gogna pubblica, assicurando un trattamento non contrario al senso di umanità ed evitando ogni violenza fisica e morale, nel rispetto di quanto stabilito dagli Artt. 27 c. 3 e 13 c. 4 della Costituzione nonché dell’Art. 1 c. 1 e 3 dell’Ordinamento Penitenziario e dalle altre norme internazionali vigenti. Vi erano obblighi precisi in capo all’Amministrazione Penitenziaria – conclude l’ex Consigliere Nazionale dei Radicali Italiani, in corsa per la carica di Garante Regionale dei Diritti dei Detenuti in Calabria – che sono stati disattesi, il che costituisce omissione d’atti d’ufficio. Anzi, al contrario, è stato completamente favorito e consentito ai membri del Governo (ed a chiunque altro fosse presente), di fare fotografie e filmati al detenuto, mentre era privato della libertà, di rivolgere insulti, creando pubblicità e disagi di notevole spessore.
Secondo quanto trapelato, la Procura della Repubblica di Roma, ha chiesto l’archiviazione del Procedimento Penale per assenza di dolo cioè l’elemento psicologico del reato, trasmettendo gli atti al Tribunale dei Ministri di Roma per la conseguente decisione.