Cosenza, I detenuti dell’Alta Sicurezza smentiscono la lettera di un “anonimo detenuto”


La lettera recapitata nei giorni scorsi alla redazione di QuiCosenza pare non sia stata accolta di buon grado né dai detenuti né dagli operatori che lavorano nella casa circondariale di via Popilia. Con una missiva inoltrata alla direzione del carcere di Cosenza firmata dai i detenuti dell’alta sicurezza si chiede che le loro dichiarazioni, riportate di seguito, vengano pubblicate in maniera integrale. “In riferimento all’articolo pubblicato sul quotidiano QuiCosenza.it del 9 Gennaio 2018 riguardo la cena di Natale nel carcere di Cosenza e ‘l’assenza dello Stato e la forza dell’Antistato’, tutta la popolazione detenuti smentisce e prende le distanza categoricamente da quanto dichiarato da qualcuno che si nasconde nell’anonimato inventandosi e raccontando fandonie. Noi detenuti – scrivono gli ospiti dell’alta sicurezza nella lettera – non vogliamo prendere le difese di nessuno, ma far passare un messaggio altamente infangante e disprezzevole, non è da persone civili, non ha nulla a che fare con la verità. Si tratta esclusivamente di un caso isolato. Spiace che chi ha fatto pubblicare questo articolo l’abbia fatto proprio il giorno di Natale, di solito si è più buoni, prima con se stessi, poi con gli altri.

Sicuramente non è il caso di questo signore ‘anonimo’. Offende l’operato della cucina. Chi lavora all’interno dei locali adibiti a cucina, sono detenuti come tutti noi, che cercano in tutti i modi di fare del loro meglio, e sottolineiamo che nessuno si è mai lamentato o sentito male per deficienze della cucina, e nulla da dire sulle condizioni igienico-sanitarie. Ci teniamo a precisare riguardo al signor ‘anonimo’ che sottolinea ‘la settimana dell’Immacolata… la direzione del carcere non ha pensato di consegnarci le forniture ministeriali’. Innanzitutto è stato un problema tecnico nazionale che ha riguardato gli istituti penitenziari d’Italia a causa di un virus che ha colpito tutti i sistemi dei computer e non per colpa dell’amministrazione penitenziaria. Comunque la stessa ha provveduto urgentemente a consegnarci la carta igienica, stracci e detersivi per lavare nel limite delle sue possibilità. Ha fatto in modo di anticiparci dalla spesa che ogni detenuto può fare dal proprio estratto conto acqua, zucchero, caffè e sigarette.

Per quanto riguarda l’abbondanza di cibo che il famigerato anonimo dice al suo amico pakistano di aver visto sulle tavole ha dimenticato ‘di sua volontà’ che ogni detenuto può farsi fare dare dalla buca colloqui un pacco dai propri familiari di venti chili mensili e che la maggior parte di noi detenuti ha rinunciato a farsi portare capi d’abbigliamento, lenzuola, tute, ecc. per far sì che entrassero lecitamente, come da ordinamento penitenziario tutto quello che è consentito nel limite e nel rispetto di tutto e di tutti. L’anonimo dimentica ulteriormente che i detenuti tutti, dell’Alta Sicurezza e della Media Sicurezza, riguardo alla solidarietà tra detenuti hanno provveduto ad offrire e donare parte dei pasti o dei dolci tipici regionali a tutti gli stranieri che si trovano rinchiusi nella casa circondariale di Cosenza e a tutti coloro che non possono fare colloqui.

Ovvio che qualche problema accidentale possa esistere, le problematiche serie che affliggono le case circondariali o di reclusione sono di ordine pubblico e chi di competenza ne è a conoscenza. Pertanto ci auspichiamo che questo nuovo anno sia un punto di partenza per le vere e serie problematiche che affliggono le carceri italiane di cui ci riserviamo di commentarle in questa occasione. Terminiamo questa nostra breve risposta riguardo l’articolo pubblicato sul giornale QuiCosenza.it facendo gli auguri di un buon 2018 al signore non identificato e ricordiamo a tutta la direzione del carcere di Cosenza e all’opinione pubblica che leggerà questo scritto che tutti noi detenuti nulla abbiamo a che fare con le fantasie allucinanti di chi ha fatto pubblicare una lettera così falsa e deprimente”.

 

GLI ACCERTAMENTI EFFETTUATI DOPO LA PUBBLICAZIONE DELLA LETTERA

La pratica delle ‘stimanze’ non sarebbe altro che una forma di solidarietà dei detenuti nei confronti degli stranieri e degli italiani meno abbienti che a Natale è più sentita. A seguito degli accertamenti effettuati dopo la pubblicazione della lettera sul quotidiano QuiCosenza è emerso, come si evince dalle parole dei detenuti, che quest’ultimi hanno preso le distanze dall”anonimo’ dissociandosi dal contenuto dell’articolo. La distribuzione dei pasti, secondo l’esito dell’ispezione, sarebbe avvenuta seguendo le tabelle vittuali ministeriali. Nella lettera infatti l’anonimo autore ha omesso di riferire che esiste un’apposita commissione che effettua controlli sia sulla qualità sia sulle quantità dei generi vittuari distribuiti dalla ditta pugliese Guarnieri a cui la Regione Calabria ha affidato l’appalto. Della commissione cucina detenuti fanno parte sei ospiti sorteggiati tra tutti i ristretti senza distinzione di posizione giuridica con incarico mensile. Per quanto riguarda gli inconvenienti verificatisi nella settimana dell’Immacolata inerenti la mancata distribuzione dei parte del sopravvitto si riscontra che, in effetti, in quei giorni a causa di un problema che ha interessato tutti i carceri italiani non è stato possibile erogare parte del sopravvitto, ma sono stati comunque forniti i generi di prima necessità.

Contrariamente a quanto descritto nell’articolo l’occasione della socialità per le festività natalizie rappresenta una modalità per far vivere il Natale anche alle persone detenute nel rispetto dell’articolo 27 della Costituzione che prevede l’umanizzazione della pena. Durante le ricorrenze la socializzazione consiste nel consumo dei pranzi insieme tra detenuti di due o più stanze nel rispetto dei circuiti. Non vi è tanta ricchezza di portate, semmai il contrario. In più nel carcere di via Popilia risiede solo un pakistano, che non ha figli. Ogni detenuto può ricevere un pacco fino al massimo di 20 chilogrammi e dalle verifiche effettuate nessun detenuto risulta aver superato il limite consentito dalla legge.Per quanto riguarda i prezzi in generale dei generi alimentari acquistabili al sopravvitto è notorio che vi è apposita commissione (composta anche da detenuti) che vigila e verifica i prezzi di mercato all’esterno con l’ausilio dei vigili urbani. Cosa che è avvenuta anche per l’acquisto dei panettoni. Il panettone a cui si fa riferimento 1,99 euro è da 750 grammi esposto in un esercizio con funzione di prezzo civetta, mentre quello da 4 euro è da un chilo con caratteristiche analoghe a quelle praticate nella grande distribuzione tra i supermercati del circondario.

A dicembre è stato istallato un nuovo impianto per il riscaldamento della struttura e la produzione di acqua calda. Costato circa 150mila euro è stato collaudato la scorsa settimana ed i lavori hanno comportato brevi interruzioni del servizio per un massimo di due ore. Infine resta da evidenziare che il carcere di Cosenza è uno degli istituti più avanzati della Calabria sul piano della rieducazione e del trattamento dei detenuti. Numerose le attività svolte al suo interno con: magazzino per la raccolta di indumenti usati dall’esterno e la redistribuzione tra i detenuti bisognosi, due scuole superiori professionalizzanti (Alberghiero e Ragioneria), due scuole medie, una scuola elementare, 40 posti di lavoro all’interno del penitenziario a cui accedono i detenuti a rotazione, patronato per le pratiche burocratiche. biblioteca con corsi di scrittura creativa (pubblicato nel 2017 un libro con i racconti dei detenuti), cineforum con proiezione dei film usciti in sala nella penultima stagione, un incontro informativo al mese con la Lega Tumori, incontri settimanali di catechesi, sportello d’ascolto detenuti Ristorando, sport a cadenza settimanale, esercitazioni di canto, laboratori di artigianato, concerti musicali, corsi di teatro con allestimento spettacoli, incontri con dibattito sul sistema carcerario in particolare sui temi dell’ergastolo e del 41 bis e un progetto sul Folklore, tradizioni popolari usi e costumi della cultura calabrese. In più di recente alcuni agenti penitenziari hanno seguito un corso di arabo e redatto un piccolo frasario per i migranti che ancora non conoscono la lingua italiana.

Maria Teresa Improta

http://www.quicosenza.it – 22 gennaio 2018

Il Consiglio Regionale della Calabria istituisce all’unanimità il Garante dei Diritti dei Detenuti


Oggi pomeriggio, l’Assemblea del Consiglio Regionale della Calabria, con voto unanime, ha discusso ed approvato le Proposte di Legge nr. 34/10 e nr. 221/10 di iniziativa dei Consiglieri Regionali Nicola Irto (Pd) e Franco Sergio (Oliverio Presidente) confluite in un testo unificato recante l’istituzione del Garante dei Diritti delle persone detenute o private della libertà personale.

Dopo la relazione illustrativa fatta dal Consigliere Relatore Franco Sergio, sono intervenuti diversi Consiglieri Regionali di maggioranza ed opposizione, ciascuno dei quali ha espresso soddisfazione per la Proposta di Legge ed annunciato il voto favorevole alla stessa.

Il Consigliere Wanda Ferro (Misto) ha ringraziato il Presidente Sergio per la sensibilità dimostrata nell’affrontare una problematica così scottante. Ritenendo però necessario ampliare il raggio d’azione del Garante anche ai minori ed ai minori extracomunitari accolti nelle strutture non detentive; il consigliere Gianluca Gallo (Casa delle libertà) ha sottolineato l’importanza del testo di legge che istituisce una figura ed un punto di riferimento importante per chi versa in situazioni difficili quali sono quelle dei detenuti presso le case circondariali che risultano essere invivibili, a causa del sovraffollamento, anche per gli operatori; il consigliere Alessandro Nicolò (Forza Italia) ha sottolineato che la proposta in discussione è assolutamente necessaria e l’iniziativa lodevole evidenziando che quanto apparso sulla stampa in ordine alla situazione del Carcere di Reggio Calabria provoca sgomento per la situazione in cui versano i carcerati dal punto di vista igienico/sanitario. Importante essersi preoccupati, ma è altrettanto importante occuparsi dei soggetti sottoposti a detenzione; il consigliere Arturo Bova (Democratici Progressisti) ha inteso testimoniare sullo stato di assoluta emergenza in cui versano le carceri italiane. Ritiene importante l’essere pervenuti all’approvazione del provvedimento in modo unitario e condiviso; il consigliere Francesco Cannizzaro (Casa delle libertà) ha espresso soddisfazione per l’iniziativa. Trattasi, dichiara di una battaglia di civiltà che vede maggioranza ed opposizione uniti. Pone in evidenza il fatto che, nell’odierna seduta, solo grazie alla presenza della minoranza si può pervenire all’approvazione del provvedimento. Chiede celerità nell’espletamento degli atti per l’applicazione della stessa; il consigliere Domenico Bevacqua (Partito Democratico) ha apprezzato lo spirito costruttivo che ha caratterizzato e contribuito alla stesura ed all’imminente approvazione della proposta. Condivide la soddisfazione emersa dagli interventi prevedenti. Annuncia voto a favore. Infine il consigliere Sebastiano Romeo (Partito Democratico) ha ringraziato i proponenti per essere pervenuti alla stesura di una proposta che vede la Calabria in ritardo rispetto alla previsione di una figura quale quella del garante delle persone detenute. Concorda sulla proposta emendativa della consigliera Ferro. Ritiene quello odierno un momento storico per la Calabria e di grande sensibilità ed annuncia voto a favore.

Conclusi gli interventi dei Consiglieri Regionali, il Presidente del Consiglio Irto, ha posto in votazione gli articoli del progetto di legge regionale istitutivo del Garante dei Diritti delle persone detenute o private della libertà personale che, dopo alcuni emendamenti, per come proposti ed illustrati dal Consigliere Sergio, sono stati approvati all’unanimità con autorizzazione al coordinamento formale.

Erano assenti i Consiglieri Regionali Giuseppe Aieta, Domenico Battaglia, Vincenzo Ciconte, Carlo Guccione, Antonio Scalzo (Partito Democratico), Orlandino Greco e Mauro D’Acri (Oliverio Presidente), Giuseppe Gentile (Nuovo Centro Destra), Giuseppe Giudiceandrea (Democratici Progressisti), Fausto Orsomarso (Misto), Giuseppe Morrone (Forza Italia).

Siamo grati al Consiglio Regionale della Calabria di aver approvato la legge, afferma Emilio Enzo Quintieri, membro del Comitato Nazionale di Radicali Italiani. Ora però occorre procedere subito ad avviare le procedure per la promulgazione del bando pubblico per la elezione del Garante Regionale da parte dell’Assemblea legislativa regionale.

Calabria, in Consiglio Regionale l’approvazione definitiva del Garante dei Diritti dei Detenuti


Domani pomeriggio l’Assemblea del Consiglio Regionale della Calabria, appositamente convocata dal suo Presidente Nicola Irto discuterà il testo unificato: “Istituzione del Garante Regionale dei Diritti delle persone detenute o private della libertà personale“, scaturito dalle Proposte di Legge n. 34/10 e 221/10 presentate, rispettivamente, dai Consiglieri Regionali Nicola Irto (Pd) e Franco Sergio (Oliverio Presidente). Quest’ultimo, Presidente della I Commissione Consiliare Affari Istituzionali, è stato designato quale Consigliere Relatore.

Il progetto di legge unificato Irto-Sergio è stato già approvato dalle Commissioni di merito cui era stato assegnato, Affari Istituzionali e Bilancio, il 20 settembre ed il 30 novembre e trasmesso in Segreteria Assemblea (con eventuali pareri) il 13 dicembre 2017. La II Commissione presieduta dal Consigliere Regionale Giuseppe Aieta (Pd) ha inteso modificare l’articolo 12 relativo alla norma finanziaria, determinando che gli oneri derivanti per l’attuazione della legge, per gli esercizi finanziari 2018 e 2019, non superino i 35.564,00 euro, autorizzando la Giunta Regionale ad effettuare le necessarie variazioni allo stato di previsione della spesa del bilancio di previsione 2017-2019, annualità 2018 e 2019 mentre per gli anni successivi si provvederà nei limiti consentiti dalle effettive disponibilità di risorse autonome per come stabilite nella legge di approvazione del bilancio di previsione della Regione.

La figura del Garante, modellata alle diverse esperienze regionali, risulta essere quella di un riferimento diretto – senza sovrapposizione e/o supplenza all’autorità giurisdizionale – per tutti coloro che si trovano privati, per ragioni di giustizia, della libertà personale. Quindi, figura di mediazione, dotata di autorevolezza istituzionale, autonoma sia rispetto all’amministrazione penitenziaria, sia rispetto all’amministrazione giudiziaria, indipendente, in grado di intervenire, di propria iniziativa ovvero su richiesta, per migliorare le condizioni detentive e per consentire, all’interno delle stesse strutture, l’esercizio dei diritti essenziali dell’uomo (vita, dignità, salute, religione, famiglia, istruzione, formazione, lavoro, risocializzazione). Un organismo in grado di vigilare ed osservare costantemente, in maniera ravvicinata e diretta, il mondo “oltre le sbarre”, che abbia la possibilità effettiva di segnalare eventuali violazioni di legge alle autorità, amministrative e giurisdizionali, competenti.
Allo stesso tempo, il Garante deve svolgere un ruolo di promozione, di stimolo e di diffusione culturale del rispetto e della tutela dei diritti delle persone che si trovano in stato detentivo e/o comunque limitativo della libertà personale.

Ogni iniziativa in grado di “umanizzare il carcere” è un contributo essenziale alla funzione risocializzante e rieducativa che la nostra Costituzione assegna alla pena, con conseguenti effetti positivi per l’individuo e per la società che anela maggiore sicurezza e coesione sociale. Proprio per rispondere alle esigenze esplicitate ed in virtù del ruolo determinante che caratterizza la Regione nei rapporti con le altre componenti istituzionali e sociali, in ossequio al principio di sussidiarietà, per la programmazione, coordinamento ed attuazione delle politiche sociali, fra tutte quelle socio-lavorative di reinserimento, è stato disegnato il progetto di legge regionale.

Durante i lavori della Commissione Affari Istituzionali, sono stati auditi, oltre a Maria Ciaccio per il Dipartimento Politiche Sociali della Regione Calabria, tanti professionisti addetti del settore (tra gli altri Emilio Enzo Quintieri dei Radicali italiani; Gianpaolo Catanzariti referente dell’Osservatorio Carcere dell’Unione Camere Penali italiane;Agostino Siviglia Garante dei diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Reggio Calabria; Caterina Arrotta direttore della Casa Circondariale di Paola ed Angela Marcello direttore della Casa di Reclusione “Luigi Daga” di Laureana di Borrello). Ognuno degli auditi ha dato il proprio contributo, migliorando notevolmente il progetto di legge regionale che, domani, salvo eventuali rinvii, l’Assemblea del Consiglio Regionale dovrebbe definitivamente approvare.

Consiglio Regionale della Calabria – Ordine del Giorno della seduta del 18/01/2018 ore 15,00 (clicca per leggere)