Carceri, ancora un suicidio. 32enne si impicca nella Casa di Reclusione di Alessandria


Casa di Reclusione di AlessandriaHa deciso di togliersi la vita impiccandosi alla finestra della cella della Casa di Reclusione San Michele di Alessandria dov’era detenuto da pochi giorni per scontare una condanna definitiva a sette anni per vari reati.
È accaduto ieri pomeriggio, protagonista un detenuto straniero di nazionalità marocchina. La notizia è diffusa dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria.

In un comunicato Vicente Santilli, segretario regionale Sappe per il Piemonte, spiega: “L’uomo, di 32 anni, era arrivato in carcere tre giorni fa per scontare una pena di sette anni ed era ristretto provvisoriamente nella sezione detentiva Polo universitario.
Si è suicidato, presumibilmente verso le 16:45, impiccandosi con i lacci delle scarpe alle sbarre della finestra della propria cella. L’agente di servizio, subito dopo aver fatto l’apertura delle celle della sezione per la socialità, si è accorto immediatamente dell’accaduto e ha dato l’allarme. Purtroppo sono stati vani i tentativi di soccorso per rianimare il detenuto”. Il suicidio del detenuto nel carcere di Alessandria deve far riflettere sulla situazione generale degli istituti di pena. Il Sappe evidenzia che, alla data del 30 settembre scorso, “nella Casa di Reclusione San Michele erano detenute 313 persone rispetto ai 260 posti letto regolamentari: 25 erano gli imputati, 288 i condannati”.

Donato Capece, segretario generale del Sappe, commenta: “Questo nuovo drammatico suicidio di un altro detenuto evidenzia come i problemi sociali e umani permangono, eccome, nei penitenziari, lasciando isolato il personale di Polizia Penitenziaria (che purtroppo non ha potuto impedire il grave evento) a gestire queste situazioni di emergenza. Il suicidio è spesso la causa più comune di morte nelle carceri. Gli istituti penitenziari hanno l’obbligo di preservare la salute e la sicurezza dei detenuti, e l’Italia è certamente all’avanguardia per quanto concerne la normativa finalizzata a prevenire questi gravi eventi critici. Ma il suicidio di un detenuto rappresenta un forte agente stressogeno per il personale di polizia e per gli altri detenuti. Per queste ragioni un programma di prevenzione del suicidio e l’organizzazione di un servizio d’intervento efficace sono misure utili non solo per i detenuti ma anche per l’intero istituto dove questi vengono implementati. È proprio in questo contesto che viene affrontato il problema della prevenzione del suicidio nel nostro Paese. Ma ciò non impedisce, purtroppo, che vi siano ristretti che scelgano liberamente di togliersi la vita durante la detenzione”.
Insomma “negli ultimi 20 anni le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria hanno sventato, nelle carceri del Paese, più di 18mila tentati suicidi ed impedito che quasi 133mila atti di autolesionismo potessero avere nefaste conseguenze”, conclude il leader nazionale del primo Sindacato del Corpo. “Il dato oggettivo è che la situazione nelle carceri resta allarmante. Altro che emergenza superata”.

Una risposta a "Carceri, ancora un suicidio. 32enne si impicca nella Casa di Reclusione di Alessandria"

  1. Che tristeza veramente..soltanto voglio dire questo gli carceri italiani sono propiamente d’impicarsi tutti quegli che abbiamo scontato le condanne gia de colpevole o d’inocenti veramente siamo eroe…fate delle riforme faglie vivere ai carcerati piu’ civilmente voi ci fate dimentichare anche di camminare con questo dico tutto ci date un bicchiere di plastico per tutta la conndanna veramente siete degli innumani…

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