Carceri, l’eterna emergenza che odora di morte. In 15 anni quasi 900 detenuti suicidi


Casa Circondariale 2Non è indubbiamente un mistero il fatto che quando si ricorda, ogni tanto, il problema mai risolto del sovraffollamento delle carceri italiane si scopra il classico segreto di Pulcinella. E scoprire che il sistema penitenziario soffra di anomalie che determinano alcuni dei problemi più seri per il sistema giudiziario italiano equivale alla scoperta dell’ acqua calda, dato che parliamo di un argomento che è stato più volte oggetto di discussione anche della politica nazionale per tanto, troppo tempo. Una recente indagine de L’Espresso ha sviscerato con precisione alcuni numeri che non possono lasciare indifferenti. In una tabella aggiornata al 5 marzo 2016 leggiamo che tra il 2000 e il 2016 ci sono stati ben 894 suicidi nelle carceri italiane su un totale di ben 2.510 decessi. Le strutture dove i detenuti scontano la propria pena non sono tutte eguali.

Dobbiamo sempre tenere in mente la debita distinzione tra le case di reclusione, che accolgono i detenuti condannati in via definitiva ad una pena superiore a 5 anni e le case circondariali dove vi sono le persone in attesa di giudizio. Le strutture penitenziarie sono in tutto 231 e secondo i dati del Ministero di Grazia e Giustizia aggiornati al 29 febbraio 2016 erano, in totale, 52.846 i reclusi complessivi. Sempre consultando i dati del Ministero possiamo renderci conto di come la situazione per chi vive recluso nelle celle sia esplosiva, dato che si è di gran lunga superata la soglia massima di accoglienza che è pari 49.504 posti.
Solo leggendo questi numeri ci rendiamo conto che per capire bene la reale situazione carceraria in Italia lo possiamo fare usando il pallottoliere. Il dramma dei numeri deve essere analizzato insieme anche a quello della ciclopica spesa che ogni anno sostiene lo Stato per l’esecuzione delle pena. Recentemente il ministro Guardasigilli, Andrea Orlando, in occasione dell’ inaugurazione del nuovo carcere di Rovigo ha ricordato che nel nostro Paese si spendono “tre miliardi di euro all’anno per l’esecuzione della pena”, aggiungendo anche che siamo quelli che spendono di più in Europa per un sistema che sostanzialmente non funziona perché siamo anche “il Paese con il più alto tasso di recidiva di tutta Europa”.

A tutto questo, come se non bastasse, dobbiamo aggiungere quelle che potremmo definire senza mezzi termini le carceri fantasma. Parliamo delle classiche cattedrali nel deserto, che dopo essere state costruite vampirizzando la finanza pubblica sono rimaste inutilizzate. In tutta Italia vi sono in tutto ben 38 strutture edificate ed abbandonate. Il loro recupero potrebbe significare non solo un antidoto contro il sovraffollamento, ma potrebbe essere anche da stimolo per riqualificare tutto il sistema carcerario italiano dove a volte i detenuti versano in condizioni disumane e dove spesso trovano nel togliersi la vita l’ unica inquietante soluzione.
Un generale riassetto di tutto il sistema penitenziario è quindi obbligatorio. Quando molto spesso invochiamo la certezza della pena per chi compie dei crimini efferati, dobbiamo comprendere anche bene che tutto questo sarà concretamente possibile quando avremo debellato il problema del sovraffollamento nei nostri penitenziari. Senza aspettare il prossimo suicidio.

Nicola Lofoco

huffingtonpost.it, 11 marzo 2016

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