Ad oltre sei mesi dalla formale chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari (Opg), l’Unione Camere Penali Italiane (associazioni senza scopo di lucro i cui membri sono avvocati che prestano patrocinio nell’ambito dei procedimenti penali) lancia l’allarme per una situazione che rischia drammaticamente di peggiorare «travolgendo i principi di diritto e di civiltà che sono alla base della riforma». Il tema è la “falsa partenza” della legge che doveva abolire gli Opg sostituendoli con Rems (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza), piccole unità da 20 degenti. E per le Camere penali proprio Castiglione ne è l’esempio.
«Per rendersi conto delle effettive condizioni in cui gli internati sono detenuti – spiega il presidente dell’Osservatorio nazionale sul carcere dell’Unione camere penali, l’avvocato Riccardo Polidoro – si pensi che a Castiglione delle Stiviere prima Opg, oggi Rems si era ipotizzato di costituire otto Rems, ciascuna per 20 unità. Ma la trasformazione, di fatto, non è mai veramente decollata perché si è arrivati a toccare ben 270 presenze impedendo la chiusura dell’Opg. La struttura di Castiglione, alla quale è stata solo cambiata la targa all’ingresso, da Opg a Rems, è diventata una sorta di “residenza” nazionale, ospitando soggetti provenienti da tutta Italia. Inoltre per noi non è auspicabile che le 8 strutture nascano nello stesso posto dell’Opg perché lo spirito della legge era creare piccole residenze autonome ed indipendenti».
Una situazione di sovraffollamento più volte segnalata dalla stessa direzione dell’Opg e dall’ospedale Poma che alcuni mesi fa ha inviato una nota preoccupata a ministero e procura, segnalando l’impossibilità di accogliere altri pazienti all’Opg.
«Al 12 ottobre 2015, vi sono ancora 220 internati negli Opg in via di chiusura – prosegue Polidoro –e le Regioni, quelle che hanno già le Rems hanno comunicato che non vi sono più posti per accogliere altre persone nelle loro strutture, già sovraffollate. La legge che disponeva la chiusura degli Opg allo scorso 31 marzo è, pertanto, tradita ed occorre intervenire subito. Le Regioni sono in gran parte inadempienti nonostante i rinvii che vi sono stati in passato per l’entrata in vigore della legge. Noi abbiamo chiesto che il governo faccia con solerzia la propria parte, destinando le risorse necessarie alla trasformazione e facendo scattare subito il commissariamento».
Francesco Romani