Reggio Emilia, Solo un Magistrato di Sorveglianza per 1.200 detenuti, molti dei quali al 41 bis


carceri cella affollataUn magistrato di sorveglianza per 1.200 detenuti, tra cui quelli in regime di 41bis (rinchiusi nel carcere di Parma) e i sex offenders (a Piacenza). E non ci sono solo quelli a cui pensare, perché sotto il magistrato di sorveglianza di Reggio Emilia ricadono anche l’ospedale psichiatrico giudiziario di Reggio (che è ancora aperto), la nuova Rems e il Cdt (centro diagnostico terapeutico) di Parma, che smista i detenuti pericolosi.

A lanciare l’allarme sulla situazione “gravissima” del tribunale di sorveglianza è oggi il presidente Francesco Maisto, che ha tenuto una conferenza stampa a Bologna affiancato dai quattro colleghi che insieme a lui affrontano tutto il carico relativo all’Emilia-Romagna.

Tra loro Maria Giovanna Salsi, al momento l’unico giudice di sorveglianza a Reggio Emilia, sotto la cui giurisdizione ricadono, oltre al territorio di Reggio, anche Parma e Piacenza. “A Reggio fino a poco tempo fa eravamo due magistrati con 600 detenuti a testa, ed erano già numeri altissimi. Adesso sono sola”, spiega il giudice Salsi.

La situazione del personale non è meno drammatica: “A pieno organico, a Reggio dovrebbero essere nove persone, invece sono cinque di cui uno part time. E tra loro ci sono un commesso e un autista, che non possono apporre timbri e non hanno potere di firma”, spiega Salsi, che lancia l’allarme: “Basta solo che due persone si ammalino contemporaneamente, o che qualcuno vada in ferie mentre uno è malato, che il tribunale non può aprire, perché non c’è personale a ricevere gli atti, le carte cadrebbero a terra”.

La situazione di Reggio Emilia è una delle più paradossali della regione, dove ci sono “carenze di magistrati, cancellieri e ufficiali giudiziari”. Al momento, spiega oggi Maisto, sono in tutto cinque i magistrati di sorveglianza operativi: la pianta organica ne vorrebbe otto, ma venne fatta negli anni 80 e “sarebbe comunque sottodimensionata, visto ce ne vorrebbero almeno il doppio”, non ha dubbi Maisto.

Soprattutto rapportato al numero di detenuti su cui vigilare. Dei cinque magistrati di sorveglianza, a Bologna ce ne sono tre più il presidente (dovrebbero essere quattro ma uno è malato), a Reggio uno solo (quando dovrebbero essere due) e a Modena nessuno (e resterà vacante fino al giugno 2016, visto che il giudice assegnato è incinta in maternità). Tanto che le funzioni relative a Modena e Reggio ricadono in parte su colleghi di Bologna.

Per Maisto la situazione è gravissima, soprattutto visto che “questo tribunale celebra processi per 41 bis e altri casi clamorosi a livello nazionale”. Di recente, ad esempio, è stata discussa e rigettata la richiesta di Totò Riina (detenuto a Parma) di uscire dal carcere per questioni di salute. E proprio oggi si è svolta un’udienza per uno degli imputati a piede libero del crac Parmalat.

“La coperta è corta e tutto non possiamo fare, stabiliamo delle priorità ma di fatto stiamo subendo una regressione nei tempi, ci sono ritardi fisiologici e stiamo perdendo i primati di cui fino a poco tempo fa potevamo vantarci”. Il merito, conclude Maisto, è tutto del personale: “Se abbiamo mantenuto tempi tutto sommato accettabili è solo perché qui c’è gente che lavora molto più del necessario, ma questo alla lunga logora: se la soluzione non arriva, il personale alla fine si demotiva”.

La Gazzetta di Reggio, 24 giugno 2015

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