Cavalieri (Garante Detenuti Parma): “No alla chiusura della Sezione AS1 di Padova”


Carcere Due Palazzi di PadovaMi rivolgo con la presente alle SS.LL. per rappresentare alcune criticità che deriverebbero, qualora confermate, dalle notizie diffuse da alcuni organi di stampa e relative alla chiusura delle sezioni di Alta Sicurezza nel carcere di Padova e al conseguente trasferimento dei detenuti ivi reclusi. Tali notizie riportano la decisione del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria di trasferire parte di questi detenuti presso la sezione AS1 (detenuti appartenenti alla criminalità organizzata di tipo mafioso)del carcere di Parma. Ad oggi risulterebbero essere stati realizzati già due trasferimenti fatto che ha di conseguenza intensificato le preoccupazioni sul degrado delle proprie condizioni di reclusione dei detenuti presenti a Parma.

Come noto presso gli Istituti penitenziari di Parma è presente una sola sezione per detenuti AS1 sulle sei sezioni di Alta sicurezza, le restanti 5 sono per detenuti AS3 (detenuti condannati per reati associativi). A questa “nicchia” di detenuti, per ovvi motivi organizzativi del reparto Alta Sicurezza, restano poche occasioni di partecipazione ad attività che sono da considerarsi marginali rispetto a quelle destinate agli altri detenuti del circuito AS3.

A quanto risulta allo scrivente le attività trattamentali presenti a Parma per i detenuti AS1 sono:

– incontri del progetto Etica e Legalità gestito da alcuni volontari e che terminerà nel corso di quest’anno.

– una attività con cadenza settimanale di produzione di prodotti da forno per la locale mensa per i poveri del Frati Francescani.

– un corso di formazione professionale, se finanziato, della durata di 300 ore per anno (pari a 4 mesi di attività).

– una attività sportiva strutturata di ginnastica con cadenza settimanale.

Non è presente alcuna attività lavorativa significativa e solo ed unicamente, quando presente, ristretta ai lavori alle dipendenze dell’amministrazione penitenziaria per porta-vitto e poco più. Sotto il profilo dello studio questo è in gran parte rappresentato dalla autonoma iniziativa di alcuni detenuti che sono iscritti a percorsi universitari.

Sotto il profilo della collocazione nelle celle questa è in parte soddisfatta in termini di assegnazione in cella singola, molto spesso sostenuta e obbligata anche da esigenze di salute, patologie psichiatriche e di studio dei detenuti.

Ora, non entrando nel merito delle motivazioni che hanno orientato il Dipartimento verso la chiusura della sezione Alta Sicurezza del carcere di Padova, non posso non segnalare che il trasferimento di questi detenuti presso il carcere di Parma rappresenta una scelta non condivisibile sotto diversi profili che illustro di seguito:

– l’offerta trattamentale presente nel carcere di Parma non è in alcun modo paragonabile a quella presente nel penitenziario di Padova e pertanto si penalizzerebbero in modo profondo le scelte, anche intraprese da anni, da parte di questi detenuti che qui a Parma non troverebbero altro che poche attività di trattamento spesso senza disponibilità di posti e con una erogazione assai rarefatta nel corso della settimana;

il carico sanitario presente nel carcere di Parma, conseguente alla detenzione di persone con serie e complesse problematiche di salute e bisognose di prestazioni che spesso sono carenti sotto il profilo della tempestività di erogazione, si aggraverebbe con una ricaduta negativa per tutti i detenuti oltre che per il personale sia sanitario che dell’amministrazione penitenziaria;

– le condizioni di vita dei detenuti AS1 sarebbero compromesse dovendo collocare due detenuti per cella con ricadute negative sia sul piano delle relazioni che della qualità psico-fisica della vita detentiva (in particolare per gli studenti e per i detenuti con problematiche sanitarie);

– i detenuti del circuito AS1 e reclusi a Parma non hanno prospettive di sviluppo trattamentale e di partecipazione ad attività le quali, anche se proposte dal volontariato o dalla Comunità esterna, non sono realizzabili per problematiche organizzative legate ai divieti di incontro con i detenuti AS3, alla mancanza di spazi idonei e alle note questioni di disponibilità di personale addetto alla sorveglianza che possa permettere una “apertura” alle attività che vada oltre al normale, e ristretto, orario attuale che va dalle 9.00 alle 15.00 con un’ora di pausa.

Solo a titolo di esempio rispetto a quanto esposto si vuole ricordare che ad oggi risulta essere non rispettata l’ordinanza di ottemperanza N. 2014-4127 Sius – N. 2014/1743 Ord emessa in data 15 luglio 2014 dal competente Magistrato di sorveglianza di Reggio Emilia a seguito di reclamo presentato da un detenuto, ancora presente a Parma, ai sensi dell’art. 35 della legge 26 luglio 1975. In tale ordinanza il Magistrato concedeva al detenuto di potere studiare in una sala dedicata e fornita di PC personale per un numero di ore discreto oltre alle ore di aria previste dal R.E.

Per quanto illustrato si chiede alle SS.VV. di volere scongiurare il piano di trasferimento di detenuti AS1 presso il penitenziario di Parma al fine di garantire il livello attuale dei diritti dei detenuti anche se non del tutto soddisfacente e non sempre conforme ai dettami normativi.

Roberto Cavalieri (Garante dei detenuti di Parma)

Ristretti Orizzonti, 17 giugno 2015

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