La Procura della Repubblica di Campobasso ha iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di omissione di soccorso quattro persone tra Agenti di Polizia Penitenziaria e Medici in servizio nella Casa Circondariale intervenuti nella cella del 34enne campobassano Alessandro Ianno, forse stroncato da un infarto il 19 marzo scorso. “Dalla mattina Alessandro si lamentava per dolori allo stomaco, al petto e alla spalla – racconta l’avvocato della famiglia, Silvio Tolesino – si sta cercando di capire chi gli ha somministrato il Malox. Noi vogliamo solo conoscere la verità”. Tra 60 giorni si saprà anche l’esito dell’autopsia. Ianno aveva già avuto problemi cardiaci in passato.
L’avvocato della famiglia Ianno sospetta che le cure mediche siano state prestate in forte ritardo al ragazzo “che già dalla mattina si lamentava per dolori alla spalla, allo stomaco e al petto”. I tipici segnali dell’arresto cardiocircolatorio. Ad Alessandro qualcuno, forse il medico della struttura di via Cavour “ma questo è ancora in fase di accertamento” avrebbe prescritto un Malox.
“I dolori non si sono placati – riferisce il legale Silvio Tolesino che assieme ad Antonello Veneziano sta seguendo il caso – anzi sono diventati più forti”. Alle 17 il collasso. Alessandro è morto sotto gli occhi di diversi testimoni. Inutili i tentativi di rianimarlo. “Il nostro non è un accanimento contro il personale penitenziario – con cui si è già schierato il sindacato Sappe – ma vogliamo sapere esattamente chi c’era per arrivare alla verità” dice ancora Tolesino nel giorno della sepoltura di Ianno i cui funerali si sono svolti questa mattina nella chiesta di San Pietro, a Campobasso. Alessandro divideva la stanza con altre tre persone, la loro versione non combacerebbe alla perfezione con quella del personale penitenziario in servizio. L’autopsia eseguita dal medico legale, dottor Vincenzo Vecchione stabilirà con esattezza come e perché è morto Alessandro e se, soprattutto, un tempestivo intervento sarebbe stato capace di salvargli la vita. La perizia non sarà depositata prima di 60 giorni.
C’è un ulteriore particolare sul quale sta lavorando l’avvocato Tolesino: prima dell’arresto, avvenuto a fine febbraio, Ianno aveva avuto qualche problema cardiaco. E si era sottoposto anche a una cura. “Se in carcere sapevano delle condizioni di salute di Alessandro come hanno potuto sottovalutare dei segnali tanto inequivocabili?” si domanda il penalista che ha presentato una domanda di accesso agli atti per confrontare la cartella clinica del paziente Ianno con quella del detenuto Alessandro.