Bruno Bossio (Pd) al Capo del Dap Consolo: al Carcere di Rossano ho trovato condizioni da terzo mondo !


On_Vincenza_Bruno_BossioMercoledì 11 Febbraio alle ore 14,00 nella Commissione Bicamerale Antimafia presieduta dall’Onorevole Rosy Bindi, si è svolta l’audizione del nuovo Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP), Dott. Santi Consolo. Durante i lavori sono intervenuti alcuni Parlamentari e, tra questi, l’Onorevole Enza Bruno Bossio-oltre a formulargli gli auguri di buon lavoro per il non facile ruolo assunto, ho inteso porre alcune questioni relative alla situazione delle carceri in Calabria, presso le quali, nei mesi scorsi, ho effettuato diverse visite ispettive. Queste ispezioni – aggiunge – mi hanno fornito uno spaccato di una situazione generale, che riguarda tutti gli istituti di pena del nostro Paese, dove appare difficile, se non impossibile, coniugare la necessità di punire i colpevoli con quella della garanzia dei diritti di cui un detenuto è comunque portatore. In particolare, ho posto all’attenzione del dott. Consolo la situazione del reparto di isolamento del carcere di Rossano dove, durante una mia visita a sorpresa, ho trovato condizioni di vita da terzo mondo. Nonostante le positive ed immediate iniziative del Dap per fronteggiare le emergenze da me segnalate, anche dopo la mia visita hanno continuato a verificarsi una serie di anomalie nei confronti di alcuni detenuti, prontamente segnalate agli uffici competenti. In particolare ho ricordato il caso di un detenuto che è stato trasferito dalla sera alla mattina da Catanzaro a Rossano e da Rossano a Spoleto. Questo detenuto ha fatto più volte lo sciopero della fame per denunciare alcune scorrettezze che avrebbe subito e la negazione di alcuni suoi diritti garantiti dal regolamento carcerario, scorrettezze che sembrano paradossalmente aumentate da quando io mi sto occupando del suo caso. Circostanza ancor più grave è che, nonostante si tratti di un detenuto condannato all’ergastolo ostativo, gli vengano negati quei diritti minimi che comunque la sentenza ed il regolamento carcerario garantirebbero. Inoltre, appena pochi giorni fa, nel carcere di Reggio Calabria è morto un detenuto che, dalle notizie in mio possesso, aveva chiesto in più di un’occasione di essere sottoposto a visita medica”. “Ho citato questi esempi – conclude l’Onorevole Enza Bruno Bossio – perché li considero emblematici della situazione generale delle nostre carceri nelle quali, al di là delle leggi e delle dichiarazioni di principi, si opera spesso al limite del diritto”.

“La moltiplicazione dei pani e dei pesci non è azione che appartiene agli umani, così come la moltiplicazione dei posti nelle infami carceri italiane non è nelle mani del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria anche quando fosse animato dalle migliori delle intenzioni che, per noi radicali, consistono nel far rientrare nella legalità costituzionale il trattamento fuorilegge subito dai detenuti negli istituti penitenziari italiani”. Così Rita Bernardini, Segretaria Nazionale dei Radicali Italiani.

“Sorprendono pertanto le dichiarazioni del Capo del Dap Santi Consolo che ha annunciato che nei 202 istituti penitenziari non c’è più un detenuto che vive in spazi inferiori ai 3 metri quadrati, che i posti regolamentari sono ora in totale 50.538 e che – sempre secondo il capo del Dap – questo risultato è stato ottenuto grazie alla manutenzione straordinaria, salvo poi ammettere che 4.636 posti sono inagibili”.

Bruno-Bossio-e-Guccione-visita-carcere-Rossano“L’aumento dei posti regolamentari strabilia ancora di più se si tiene conto che il Dap afferma – vedere per credere, le tabelle messe a disposizione sul sito del ministero della Giustizia – che ‘i posti sono calcolati sulla base del criterio di 9 mq per singolo detenuto + 5 mq per gli altri'”.

“Non so se il Capo del Dap – prosegue la Bernardini – abbia fatto i conti tenendo sottocchio le planimetrie degli istituti penitenziari, quello che è certo è che a tutt’oggi in Italia ci sono almeno 70 istituti (vedi tabella) che con i dati del Dap (non con i nostri) hanno un sovraffollamento che va dal 130 al 210 per cento”.

“Poiché sono usa a fare fiducia alle persone che assumono nuovi incarichi (come nel caso del Dott. Santi Consolo) quel che posso fare è proporre al nuovo Capo del Dap di consentirmi di accompagnarlo per una serie di visite in alcuni dei 70 istituti per verificare insieme quale sia il trattamento riservato ai detenuti in Italia”.

 

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