Presidente Mattarella, nel suo discorso si è dimenticato delle Carceri e della Giustizia


Mattarella - NapolitanoIl discorso del Presidente si segnala per una macroscopica omissione. Il tema della giustizia è, ormai, da anni al centro non solo del dibattito politico, ma anche delle attese dei cittadini. Argomenti quali quello delle carceri, dell’uso abnorme della carcerazione preventiva e delle intercettazioni telefoniche, della responsabilità civile dei Magistrati, della esposizione mediatica di alcuni Procuratori della Repubblica, non hanno avuto, nel messaggio presidenziale, alcun riscontro.

Il discorso alle Camere del nuovo Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, non ha brillato per originalità e neppure ha dato conto di un particolare rinnovato vigore nella volontà di affrontare in modo deciso i problemi del Paese. Esso non si è discostato in modo significativo dai messaggi dei Presidenti che lo hanno preceduto e, come sempre accade quando si è in presenza di ripetizioni, sorge immediata la preoccupazione che si sia solo rinnovato un rito. A questa prima impressione se ne deve aggiungere un’altra.

Il discorso del Presidente si segnala per una macroscopica omissione. Il tema della giustizia, nelle sue varie articolazioni, è, ormai, da anni al centro non solo del dibattito politico, ma anche delle attese dei cittadini. Esiste, nel Paese, un problema giustizia che ha avuto una centralità, che non è mai venuta meno durante tutta la seconda Repubblica.

Argomenti quali quello delle carceri, dell’uso abnorme della carcerazione preventiva e delle intercettazioni telefoniche, della responsabilità civile dei Magistrati, della esposizione mediatica di alcuni Procuratori della Repubblica, non hanno avuto, nel messaggio presidenziale, alcun riscontro. Anzi, se si considera il discorso del Presidente Mattarella con il metro dei discorsi tenuti da Napolitano e da Ciampi, l’unico vero elemento di discontinuità è costituito dalla mancata attenzione ai temi della giustizia.

In particolare, suscita sorpresa l’assenza di qualsiasi attenzione al tema delle carceri, ove si consideri la preoccupazione che vi è stata, nel discorso presidenziale, sulla necessità di prestare attenzione agli ultimi e a coloro che non hanno voce. Nelle carceri italiane, così come in quelle di tutto il mondo, finiscono soprattutto gli ultimi. E se vi è una categoria di cittadini che non ha voce, è proprio quella dei detenuti.

Si tratta di una evidenza tale da aver unito nel denunciare il problema carcerario soggetti diversi quali il Presidente Napolitano, i Radicali, Papa Giovanni Paolo II. Un Presidente che rivolge la sua attenzione agli ultimi, e che non si dà carico dei problemi delle carceri in Italia, finisce con il togliere autenticità e credibilità alla professione di attenzione per chi soffre e non ha nulla. Ma anche i pochi riferimenti alla giustizia, contenuti nel discorso presidenziale, destano preoccupazione. A parte un fugace accenno all’esigenza di una maggiore celerità nella conclusione delle procedure giudiziarie, il contenuto del messaggio presidenziale si è esaurito nella indicazione della esigenza di combattere la corruzione e la mafia.

Si tratta di fenomeni che richiedono una forte mobilitazione morale e culturale, che deve investire il modo stesso di concepire la cosa pubblica. Corruzione sono anche lo sperpero di denaro pubblico attraverso gli enti inutili e le società a partecipazione pubblica, l’inefficienza come stato permanente della pubblica amministrazione.

Combattere la corruzione significa anche rettificare l’attuale rapporto tra pubblico e cittadino, restituendo a quest’ultimo i diritti di cui dovrebbe essere titolare in uno Stato autenticamente democratico. Di tutto questo non c’è traccia significativa. Ed allora il riferimento alla lotta alla corruzione ed alla mafia rischia di essere un appiattimento su quelle posizioni giustizialiste, che vedono la soluzione di tutti i problemi nel distribuire più carcere a tutti.

Certamente, il discorso di insediamento di un Presidente della Repubblica non è un atto sufficiente a giudicarne la figura e l’operato. Si vedrà quale sarà l’atteggiamento concreto quando sarà chiamato a dipanare i nodi che vengono dai problemi sopra indicati. Tuttavia, il tenore del discorso non può non suscitare preoccupazione in ordine alla sensibilità del nuovo Presidente rispetto ai problemi della giustizia.

Astolfo Di Amato

Il Garantista, 4 febbraio 2015

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