Tre ore al mese in un locale non controllato: è il cuore del ddl presentato dal senatore dem Lo Giudice. “Non restituiamo alla società uomini e donne incattiviti da privazioni dolorose”.
Un incontro al mese di tre ore con il proprio coniuge o partner in un locale non controllato; mezza giornata con i propri cari in apposite aree; qualche giorno di permesso in più da trascorrere in famiglia: sono queste le proposte contenute nel disegno di legge che il senatore del Pd Sergio Lo Giudice ha presentato oggi “per riportare l’umanità in carcere e non restituire alla società donne e uomini incattiviti da privazioni così dolorose. Il benessere affettivo e sessuale e il mantenimento dei rapporti familiari sono bisogni fondamentali che appartengono anche alle persone ristrette e ai loro cari”.
“La censura assoluta della sfera sessuale in ambito penitenziario rimanda a un’idea di persona detenuta non-uomo o non-donna”, commenta Luigi Manconi (Pd), che ha firmato il ddl. Rita Bernardini, segretaria di Radicali Italiani e depositaria nella scorsa legislatura dello stesso disegno di legge auspica “tempi e spazi che permettano ai detenuti di coltivare i rapporti con i familiari, aprendo anche alla possibilità di avere rapporti intimi con coniugi o conviventi”.
La Repubblica, 22 gennaio 2015