Presentato in Senato un disegno di legge sul “diritto all’affettività” per i detenuti


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Presentazione del DDL n.1587 “Modifiche alla legge 26 luglio 1975, n. 354 e altre disposizioni in materia di relazioni affettive e familiari dei detenuti”

Colloqui più lunghi e “senza alcun controllo visivo”, momenti di intimità con i propri familiari in “apposite aree presso le case di reclusione”, possibilità per i magistrati di sorveglianza di concedere permessi, oltre a quelli premio o per motivi gravi, anche per trascorre il tempo con la moglie e la famiglia, e per i detenuti stranieri telefonate anche con i parenti all’estero.

Questo prevede un disegno di legge per l’affettività in carcere presentato dal senatore Sergio Lo Giudice e firmato da una ventina di colleghi, in maggioranza del Pd, che riprende per intero quello presentato nella passata legislatura da Rita Bernardini, segretario dei Radicali.

L’idea è non privare i detenuti del diritto di mantenere rapporti affettivi, garantendo incontri più frequenti e consentendo spazio e tempo per i rapporti con il proprio partner, coniuge o convivente. “Affettività e sessualità in carcere – nota il senatore Luigi Manconi, presidente della Commissione diritti umani, tra i firmatari del ddl – sono sempre visti con uno sguardo morboso” e “come se l’interdizione dal sesso fosse una parte della pena”.

Secondo Rita Bernardini “negare un diritto inderogabile come quello alla sessualità e all’affettività rientra tra i trattamenti inumani e degradanti vietati dalla Costituzione”. Franco Corleone, garante dei detenuti della Toscana, parla di “un’inadempienza che viene da lontano” e ricorda che negli anni 80 le detenute mettevano in atto la protesta del “salto del banco” per reclamare “il diritto all’amore”, ma “ancora in una ventina di carceri – dice – esistono i banconi di separazione per i colloqui”. “Siamo in presenza di ostilità particolarmente tenaci – aggiunge Manconi che si è impegnato a portare in discussione il testo – ma non è un buon motivo per non provarci”.

– VEDI IL TESTO DEL DISEGNO DI LEGGE (PDF)

 

“Più umanità in carcere”: ai detenuti tempo libero col proprio partner. Proposta di Legge al Senato del Pd


Senato DDL Affetti DetenutiTre ore al mese in un locale non controllato: è il cuore del ddl presentato dal senatore dem Lo Giudice. “Non restituiamo alla società uomini e donne incattiviti da privazioni dolorose”.

Un incontro al mese di tre ore con il proprio coniuge o partner in un locale non controllato; mezza giornata con i propri cari in apposite aree; qualche giorno di permesso in più da trascorrere in famiglia: sono queste le proposte contenute nel disegno di legge che il senatore del Pd Sergio Lo Giudice ha presentato oggi “per riportare l’umanità in carcere e non restituire alla società donne e uomini incattiviti da privazioni così dolorose. Il benessere affettivo e sessuale e il mantenimento dei rapporti familiari sono bisogni fondamentali che appartengono anche alle persone ristrette e ai loro cari”.

“La censura assoluta della sfera sessuale in ambito penitenziario rimanda a un’idea di persona detenuta non-uomo o non-donna”, commenta Luigi Manconi (Pd), che ha firmato il ddl. Rita Bernardini, segretaria di Radicali Italiani e depositaria nella scorsa legislatura dello stesso disegno di legge auspica “tempi e spazi che permettano ai detenuti di coltivare i rapporti con i familiari, aprendo anche alla possibilità di avere rapporti intimi con coniugi o conviventi”.

La Repubblica, 22 gennaio 2015