Rossano, i Radicali difendono l’On. Bruno Bossio dalle accuse dei Cinque Stelle


Bruno-Bossio-e-Guccione-visita-carcere-RossanoDopo aver letto le farneticanti, vergognose e sorprendenti dichiarazioni degli “Amici di Beppe Grillo, Rossano in Movimento” nei confronti dell’On. Enza Bruno Bossio, Deputato del Partito Democratico e membro della Commissione Bicamerale Antimafia, per quanto riguarda la sua attività di Sindacato Ispettivo Parlamentare effettuata, tra l’altro, in perfetta sinergia con il Partito Radicale (unica Forza Politica che si occupa da decenni del “Pianeta Carceri”) e che ha interessato anche la Casa di Reclusione di Rossano (Cosenza), non posso esimermi dal fare alcune, doverose, precisazioni a seguito della lectio magistralis di diritto penitenziario fatta dagli sconosciuti grillini e ripresa anche dagli organi di stampa.

Relativamente al fatto che “in quella particolare ala del Carcere di Rossano vengono rinchiuse determinate tipologie di soggetti che danno segni di elevata irrequietezza ovvero che vengono monitorati costantemente dallo Psichiatra della Casa di detenzione in attesa di un eventuale trasferimento nelle apposite strutture” evidenzio che, tale trattamento riservato ai detenuti ristretti nell’Istituto di Rossano, è contrario alla Costituzione ed alla Legge Penitenziaria. Infatti, nel Reparto di Isolamento (attualmente in fase di ristrutturazione dopo l’attività ispettiva dell’On. Bruno Bossio), possono essere “rinchiuse” soltanto quelle persone nei casi tassativi stabiliti dal legislatore (Art. 33 O.P.). Non vi è alcuna disposizione di legge che consentiva alla Direzione della Casa di Reclusione di Rossano di allocare i detenuti che davano “segni di elevata irrequietezza” o per essere “monitorati costantemente dallo Psichiatra” all’interno di quel Reparto. Anzi, vi è di più. Proprio per rafforzare l’eccezionalità della disciplina, il legislatore, ha stabilito il divieto per l’Amministrazione Penitenziaria, di utilizzare sezioni o reparti di isolamento per casi diversi da quelli previsti dalla Legge. (Art. 73 c. 8 Reg. Es. O.P.). Principi poi richiamati anche dalla Circolare Dipartimentale n. 500422 del 02/05/2011. L’isolamento del detenuto rappresenta una situazione del tutto eccezionale in quanto idoena ad incidere negativamente sul diritto alla salute ed al benessere individuale della persona e poiché, di norma, il detenuto, deve vivere insieme agli altri perché la vita in comune è un elemento basilare del trattamento penitenziario. Il Medico può prescrivere l’isolamento per ragioni sanitarie e, più precisamente, solo in caso di malattia contagiosa, da eseguirsi in appositi locali dell’infermeria o in un reparto clinico (Art. 73 c. 1 Reg. Es. O.P.). A tal proposito, sono già numerosi, i Medici (ed altri dipendenti dell’Amministrazione Penitenziaria) condannati dall’Autorità Giudiziaria competente, per omicidio colposo proprio per aver cagionato il suicidio di detenuti, specie quelli con disturbi psichiatrici conclamati, mettendoli in isolamento, misura prevista in casi eccezionali e tassativamente elencati, in violazione dell’Ordinamento e del Regolamento di Esecuzione Penitenziaria.

Quanto, invece, alle “celle” di questa “particolare ala del Carcere”, ribadisco la illegittimità del collocamento dei detenuti nelle “celle lisce” cioè prive dell’arredo ministeriale poiché, anche durante l’esecuzione dell’isolamento, i detenuti debbono essere alloggiati in camere ordinarie pur se il loro comportamento sia tale da arrecare disturbo o da costituire pregiudizio per l’ordine e la disciplina. (Art. 73 c. 2 Reg. Es. O.P.). Anche per questa particolare “prassi generalizzata” sono già state diverse le sentenze di condanna pronunciate nei confronti del personale dipendente dell’Amministrazione Penitenziaria. Le sanzioni disciplinari, infatti, devo essere “eseguite nel rispetto della personalità” (Art. 38 c. 4 O.P.) in ossequio al principio costituzionale di cui all’Art. 27 c. 3 secondo cui le pene devono essere conformi ad umanità. E “rinchiudere” delle persone in cella, senza vestiti, senza alcun mobilio o suppellettile non può considerarsi sicuramente rispettoso della dignità umana !

Per quanto riguarda tutto il resto delle critiche rivolte dagli “Amici di Beppe Grillo di Rossano” all’On. Bruno Bossio, le stesse, sono destituite di fondamento e, pertanto, vanno rispedite al mittente o, piuttosto, indirizzate ai propri rappresentanti in Parlamento che mai, sino ad ora, si sono seriamente occupati delle problematiche penitenziarie. Nell’Interrogazione Parlamentare nr. 5-03339 del 16/09/2014 presentata dalla Deputata democratica ai Ministri della Giustizia, della Salute e del Lavoro e delle Politiche Sociali non vi sono assolutamente riportate “mezze verità” come invece sostenuto dai “grillini”. E’ stato espressamente sollecitato il Governo ad attivarsi, con urgenza, sia per incrementare l’organico della Polizia Penitenziaria e degli Educatori in modo da migliorare le condizioni lavorative del personale e rendere lo stesso adeguato alle esigenze della popolazione detenuta e sia per aumentare l’organico degli esperti psicologi o, comunque, assicurare l’incremento delle ore di lavoro di quelli attualmente assegnati per migliorare l’efficacia degli interventi trattamentali nei confronti dei detenuti. Infine, è stato chiesto ai Ministri, se non ritengano di implementare l’attività trattamentale dei detenuti, sia essa di studio e/o di formazione e lavoro, di avviare immediatamente un corso di formazione professionale affinchè i detenuti possano lavorare in cucina e, se non ritengano opportuno intervenire con urgenza, per riavviare il laboratorio di falegnameria denominato “Dedalo” di cui è dotato l’Istituto in modo da ampliare i posti di lavoro intramurario. L’On. Bruno Bossio non si è mai adoperata per favorire l’allontanamento del Comandante di Reparto della Polizia Penitenziaria. Il trasferimento del Vice Commissario Elisabetta Ciambriello è stato disposto dall’Ufficio del Personale del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria perche, evidentemente, ve ne erano i presupposti.

Venendo al “piano carceri razionale e degno di tal nome, come quello proposto dal M5S alla Camera”, bene ha fatto l’On. Bruno Bossio (e, contestualmente, il Parlamento ed il Governo) a non sostenerlo, poiché si trattava di un autentica accozzaglia di dati scollegati tra loro, anche non aggiornati, che non risolveva assolutamente la questione di prepotente urgenza, sempre più prepotentemente urgente, delle Carceri italiane, pluricondannate dalla giurisdizione europea. Francamente non capisco come si faccia ancora a parlare di “piano carceri” poiché si trattava di tre misere paginette accompagnate da una sola nota, con dati non aggiornati, risalenti addirittura al 2010. Il “piano carceri” dei grillini, all’epoca dei fatti, venne sonoramente bocciato da tutti, persino dalle Organizzazioni Sindacali della Polizia Penitenziaria.

Gli “Amici di Beppe Grillo di Rossano” quindi, a mio avviso, avrebbero fatto bene a continuare a tacere invece di improvvisarsi “professori” su qualcosa come la “comunità penitenziaria” che non conoscono e che ignorano completamente.

Emilio Enzo Quintieri

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