Il Governo risponderà all’Interrogazione dell’On. Vittorio Ferraresi ed altri sulle Carceri della Calabria


Commissione Giustizia Camera DeputatiE’ prevista per giovedì pomeriggio in Commissione Giustizia alla Camera dei Deputati la risposta del Governo all’Interrogazione Parlamentare n. 5/01535 presentata il 21 novembre 2013 dall’Onorevole Vittorio Ferraresi, Capogruppo del Movimento Cinque Stelle in Commissione Giustizia a Palazzo Montecitorio, su sollecitazione dell’esponente radicale calabrese Emilio Enzo Quintieri. L’atto di Sindacato Ispettivo è stato, altresì, sottoscritto dai Deputati pentastellati Dalila Nesci, Federica Dieni, Sebastiano Barbanti, Paolo Parentela, Donatella Agostinelli, Alfonso Bonafede, Salvatore Micillo, Tancredi Turco, Giulia Sarti, Andrea Colletti e Francesca Businarolo.

L’Interrogazione, all’epoca dei fatti, rivolta ai Ministri della Giustizia e della Salute del Governo Letta, Annamaria Cancellieri e Beatrice Lorenzin, riguardava il sovraffollamento, le condizioni dei detenuti e la situazione degli Istituti Penitenziari della Calabria, con particolare riferimento alle Case Circondariali di Catanzaro e Paola. Infatti, nei 13 Istituti presenti in Calabria, a fronte di una capienza regolamentare di 2.481 posti, vi erano rinchiusi 2.684 detenuti dei quali 345 erano stranieri. Tra di essi, 1.330 erano imputati (739 in attesa di primo giudizio, 296 appellanti, 208 ricorrenti e 87 con posizione mista) mentre i condannati definitivi erano 1.353. I detenuti scarcerati grazie alla Legge “Svuota Carceri” risultavano essere solo 344, dei quali 13 donne e 40 stranieri. Il sovraffollamento carcerario riguardava tutti gli Istituti della Calabria, in cui si registravano condizioni di forte disagio, a motivo della insufficienza degli spazi, che determinavano pesanti costrizioni per i detenuti, che per tale motivo non potevano avere una quotidianità rispettosa della vita umana. In particolare, a Catanzaro, vi risultavano ristretti 590 detenuti, 330 dei quali appartenenti al circuito dell’Alta Sicurezza, a fronte di una capienza regolamentare di 354 posti. Nell’Interrogazione veniva denunciata la circostanza della implementazione della capienza regolamentare da 354 a 617 nonostante non fossero intervenuti mutamenti strutturali di rilievo atteso che il nuovo Padiglione detentivo non era ancora funzionante e quindi disponibile per essere utilizzato. Tale questione era stata sollevata, più volte, dai Radicali e dai Sindacati della Polizia Penitenziaria. Venivano, altresì, contestati i dati diramati dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria inerenti la capienza effettiva delle Carceri. Secondo gli Onorevoli interroganti, i posti disponibili complessivamente erano 1.789 e non, come indicato dal Dipartimento, 2.481, cosa che portava la percentuale del sovraffollamento al 161,37 %, attestato che il valore nazionale era del 140%.

Cella Carcere SianoSia per quanto riguarda la Casa Circondariale di Catanzaro che quella di Paola, veniva evidenziata la carenza di organico del personale di Polizia Penitenziaria ma anche degli Educatori, degli Psicologi, dei Medici e degli Infermieri. Per Catanzaro, inoltre, era stata sollevata la problematica della fatiscenza dell’edificio, della presenza all’interno ed all’esterno degli spazi detentivi, di topi e ratti, della insufficienza e della inadeguatezza delle docce che, invece, di essere in ogni camera detentiva, erano ancora in locali comuni posti all’interno del Reparto, dell’applicazione alle finestre delle celle di schermature metalliche a maglie strette che impedivano all’aria ed alla luce naturale di penetrare all’interno delle camere, della eccessiva umidità dei reparti e delle camere di detenzione per la infiltrazione di acqua piovana, della inoperosità del Magistrato di Sorveglianza competente ed altro ancora. Infine, veniva sollevata, la questione della chiusura del Centro Diagnostico Terapeutico nonostante lo stesso fosse stato già da tempo completato e consegnato all’Amministrazione Penitenziaria. Per Paola, invece, oltre al sovraffollamento particolarmente grave (a fronte di una capienza regolamentare di 161 posti, vi erano ristretti ben 300 detenuti), era stata denunciata la completa assenza di qualsivoglia attività trattamentale sia per gli imputati che per i condannati poiché la biblioteca con annessa sala lettura, il teatro, la palestra, le salette interne ai reparti per la socialità, erano chiuse e non funzionanti. Inoltre, veniva rappresentata al Governo, l’inadeguatezza degli spazi destinati alla ricreazione all’aperto perché angusti, privi di aria e chiusi tra più fabbricati adiacenti, l’impossibilità per i detenuti di poter lavorare poiché l’unica forma di lavoro presente all’interno dell’Istituto era quella alle dipendenze dell’Amministrazione Penitenziaria, la illegale attività di controllo in ore notturne delle celle da parte del personale di Polizia, censurata dal Magistrato di Sorveglianza di Cosenza, l’inadeguatezza delle sale destinate ai colloqui con i familiari dei detenuti per la presenza del muro divisorio in cemento armato, l’inadeguatezza delle salette destinate ai colloqui con gli avvocati per le pessime condizioni di manutenzione, la mancanza di celle per non fumatori, la mancata separazione degli imputati dai condannati ed altro.

I Parlamentari, segnalavano anche che le suddette Case Circondariali di Catanzaro e Paola, erano sprovviste di Regolamento interno che doveva essere approvato dal Ministro della Giustizia e tale fatto era stato già oggetto di reclami dai detenuti ai rispettivi Uffici di Sorveglianza, al Provveditorato Regionale ed al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Nell’Interrogazione venne rappresentata anche la condizione, particolarmente disagiata, dei detenuti stranieri ed evidenziata una criticità nella effettiva funzione svolta dai Magistrati di Sorveglianza. Infine, si denunciava che in Calabria, non era ancora stata data esecuzione alle recenti direttive sulla “sorveglianza dinamica” emanate dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria in seguito alla nota Sentenza Torreggiani della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo.

Casa Circondariale 1Per tutti questi motivi, l’Onorevole Ferraresi unitamente ad i suoi colleghi Deputati, nell’Interrogazione chiedeva se e quali informazioni disponesse il Governo in merito ai fatti rappresentati e se questi corrispondessero al vero. In particolare, veniva chiesto ai Ministri della Giustizia e della Salute, quali fossero i dati aggiornati del sovraffollamento degli istituti Penitenziari della Calabria, facendo riferimento alla capienza regolamentare di ciascun istituto ed alle singole posizioni giuridiche dei detenuti (in attesa di giudizio, appellanti, ricorrenti, definitivi); quanti erano i detenuti tossicodipendenti presenti all’interno degli istituti calabresi e quanti quelli affetti da gravi disturbi mentali o altre gravi patologie di fatto incompatibili con lo stato di detenzione intramuraria; se era noto quanti erano i detenuti che avevano usufruito della cosiddetta legge «Svuota Carceri», varata nel 2010, e successive modifiche ed integrazioni, sino all’epoca, e quante erano le istanze in tal senso giacenti presso gli uffici di sorveglianza competenti ed allo stato non ancora evase, ed a cosa era dovuto l’eventuale ritardo nel disbrigo degli atti; se era noto quanti erano i detenuti stranieri che avevano formulato agli uffici di sorveglianza competenti istanza di espulsione dal territorio dello Stato come misura alternativa alla detenzione e quanti di questi fossero stati effettivamente espulsi ed a quanti di loro fosse stata invece negata la richiesta e per quali motivi; qual era la cifra destinata ogni anno, negli ultimi 5 anni, alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle strutture penitenziarie calabresi; quando sarebbe stato attivato il centro diagnostico terapeutico annesso alla casa circondariale di Catanzaro Siano e se lo stesso poteva essere effettivamente utilizzato senza l’incremento del personale di polizia Penitenziaria in forza all’istituto; per quale ragione recentemente si è deciso di installare nella suddetta casa circondariale le vietate schermature metalliche a maglie strette davanti alle sbarre delle finestre delle celle, impedendo in tal modo sia l’ingresso della luce che dell’aria naturale con evidenti danni per i detenuti; per quale motivo, nella casa circondariale di Paola, la biblioteca con annessa sala lettura, il teatro, la palestra, le salette interne ai reparti per la socialità, erano chiuse e non funzionanti; se il Governo non riteneva di dover disporre con urgenza, presso la casa circondariale di Paola, il completo rifacimento delle sale destinate ai colloqui, e se non riteneva di dover intervenire per assicurare la mediazione culturale per i detenuti stranieri; quali istituti penitenziari della Calabria avevano attivato, ed in che modo, per i detenuti appartenenti al circuito della media sicurezza, la «sorveglianza dinamica», in ossequio alle direttive impartite dal dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ed alla luce della nota sentenza Torreggiani emessa dalla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo contro l’Italia; se venivano effettuate le visite negli istituti penitenziari della Calabria da parte delle competenti autorità sanitarie locali e, in caso affermativo, a quando risalivano e cosa fosse emerso nelle loro relazioni in merito alle condizioni igienico-sanitarie e di sicurezza, con particolare riguardo alla casa circondariale di Catanzaro Siano e di Paola; con quale frequenza i magistrati di sorveglianza visitavano i locali dove si trovavano i detenuti e gli internati, in applicazione di quanto stabilito dall’articolo 75, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica n. 230 del 2000, e ciò riferito a ciascun istituto penitenziario della Calabria ed in particolare a quello di Catanzaro Siano e Paola; qual era l’organico ed il carico di lavoro degli uffici di sorveglianza di Catanzaro e Cosenza e quali erano le ragioni di quella che agli interroganti risulta essere una inadeguata e carente attività, in virtù dei compiti specifici che la legge penitenziaria attribuiva ai suddetti uffici giudiziari; se fossero giunte al Governo, ed in particolare ai Ministri interrogati, delle segnalazioni – sia da parte dei direttori delle carceri che dei Magistrati di Sorveglianza – in merito alle condizioni in cui versavano gli istituti di pena della Calabria palesemente non rispettose della legge ed alla cronica carenza del personale della polizia penitenziaria in servizio presso dette strutture; quanti detenuti, ristretti negli istituti di pena della Calabria, avevano presentato ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo per violazione dell’articolo 3 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, se i Ministri interrogati ritenevano o meno che negli istituti penitenziari della Calabria, ed in particolare nella casa circondariale di Catanzaro Siano e di Paola, vi fossero state, o vi erano in corso, violazioni nei confronti dei diritti legittimi dei cittadini detenuti in contrasto con quanto previsto dagli articoli 27 e 32 della Costituzione repubblicana e se non ritenevano doveroso ed opportuno disporre con urgenza delle mirate visite ispettive presso le case circondariali calabresi al fin di avere un quadro più chiaro possibile della situazione esistente, ed intervenire in maniera appropriata tenendo in considerazione quanto segnalato con l’atto ispettivo parlamentare.

Interrogazione Parlamentare a risposta in Commissione Giustizia ai Ministri della Giustizia e della Salute

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