“È di poche ore fa la triste notizia della morte per suicidio di un detenuto nella Casa Circondariale di Pisa. Ieri mattina tra le 5,30 e le 06,00 si è impiccato un detenuto originario della Repubblica Ceca, Martin Amcha, di 46 anni, che aveva un fine pena 2018 e si trovava in regime aperto e con un altro compagno nella cella. Verso le 5,30, il collega della Polizia penitenziaria addetto alla sezione, durante un giro di controllo, lo ha visto sulla branda, dopo di che si è recato di sentinella dando il cambio ad altro collega. Quest’ultimo è arrivato nella sezione dopo circa una mezz’ora e nel corso del giro di controllo non ha visto il suddetto ristretto sulla branda.
Insospettito ha svegliato l’altro detenuto che lo ha trovato appeso, con delle lenzuola, alla finestra del bagno. Nulla ha fatto presagire l’insano gesto del detenuto, anche in virtù del comportamento corretto dello stesso, sia nei confronti della restante popolazione detenuta che nei confronti del personale di Polizia Penitenziaria. Purtroppo, nonostante il prezioso e costante lavoro svolto dalla Polizia Penitenziaria, con le criticità che l’affliggono, non si è riusciti ad evitare tempestivamente ciò che il detenuto ha posto in essere nella propria cella”.
La notizia arriva dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, il primo e più rappresentativo della Categoria, per voce del leader Donato Capece.
Il sindacalista del Sappe sottolinea che “negli ultimi 20 anni le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria hanno sventato, nelle carceri del Paese, più di 16mila tentati suicidi ed impedito che quasi 113mila atti di autolesionismo potessero avere nefaste conseguenze”.
Capece torna a sottolineare le criticità del sistema penitenziario: “Manca il personale di Polizia Penitenziaria e ogni giorno c’è una nuova criticità. L’Amministrazione Penitenziaria è ormai da diversi mesi senza un Capo Dipartimento e l’organico dei Baschi Azzurri è sotto di 7mila unità. La spending review e la legge di Stabilità hanno cancellato le assunzioni, nonostante l’età media dei poliziotti si aggira ormai sui 40 anni.
Altissima, considerato il lavoro usurante che svolgiamo. Nonostante le affrettate rassicurazioni di chi va in giro a dire che i problemi delle carceri sono (quasi) risolti e non c’è più un’emergenza, i drammi umani restano, eccome, ed è quindi sbagliata la scelta del Ministero della Giustizia di cancellare i presidi di sicurezza penitenziaria in cinque importanti regioni come Calabria, Liguria, Umbria, Marche e Basilicata”.
“Non è pensabile chiudere strutture importanti di raccordo tra carcere, istituzioni e territorio come i Provveditorati Regionali dell’Amministrazione Penitenziaria di Calabria, Liguria, Umbria, Marche e Basilicata” conclude Capece “a meno che non si voglia paralizzare il sistema ed avere del carcere l’esclusiva concezione custodiale che lo ha caratterizzato fino ad oggi. Vuole il Governo Renzi essere ricordato per questo attacco ai presidi di sicurezza del Paese?”.
Osapp: in Italia è il 28esimo dall’inizio dell’anno
“Un detenuto di 46 anni ristretto nel carcere di Pisa si è impiccato questa mattina nel bagno della cella che condivideva con un altro detenuto” a darne notizia in una nota è Leo Beneduci. segretario generale dell’Osapp (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria).
Secondo il sindacato: “sulla carta il sovraffollamento penitenziario la Toscana non sarebbe in condizioni critiche, a differenza di altre sedi, atteso che per i 3.246 detenuti presenti sarebbero 3.345 i posti della capienza c.d. “regolamentare” e, addirittura, 4.916 posti della capienza c.d. “tollerabile”, mentre nel carcere di Pisa a fronte di una capienza “regolamentare” di 288 posti sono presenti 261 detenuti, per cui è da ritene3re che le cause che hanno portato ai gravi eventi di Firenze-Sollicciano, Porto Azzurro nei giorni scorsi e oggi a Pisa hanno altre cause, probabilmente, insite in un sistema e in una organizzazione che al di là dei numeri produce comunque disagio e sofferenza nell’utenza come nel personale.”,
“Peraltro – prosegue il leader dell’Osapp – l’episodio ingenera ulteriori e gravi dubbi anche rispetto ai criteri di gestione del lavoro in uso negli istituti di pena e riguardo alla considerazione istituzionale in cui è tenuta l’Amministrazione penitenziaria, in ambito nazionale e periferico, se da un lato risulterebbero contemporaneamente assenti per ferie il direttore e il comandante di reparto di Pisa nonché il Provveditore Regionale, mentre nell’assoluta discrezionalità che compete all’autorità giudiziaria le indagini di rito a Pisa sono state comunque affidate ai militari dell’Arma dei Carabinieri e non agli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria benché colà in servizio.
“È, pertanto, non solo urgente ma di vitale importanza – conclude Beneduci – che il Governo inserisca nella riforma della Giustizia anche la completa riorganizzazione dell’Amministrazione penitenziaria e, ad oltre 24 anni dalla prima, una nuova riforma della Polizia Penitenziaria”.
Radicali: suicidio dimostra inadeguatezza sistema penitenziario
“Ieri mattina si è suicidato nella sua cella del carcere di Pisa un detenuto cecoslovacco: é il 28º caso di suicidio nelle carceri italiane, il 3º nelle carceri toscane dall’inizio del 2014”. La segretaria di Radicali Italiani, Rita Bernardini, e Maurizio Buzzegoli, segretario dell’Associazione “Andrea Tamburi” di Firenze, sottolineano che “i proclami del Governo Renzi che ritengono di aver risolto il problema carcerario vengono sconfessati quotidianamente dalle tragedie che avvengono negli istituti penitenziari italiani: la morte per pena é una triste realtà che testimonia l’illegalità e l’inadeguatezza del nostro sistema penitenziario”.
Lo scorso 30 giugno Rita Bernardini, insieme a Marco Pannella e a centinaia di cittadini, ha intrapreso uno sciopero della fame, durato 43 giorni, con l’obiettivo, tra gli altri, di scongiurare le morti violente in carcere. “A più riprese, siamo stati obbligati da parte delle giurisdizioni internazionali a ristabilire la legalità e lo Stato di Diritto all’interno delle patrie galere -proseguono Bernardini e Buzzegoli – ma ad oggi si continuano ad ignorare le uniche due soluzioni in grado di risolvere immediatamente il problema, così come auspicato anche dal Presidente Napolitano: i provvedimenti di amnistia e indulto”. I due esponenti radicali lanciano un appello al Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi: “Le carceri toscane sopravvivono nella continua emergenza: auspichiamo che, quanto prima, si riesca a convocare sul tema una seduta straordinaria del Consiglio regionale”.
Ristretti Orizzonti, 02 Settembre 2014
Mi piace:
Mi piace Caricamento...