Prestavano soldi con interessi mensili dal 20 al 100%. In un caso, a fronte di un prestito da 1200 euro, ne hanno chiesti indietro 6500. Un grosso giro di usura che avveniva tra agenti di polizia penitenziaria è stato scoperto dalla procura della Repubblica di Vercelli in collaborazione con Nucleo investigativo centrale della polizia penitenziaria di Torino: le indagini hanno portato – al momento – all’arresto di quattro persone, due finanziatori e due poliziotti che facevano da tramite. I due finanziatori sono Catalin Botezatu, originario di Vercelli ma titolare di esercizio pubblico a Carpignano Sesia, e Diego Corona, risicoltore di Pezzana. I due agenti arrestati (attualmente sono ai domiciliari) sono Salvatore Zarelli e Bruno Crisafio, quest’ultimo temporaneamente in servizio all’Uepe (Ufficio esecuzioni penitenziarie esterne) di Vercelli.
Le vittime erano quasi sempre colleghi agenti della polizia penitenziaria, a cui gli strozzini sono arrivati a chiedere fino a 30 mila euro in restituzione di un prestito. Gli usurai, con i soldi intascati, si compravano vestiti firmati, rolex d’oro, cellulari da migliaia di euro dagli Emirati arabi. I dettagli dell’operazione «Tendenza» sono stati presentati dal procuratore capo Paolo Tamponi e dal sostituto procuratore Davide Pretti. «Non avevamo idea della portata di questi fatti», ha commentato il direttore del carcere di Vercelli, Tullia Ardito.
Roberto Maggio
La Stampa, 28 Luglio 2014