Se il nostro Paese pensava – dopo aver sfangato l’ennesima condanna da parte della Cedu (Corte Europea per i diritti dell’uomo) soltanto rimandano il discorso al prossimo anno – di risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri con il decreto legge 42/2014, presto si renderà conto di essersi sbagliato di grosso.
Soltanto tre giorni fa è entrato in vigore la nuova direttiva e già piovono critiche su critiche. In primis il decreto prevede lo sconto (oltre al risarcimento di 8 euro al giorno) di pena di un giorno per ogni detenuto che, secondo i parametri dell’Ue, costituisce “tortura”.
E quali sono questi parametri? La carcerazione vissuta in uno spazio inferiore a 7 metri quadrati. Viene da sorridere però perché le celle delle nostra patrie galere, almeno la stragrande maggioranza, non sono più grandi, in media, di 3 metri quadrati. Di conseguenza, ad essere torturati ogni giorno (e dunque risarciti) sarebbero praticamente tutti i detenuti che affollano le carceri.
In secondo luogo, l’approvazione di quanto previsto dal nuovo decreto legislativo, approvato ancora non si sa per quale motivo, è impossibile anche per altri motivi. Sia lo sconto di pena che il risarcimento non possono essere automatici. Perché? È impossibile quantificare quanti giorni reali un detenuto abbia subito di “tortura” se il “galeotto” in questione – come spesso capita- viene più volte trasferito da un carcere all’altro. Senza contare il fatto che, per analizzare i singoli casi di circa 50 mila reclusi, ci vorrebbero almeno centinaia di giudici. E solo pensarla questa cosa è inverosimile, vista anche la lentezza dei magistrati e dei processi che devono giudicare una persona colpevole o no. Quelle persone, per intenderci, che sono in carcere preventivamente in attesa di giudizio.
Se il Governo italiano pensava di sfuggire alla condanna della Cedu e sottarsi alle salatissime multe cui saremo sicuramente destinati a pagare, questo decreto legge rappresenta un autentico autogol. L’ennesimo in materia di carceri. C’è un altro dato che certifica la strategia folle dell’Italia ed è quello relativo ai soldi stanziati per i “risarcimenti”: 20 milioni di euro. Denaro che potrebbe essere investito tranquillamente per migliorare le condizioni fatiscenti delle nostre strutture carcerarie. Invece no, si preferisce dare soldi ai detenuti, piuttosto che farli vivere in una situazione quantomeno più dignitosa.
Paolo Signorelli
http://www.lultimaribattuta.it, 15 luglio 2014
nono stato carcerato ne sovraffollamento, in gista carcerazione e infedele patrocinio tel.3277470634
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