I reati ad alto allarme sociale non rientreranno nel divieto di custodia cautelare in carcere in caso di pena non superiore ai 3 anni. Lo prevede un emendamento presentato dall’Onorevole David Ermini, Deputato del Partito Democratico al decreto legge sui rimedi risarcitori a favore dei detenuti. In base a quanto attualmente sancito dal decreto, il carcere preventivo non può essere applicato se il giudice ritiene che, all’esito del giudizio, la pena detentiva non sarà superiore ai 3 anni.
L’emendamento di Ermini, relatore del provvedimento in commissione Giustizia alla Camera, stempera l’automatismo stabilendo che tale norma non vale per i delitti ad elevata pericolosità sociale, come per esempio i reati di mafia e terrorismo, rapina ed estorsione, furto in abitazione, stalking e maltrattamenti aggravati in famiglia. E non solo: secondo l’emendamento di Ermini, si potrà ricorrere alla custodia cautelare in carcere anche nel caso in cui non siano possibili gli arresti domiciliari per mancanza di un luogo idoneo.
“Sono alcune utili correzioni – spiega il deputato Pd – alla luce dei suggerimenti rivolti al legislatore nel corso delle audizioni. Il nostro obiettivo, come sempre, è quello di migliorare un testo in sintonia con quanto emerge nel confronto con gli operatori della giustizia. Credo che, una volta approvato l’emendamento, avremo una norma di buon equilibrio tra garanzie dell’imputato ed esigenze di sicurezza dei cittadini”. Il decreto legge, già calendarizzato in aula per la prossima settimana, sarà esaminato dalla commissione Giustizia a partire da domani.