L’aula della Camera ha respinto le questioni pregiudiziali presentate al dl Detenuti da Movimento 5 stelle e Lega Nord: 310 contrari, 102 favorevoli.
Il dl, spiega una nota di Palazzo Chigi, “ha la finalità di adempiere alle direttive dettate da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo (Cedu) nei confronti dello Stato italiano nella Sentenza Torreggiani del gennaio 2013, nella quale la Corte aveva imposto l’adozione di specifiche misure riparatorie per Detenuti che hanno scontato la pena in una condizione di sovraffollamento, imponendo a tal fine il perentorio termine, appena decorso, di un anno dalla definitività della pronuncia”.
“I giudici europei – continua la nota – hanno condannato il nostro Stato al pagamento nei confronti dei ricorrenti di somme comprese tra i 10mila euro ed i 23mila”. Il dl si occupa anche di chi già è uscito dal carcere disponendo “un risarcimento pari a 8 euro per ciascuna giornata di detenzione trascorsa in condizioni non conformi alle indicazioni della Cedu”.
Nel dl sono state poi previste anche alcune modifiche in materia di codice di procedura penale. Tra queste ci sono: gli obblighi informativi per procedimenti che incidono sullo stato di libertà di condannati da corti penali internazionali, misure di esecuzione delle ordinanze degli arresti domiciliari, la modifica dell’art. 275 del codice di procedura penale che prevede che, con una pena detentiva da irrogare che sia massimo di tre anni, non possano essere disposte le misure della custodia cautelare o degli arresti domiciliari. E ancora, altre misure previste nel dl riguardano l’esecuzione “dei provvedimenti limitativi della libertà personale” verso i minorenni che “nel corso dell’esecuzione, siano divenuti maggiorenni” ma fino ai 25 anni d’età.
Infine il governo ha predisposto alcune modifiche dell’ordinamento della polizia penitenziaria sulla “consistenza dell’organico”, tramite “un aumento della dotazione del ruolo degli agenti e assistenti e diminuzione di quella degli ispettori” e una specifica modifica all’ordinamento per fare in modo che “il magistrato di sorveglianza possa avvalersi dell’ausilio di assistenti volontari”.
Balduzzi (Sc): adempiere a obblighi Ue
“Non si tratta di far bella figura con l’Europa, ma di adempiere agli obblighi derivanti dalla sentenza Torreggiani della Corte europea dei diritti dell’uomo che non può essere ignorata”. Lo ha detto Renato Balduzzi, presidente reggente di Scelta Civica, che ha annunciato nell’Aula di Montecitorio il voto favorevole del suo movimento politico per la conversione in legge del decreto-legge che dispone in materia di rimedi risarcitori in favore dei detenuti e degli internati che hanno subito un trattamento in violazione dell’articolo 3 della convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali.
Nel confutare i profili di illegittimità contestati in aula al provvedimento in quanto si porrebbe in contrasto con la funzione di urgenza propria del decreto legge, Balduzzi ha tenuto piuttosto a sottolineare i profili di merito del testo adottato dal Governo.
“Alla base – ha osservato il deputato piemontese – c’è l’idea della prevalenza della funzione rieducativa della pena così come prevista dall’art. 27 della nostra Costituzione. L’extrema ratio rappresentata dall’applicazione della pena detentiva, così come dimostrato da pronunce e disposizioni susseguitesi nel tempo, costituisce la cultura giuridica prevalente nel nostro ordinamento e anche questo provvedimento va in tale direzione”.
Fedriga (Ln): ci batteremo per premiare Abele, non Caino
“Le battaglie che ci troviamo ad affrontare riguardano non solo noi, ma tutto il gruppo e il movimento”. Lo ha detto il nuovo capogruppo della Lega Nord alla Camera Massimiliano Fedriga annunciando la battaglia che il Carroccio porterà avanti nei prossimi giorni contro il governo sul tema dei carcerati: “Renzi vuole regalare 8 euro al giorno ai carcerati e dare incentivi alle aziende che assumeranno i detenuti, invece di aiutare i lavoratori e le aziende. Ci batteremo perché noi vogliamo premiare Abele e non Caino”.
Public Policy, 9 luglio 2014