Si è concluso, nei giorni scorsi, presso il Tribunale di Castrovillari (Cosenza), il processo di primo grado scaturito dal suicidio del Vice Sovrintendente della Polizia Penitenziaria Fabrizia Germanese, 44 anni, calabrese, avvenuto nel maggio 2008 nella locale Casa Circondariale ove si trovava detenuta da due giorni, in custodia cautelare, perchè trovata in possesso di 9 kilogrammi di eroina, provenienti dall’Albania.
Per la sua morte, su richiesta del Pubblico Ministero Baldo Pisani, vennero tratti a giudizio tre Agenti di Polizia Penitenziaria con l’accusa di concorso in omicidio colposo per violazione dell’obbligo di sorveglianza a vista. Gli imputati erano : Rosa Ruberto, 52 anni, Nadia Bartolotta, 26 anni e Mimma Lauria, 41 anni, tutte e tre di Castrovillari. Entrambe, inizialmente, erano state indagate anche per istigazione ed aiuto al suicidio.
Gli veniva contestato di non aver adeguatamente sorvegliato la loro collega detenuta così come espressamente ordinato dal Comandante di Reparto ma anche di non aver provveduto al ritiro dei lacci delle scarpe con i quali, poi, si è impiccata all’interno del bagno della cella. Gli Agenti della Polizia Penitenziaria sono stati difesi dagli Avvocati Roberto Laghi, Gennaro La Vitola, Michele Donadio ed Antonio Bonifati.
Ad incastrare le colleghe della Germanese, appartenente al Gruppo Operativo Mobile (G.O.M.) della Polizia Penitenziaria, è stata senza ombra di dubbio, l’attività peritale svolta dai Medici Legali Roberto De Stefano e Raffaele Mauro nominati dalla Procura della Repubblica di Castrovillari. Infatti, nell’ambito degli accertamenti, contrariamente a quanto sostenuto dagli imputati che asserivano di aver tenuto sempre sotto controllo la detenuta, è emerso che, la stessa, era passata a miglior vita almeno da due ore (e non da pochi minuti) dal momento in cui venne dato l’allarme.
Per questo motivo, due delle tre colleghe della Vice Sovrintendente Fabrizia Germanese, finite a giudizio, sono state ritenute colpevoli dei reati contestati e condannate alla pena di 4 mesi di reclusione dal Giudice Monocratico Loredana De Franco.