Malattie nelle Carceri, situazione drammatica. Ne discutono i Medici Penitenziari


cella penitenziariaMostratemi le vostre carceri, non i vostri palazzi” diceva Voltaire.
E quando si parla di carceri non esiste solo il problema del sovraffollamento, ma anche quello, di non minore importanza e drammaticità, delle malattie che sono presenti all’interno delle strutture carcerarie, delle quali si parlerà domani, mercoledì 18 (a Santa Maria la Nova, a partire dalle 15), e giovedì 19 (Ospedale Cotugno, aula magna De Lorenzo), nell’ambito del Convegno di aggiornamento di Medicina penitenziaria organizzato in onore del Prof. Raffaele Pempinello, primario emerito dell’ospedale Cotugno, dalla dottoressa Maria Donata Iannece in collaborazione con i medici specialisti, infermieri,personale tecnico e dirigenti sanitari dell’Agenzia dei Colli (Monaldi, Cotugno e Cto).

Al Convegno, che si svolge sotto l’egida della Simspe (Società italiana di Medicina e sanità penitenziaria) interverranno studiosi del problema sia in campo medico che in quello legale, amministratori di aziende ospedaliere, esperti del settore che daranno vita ad un approfondito dibattito sulle tematiche presenti nel titolo: “Bioetica e giustizia. Il disagio psichico; Proposte per nuovi modelli organizzativi per l’assistenza sanitaria”.
Tra gli interventi in programma quelli di Antonio Giordano, direttore generale dell’Azienda dei Colli, Sergio Babudieri, presidente del Simspe, Aldo Bova, presidente Medici cattolici di Napoli,Giulio Starnini, direttore Medicina penitenziaria di Viterbo, Carmine Esposito, presidente del Tribunale di Sorveglianza di Napoli, Michele Schiano, presidente V commissione Sanita Regione Campania, Tommaso Contestabile, provveditore regionale Amministrazione penitenziaria di Napoli, Ernesto Esposito, direttore generale Asl Napoli 1, Pasquale Giustiniani, docente di Bioetica, Seconda Università di Napoli, Riccardo Polidoro, avvocato, presidente de “Il carcere possibile”.

“I dati ufficiali del Ministero della Giustizia sono molto indicativi – illustra il prof. Pempinello, cui si deve per riconoscimento unanime il fatto che Napoli possa contare su uno dei pochi centri di Medicina penitenziaria, da lui istituito al “Cotugno”, riconosciuti a livello nazionale dal Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria – le malattie infettive sono ampiamente diffuse nei penitenziari con stime elevatissime: l’infezione HIV/AIDS 7%; l’Epatite da virus C 50%; l’Epatite da virus B 10%. Per quanto attiene alle problematiche assistenziali correlate all’infezione da virus HIV è oggi possibile effettuare una terapia molto efficace che contrasta il progredire dell’infezione verso la grave immunodeficienza dell’AIDS conclamata. Ma molti problemi sono ancora aperti ed associati all’infezione HIV/AIDS: la tubercolosi, le epatiti-virali croniche con evoluzione in cirrosi; la tossicodipendenza; le malattie psichiatriche; vi è inoltre una emergenza di neoplasie correlate all’infezione da HIV”.

Altri problemi di natura diversa sono rappresentati dalle malattie cardiache, coronariche, diabete, vasculopatie e patologie osteo-articolari.
Questo il quadro da tener presente per ogni discussione che si proponga di cercare una soluzione: “La proposta operativa che intendiamo sostenere con forza e convinzione – afferma il prof. Pempinello – riguarda l’istituzione dei Reparti Ospedalieri di Medicina protetta. Nel 2010 il Ministero della Giustizia ha pubblicato un documento intitolato: “ I Reparti Ospedalieri di Medicina Protetta: protocolli condivisi di presa in carico del paziente detenuto”. Il Reparto di Medicina Protetta rappresenta il paradigma operativo del concetto di Connected Health ( sanità connessa), una sanità che pone al centro il paziente come individuo e lo sostiene armonizzando tutti gli della cura (sanitario, sociale, psicologico e, nel caso specifico, giudiziario)”.
Secondo tali linee il Reparto dovrebbe essere così organizzato: il reparto necessita da un lato di personale sanitario formato e dall’altro di un contingente di Polizia Penitenziaria assegnato a prestare servizio in ambiente di ricovero. La pianta organica per 20 posti letto dovrebbe prevedere un Direttore Medico; 8 dirigenti medici; 1 coordinatore infermieristico; 12 infermieri professionali; 6 operatori sanitari O.S.
Il Progetto prevede per il 2014 il coinvolgimento dei Reparti di Medicina Protetta che, nel caso specifico della Regione Campania, è stato già individuato dal Ministero nel Reparto di Malattie Infettive finora diretto dal Prof. Raffaele Pempinello, attualmente Primario Emerito dell’Azienda dei Colli. Il prossimo obiettivo è il coinvolgimento del Reparto di Medicina Protetta dell’Azienda Ospedaliera Cardarelli di Napoli.

Questo Convegno, in conclusione, vuole proporre nuovi modelli organizzativi, riconoscendo il ruolo svolto dal Prof. Pempinello quale ispiratore e protagonista in questi anni della crescita ed affermazione di una nuova specialità: la Medicina Penitenziaria, un problema di sanità pubblica che richiede la formazione continua degli operatori ad essa afferenti: sanitari, infermieri, psicologi, polizia penitenziaria, magistrati ed in ultima analisi la società in cui viviamo.

Redazione Il Denaro, 17 Giugno 2014

Responsabilità civile dei Magistrati : Strepiti demagogici e realtà incontestabili


magistraturaStrepita l’Associazione Nazionale dei Magistrati, e per una volta tutte le sue correnti sono d’accordo: parlare di responsabilità civile diretta del magistrato equivale a mettere in manette le toghe, limitarne autonomia e indipendenza, perseguitarle proprio ora che stanno facendo pulizia con le loro mega inchieste… Strepita il Consiglio Superiore della Magistratura: mai sia che il Parlamento si azzardi a varare norme che riguardano i magistrati senza averle prima concordate con gli interessati e aver ottenuto il loro placet. Strepita Matteo Renzi, che si affretta ad assicurare che in Senato si metterà una toppa al disastro combinato alla Camera con quell’emendamento leghista votato anche da una ventina di parlamentari del PD.

E il ministro della Giustizia Andrea Orlando parla di “pasticcio che va corretto, improprio nel merito e nel metodo. Presenta anche elementi di incostituzionalità”. Ma pensa un po’ che casino ha combinato il leghista Gianluca Pini con quel suo emendamento galeotto, votato poi da una maggioranza diversa dalla maggioranza…Ci hanno poi pensato giornali come “Il Fatto” e “la Repubblica” a spiegarci che era stato approvato una sorta di antipasto dell’Apocalisse, un’Armageddon della giustizia.

Mica vero, però. Tutte balle. E che di balle, grossolane balle, si tratti, ce lo spiega bene Pierluigi Battista, nelle sue “particelle elementari” sul “Corriere della Sera”. Ecco cosa scrive:
Dicono: una legge sulla responsabilità civile dei giudici che hanno agito per dolo e colpa grave, la vogliono i corrotti per vendicarsi delle inchieste. Falso: la vogliono 20 milioni e 770.334 italiani (oltre l’80 per cento dei votanti) che nel novembre 1987 si espressero a favore di una sanzione per chi ha abusato del proprio potere, distorcendo con dolo le norme dello Stato di diritto. Dicono, come ha fatto Eugenio Scalfari su Repubblica: ma così, chiunque sia stato riconosciuto innocente in un processo, può vendicarsi.

Falso: i magistrati eventualmente costretti a risarcire un cittadino perseguitato non devono rispondere di un esito giudiziario favorevole a quel cittadino, ma per una condotta giudiziaria macchiata da dolo e colpa grave. Dicono: ma così si lasciano soli i magistrati di fronte al ricatto dei potenti. Falso: a decidere se un magistrato ha violentato la legge e la procedura sarà un collegio di altri giudici, non un tribunale del popolo. Dicono: ma adesso c’è già una legge che sanziona comportamenti dolosi da parte di un magistrato. Falso: se un magistrato viene ritenuto (da altri magistrati) colpevole, a risarcire è lo Stato e dunque i magistrati che si macchiano di dolo e colpa grave potranno, come fanno, agire indisturbati sapendo che a pagare non saranno loro, ma tutti i cittadini con le loro tasse.

Dicono: ma una legge sulla responsabilità civile dei magistrati per dolo e colpa grave (o «violazione manifesta del diritto») sottopone i magistrati a un forte stress.

Vero: li costringe a lavorare bene e con attenzione scrupolosa, come i medici quando entrano in una sala operatoria o gli ingegneri quando progettano un ponte, perché la libertà delle persone è sacra come la loro vita, e non si può manipolarla per dolo, colpa grave o manifesta violazione del diritto acclarati da una sentenza di altri giudici.

Dicono: ma una legge del genere farebbe dell’Italia un unicum. Falso: una legge che permette allo Stato di rivalersi sui giudici c’è, con regole ben precise, in Spagna, in Germania («dolo o colpa grave»), in Francia («mancanza intenzionale particolarmente grave» o addirittura «diniego di giustizia»), in Belgio e in Portogallo («frode» e «dolo grave»).

Dicono: ma in Italia, comunque, lo Stato sa sanzionare comportamenti negligenti o dolosi. Falso: farebbero bene a leggere Operazione Montecristo, il libro di Lelio Luttazzi, la cui vita fu distrutta nel 1970 da un’iniqua detenzione non sanata dal proscioglimento successivo. I giudici che si macchiarono d’una simile nefandezza sono stati addirittura premiati, come del resto gli inquirenti del caso Tortora, che hanno in seguito fatto brillanti carriere malgrado la persecuzione di cui sono stati colpevolmente protagonisti.

È probabile che il voto della Camera, che ha approvato finalmente una legge civile, sarà cancellato dal Senato.

Il timore è che sia vero: il Pd di Renzi sta rottamando tutto, ma non la sudditanza al giustizialismo feroce che l’ha dominato in questi anni?”.

Che cosa manca a quest’ottimo articolo di Battista? Poco, pochissimo. Questo che aggiungiamo ora: che il 26 anni le cause civili per responsabilità nei confronti di magistrati sono state in tutto 410, una media di 16 l’anno; e poiché la legge Vassalli prevede la cosiddetta “clausola di salvaguardia” e un giudizio di ammissibilità, ben 266 cause sono state bocciate. Altre 71 sono in attesa di valutazione, 25 sono state ripresentate. Ne restano 35 che sono riuscite ad arrivare al giudizio ordinario. Un dato che si ricava dalle statistiche dell’Avvocatura dello Stato: quasi sempre i magistrati si sono visti dar ragione: solo il sette casi il giudizio ha condannato il loro operato. E’ un discorso sul quale torneremo. Merita…

Valter Vecellio

Notizie Radicali, 17 Giugno 2014

Il Pm che sbaglia non pagherà, il testo della Camera sarà rivoluzionato in Senato


giustizia2Riforma della giustizia espressa al tavolo 6, al 5 aspettano la pubblica amministrazione. Venghino siori, venghino, al circo delle meraviglie del Renzi Matteo, uno che le spara grosse ma grosse, e tutti ci credono, sulla sua volontà riformatrice lib-lab, perché uno straccio di opposizione vera non c’è.

L’opposizione vera è di quelle sempre sul pezzo, di quelle che non dici sì, per esempio, sull’abolizione del reato di clandestinità, non tratti sulla peggior riforma possibile del Senato, figurarsi se ti mostri paralizzata dalle faide interne.

Non c’è, inutile fingere il contrario, e anche sulla pseudo riforma della giustizia il Renzi farà impunemente come con le tasse: chiacchiere. Sentite questa dichiarazione ovunque ripresa acriticamente.

“Potete stare certi”, afferma uno stretto collaboratore del premier, “che nella riforma della giustizia che sta preparando il Guardasigilli Orlando ci saranno norme che faranno venire il mal di pancia ai magistrati. Non per cattiveria, ma perché se è giusto che un sindaco o un parlamentare che sbaglia paghi, è altrettanto giusto che un giudice che mette in galera impropriamente un innocente o abusa dei suoi poteri, ne paghi le conseguenze”.

L’idea – continua il pistolotto – è quella di rimettere mano, come del resto chiede l’Unione europea, alla responsabilità civile dei magistrati. Oh, meno male, ma la responsabilità civile per dolo o colpa grave l’hanno già votata alla Camera, no? Qui la confusione regna suprema. L’emendamento della Lega è passato contro il governo, con i voti del centrodestra, con l’astensione dei 5 stelle e con il contributo di circa trentacinque franchi tiratori del Pd e di uno palese e determinato, Giachetti. Insieme al governo ha votato invece il Ncd di Alfano, quello che a chiacchiere si definiva la sentinella del centrodestra, i diversamente berlusconiani nel nome dell’antico garantismo.

Eh no, tuona la solitamente desaparecida responsabile della Giustizia del Pd, Alessia Morani, in Senato verrà cancellato il colpo di mano della destra approvato alla Camera grazie ai franchi tiratori. Ma allora il Senato serve al governo, sia pura giorni alterni! E perché quella norma non va bene? Risposta dello stretto collaboratore del premier: “Non sta in piedi, con quella norma nessun giudice andrebbe più a sentenza per timore delle conseguenze”; invece Orlando presenterà un testo in cui verrà fatta valere questa responsabilità, ma con un “filtro” della Corte d’appello per evitare ricorsi arbitrari contro i giudici.

E con una “corsia preferenziale ” quando si ravveda l’esistenza di un dolo grave. “Il tutto senza alcuna volontà punitiva”, garantiscono nell’entourage del Guardasigilli. Voi che cosa avete capito? Che il Renzi farà approvare una responsabilità fasulla di un giudice che qualsiasi altro giudice potrà invalidare, e potete giurarci che lo farà sempre e comunque; ma anche che il Renzi per essere o fingere di essere “il partito degli onesti che alza l’asticella dell’etica e della moralità” è pronto a restare sia pur non ufficialmente il partito alle Procure.

Non lo sapessero i lettori, pare che ci siano contatti in corso tra il ministro della Giustizia Andrea Orlando e i parlamentari di Beppe Grillo, sul tavolo proprio l’anticorruzione, l’inasprimento del falso in bilancio e l’allungamento dei tempi per la prescrizione. Roba forte. Il ministro Orlando varerà almeno una riforma del Consiglio superiore della magistratura?

“Su questo credo sia necessaria una riflessione – risponde – dobbiamo fare in modo che nella scelta dei magistrati del Csm vengano valorizzate di più le capacità, le professionalità e le personalità, piuttosto che l’appartenenza a una o all’altra corrente. E questo lavoro va fatto confrontandosi con le stesse organizzazioni delle toghe”. Deve insomma trattare con l’Anm, associazione nazionale dei magistrati, che tradotto in lingua comprensibile significa che non se ne farà nulla, altro che rottamare. Il luogo comune, ahinoi ricorrente, vuole che una legge sulla responsabilità civile dei giudici che hanno agito per dolo e colpa grave la vogliano i corrotti. La vollero 20 milioni e 770.334 italiani (oltre l’80 per cento dei votanti) che nel novembre 1987 si espressero a favore di una sanzione per chi ha abusato del proprio potere essendo il custode dello Stato di diritto. La pensano ancora così i frastornati cittadini del 2014?

Non lo so, ma Renzi doveva credere che la pensino ancora così se nell’ottobre 2013 per farsi bello e nuovo alla Leopolda diceva “La storia di Silvio ci dice che dobbiamo fare la riforma della giustizia: la storia di Silvio Scaglia. Scaglia affittò un volo privato per andare dai magistrati, e si fece arrestare. Da quel momento, 3 mesi di carcere e 9 mesi ai domiciliari. Dopo 12mesi fu liberato. Poi giudicato innocente. Ma vi sembra normale che noi in questi vent’anni abbiamo parlato di giustizia dedicata ad uno solo, e che un cittadino innocente venga messo in galera?”. Che bugiardo.

di Maria Giovanna Maglie

Libero, 17 giugno 2014