Giustizia: “Processatemi, non voglio la prescrizione.” Quintieri sarà giudicato venerdì dal Tribunale di Paola


Palazzo di Giustizia di PaolaVolge al termine il processo penale che vede, ancora una volta, sul banco degli imputati l’ecologista radicale Emilio Quintieri con l’accusa di aver calunniato il Sindaco del Comune di Cetraro Giuseppe Aieta. Un reato grave quello di cui all’Art. 368 del Codice Penale che prevede la condanna alla reclusione da 2 a 6 anni. I fatti si riferiscono all’estate del 2007 quando l’ex Consigliere Nazionale dei Vas presentò una denuncia alla Procura della Repubblica di Paola contro il primo cittadino cetrarese ritenendolo colpevole di “condotta omissiva” per non avergli fornito risposta ad un atto di diffida relativo alla vendita dei prodotti della pesca e per la mancata regolamentazione di tale attività in tutto il territorio comunale come espressamente richiesto.

Per il Sindaco tutto si risolse positivamente con l’archiviazione della denuncia su richiesta del Pubblico Ministero Eugenio Facciolla che la ritenne infondata. Quintieri, invece, venne iscritto nel Registro degli Indagati perché ritenuto responsabile di calunnia ai danni del Sindaco ed all’esito delle Indagini Preliminari il Sostituto Procuratore chiese ed ottenne il suo rinvio a giudizio dinanzi al Giudice Monocratico del Tribunale di Paola.

Dopo circa 7 anni, anche grazie anche alle continue sollecitazioni di Quintieri, difeso di fiducia dall’Avvocato Sabrina Mannarino del Foro di Paola, si è giunti alla fine. Nella scorsa Udienza, tenutasi venerdì scorso, l’imputato ha espresso nuovamente il consenso al Giudice Monocratico Antonietta Dodaro per non rinnovare l’istruttoria dibattimentale ed ha persino rinunciato a far sentire tutti gli altri testimoni a discarico che erano stati ammessi (Militari dei Nas di Cosenza e della Guardia Costiera di Cetraro, Medici Veterinari dell’Azienda Sanitaria Provinciale, Pescatori, Politici, etc.). Il tutto, per evitare di allungare ulteriormente i tempi, visto che la prescrizione è imminente (mancano solo 6 mesi) e Quintieri desidera un assoluzione con formula ampia perché si ritiene non colpevole del reato ascrittogli.

Durante il dibattimento, su richiesta del Pm, sono stati sentiti alcuni Ufficiali di Polizia Giudiziaria ed il Sindaco di Cetraro Giuseppe Aieta mentre su richiesta della difesa sono stati escussi il Coordinatore Regionale dei Vas Calabria Carmine Quintiero e l’Ispettore Capo del Corpo Forestale dello Stato Romeo Borgia. Nel giudizio si è costituito parte civile il Comune di Cetraro, rappresentato e difeso dall’Avvocato Maria Teresa Iannuzzi del Foro di Paola, che ha chiesto all’ambientalista un risarcimento per danni morali quantificato, per il momento, in 20 mila euro.

Nella prossima ed ultima udienza, prima della discussione finale, sarà esaminato dalle parti l’ex Consigliere Nazionale dei Vas Emilio Quintieri che chiarirà con dovizia di particolari ed in maniera definitiva, la sua posizione personale consegnando anche una corposa memoria difensiva con la quale evidenzia la corretta dinamica dei fatti e la completa insussistenza del delitto di calunnia.

“Ancora una volta, contrariamente a quanto fanno tutti gli altri imputati in Italia – dichiara l’ecologista radicale Emilio Quintieri – invece di approfittare della prescrizione che sarebbe maturata tra pochissimi mesi, ho insistito anche nell’ultima Udienza visto che il difensore di parte civile ha chiesto al Giudice un rinvio, affinché il processo venisse definito rapidamente e prima che il decorso del tempo estinguesse il reato. In uno Stato di Diritto dovrebbe essere il Pm a provare la colpevolezza dell’imputato e non quest’ultimo a dover dimostrare la propria innocenza. Solo qualche giorno fa – conclude l’esponente politico – il Collegio Penale del Tribunale di Paola ha depositato le motivazioni dell’ennesima sentenza assolutoria pronunciata nei miei confronti e non perché i fatti contestati non l’avessi commessi o non costituissero reato ma perché erano inesistenti del tutto. Il solito Pm che, in questi anni, mi ha trascinato inutilmente in giudizio, creandomi ingenti danni, dovrebbe essere punito.”

Cetraro lì 11 Giugno 2014

L’Emendamento sulla Responsabilità Civile dei Giudici. Le Interviste di Radio Radicale


L'arresto di Enzo Tortora sul manifesto del referendum sulla responsabilità civile dei giudici

L’emendamento sulla responsabilità civile dei giudici. Le interviste di Radio Radicale.

Un emendamento alla legge comunitaria sulla responsabilità civile di giudici presentato dal deputato della Lega Gianluca Pini è passato alla Camera a scrutinio segreto per 7 voti nonostante il parere negativo del Governo. Fu un referendum radicale che raccolse l’80,2% di sì a introdurre nel nostro ordinamento la responsabilità civile dei giudici, ma il responso popolare fu poi tradito dal Parlamento.

Ecco il testo dell’emendamento: «chi ha subìto un danno ingiusto per effetto di un comportamento, di un atto o di un provvedimento giudiziario posto in essere dal magistrato in violazione manifesta del diritto o con dolo o colpa grave nell’esercizio delle sue funzioni ovvero per diniego di giustizia può agire contro lo Stato e contro il soggetto riconosciuto colpevole per ottenere il risarcimento dei danni patrimoniali e anche di quelli non patrimoniali che derivino da privazione della libertà personale».

http://www.radioradicale.it/lemendamento-sulla-responsabilita-civile-dei-giudici-le-interviste-di-radio-radicale

Responsabilità civile dei Magistrati. Intervista di Radio Radicale all’On. Rita Bernardini, Segretario Nazionale dei Radicali


radioradicale logoOggi la Camera dei Deputati. in un voto a scrutinio segreto, con 187 voti favorevoli e 180 contrari, ha approvato un emendamento dell’Onorevole Gianluca Pini (Lega Nord) in materia di responsabilità civile dei Magistrati.

Intervista su Radio Radicale all’Onorevole Rita Bernardini, Segretario Nazionale dei Radicali Italiani.

http://www.radioradicale.it/scheda/413809/approvazione-dellemanedamento-pini-in-materia-di-responsabilita-civile-dei-magistrati-collegamento-con-rit

Giustizia: la legge sulle droghe va in Gazzetta Ufficiale… ma è quella sbagliata


marijuanaNessuna differenza tra sostanze, nel testo aggiornato delle norme dopo il decreto Lorenzin.

In Italia gli antiproibizionisti devono fare un doppio lavoro: non solo prefigurare alternative concrete e fattibili all’evidente fallimento delle attuali politiche sulle droghe ma anche tirare per la giacchetta i governi che si succedono a Palazzo Chigi, quando non rispettano in malafede le loro stesse leggi o incorrono in buonafede in errori madornali.

L’ultimo caso, scoperto da noi radicali e dall’Aduc, è quello del pasticcio della pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale del 20 maggio 2014 (n. 115) del “Testo coordinato e aggiornato” del decreto-legge 20 marzo 2014, n. 36, il cosiddetto “Decreto Lorenzin”. Si tratta del provvedimento che aggiorna le leggi in vigore, recependo le ultime disposizioni. In questo caso avrebbe dovuto recepire gli effetti della sentenza della Corte Costituzionale del febbraio scorso che ha abrogato la legge Fini-Giovanardi, ripristinando la divisione in tabelle delle sostanze già prevista dalla precedente legge sugli stupefacenti.

Nulla di rivoluzionario o di particolarmente difficile. Eppure, il governo, in particolare il ministero di Giustizia, è incorso in un errore grossolano, gravido di pericolose conseguenze: sulla Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato un testo sbagliato, che riporta l’art. 73 del Testo unico 309/90 – articolo fondamentale perché fissa le pene per la produzione, traffico e detenzione illecita di sostanze stupefacenti – in una versione che non tiene conto della nuova divisione in Tabelle approvata dal Parlamento e della conseguente differenziazione delle pene a seconda che si tratti delle cosiddette “droghe pesanti” (Tabella I) o della cannabis e derivati (Tabella II). Non è un errore di poco conto perché il testo errato, essendo quello “ufficiale”, è stato subito ripreso e rilanciato dalle banche dati giuridiche online.

Non solo. Ad aumentare la confusione ci si è messo anche il Dipartimento Antidroga dell’ex Serpelloni (ma è davvero ex?) che dà il peggio di sé pubblicando sul suo sito, nella sezione “Normativa”, solamente il decreto-legge originario di marzo e non la legge di conversione di maggio… e l’articolo 73 sbagliato, quello appena pubblicato in Gazzetta ufficiale. Tutto questo crea enorme confusione, a scapito della certezza del diritto.

E ora che fare? Chiediamo al Ministro di Giustizia di provvedere a spron battuto a una pubblicazione corretta e completa in Gazzetta ufficiale della legge di conversione del “Decreto Lorenzin”, tenendo finalmente conto delle modifiche apportate dalla sentenza della Consulta. Potrebbe essere l’occasione buona per la pubblicazione di un nuovo Testo unico sulle sostanze stupefacenti, perché quello attuale, sottoposto agli innumerevoli “taglia e cuci” degli ultimi 24 anni, è diventato un vestito di Arlecchino: l’art. 73 citato ha subito sette aggiornamenti.

Ma gli interventi tecnici non possono bastare: occorre che finalmente il premier Renzi (che ha tenuto le deleghe in materia) riformi radicalmente il Dipartimento Politiche Antidroga: serve un Dipartimento non arroccato nella torre d’avorio ma che sappia dialogare e interagire con le regioni, i comuni, i servizi per dipendenze, le comunità. E occorre che il governo convochi finalmente in autunno la Sesta Conferenza Nazionale sulle Droghe; sempre il Testo Unico prescrive che tale Conferenza si tenga ogni tre anni; l’ultima fu fatta a Trieste nel 2009, in piena era “Giovanardi-Serpelloni”.

Una conferenza nazionale per fare il punto sull’efficacia o meno delle politiche proibizioniste; per ridare dignità alla politiche di riduzione del danno; per incardinare la sperimentazione di nuove iniziative, dalle narco sale ai pill-test sulle sostanze.

Come potete constatare, a dispetto di chi li accusa di ideologismo settario, gli antiproibizionisti radicali sono sempre stati pragmatici e concreti. Ci attendiamo dal governo una risposta altrettanto pragmatica e concreta, nella consapevolezza che ogni norma si ripercuote su persone concrete, vittime del regime proibizionista, fuori e dentro le carceri. Non dimentichiamolo mai.

di Giulio Manfredi (Direzione Radicali Italiani)

Il Manifesto, 11 giugno 2014

Giustizia: Orlando; sulle Carceri abbiamo messo una pezza, adesso riforme


Andrea Orlando Ministro Giustizia“Il rischio di un nulla di fatto c’è, perché le dinamiche della concertazione a volte portano a questo esito, ma io penso che ci siano le condizioni perché la dinamica tra avvocatura e magistratura consentano di portare a casa una soluzione condivisa”.

Lo ha detto il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, parlando alla festa di Left Wing in corso l’altro circolo degli Artisti di Roma. Il guardasigilli ha indicato alcune delle questioni critiche cui il governo tenta di porre rimedio con la riforma che, ha confermato Orlando, sarà discussa tra due consiglieri ministri.

“Bisogna – ha detto Orlando – risolvere la carenza degli organici, altrimenti qualsiasi riforma non va avanti. C’è poi una sperequazione tra domanda e offerta di giustizia: serve una degiurisdizzazione, perché non è detto che tutto debba finire davanti a un giudice. Serve poi una depenalizzazione. Perché non è vero che si tratta di un’attenuazione della sanzione: casomai una sua maggiore efficacia. Dalla riforma del processo civile non bisogna aspettarsi effetti magici, ha effetto in un periodo lungo”.

Sulle carceri per Orlando “abbiamo messo una pezza, e non era scontato che il Parlamento riuscisse a legiferare visto il clima a che c’è. Ora si tratta di sistematizzare il tutto, spostare il peso sulle pene alternative, estendere la fascia grigia tra libertà e carcere. E intervenire sulla custodia cautelare: se il parlamento non riesce a mettersi d’accordo, penso debba intervenire il governo”.

Camera, ok a responsabilità civile dei Magistrati, Governo battuto per 7 voti


MontecitorioArriva la responsabilità civile dei magistrati. L’Aula della Camera dei Deputati approva a voto segreto, con 187 sì e 180 no, l’emendamento in tal senso della Lega alla legge Comunitaria.

La Lega aveva chiesto il voto segreto sul suo emendamento, riferito all’articolo 26 della Comunitaria. I deputati del Movimento Cinque Stelle e di Sinistra Ecologia e Libertà si sono astenuti. Governo e commissione avevano espresso parere contrario.

In base al testo approvato, proposto dal leghista Gianluca Pini, «chi ha subito un danno ingiusto per effetto di un comportamento, di un atto o di un provvedimento giudiziario posto in essere dal magistrato in violazione manifesta del diritto o con dolo o colpa grave nell’esercizio delle sue funzioni ovvero per diniego di giustizia può agire contro lo Stato e contro il soggetto riconosciuto colpevole per ottenere il risarcimento dei danni patrimoniali e anche di quelli non patrimoniali che dertivino da privazione della libertà personale». Ettore Rosato del Pd, alla richiesta di convocazione del comitato dei Nove da parte di Fi, ha detto che «questo testo deve ancora passare al Senato, dove verrà modificato».

I commenti. Il governo è stato battuto per 7 voti nello scrutinio segreto: 187 a 180. «Ci sarà il Senato per modificare il testo», ha detto in aula Ettore Rosato del Pd. Ma Forza Italia difende il colpo a sorpresa. «Il voto segreto è protetto dalla Costituzione. È stata una votazione legittima», ribatte Francesco Paolo Sisto di Fi. Esultano i 5 Stelle: «La nostra decisione di astenerci ha tirato fuori tutta l’ipocrisia del Pd», dice il grillino Andrea Colletti in aula alla Camera. L’emendamento della Lega, passato nonostante il parere contrario di maggioranza e governo, prevede sanzioni più dure per i magistrati che commettono errori.

Prestigiacomo. «Con grande soddisfazione salutiamo il via libera alla Camera alla responsabilità civile dei magistrati grazie all’approvazione a scrutinio segreto dell’emendamento della Lega a cui Governo e relatore avevano dato parere contrario». Lo afferma Stefania Prestigiacomo. «Si ottengono nello stesso tempo due risultati positivi – prosegue – da una parte finalmente si introduce, seppur manchi ancora il passaggio al Senato, una norma sacrosanta che l’Ue sollecita da mesi all’Italia e che abbatte un privilegio incomprensibile prevedendo la possibilità per chi ha subito un danno ingiusto di agire contro lo Stato e contro il soggetto riconosciuto colpevole per ottenere il risarcimento; dall’altra si aggiunge un altro importantissimo tassello nella ricostruzione dell’alleanza tra Fi e la Lega. Ora, auspichiamo che il provvedimento sia licenziato al più presto dal Senato».

«È importantissimo il voto di oggi sulla responsabilità civile magistrati. L’Assemblea, a scrutinio segreto, espressione di libertà e protetto dalla Costituzione, ha ribaltato totalmente la volontà della maggioranza e del governo. Adesso prendano atto che la genuflessione e l’ipocrisia verso la corporazione dei magistrati non è nelle corde del Parlamento e dei cittadini italiani. Questa proposta è stata rivendicata da Fi, M5S e dalla Lega che l’hanno presentata». È quanto afferma Jole Santelli, deputata di Forza Italia.

“Grande soddisfazione per l’emendamento del leghista Pini passato per soli 7 voti oggi a Montecitorio. Dopo 27 anni viene così riscattato il voto popolare del 1987 quando con il “referendum Tortora” promosso dai radicali l’80,2% degli elettori pronunciò il suo sì alla responsabilità civile dei magistrati. Quel voto, purtroppo, fu tradito dal Parlamento che, con la Legge Vassalli, negò quanto deciso dal popolo italiano: è bene ricordarlo ora perché il passaggio al Senato contiene mille insidie.   Già paventiamo le contromosse del Partito dei Magistrati sempre in agguato quando si tratta di rispettare la volontà dei cittadini e di mantenere privilegi e rendite di posizione sconosciute negli altri paesi democratici.    Ringrazio di cuore il vicepresidente della Camera Roberto Giachetti che, con la sua leale dichiarazione di voto a favore, ha fatto sicuramente la differenza. Non a caso, ma per scelta ponderata e consapevole, Giachetti è iscritto a pacchetto ai soggetti dell’area radicale in primis il Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito.” afferma Rita Bernardini, Segretario Nazionale dei Radicali Italiani.

Anm: norma incostituzionale Presenta “evidenti profili di illegittimità costituzionale” la norma sulla responsabilità civile diretta dei giudici introdotta dalla Camera. Ed è “grave e contraddittorio che si indebolisca l’azione giudiziaria proprio mentre la magistratura è chiamata a un forte impegno contro la corruzione”. Lo sottolinea l‘Associazione Nazionale Magistrati.

Catanzaro : Sabato Convegno sulla Cannabis Terapeutica e poi Assemblea dei Radicali a Lamezia Terme


cannabis catanzaro

“Dall’illecito all’uso terapeutico della cannabis”.

E’ il titolo del convegno che si svolgerà a Catanzaro, presso la sala della Provincia di Catanzaro in piazza Luigi Rossi, sabato 14 giugno dalle ore 9,30.

L’incontro, cui parteciperà pure la segretaria di Radicali Italiani, Onorevole Rita Bernardini, è stato voluto dalla Cooperativa sociale “La Cura” in collaborazione con l’Associazione Ra.Gi. Onlus  ed è stato accreditato dall’ordine degli avvocati e dei medici.
Per l’Avvocato Antonello Talerico, Consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Catanzaro, nonché organizzatore, unitamente ad altre associazioni, del Convegno e portavoce dell’Associazione “La cura”, è possibile affermare che:

“Per la prima volta in Calabria è stato organizzato un evento su un tema molto discusso, ma poco conosciuto, invitando al tavolo dei lavori importanti relatori appartenenti al mondo scientifico e giuridico. Dal dibattito di Catanzaro usciremo sicuramente con una visione aggiornata dell’argomento e con una sempre maggiore consapevolezza che la tutela dei diritti passa necessariamente dal confronto e dalla cultura dell’ascolto, ovvero dalla conoscenza della materia sotto ogni profilo ed aspetto”.

Il convegno è aperto a tutti e ha un duplice obiettivo: far conoscere anche in Calabria i risultati della letteratura medico scientifica che dimostrano l’efficacia dei farmaci a base del principio attivo della Cannabis, Thc, per molte malattie e, in secondo luogo, sollecitare e sensibilizzare il mondo politico regionale nella realizzazione anche in Calabria di una legge per predisporre le misure necessarie che permettano l’utilizzo di cannabinoidi nel caso di malattie come sclerosi, Sla, Parkinson, malattie oncologiche.
Dopo i saluti istituzionali e quelli del portavoce della “Cura” avvocato Antonello Talerico e della portavoce della Ra.Gi. dott.ssa Elena Sodano,  ad aprire i lavori dell’incontro sarà Gianpiero Tiano, Vicepresidente dell’Associazione nazionale cannabis terapeutica e che è stata la prima persona in Italia che, a seguito di un gravissimo incidente, ha iniziato a curarsi facendo uso di medicinali il cui principio attivo è l’infiorescenza della sativa e che relazionerà sul tema: Cannabis Terapeutica la situazione italiana tra promesse e difficoltà.
Seguiranno gli interventi del dott. Camillo Falvo, Giudice presso il Tribunale di Messina,  che parlerà della “Responsabilità penale nell’uso terapeutico“; del dott. Domenico Bosco, Neurologo e Direttore F.F. presso l’ Ospedale  di Crotone che tratterà de “Gli effetti della cannabis nelle malattie neurologiche“.
Graditi ospiti della giornata saranno alcuni membri del direttivo de “LapianTiamo” , Cannabis Social Club Racale Lecce, un’associazione no profit  formata da persone affette da malattie neuromuscolari che per la prepotente urgenza dei malati promuove l’uso terapeutico della canapa medicinale attraverso la coltivazione e l’approvvigionamento ai pazienti affetti da patologie come sclerosi multipla, cancro, dolore cronico, sla, parkinson, glaucoma e tantissime altre, fornendo  supporto informativo e morale ai malati che devono convivere quotidianamente con i sintomi di malattie gravi e che con l’aiuto del comitato medico-scientifico  incentivano attivita’ di ricerca sui vantaggi della canapa medicinale.
Parteciperanno infatti Willy Verardi che racconterà l’esperienza dell’associazione LapianTiamo” e Lucia Spiri che racconterà cosa significa “Curarsi con la Cannabis”.
Concluderà la giornata l’Onorevole Rita Bernardini, Segretaria Nazionale dei Radicali Italiani, che da anni si batte per la legalizzazione.
Hanno garantito la loro presenza il Senatore Piero Aiello del Nuovo Centro Destra e l’Onorevole Mimmo Talarico– Consigliere Regionale del Partito Democratico.
Attualmente sono otto le regioni in Italia che attraverso un proprio disegno di legge hanno legalizzato l’uso della marjuana a scopo terapeutico – afferma  l’avvocato Talerico de “La Cura”,  la Sicilia grazie alla sensibilità dell’assessore regionale alla Salute Lucia Borsellino, sorella del celeberrimo magistrato Paolo, e poi Puglia, Toscana, Liguria, Veneto, Lombardia, Piemonte.
Vorremmo che anche in Calabria ci fosse la sensibilità e la possibilità di realizzare un disegno di legge che possa legalizzare e consentire l’uso terapeutico della cannabis sativa”. Nel resto d’Europa ne è consentito l’utilizzo medico.  In Italia è stato presentato il ddl da parte di Luigi Manconi (PD) che  ha lo scopo di riallineare l’Italia a quanto già avviene in Europa e nel Nord America. L’obiettivo del disegno di legge sull’uso terapeutico della cannabis è di semplificare e rendere accessibile ai pazienti il ricorso a quei farmaci a base cannabinoide, che nell’esperienza scientifica hanno dimostrato di avere una notevole efficacia.  Il governo Renzi inoltre  ha dato il via libera all’uso della cannabis a scopo terapeutico. Il Consiglio dei Ministri infatti  ha deciso di non impugnare dinanzi alla Corte Costituzionale la legge regionale abruzzese “n. 4 Del 04 gennaio 2014, che disciplina le “modalità di erogazione dei farmaci e dei preparati galenici magistrali a base di cannabinoidi per finalità terapeutiche”. La norma prevede che i “medicinali cannabinoidi possono essere prescritti, con oneri a carico del Sistema sanitario regionale, da medici specialisti del Ssr e da medici di medicina generale del Ssr, sulla base di un piano terapeutico redatto dal medico specialista”.
Nel pomeriggio l’Onorevole Bernardini e i Radicali proseguiranno la giornata con una assemblea regionale che si terrà presso l’Agriturismo “Trigna”, nella piana di Lamezia Terme.
              Mappa
Come arrivare all’Agriturismo Trigna a Lamezia TermeAutostrada del Sole (SA-RC)  per chi viene da Nord, uscita per Lamezia Terme-Aeroporto, raggiungere la rotatoria dell’aeroporto, imboccare la ss 18 direzione Reggio C. al km 378 svoltare a sinistra, in direzione Palazzo, ed ancora a sinistra, percorrere un rettifilo di circa 1  km, allo Stop girare nuovamente a sinistra, a 200 metri sulla destra si trova il cancello che immette nell’azienda.Per chi viene da Sud Autostrada del Sole (SA-RC) uscita per Pizzo,  imboccare la ss 18 direzione Aeroporto (percorrere 16 km ) al km 378, in direzione Palazzo, svoltare a destra e poi a sinistra, percorrere un rettifilo di circa 1 km, allo Stop girare nuovamente a sinistra, a 200 metri sulla destra si trova il cancello che immette nell’azienda.Per chi proviene da Catanzaro attraverso la Statale dei Due Mari, prendere l’uscita Palazzo (Lamezia Sud), svoltare a sinistra, proseguire senza mai lasciare la strada intrapresa passando sotto tre ponti, dall’ultimo di questi percorrere un rettifilo di circa 1  km,  allo Stop girare nuovamente a sinistra, a 200 metri sulla destra si trova il cancello che immette nell’azienda.

Stazione di Lamezia Terme centrale (a 5 km)

Aeroporto di Lamezia Terme (a 5 km)