Carceri, l’Europa dà un voto d’incoraggiamento. Ma il problema rimane


carcere regina coeli 4Il giudizio del comitato europeo è positivo sui provvedimenti presi dall’Italia. Il ministro Orlando però non cede all’entusiasmo: “C’è ancora moltissimo da fare”.

Prima viene lo stupore: l’Italia passa a pieni voti l’esame dell’Europa sul tema delle carceri, titolano i giornali. Dopo, ritorna il principio di realtà: “Da Strasburgo arriva una notizia positiva – dice il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura Michele Vietti – ma continuiamo a essere sotto osservazione, e tutti gli allarmi lanciati, a cominciare da quelli del capo dello stato, rimangono drammaticamente attuali”.

Il fatto è che il Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa ha valutato positivamente i primi passi mossi dagli ultimi governi italiani (Monti, Letta, Renzi) per la risoluzione di uno dei problemi più imbarazzanti del nostro paese – quello delle condizioni di detenzione – riscontrando “significativi risultati”.

Il giudizio espresso dalle istituzioni europee, però, è solo una prima e preliminare valutazione della situazione. E bisognerà aspettare sino al giungo 2015 (entro quella data è attesa la pronuncia) per ricevere una valutazione approfondita e dettagliata dei risultati ottenuti.

Nel frattempo, la discussione è aperta: “Quello che si è realizzato in Italia è ancora insufficiente”, dice a Europa Luigi Manconi, senatore, e presidente della commissione per la tutela dei diritti umani. Spiegando che “il numero dei detenuti italiani è sceso, ma il sovraffollamento rimane altissimo rispetto alla capienza ordinaria”.

I dati forniti dal dipartimento dell’amministrazione penitenziaria dicono che le persone che scontano una pena in galera sono passati dai 66.028 del gennaio 2013 ai 58.925 di oggi. È questa la prova che “misure intelligenti sono state prese in questo anno e mezzo” ragiona Manconi. Sottolineando che è proprio questo ciò che “l’Europa ha apprezzato nell’azione dei governi italiani”. Tuttavia – e qui torna il tono amaro – “sono dei provvedimenti ancora non all’altezza di rispondere alla straordinarietà della situazione carceraria italiana. Per questo – conclude Manconi – io e un’altra sessantina di parlamentari di tutti gli schieramenti abbiamo scritto la scorsa settimana al ministro Orlando per dirgli: “Coraggio, avanti con audacia”.

Al guardasigilli del resto non manca la consapevolezza. Tanto è vero che mentre altri ieri si lasciavano trasportare dall’entusiasmo lui ha commentato la notizia dicendo “c’è ancora tantissimo da fare”. Frase su cui non può non essere d’accordo Rita Bernardini, radicale, da anni in prima fila sulla battaglia per la legalità delle prigioni italiane. Che a Europa spiega che “la valutazione europea non cancella affatto la condanna che l’Italia ha ricevuto per il trattamento che riserva ai suoi detenuti”. Parlando di continue “violazioni dei diritti umani”, espedienti “burocratici” per rispettare criteri didascalici e di un giudizio (quello espresso dal comitato europeo) che “fa inorridire” per le cose che non vede. Il problema delle carceri, insomma, rimane. Anche se non ce lo chiede più l’Europa.

di Nicola Mirenzi

Europa, 6 giugno 2014

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