Carceri : Il Pg di Milano Nunzia Gatto, “Si ad Amnistia ed Indulto per i Carcerati”


Nunzia Gatto, PGQuante saranno, nessuno lo sa. Certo il Procuratore Aggiunto Nunzia Gatto, che coordina il gruppetto di magistrati dell’esecuzione penale, si aspetta centinaia e centinaia di domande. La Cassazione, infatti, ha appena sancito che – degli attuali detenuti – chi ha avuto condanne solo per spaccio di droghe leggere potrà chiedere che la pena venga ricalcolata, visto che la legge Fini-Giovanardi (che metteva sullo stesso piano “roba” leggera e pesante) è stata cancellata di recente, proprio su questo punto, da una pronuncia della Corte costituzionale. Così molte pene inflitte potranno essere abbassate. E molti piccoli spacciatori di hascish o marijuana ora in carcere potranno andare ai domiciliari o in affidamento al servizio sociale se non, addirittura, tornare liberi.

Dottoressa Gatto, si può fare una stima del numero delle richieste che arriveranno in Procura?

«È un calcolo molto difficile in questo momento. Posso dire che nel solo 2013 abbiamo dato esecuzione a 8.800 condanne definitive. Certezze statistiche ovviamente non ne ho, ma per esperienza direi che quasi il 70% riguardava reati di droga. Poi ci sono le persone inviate in carcere negli anni precedenti, ovviamente».

La platea dei possibili interessati è vastissima, dunque. Ma non dovrebbe essere proprio la Procura a individuare, tra tutti costoro, quelli che abbiano concretamente diritto a una riduzione di pena? 

«Impossibile. Noi magistrati siamo pochi e i fascicoli migliaia. Fra l’altro, poiché la legge Fini-Giovanardi non distingueva tra droghe leggere e pesanti, dalla semplice lettura del dispositivo della sentenza non si può capire nulla, ogni caso andrà riesaminato singolarmente. Saranno i detenuti interessati a farsi avanti, non c’è dubbio».

La riduzione di pena non potrà essere automatica.

«Come Procura daremo il nostro parere per ogni fascicolo, ma dovrà essere il giudice dell’esecuzione a decidere: il gup o il tribunale che a suo tempo emise l’ultima sentenza divenuta poi irrevocabile. Dovrà essere fissata un’udienza con la partecipazione delle parti».

Centinaia di udienze. I tempi si allungheranno.

«Inevitabilmente. Per quanto riguarda il nostro ufficio chiederò un rinforzo di personale che possa aiutarci ad affrontare l’emergenza. Ma lo stesso problema avranno i giudici dell’esecuzione».

Non c’era un modo più semplice, da un punto di vista legislativo, per ottenere lo stesso risultato?

«Guardi, personalmente sono dell’idea che si sarebbe dovuto seguire la linea più volte indicata dal Presidente della Repubblica per alleggerire il sovraffollamento carcerario: amnistia e indulto. In quel modo, per noi sarebbe stato possibile applicare automaticamente il condono ai detenuti che ne avessero avuto diritto. Così invece il giudice dovrà rideterminare ogni singola sanzione attraverso un incidente di esecuzione alla presenza delle parti. Sarà tutto più lento e complicato».

di Mario Consani

http://www.ilgiorno.it – 31 Maggio 2014

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