Carceri, Antigone: scade ultimatum di Strasburgo, l’Italia rischia di pagare 100 milioni di euro


Corte Europea Diritti dell'UomoLa Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo chiede di garantire a ogni persona rinchiusa in cella uno spazio minimo di 4 metri quadrati, sufficientemente illuminato e pulito e di assicurare tramite le attività sociali all’interno del carcere, che il detenuto passi un buon numero di ore fuori dalla cella. Nel gennaio 2013 il nostro paese era stato condannato per il trattamento inumano riscontrato in sette carceri italiane.

E’ scaduto l’ultimatum concesso dalla Corte Europea per i diritti dell’uomo che chiedeva all’Italia di garantire ad ogni persona rinchiusa in cella uno spazio minimo di 4 metri quadrati, sufficientemente illuminato e pulito e di assicurare tramite le attività sociali all’interno del carcere, che il detenuto passi un buon numero di ore fuori dalla cella. Due mesi fa il ministro della Giustizia aveva spiegato quali sono le misure che il governo italiano intende adottare dopo la sentenza in cui si certificava il trattamento inumano riscontrato in sette carceri italiane. Il numero dei detenuti è lievemente calato, ma la situazione – secondo l’Associazione Antigone – è ancora difficile.

Tanto che sono 6.829 i ricorsi presentati da detenuti sino ad oggi, tutti riguardanti le condizioni di affollamento e Antigone stima in 100 milioni gli oneri a carica del nostro paese per i possibili risarcimenti. L’associazione che si batte per i diritti dei detenuti chiede che per ognuno dei ricorsi sia la stessa Corte europea a procedere a una condanna dell’Italia con relativo risarcimento: “Posto che in media il risarcimento è di 15 mila euro si potrebbe giungere a una cifra complessiva di oltre 100 milioni. Chi ha subito una umiliazione dallo Stato deve essere risarcito”.

Alla vigilia della scadenza fissata da Strasburgo sono 59.683 i detenuti nelle carceri italiane: questo significa che comunque dei passi avanti sono stati fatti se si considera che 11 mesi fa, al 30 giugno 2013, nelle carceri dovevano trovare posto 66.028 persone. Oltre 6 mila in meno significa che alcuni istituti sono diventati più vivibili, anche se i posti regolamentari sono ancora almeno 15 mila in meno.

La Corte Europea dei diritti umani aveva dato all’Italia un anno per individuare un meccanismo di compensazione per chi ha vissuto la condizione di maltrattamento e per evitare che la situazione di trattamento inumano e degradante persistesse nel nostro sistema penitenziario. Nei prossimi giorni il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa valuterà le politiche penali e penitenziarie italiane. È vero ci sono “6 mila in meno rispetto a un anno addietro, tuttavia – elenca i dati l’associazione che si batte per i diritti nelle carceri – il gap da recuperare è però ancora enorme”.

La capienza regolamentare era calcolata in 49.091 posti, dopo mesi di proteste di Antigone che nelle visite dei suoi operatori delle carceri aveva potuto accertare i tantissimi reparti chiusi o in manutenzione, il ministero della Giustizia ha ammesso che sono ben 4.762 i posti attualmente non disponibili. La capienza regolamentare scende così a 44.329 posti. Quindi con questo dato, che secondo Antigone è comunque sovrastimato, il tasso di affollamento italiano è del 134.6%, che significa 134,6 detenuti per 100 posti letto. Prima dell’inizio della procedura europea eravamo secondi per sovraffollamento solo alla Serbia che aveva un tasso del 159,3%. Con il dato di oggi siamo stati superati anche da Cipro e Ungheria. Ma siamo comunque lontani – osserva Antigone – dalla media europea, che è del 97,8%.

La situazione comunque non è omogenea, in alcune regioni il tasso sfiora ancora il 150%: in Puglia è del 148,4%, in Liguria del 148%, in Veneto del 139,9%, in Lombardia è del 136,7%, nel Lazio del 133,7% e si arriva al caso limite di Secondigliano (Napoli), dove il sovraffollamento era in aprile di oltre il 200% (1.357 detenuti il 3 aprile per 650 posti). È così che – come i volontari dell’associazione hanno constatato nelle visite effettuate questo mese – si verificano ancora casi di scabbia (Rebibbia Nuovo Complesso il 15 maggio), carenza di attività rieducative e mancanza di spazi per le attività di trattamento e socializzazione.

Le condizioni di vita nelle carceri italiane restano disumane

Carcere - detenuto corridoioE questo nonostante la condanna dell’8 gennaio 2013 della Corte europea dei diritti umani nei confronti del nostro Paese per i ricorsi presentati da Torreggiani e altri detenuti. La denuncia arriva dall’associazione Antigone a un anno dalla conferma di quella condanna da parte della Grande Camera della Corte europea dei diritti umani e dall’ultimatum verso l’Italia, derivato da quella sentenza, per sanare la situazione. “Oggi – ha sottolineato in una conferenza stampa Patrizio Gonnella, presidente di Antigone – scade quell’anno che la Corte europea dei diritti umani ha dato all’Italia per risolvere il problema del sovraffollamento carcerario”.

“Nei prossimi giorni – ha spiegato Gonnella – il Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa valuterà quanto ha fatto il nostro Paese. Potrebbe anche accadere – ha ipotizzato – che la Corte chieda allo Stato italiano di mettere in moto un meccanismo di compensazione per tutti quei ricorsi analoghi presentati da 6.829 detenuti nelle carceri italiane. In tal caso, posto che in media il risarcimento è di 15mila euro per detenuto, il costo per lo Stato potrebbe essere compreso fra 60 e 100 milioni”. Dopo aver mostrato alla stampa un video girato dall’associazione in alcune carceri italiane in cui si vedono delle celle piccolissime e degradate, Gonnella ha evidenziato che in Italia ci sono “ancora 134,6 detenuti per 100 posti letto. Prima dell’inizio delle procedura europea – ha ricordato – eravamo secondi soltanto alla Serbia che aveva 159,3 detenuti per 100 posti. Ora siamo stati superati anche da Cipro e Ungheria. Non è proprio un risultato entusiasmante se si tiene conto che la media Ue è di 97,8 detenuti per 100 posti letto”. Gonnella ha tuttavia riconosciuto che il numero di detenuti è diminuito, seppur molto lievemente e lentamente dal 2010 a oggi (si è passati da quasi 60mila unità del 31 dicembre 2010 a 59.683 detenuti di oggi). “Le condizioni di vita nelle nostre carceri rimangono veramente disumane, anche peggiori di quelle che emergono nella sentenza Torreggiani”, ha denunciato Simona Filippi, legale di Antigone, e ha aggiunto: “Non è soltanto un problema di spazi, se sono superiori a 3 metri quadri o no. In molte celle l’aria non circola e vi è ancora la doppia grata, che non fa nemmeno entrare la luce. Lo stesso vale per i luoghi dell’ora di passeggio, che sono molto ristretti e con muri alti”.

Tortura: ddl è un compromesso, ma occorre approvarlo

“Il disegno di legge sulla tortura, approvato dal Senato e attualmente all’esame della Camera, non è il migliore dei testi che si poteva elaborare perché si è cercato un compromesso ma, nonostante questo, noi chiediamo che venga approvato al più presto”. Così il presidente dell’Associazione Antigone, Patrizio Gonnella, durante una conferenza stampa a Roma sulle condizioni di vita nelle carceri. Secondo Gonnella, il compromesso è che “il reato è generico e non riguarda in particolar modo le forze di polizia”.

Gonnella: i ricorsi pendenti riguardano vicende degli anni passati

“La situazione carceraria in Italia è sicuramente migliorata nell’ultimo anno. Lo abbiamo ribadito più volte e anche oggi. Sono state fatte riforme che hanno, come detto, ridotto il tasso di affollamento del sistema penitenziario. Infatti oggi i detenuti sono calati di 6000 unità rispetto all’anno scorso.

Lo sguardo europeo, come noi chiediamo, serve ad accompagnare il nostro paese verso riforme che durino più nel tempo e che portino ad avere tanti detenuti quanti sono i posti letto. Rispetto alla decisione europea dei prossimi giorni abbiamo solo voluto ricordare quale fosse il rischio a cui si andrebbe incontro per fatti accaduti nel passato qualora non venga previsto un meccanismo di compensazione. Si precisa che tutti i ricorsi pendenti riguardano vicende penitenziarie accadute fra il 2009 e i primi mesi del 2013”.

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