Sovraffollamento carcerario, s’avvicina l’ora della verità: domani, infatti, scadrà l’anno concesso dalla Corte Ue per i diritti dell’uomo al nostro paese, affinché offra condizioni non degradanti ai detenuti.
E il ministro della giustizia Andrea Orlando, in missione a Strasburgo la scorsa settimana, confida che il calo dei reclusi (circa 59 mila, mentre a fine febbraio erano oltre 60.800) e i “progressi sul piano normativo” facciano sì che l’organismo valuti con attenzione la situazione, prima di aprire la procedura d’infrazione.
Tutto nasce dalla sentenza Torreggiani, riguardante il trattamento cui sono stati sottoposti sette carcerati a Busto Arsizio (Varese) e a Piacenza, ai quali il governo è stato condannato a corrispondere un indennizzo complessivo di 100 mila euro; il pronunciamento, che evidenziava come per il rispetto della dignità dell’individuo fosse necessario garantire almeno 3 metri quadrati ad ogni persona, aveva imposto alla penisola di risolvere in un anno la situazione.
La capienza regolamentare nei nostri 205 istituti di pena è pari a 47.857 posti, e attualmente i detenuti in attesa di primo giudizio sono poco più di 10 mila (dai 21 mila di fine 2009), mentre quelli ammessi a misure alternative alla permanenza dietro le sbarre sono saliti da 12 mila a oltre 29 mila.
Il dicastero di via Arenula attende il responso del Consiglio d’Europa, di cui la Corte di Strasburgo fa parte, dopo aver sostenuto che le iniziative legislative adottate finora e quelle future fermeranno il flusso di ricorsi in arrivo dai reclusi italiani, che dopo la sentenza del maggio dello scorso anno si dichiarano “vittime del sovraffollamento”; il viaggio di Orlando era teso anche dimostrare che l’Italia è in grado, a livello nazionale, di porre rimedio agli appelli già giunti alla Corte Ue dei diritti dell’uomo, organismo che ha calcolato in 6.829, di cui 1.340 già pendenti davanti a una formazione giudicante, i ricorsi, mentre 19 si trovano già a uno stadio più avanzato, perché ritenuti ammissibili e comunicati a palazzo Chigi. Oggi, intanto, a Roma, l’associazione Antigone, alla vigilia della scadenza, illustrerà alla stampa “numeri, dati, storie e immagini sulla situazione penitenziaria”.
di Simona D’Alessio
Italia Oggi, 27 maggio 2014