I circa 250 detenuti nel carcere di Contrada Deuda fra Paola e San lucido hanno sottoscritto un reclamo. Primo firmatario è Emilio Quintieri, portavoce dei detenuti. La lunga lettera è stata inviata al direttore dell’istituto, al Provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria della Calabria ed al magistrato di sorveglianza di Cosenza. «Questa volta – scrive Quintieri – tutti i detenuti con la loro adesione hanno voluto rafforzare la mia precedente istanza inoltrata alle autorità per chiedere l’aggiornamento del modello 72 con il contestuale inserimento dei generi alimentari di consumo comune nonchè di conforto finalizzati alla cura della persona ed all’espletamento delle attività trattamentali, culturali, ricreative e sportive, tenendo conto delle nuove strumentazioni tecnologiche così come prevede l’ordinamento penitenziario».
I detenuti chiedono maggiori opportunità e si affidano alla lettera inviata da Quintieri e diffusa anche sui Social network. «In pratica – scrive Quintieri – i ristretti chiedono parità di condizioni di vita e di diritti senza alcuna disparità di trattamento rispetto agli altri detenuti che sono rinchiusi negli altri istituti penitenziari della Calabria che, contrariamente a quello paolano, possono regolarmente acquistare al sopravvitto tutto quello che è consentito nella tabella approvata dal Provveditore regionale di Catanzaro.
Infatti in questo istituto non è possibile acquistare neanche alimenti di prima necessità come la ricotta, lo yogurt, la pasta integrale, frutta e verdura di stagione, latte, etc. nonchè altri prodotti come il rasoio per il taglio dei capelli, il lettore cd, il tappeto ginnico, qualche profumo o un detersivo per la pulizia della camera». Tutti oggetti, sottolinea Quintieri, che nelle altre carceri calabresi possono essere acquistati in quanto presenti nel modello 72 sul listino spesa. «Qui non viene consentito l’acquisto e l’uso del rasoio per il taglio dei capelli e l’unico rasoio esistente nell’istituto si è nuovamente rotto creando disagi a tutta la comunità penitenziaria che, tra l’altro, è costretta a tagliarsi i capelli solo una volta al mese con lo stesso apparecchio utilizzato da oltre 250 persone senza alcuna precauzione per evitare la trasmissione di eventuali infezioni e malattie. Molti detenuti per tale motivo preferiscono rasarsi i capelli con una comune lametta da barba con tutti i rischi che possono verificarsi per la propria incolumità fisica.
Non è permesso l’acquisto e il successivo utilizzo di un innocuo lettore Cd, impedendo, di fatto, ai reclusi di poter ascoltare la musica di proprio gradimento anche per passare un po’ di tempo, visto che si è costretti a restare chiusi in cella (20 ore al giorno su 24). Viene consentito il possesso o l’acquisto di un lettore di musicassette che, com’è noto, è bandito da molti anni dal commercio (13 anni) unitamente alle cassette. E se qualche detenuto ha la fortuna di trovarlo poi subentrano ulteriori problemi perchè deve essere piombato ed a molti apparecchi non si riesce ad effettuare la piombatura per cui vengono trattenuti nel magazzino dalla Polizia Penitenziaria. Ma non è tutto: in molte celle non c’è la copertura radiofonica,ne consegue che è impossibile ascoltare la radio e guardare la tv poichè mancano tantissimi canali nonostante il programma dei canali consentiti sia nazionale ed approvato dal Ministero della Giustizia».
Miocomune.it, 19 Aprile 2013